Capitolo 2 La scommessa

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Rogers lo aveva intuito subito che, con l'arrivo della donna, sarebbe accaduto l'inferno.

Aveva notato le occhiate dei colleghi e del personale maschile dell'Agenzia, che sbavavano. Persistenti e fastidiose.

Lei era indifferente e molto algida. Più si irrigidiva e dava loro meno corda, più quelli si incaponivano negli approcci. Era bella. Bellissima. I capelli corvini corti e leggermente ondulati, le lunghe ciglia scure che incorniciavano gli occhi violetti, le labbra rosate e piene, in un viso angelico. Alta, slanciata e tonica, come deve essere un'operativa. Con curve supersoniche. Espressione letterale di Tony. Tette magnifiche e sedere a mandolino. Urrà! Gli ormoni impazziti degli Avengers stavano prendendo il sopravvento sul lavoro.

Rafflesia era stata ineccepibile, a dire il vero. Più che altro, non rivolgeva la parola a nessuno. Tranne a lui, in quanto suo capo. A Bucky, che le era chiaramente simpatico. Poco al Falco, con cui Fury l'aveva spedita ad allenarsi, perché, secondo il nero, entrambi erano dei veri rompicoglioni.

Per il resto, era muta e, a volte, nemmeno rispondeva alle loro domande. Steve aveva compreso non fosse timidezza o maleducazione. Non voleva rogne. Sapeva che effetto faceva sugli uomini ed evitava i problemi.

Solo all'ennesimo approccio di Stark, che le aveva portato in dono la colazione, comprata in una famosa caffetteria newyorkese, era esplosa, restituendogli la busta 'Non ci vengo a letto con te! Smettila di darmi fastidio!'. Lo aveva detto, seria e stizzita, davanti a tutti.

Barton era sbottato a ridere, deridendolo 'Il miliardario è andato in bianco. E di brutto!'.

Tony si era urtato a morte, per la figuraccia colossale, ed aveva meditato una vera e propria vendetta personale, diventando il bookmaker dello S.H.I.E.L.D..

Chi sarebbe riuscito a farsi l'agente Tyler, per primo? La stronzetta avrebbe ceduto, prima o poi, santa non gli pareva. I pretendenti erano molti. Cinquanta dollari per entrare. L'intera posta per il vincitore. Che avrebbe dovuto documentare l'amplesso del secolo. Su quello era stato chiaro. Un bel filmato non contraffatto, pochi fotogrammi sarebbero stati sufficienti, niente imbarazzi, solo l'esposizione del trofeo, dell'oggetto della caccia.

I colleghi erano parsi divertiti. Fomentati. Thor in testa. Wilson. Perfino Bruce, Visione ed il Colonnello Rodhes...c'era da morire dal ridere.

Avevano soprasseduto solo lui e Barnes.

Iron Man aveva tormentato Clint, per giorni, perché partecipasse 'Proprio tu che hai più possibilità, devi. Ti ci alleni...hai perso il fascino ruspante del fagiano, fammi capire? Allora?'.

L'altro si era rotto le scatole e, alla fine, all'ennesima provocazione, gli aveva sbattuto in faccia cento dollari, raddoppiando la scommessa, per gioco e perché gli piaceva la competizione. Figurarsi con Tony.

A seguire la velocissima raccolta delle poste, la donna si era ritrovata a rifiutare decine di inviti. Rimandare indietro, ai mittenti, regali e fiori. Li trovava sopra l'auto. Vicino l'armadietto. Non poteva prendere un caffè che la seguivano a frotte, una persecuzione vera e propria. Sapeva di essere attraente ... Cappero, mai le erano capitate tutte quelle attenzioni ed insieme.

'Barton, hai idea di cosa accada? I maschi della base sono asfissianti. Avengers compresi. Ne sai il motivo?' la frase più lunga che avesse pronunciato. Glielo domandò, mentre terminavano una seduta al poligono di tiro.

La scommessa, era quello! Clint se ne era scordato. Quando lavoravano, si concentrava, provando a sganciare il bassoventre dalla dinamica professionale. Nel corpo a corpo, tentava di sfiorarla meno possibile, per evitare fraintendimenti.

La Tyler era discreta e solitaria. Accondiscendente negli allenamenti che affrontavano, e molto brava. Attraente, in maniera esagerata.

Certo, non poteva spifferare della stupidata cosmica di Iron Man, né confessare di aver raddoppiato la posta. Tutto sommato, aveva messo la sua quota, con fare sborone, senza invitarla nemmeno per un aperitivo, orso com'era, pure se gli sarebbe piaciuto, contando nel certo rifiuto.

'No, mi sfugge. A pensarci meglio...sono attirati dai tuoi occhi da urlo' ridacchiò, fissandole le tette, rosso come un peperone 'Come dargli torto?!'.

'Grazie per la sincerità!' rise, a crepapelle, a sua volta. Simpatico il Falco, però.

'I tuoi occhi sono favolosi. Sono serio, mi stregano e credo facciano lo stesso effetto a tutti. Non badarci, siamo uomini, una razza inferiore!' fece un'altra battuta.

'Hai ragione! Sono abituata ad essere corteggiata, così è troppo!' Si lamentò ancora un pochino e cambiò argomento 'Buttiamoci sul cibo! Una cioccolata calda ed un muffin? Ho un freddo, stamattina. Pago io! Nevicata in arrivo, Clint?' si diresse verso la mensa, sorridendo e lui la seguì, tranquillo, chiacchierando. Gli sguardi incuriositi degli altri addosso, un evento che quella donna rivolgesse una sillaba a chicchessia.

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