Capitolo 5 Il fascino della tentazione

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In auto, non si erano detti una parola, ognuno preso dai propri pensieri.

Lui avrebbe voluto giustificarsi, in ogni maniera possibile, e si ritrovava la lingua attaccata al palato. Era annientato, dall'allontanamento dagli Avengers e dai provvedimenti di Fury, nei loro confronti. Per di più, Rafflesia gli piaceva tantissimo; in quei due giorni trascorsi insieme, si era sentito al settimo cielo, non gli era mai capitato...era stato il solito stupido e... sfortunato!

La Tyler aveva la mente offuscata, dall'inquietudine per il filmato, che l'aveva esposta ai colleghi ed al mondo intero, a quanto pareva, in quell'atteggiamento sessuale intimo, dall'incavolatura cosmica per le imbecillità e le omissioni di Clint, soprattutto, quella sulla storia con Natasha Romanoff. Quanto le rodeva. La ciliegina sull'indigesta torta che aveva dovuto obbligatoriamente gustare; era stata così bene con quell'uomo, così soddisfatta a letto, ed ugualmente colpita dalla sua gentilezza e dalla sua dolcezza, fuori dalle lenzuola. Aveva infranto, per una sola volta, una, la regola di non frequentare un collega ed era accaduto il finimondo.

Intanto che ci ragionava, vide che accostava, dietro la propria auto.

'Ciao, grazie del passaggio' lo salutò, mesta. Aveva deciso, in quell'attimo, sia di soprassedere a chiedere o ricevere inutili chiarimenti, sia di continuare la loro conoscenza.

'Scendo con te: vediamo se la tua macchina parte, col freddo potresti avere problemi alla batteria e voglio stare tranquillo' il Falco era stato carino, come al solito. Sembrava andasse ad un funerale, vista la batosta subita, ma apprezzò la premura ed i modi cortesi che glielo avevano fatto avvicinare. Aveva visto giusto, era proprio così!

Lei salì e mise in moto; per fortuna, il veicolo si avviò immediatamente, senza problemi.

'Ti seguo fino a casa!' non era una proposta. Assertivo ed educato, la tallonò lungo l'autostrada. Non voleva lasciarla, non aveva capito come poter affrontare la questione, tuttavia non poteva separarsene, senza averlo fatto.

Rafflesia non aveva nemmeno acceso la radio. Lo guardava, dallo specchietto retrovisore; fumava l'ennesima sigaretta e si passava la mano destra sulla cresta, ogni due secondi. Le fece tenerezza. Caspita, gli era toccato il peggio...buttato fuori dagli Avengers! L'arciere più talentuoso dei nove regni, come borbottava sempre Thor! Pensò, immediatamente, che, anche lei, non aveva più il suo amato lavoro: che avrebbe fatto? Era nata per essere un'agente operativa, ce l'aveva nel dna. E ora? L'attanagliò un malessere diffuso e, subito dopo, un nodo alla gola...iniziò a piangere...le lacrime scendevano copiose dagli occhi. Prese un fazzolettino, dal cruscotto, per tamponarsi. Non riusciva a smettere, il pianto aumentava. La vista le si era offuscata e l'asfalto era viscido. Dovette fermarsi, per forza, non era in grado di proseguire.

Barton, che, dalla sua auto aveva capito che qualcosa non andava, scese velocissimo e le bussò al vetro.

Quando si girò verso di lui, e notò i meravigliosi occhi ametista colmi di lacrime, gli si strinse il cuore. Cristo, Clint, guarda che hai combinato! imprecò fra sé.

'Fammi entrare' la pregò, c'era la sicurezza e la portiera non si apriva.

Scosse il capo, ci mancava solo la vedesse in quello stato.

Il Falco si precipitò allo sportello del passeggero, accorato 'Aprimi!'.

Cedette, facendo scattare il meccanismo.

L'uomo le sedette accanto e le prese la mano, stringendole le dita fra le proprie. La Tyler, che fissava fuori dal finestrino, lo sguardo perso, vacuo, si ritrovò a contraccambiare la stretta. Grazie a quel contatto, parve calmarsi. Si mise di fianco, sul sedile. Barton l'accostò a sé e la cinse, leggermente, incerto su come avrebbe reagito.

