Capitolo 4

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Capitolo quattro

Jennifer's Pov

"Allora sai essere anche educata,interessante", ride mentre ancora tiene la mano dalla mia presa e non so per quale motivo nemmeno io non riuscivo a staccare il contatto.

"So essere tante cose,so anche tirarti un pugno in faccia se mi opportuni ancora".

"Ti do cosi tanto fastidio che continui a tenermi la mano infatti",ritiro subito la mano dalla vergogna.

"Questo qui è il modulo,lo compili e me lo ridia appena concluso".

Oh ma certo con me parla a forza con un tono come se fosse il capo dei capi mentre a lui a momenti gli puliva le scarpe se gli e lo avesse chiesto.

"Si faccio subito", e le strappo il foglio dalle mani.

"Agitatina eh?"

"Ma tu sei ancora qui? Non hai nulla da fare la domenica pomeriggio piuttosto che stare a scuola di domenica?".

"Devo assicurarmi che tu ti iscriva in questa scuola,non vorrei rischiare di non vederti più e poi potresti perderti nuovamente in qualche biblioteca"

Rido leggermente senza farmi notare ma credo che lui l'abbia notato comunque e sorride leggermente anche lui compiaciuto infilandosi le mani in tasca.

"Sei qui da molto?" riattacca nuovamente il discorso,ancora non capisco cosa vuole da me.

"Da troppo", rispondo continuando a compilare il modulo.

"Prima dove abitavi?"

"Lontano", dico sempre tenendo la testa bassa intenta nel rispondere alle domande finchè mister tutto muscoli e sorrisi decide di togliermelo dalle mani.

"Ridammelo subito!"

"Solo quando ti deciderai a darmi delle risposte decenti e a guardarmi in faccia".

Comincio a saltare davanti a lui nel vano tentativo di raggiungere il foglio che tiene nel palmo della sua mano,ma è troppo alto e io esageratamente bassa in confronto a lui, è una scena a dir poco ridicola infatti sta trattenendo una risata e forse anche io.

"Sono arrivata stamattina",sbuffo arrendendomi.

"Avevi detto che eri qui da molto"

"Infatti è già troppo".

"Non ti piace Mahnattan?".

Mi fermo un attimo a pensare a quella domanda a cui non so rispondere nemmeno io.
Adoro Mahnattan con il suo caos e la sua quiete in un'unico turbine di emozioni e colori dalla mattina alla sera,ma odio i ricordi che si celano in determinati posti.

"Diciamo che non la odio ma non la amo nemmeno", rispondo con un filo di voce malinconico infatti non so per quale motivo lui non ribatte alla mia affermazione come se avesse capito che era un tasto dolente, un argomento di cui non si doveva parlare.

"Corso d'arte del professor Lennon?".

"Come scusa?".

"Qui tra le preferenze dei corsi,hai segnato arte,ti piace l'arte?"

"Non sono affari tuoi,ridammi subito il mio foglio!".

La mia pazienza sta cominciando ad arrivare al limite e non ho intenzione di rispondere ad altre domande,quindi gli tiro un pugno nello stomaco e automaticamente apre la mano lasciando cadere il foglio che io prendo subito al volo.
Si tiene la mano nello stomaco un po tossendo e un po ridendo,sono sicura di non avergli fatto male visto la massa di muscoli sotto la maglietta che come minimo avevo appena scalfito ma forse per la sorpresa mollò istintivamente il foglio.

"Ringrazi cosi le persone ti aiutano?",lo guardo storto senza rispondere "Sono allibito", anche se invece sembra divertito.
"Sono indifferente", replico consegnando il modulo alla donna che faceva da spettatrice a quella scena ,dirigendomi verso l'uscita.
"Sei manesca".
"Sei fastidioso".
"Sei una maleducata".
"Troglodita".
"Acida".
"Cretino".
"Psicopatica".
"Pesante!".
"Bellissima".
"Stup..." no aspetta cosa ?