La ragazza poggiò il viso all'altezza del suo collo e lui l'abbracciò, sotto il giaccone invernale. Nel farlo, le sfiorò il capezzolo sinistro con le dita e la sentì sospirare. Era tanto indifesa, in maniera disarmante. Fu colto dalla stessa identica smania che lo aveva sorpreso sul pavimento del bagno di casa sua. Ripeté il movimento, da sopra il maglioncino di lana rosa. La stuzzicava, delicato ed i sospiri si moltiplicarono.

Lei lo baciò sul collo, con la bocca umida ed aperta, un analogo desiderio irrefrenabile...il suo odore nelle narici... la sua pelle, il dopobarba, il tabacco...si sentiva sciogliere, al tocco delle sue mani abilissime. Gli regalò una collana di succhiotti, avvertendolo impazzire sotto le proprie labbra.

Clint le tolse il giubbotto, le alzò la camicia e aprì il gancio del noto reggiseno di pizzo bianco, per lambire le tette che adorava, baciandola, appassionatamente, grato di poter ancora fare entrambe le cose, alla luce della storia del video.

Rafflesia non resistette più. Lo accarezzò, sensuale, sull'evidente durezza che spiccava dal cavallo dei jeans e gli accompagnò la mano, con l'altra propria, all'interno delle mutandine, sotto la tuta da ginnastica. Era già in un oceano di umori, e lui perse la testa, accorgendosene. Le abbassò, con forza, gli slip ed i pantaloni, fino a metà coscia, per poterla lusingare meglio.

I vetri dell'auto erano completamente appannati, e non erano esposti agli sguardi altrui, almeno lì. Pensò che se non lo fossero stati, non gliene sarebbe fregato nulla ed avrebbe continuato a insinuarsi in lei con le dita, intenso, risoluto e rapido, nel suo anfratto preferito.

La ragazza gli aprì la cinta di cuoio e sbottonò i jeans, frenetica. Tirato giù l'intimo, si dedicò al partner; lo carezzava nelle carni rosee fra le natiche marmoree, dedicandogli con l'altra mano, moine più veementi. Ogni volta che lo sfiorava, era peggio...un delirio...si erano ritrovati, dandosi piacere l'un l'altra, con le lingue e gli sguardi incrociati.

La Tyler lesse, negli occhi del Falco, la sua stessa intenzione. Si interruppe, togliendosi scarpe, tuta e slip.

'Via il tuo giubbotto' gli ordinò, spogliandolo dell'indumento, che lanciò dietro. Si spostò sul sedile del passeggero, lo abbassò, e liberandosi del maglioncino di lana, slacciò la camicia bianca. Dai polsini affrancò il reggiseno, esponendo le mammelle al compagno. Gli apici dei segni, inturgiditi di freddo e di piacere furono subito cibo per quello, che ci si avventò contro; li mordeva all'impazzata, facendola rabbrividire, ma non era ciò che la donna voleva.

Lo prese per la cresta e lo allontanò. La fissò, sbigottito ed incerto. La vide passare l'indice sul suo scettro, già sporco di miele e portarselo alla bocca, per gustarlo come cibo prezioso e sublime. Gemette, estasiato, intanto che la moretta schiudeva le cosce e, con lo stesso dito, giocava con la sua rosea fragolina, vogliosa. Lo fece solo per qualche istante, giusto per farlo infoiare di più e lo appoggiò sulle labbra di lui, che lo succhiò, rapito. Era sexy e lussuriosa da morire, nel momento in cui compiva quel gesto, nuda, con la sola camicia bianca indosso, completamente slacciata.

'Falco' lo provocò, di nuovo, in un linguaggio che insieme lo stupì e lo fomentò 'la scommessa l'hai già vinta! Vuoi chiavarmi ancora? Gira voce, fra le colleghe, che sei un maestro in questo!'. Aveva, volontariamente, usato il termine volgare utilizzato dalla Romanoff, chiavare. Le era rimasto in testa, pure in quel momento! E l'aveva utilizzato,nonostante fosse un gergo che non le era mai appartenuto.

L'Avenger comprese solo la parte più carnale di quella istigazione; si calò, rapido, i jeans e la prese, brutalmente, dai fianchi per invaderla, con foga, una spinta via l'altra...si muoveva, dentro e fuori la compagna, che aveva sollevato e piegato le gambe fino ad incrociare i piedini dietro la sua schiena, per farsi brandire più in profondità possibile.

In quel frangente turbinoso, nel piccolo abitacolo, Clint le strinse la mano, nel solito modo romantico, e con la voce arrochita dal desiderio, le sussurrò, sincero 'Non me ne è mai importato niente di quella maledetta scommessa...Rafflesia, voglio te, dall'inizio!'. Aumentò l'intensità dei propri colpi, percependo gli spasmi nel cuore femminile già pulsante che si irradiarono nei ventri di entrambi, portandoli ad uno sfrenato piacere senza fine.

***

'E' stato eccezionale. Forse per la rabbia e la tensione di questa mattinata assurda. E perché mi sento attratto da te, da impazzire...' Clint commentava a casa di Rafflesia.

Concluso il sesso in auto, si erano ricomposti in fretta e lui aveva insistito, nuovamente, per seguirla, fino al suo appartamento. Fino a dentro il suo letto, per la verità, dove erano finiti, seduta stante. Per una volta, senza buttarsi in un amplesso selvaggio. Erano vicini, sotto una calda coperta di pile e parlavano dell'accaduto.

'Falco, spiegami bene che è successo!' lo invitò, abbastanza calma.

Provò a riassumere 'Quando hai detto a Tony che non ti interessava, in quel modo e davanti a tutti noi, si è sentito ferito nell'orgoglio. Ha deciso che ti voleva dare una lezione. Ed ha pensato alla scommessa'.

'Sono davvero così terribile? Antipatica e fredda?' Se ne rammaricò, un pochino.

'Sì, perché non ti conoscono. Nemmeno io, prima di qualche giorno fa. Sei molto scostante sul lavoro. A mio parere non sempre è un male, io sono un orsetto, come te! Comunque, la voce si è diffusa, a macchia d'olio. Tu sei tanto bella ed in tanti desideravano venire a letto con te ed hanno partecipato. Inizialmente, ho soprasseduto. Stark, però, mi ha tormentato. Un giorno sono sbottato e ho, addirittura, raddoppiato la posta, tanto mi aveva provocato. A sfregio. Non ti ho mai corteggiato, ho creduto che avresti rifiutato le mie proposte e di non interessarti, pure se mi sono sentito attratto da te fin dall'inizio!'.

'Quello l'ho fatto io... invitarti!' lo interruppe.

'La cioccolata calda alla mensa? Sul serio, era un appuntamento?'.

'Per me sì! Mai invitato un ragazzo; sei l'unico che ho sempre pensato valesse la pena frequentare. Tu e Bucky, lui è un amico...continua!'.

Clint, lusingato, proseguì 'Quando sei venuta a casa mia e siamo rimasti bloccata per la neve, ho lasciato accesa la telecamera del portatile. La utilizzo per motivi di sicurezza, fa parte di un kit regalatomi da Fury molti anni fa. Volevo qualche ripresa, da mostrare a Tony, magari divertente, mai immaginando che avremmo fatto tutto quel sesso bollente e straordinario. La mattina che è arrivata l'e-mail dalla base, ho cancellato i filmati. Nel momento in cui ho eliminato l'ultimo, il computer si è impallato ed il video deve essersi allegato in risposta a quel comunicato. Sono mortificato. Ti giuro, sul mio arco, che non l'ho fatto di proposito e che la scommessa non c'entra nulla con quello che c'è fra noi! Devi credermi! Ti prego!' la fissò, teneramente, con gli occhi azzurri lucidi, teso. Fremeva, per capire come avrebbe reagito, sperando che non lo mandasse a quel paese.

Rafflesia lo guardò e gli scompigliò la cresta 'Sei un pasticcione!' Rise. 'Per colpa tua ci hanno visto nudi, in mondovisione, che facciamo l'amore, in quel modo...mannaggia!'.