Mi fermo di botto e mi viene a sbattere dietro alle spalle per il mio gesto improvviso.
Lo guardo con un'espressione come per dire: "scusa cosa hai detto?"

" Sei bellissima" ,dice di nuovo accarezzandomi una guancia.

Per un'attimo pensai davvero che con lo sguardo mi stesse per bruciare i vestiti e istintivamente misi le braccia al petto come se dovessi coprirmi.
Continua a guardarmi con quegli occhi senza fine avvicinandosi sempre di più,sempre di più...

Ehi te hai intenzione di muoverti o vuoi rimanere li come una statua? Sei ridicola ti stai facendo abbindolare.
Per la prima volta ringraziai la mia coscienza di essere riemersa.
Mi avvicino a lui sempre di più fino ad arrivare all'estremità delle sue labbra .

"E così che cascano ai tuoi piedi? Con i complimenti? " e mi giro dall'altra parte andando verso l'uscita che avevo intravisto da lontano.

Non so cosa avrei dato per vedere la sua espressione ma il mio orgoglio mi impedisce di voltarmi ma sento il suo sguardo scrutarmi la schiena.

"Dovresti essere più gentile con me Jennifer!" lo sento urlare da lontano.

Basta non posso resistere devo girarmi e rispondere. Mi giro di scatto intravedendo il suo viso con un'espressione mistra tra eccitazione,divertimento e...sfida?

"Dovresti comprarti un pacco di preservativi", ribatto con tono di sfida e dopo aver visto quel suo sorrisetto malizioso vado decisa verso l'uscita.

Finalmente sono riuscita da quel labirinto di scuola illesa perfortuna,non mi piace interagire con le persone ma per qualche strano motivo a me sconosciuto la conversazione nonostante non fosse delle più normali non mi dispiaceva.
Perchè ti sei appena imbattuta in un gran bel pezzo di...
Zitta coscienza non ora,non ho voglia di ascoltarti.
Non prendertela con me solo perchè stavi per buttarti letteralmente tra le sue braccia.
Ho detto zitta!!
E senza accorgermene stavo parlando ad alta voce e due signore alla fermata mi guardano come se fossi pazza..
Sull'autobus comincio a guardare Mahnattan passare veloce sotto i miei occhi e visto che mi rendo conto che sono solo le cinque e mezzo del pomeriggio decido di scendere per sgranchirmi un pò le gambe e approfittarne per comprare gli ultimi libri scolastici.

Comincio a passeggiare per le strade del centro e passo in una strada in cui in un'angolo un signore suona il violino ad occhi chiusi. Un rumore cosi soave e lieve procurato da un semplice strofinamento di corde si diffonde per tutta la via,non ha nulla e visto che un cumulo di vestiti e del cibo sono posti accanto a lui,deduco che l'esatto punto in cui sta suonando è lo stesso in cui vive, eppure sembra cosi libero e felice nonostante tutto,con il suo violino tra le mani e forse i suoi sogni in testa.
Riuscirò anche io a realizzare i miei sogni? C'è un piccolo burrone tra la realtà e i sogni, il problema e riuscire a oltrepassare il burrone senza caderci dentro,a volte raggiungere i propri sogni diventa difficile e si viene risucchiati dalla realtà del mondo.
Continuo ad ascoltare ad occhi chiusi quella musica che ti entra sotto la pelle e ti procura la pelle d'oca e dopo mi avvio verso la biblioteca più vicina alla ricerca dei miei libri di testo.
Enorme anche questa libreria,ma qualcuno conosceva la parola "piccolo" in questa città? Più giro più mi sento un'omino dei lego.

"Scusi sto cercando i libri di testo della "Studying Econom..."

L'anziana non mi sta ascoltando e nemmeno degnando di uno sguardo. Le sventolo una mano alla ricerca di attenzione ma continuo a ricevere solo indifferenza penso che sia sorda quindi comincio a urlare e a sillabare

.
"MI SCUSI S-I-G-N-O-R-A,SIGNORAAA",forse devo utilizzare un'approccio diverso "Jennifer chiama base,Jennifer chiama base. Jennifer chiama "signora strana dietro la scrivania della biblioteca" passo. Ehi,ci sono problemi?Perchè non rispondete? Stanno attaccando la base?? Richiedo subito aiuto immediato da parte della marina,un elicottero che atterri a salvare i superstiti passo", e mi accascio per terra facendo un piccolo urlo stridulo facendo finta che mi avessero colpita.