Il Falco abbozzò un sorriso. Era una donna deliziosa, equilibrata, non aveva fatto scenate. Gli parve un sogno, che non lo avesse condannato a priori e si fosse convinta delle veridicità delle sue parole. Tuttavia, aveva una strana espressione e si ripromise di indagare. Una cosa alla volta, tanto di tempo, purtroppo, per chiarirsi, ne avevano. Era stato colpito dal suo atteggiamento 'Rafflesia...grazie di come sei e di avermi dato il beneficio del dubbio; se, dopo il lavoro ed il mio posto fra gli Avengers, avessi perso anche te...non so se l'avrei sopportato!!'. Almeno aveva ancora lei, il resto era un incubo mostruoso.

'Clint, non abusare della mia pazienza e stai più attento, per il futuro. Sai qual è la cosa che mi ha colpito, del filmato? Che sono tanto felice, in quelle immagini!' la Tyler lo sussurrò.

'Anche io' concordò l'uomo, sfiorandole le labbra; in quell'attimo le vide, di nuovo, un'inconsueta ombra sul viso.

***

'Ho provato a far ragionare Fury, in tutti i modi. Non vuole nemmeno ascoltarmi' Rogers aveva indetto una riunione di tutti i colleghi, per fare il punto della situazione.

'L'hanno combinata grossa, Cap, anzi l'abbiamo combinata grossa' Thor provò ad essere obiettivo.

'Al di là della diffusione, fra l'altro in buona fede, di quelle immagini, la reazione del Direttore mi è sembrata proprio esagerata' aggiunse Bruce.

'Invece, secondo me, ha fatto bene a prendere quei provvedimenti, soprattutto per la Tyler!' Natasha si disallineò 'L'ha irretito, povero Clint!'.

'Vedova, hai una visione tutta tua dell'accaduto' Barnes si stava incavolando, la Romanoff era idiota ed aveva da sempre delle mire su Barton! 'Sarebbe importante se riuscissimo a farli reintegrare, entrambi! Proposte?'.

'Nessuna...non sono riuscito a parlare col Falco, ha il telefono spento ed a casa non c'è. Chissà che fine ha fatto!' Steve era perplesso, il collega difficilmente lasciava il suo nido.

Wanda si intromise 'Ditemi un po', geni, che avete pensato, guardando il filmato?'.

Stark, niente in imbarazzo, sparò 'Rafflesia è tutta supersonica...tette ed il resto...un'araba fenice!'.

'Che volevo tanto essere al posto di Barton...un uomo fortunato...' ammise Thor.

'Chi se lo aspettava che riuscisse in un'impresa tanto ardua?! Un successone, per lui!' Bruce si accodò.

'In effetti, era sesso fantastico!' Wilson volle dire la sua.

La Maximoff li interruppe, sarebbero andati avanti all'infinito su quella linea 'Lo avete visto, ragionando dalla cintola in giù! Vi è sfuggita la cosa più importante: in quel video, stavano facendo l'amore, non era solo sesso! Conosco poco la Tyler, Clint di più...e non mi è mai parso tanto contento! Secondo te, Capitano, dove sarà adesso? O meglio, con chi sarà?!' ridacchiò.

'Quale amore? Era solo una scopata' la russa si oppose, mentre la voce di Rogers la sovrastava 'Brava, Wanda, ottima deduzione, contatto immediatamente Rafflesia!'.

'Forse dobbiamo trovare un modo carino per approcciarci, perché l'ultima volta che ci siamo incontrati non erano ben disposti, nei nostri confronti!' Stark era rammaricato.

'Porca vacca, Tony, volevi dare al Falco i soldi della scommessa...non ti bastava averla ideata...a momenti ti ammazza!' Bucky lo ammonì 'Occupati tu del sistema per riallacciare i rapporti!'.

Iron Man annuì.

***

'Non so se voglio vederli! Vai da solo!' Rafflesia era stranita. Lo era stata parecchio, da quando avevano lasciato la base, e non era riuscito a capirne la ragione. Non si trattava della scommessa e di aver perduto il lavoro, c'era altro.

Erano stati rintanati a casa sua, ed in apparenza era tranquilla, dolce, passavano tanto tempo a letto a coccolarsi, con un'irrequietezza di fondo. Ce l'aveva con lui ed era...personale, la faccenda...chissà perché!? Non si era sbottonata, figuriamoci.

Adesso che un fattorino le aveva recapitato una bottiglia di champagne da parte di Stark, le aveva letto negli occhi che quel fastidioso malessere si stava allargando, a macchia d'olio.

'L'invito degli Avengers all'aperitivo è per entrambi, dobbiamo andare insieme' Clint insistette. Nel biglietto che accompagnava il regalo, indirizzato a tutti e due, Tony e gli altri chiedevano di incontrarli. Stark si era cosparso il capo di cenere e, con parole gentili, li pregava di partecipare.

'Sono tuoi amici, e lo fanno per te, ti vogliono bene. Io sono la stronza della scommessa!' mormorò, a bassa voce.

Barton si accese una bionda, irrequieto, ed andò alla finestra 'Dimmi il vero motivo!'. Doveva provare, non sopportava più di non sapere.

Rafflesia esitò.

'C'è qualcosa che non va e che non mi hai voluto ancora raccontare...non sono tipo da forzature ed interrogatori, so che non ti piace che ti si dica cosa devi fare, ne abbiamo parlato proprio per la storia del fumo...ho capito che riguarda me' la invitò ad aprirsi.

Era molto in difficoltà 'Va bene...perché non mi hai detto che hai avuto una relazione con Natasha Romanoff?'. Aveva uno sguardo triste e ferito.

Il Falco sbottò, gli occhi fuori dalle orbite 'Cosaaaa? Chi lo sostiene?'.

'Lei stessa, nello spogliatoio, quando raccoglievo i miei oggetti personali...'.

'Roba da pazzi, quella puttana russa...' l'uomo gridava.

'Clint, è vero che siete stati insieme?' la Tyler, seria, lo richiese, in un bisbiglio 'Abbiamo parlato moltissimo delle storie fra colleghi e non mi hai accennato nulla, in merito...ho bisogno della verità...'.

Rosso di rabbia, la supplicò 'Non voglio, Rafflesia! Per piacere, non chiedermelo...ti giuro che non abbiamo avuto alcuna relazione sentimentale'.

'Qualcosa fra voi è accaduto, te lo leggo in viso' era evidente il suo turbamento.

Buttò la cicca nel posacenere e si diresse, incazzato, come un fulmine, in camera da letto, iniziando a vestirsi, per uscire.

'Che intenzioni hai?!' domandò, seguendolo.

'Adesso Vedova Nera mi sentirà...maledetta!' si stava infilando il maglione di lana.

Lei lo bloccò, prendendolo, teneramente, per un braccio 'No, lascia stare'.

Quello la scostò, furioso, per ricominciare la vestizione 'Stavolta l'ha fatta grossa e mi sono scocciato, non si tratta più solo di me'.

Rafflesia pensò di giocare le proprie carte, per trattenerlo; era sconvolto e che andasse dall'infame, in quelle condizioni, non le parve il caso. Si tolse maglia, reggiseno e pantaloni e si accoccolò sul letto 'Falco?' lo chiamò, affinché la raggiungesse 'Non è meglio se rimani?'.

Lui si sentì sciogliere, dalla sua premura e dalla sua sensualità. Sospirò, a pieni polmoni...aveva ragione, meglio soprassedere! Si diresse verso il talamo, liberandosi di tutti i vestiti. L'abbracciò, all'altezza del seno, e la strinse forte 'Sei eccezionale'.

La Tyler abbassò il viso, per baciarlo sulla bocca. La contraccambiò, per un po', e si dedicò alle sue curve, poppando, alla stregua di un neonato affamato, sugli squisiti capezzoli, che lo sbalordivano ogni volta. La sentiva gemere, tra un brivido e l'altro e a lusingò con la bocca, interminabile, ardente. Era irato, per la questione della Romanoff ma preferì riversare le sue attenzioni sulla partner tanto accondiscendente. Le tolse le mutandine e la fece sua, in un lampo. Il desiderio lo mangiava vivo, osservando le sue gote arrossate e le sue pupille dilatate di eccitazione. Uscì da lei, e la carezzò fra le cosce, toccandosi la rigidità, bagnata copiosamente del nettare della sua donna. 'Voglio finire quello che abbiamo cominciato sul pavimento del bagno...se ti va, stavolta...' le si avvicinò in ginocchio, strofinandone la punta sulla sua farfallina.