Niente da fare,impassibile come un muro. Comincio a roteare davanti ai suoi occhi,a saltare e fare piroette da un capo all'altro del salone per poi...

"Signorina le sembra il luogo adatto per ballare questo?" chiede lei acida.

Strabuzzo gli occhi,finalmente la signora "non mi smuovo nemmeno se mi rubi la casa da sotto i piedi" mi ha degnata.

"Veramente io cercavo...", ma non mi fa finire la frase, "Se cercava qualcosa bastava dirlo non c'èra bisogno di ballare e fare baccano".

Se non era per il fatto che fosse cosi anziana le avrai tirato uno schiaffo molto volentieri e tolto quella specie di parrucchino che aveva in testa.
Sento una risata timida arrivare dallo scaffale dietro la scrivania e intravedo una ragazza molto minuta con dei capelli ricci che ride della scena ma appena si accorge che la osservo si nascondee dietro lo scaffale,come se io non potessi vederla.
Vado verso di lei passando dal lato opposto per far in modo che non si accorgesse di me.

"L'hai trovato molto divertente vero?", le chiedo con tono minaccioso da dietro le spalle.

Si gira di scatto spaventata come non mai, è diventata pallidissima e a dire il vero è abbastanza buffa,cosi tanto che il mio viso si addolcisce immediatamente di conseguenza.

"Ecco scusa,io volevo...scusami non volevo spiarti ma ho visto che..e scusa..io non", la ragazza non riesce a dire una frase di senso compiuto e continua ad attorcigliarsi le mani nervosamente passando dal viso pallido al rossastro per la vergogna.
"Ehi scherzavo, tranquilla, effettivamente era una scena molto comica", cerco di tranquillizzarla invano visto che continuava ad agitarsi.

E' alta più o meno quanto me,con un viso angelico,delle guance rosse e dei capelli neri ricci raccolti in una coda.

"La signora Pattinson a volte tende ad addormentarsi ad occhi aperti e quindi non sente cosa le accade attorno, a volte devo andare a svegliarla io", dice tutto di un fiato come se si fosse fermata non sarebbe riuscita a finire la frase.
"Ho notato,tra un pò mettevo su un circo pur di farmi notare", le dico con calma e lei fa una piccola risata, so che in realtà sta trattenendo una risata molto più fragorosa.
"Io...io, ecco io..mm..sono Meredith", e mi porge la mano ad occhi chiusi,avrei davvero voluto ridire per quella ragazza cosi timida che cerca di parlare con me e nonostante io non volessi amicizie non posso rifiutare una ragazza cosi dolce e genuina.
"Io sono Jennifer,piacere di conoscerti", e le faccio un sorriso per tranquillizzarla,non so perchè ma ho come la sensazione di aver già visto quel suo sguardo da qualche parte ma non so dove.
"Ehi ma quello è il libro di matematica della Studying Economy", quasi urlo indicando il libro che teneva sotto il braccio.

"Si è questo,come lo sai ? Anche tu vieni nella mia scuola?".
"Si mi sono iscritta oggi".
"Oh,se vuoi ti aiuto a cercare i libri di testo,praticamente abito qui conosco la biblioteca a memoria".
"Si mi faresti un piacere enorme davvero", e comincia a camminare per i corridoi visibilmente più rilassata perfortuna.

Non voglio essere spiacevole con lei e nemmeno risponderle male ed è una cosa molto strana visto che non mi crea alcun problema rispondere male o trattare male le persone.