Rafflesia emise un gridolino, fissandolo, mentre insisteva nel gesto 'Falco, tutto quello che vuoi...' sussultò di nuovo, fremendo a quel contatto. Clint le prese la mano con la propria libera ed aumentò l'intensità del movimento, percependo il bottoncino distendersi, sotto la sua pressione. Era fantastico, anche per lui. Carne su carne. Sentì gli spasmi della ragazza e non si trattenne: un piacere lo colse nelle viscere e ne inondò il boschetto scuro della compagna, accecato dalla soddisfazione provata.

Pulitisi di quell'inusuale rapporto, si erano stesi a letto, vicini, in silenzio.

L'uomo aveva sentito il bisogno di fumare, complice l'adrenalina del sesso e dell'arrabbiatura precedente.

Quando fece per accendersi la seconda sigaretta, Rafflesia gli parlò 'Pensavo ti fossi sfogato abbastanza, non esagerare, ti fa male'.

'Scusa; i discorsi di prima, non li ho proprio digeriti'.

Lei lo carezzò sul viso 'Non pensarci più, non me ne importa niente'. Certo, avrebbe voluto approfondire. A quel prezzo, le parve troppo.

Barton l'apprezzò talmente tanto, in quell'attimo, che credette non l'avrebbe giudicato. Così le raccontò 'Molti anni fa, io e Natasha fummo mandati soli a Budapest, una delle mie prime missioni. Era stata dura, snervante. La sera, al bar dell'albergo, abbiamo bevuto parecchio. Troppo. Lei mi ha chiesto di andare in camera sua ed ho rifiutato. Rientrato nella mia, ho sentito bussare alla porta. Era Nat. In vestaglia. Si è spogliata e messa carponi sul letto, mostrandomi il sedere. Mi ha confessato che lei gode solo in quel modo e che aveva bisogno di farlo, era troppo tesa per l'operazione. Era disponibile ed io sbronzo. Mi piace il sesso così ed a volte non tutte le partner sono pronte a quel tipo di rapporto; dopo due minuti era finito tutto e l'ho mandata via. Non l'ho neanche baciata. Nulla. Il giorno seguente, a mente fredda, le ho spiegato che era meglio dimenticarlo, che me ne ero pentito. Se l'è presa, a morte. Voleva di più. E mi ha tormentato per un po'. Poi ha smesso ma mi manda, spesso, battute idiote, pure davanti ai colleghi. Questo è quanto...non ho mai avuto una storia con lei...ti ha mentito!'.

Rafflesia era stata ad ascoltare, senza interromperlo 'Tutto qui? Non che ne sia contenta, chissà che immaginavo! Perché non volevi dirmelo?'.

'Che razza di figura da mezzo pervertito: mi vergognavo e mi vergogno, anche oggi, di quanto è accaduto. Dirti che ho sodomizzato una collega, dopo una missione, due minuti? Sai che racconto simpatico...' si giustificò.

'Clint, davvero ti piace così tanto, farlo in quel modo?' era curiosa.

Lui annuì, lievemente imbarazzato.

'A me non l'hai mai chiesto...'.

Le sfiorò l'intimità, fino ad arrivare all'anello muscolare fra le natiche. Lo lambì, con la punta delle dita, con estrema delicatezza 'Tu sei vergine, qui; non l'hai mai fatto, è chiaro. Ho paura persino di sfiorarti. Ti rispetto, è solo questo. Gli altri uomini che hai avuto non te lo hanno proposto?'.

'Sì, non ho voluto. L'idea non mi attirava, e avevo paura mi facessero male. É un problema per te?' era sulle spine.

La fissò, con intensità, negli occhi ametista, e la carezzò in mezzo alle gambe; con le mani risalì sui seni, per poi prenderle il viso 'Ho già tutto quello di cui ho bisogno ed è bellissimo ed appagante; non smetterei mai di amarti!'.

Lei gli gettò le braccia al collo e lo baciò, appassionata, senza riuscire a proferire una parola, dall'emozione che le aveva provocato.

'Per questo hai detto quella frase, in auto! E pensavi partecipasse Romanoff, all'incontro proposto da Tony?' solo in quell'attimo, comprese le stranissime parole pronunciate e il perché delle rimostranze all'invito di Stark.

Annuì.

'Chiamo Steve. Se lei non ci sarà, vieni, ti prego! Ho bisogno della tua presenza' la esortò, sentendola annuire, nuovamente.

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