"Dammi pure la tua lista di libri rimasti", mi dice con un sorrisino dolcissimo completamente diverso dal sorriso di Josh che trapelava malizia da tutti i pori,con quella faccia da schiaffi e quei muscoli perfetti e i capelli castani che luccicavano e...e no aspetta? Perchè pensavo a lui ?
Perchè lui sembra uscito da una rivista di play boy famosi strappamutande.
Oh avanti non è cosi bello..
Ma con chi credi di parlare? Guarda che sono la tua coscienza rifletto cio che pensi in un modo o in un'altro.
Meredith torna con una pila di libri altissima visibilmente pesante infatti la sua piccola figura è completamente coperta dai libri perciò corsi ad aiutarla.

"Sono davvero tanti,non credevo".
"Già è cosi,ogni tanto ci fanno comprare tonnellate di libri e non riusciamo mai a finirli tutti,un grande spreco di soldi in pratica".
"Penso che prenderò un taxi per riuscire a portare tutti i libri"
"Si credo che dovresti altrimenti cadresti per strada".

E' piacevole parlare con lei,mi sento rilassata e la sua presenza mi tranquillizza nonostante non dica nulla di particolare.
Guardo l'orologio e son già le sette ormai,mio padre mi avrebbe ammazzato se fossi arrivata tardi a cena.

"Scusa Meredith ma devo scappare farò tardi per un'appuntamento".
"Ah si certo scusa se ti ho trattenuta e grazie".
"Ma figurati grazie a te non so come avrei fatto a trovare tutti quei libri se non ci fossi stata tu", e mi avvio alla ricerca di un taxi in mezzo alla confusione di Mahnattan con un'enorme busta piena zeppa di libri.
"Jennifer", mi giro nel sentire il mio nome e vedo una Meredith con il fiatone dietro di me probabilmente aveva corso per raggiungermi.
"Meredith, oddio,dimmi",le domando preoccupata.
"Ci vediamo domani a scuola?".

Sorrido inevitabilmente a quella domanda. Aveva corso dalla biblioteca solo per assicurarsi che io venissi.

"Certo se arrivo prima io ti aspetto all'entrata sennò aspettami tu",lei annuisce e con un enorme sorriso ritorna sui suoi passi.

Arrivo in albergo e bussoalla stanza 102 di mio padre freneticamente. Sto morendo di fame.

"Ehi calma,cos'è? Impaziente di cenare?", domanda mio padre aprendo bruscamente la porta "E va bene invio un'email e andiamo".

Dopo nemmeno dieci minuti siamo al ristorante. Davanti a mio padre un'enorme aragosta contornata da insalata e limone e davanti a me una cotoletta di pollo con ketchup sparso ovunque.

"Tu lo sai che puoi ordinare quello che vuoi vero?" chiede mio padre come per ammonirmi della mia scelta per la cena.

"Certo che lo so" rispondo facendo finta di niente.
"E sai anche che non siamo a un fast food vero?".
"Wow a John Milton non sfugge mai niente", non potevo non dirlo, il mio sarcasmo cercava di uscire da minuti ormai, ma lui mi guarda corrugando la fronte perciò faccio un cenno al cameriere facendogli capire di avvicinarsi.
"Si signorina Milton mi dica", se gli avessi chiesto di fare una giravolta e poi la spaccata l'avrebbe fatta pur di non infastidire la figlia di un'uomo d'affari come mio padre.
"Vorrei un'enorme coppa gelato alla vaniglia,melone e cioccolato con un piccolo cono sopra e..." mio padre mi tira un calcio sotto il tavolo ma io faccio finta di non averlo sentito " E anche con degli smarties sopra e le noccioline".

Il cameriere guarda mio padre come per chiedergli se poteva portami quell'intruglio di schifezze ipercalorico. Cosa diavolo guardi mio padre? Ho diciotto anni posso decidere benissimo da sola cosa mangiare anche se a volte ne dimostravo quindici se non meno.

"Sei assurda", dice mio padre ma infondo soche non gi dispiaccionodi tanto questi miei comportamenti gi ricordano che sono ancora la sua bambina.
"Allora com'è andata a scuola? Conosciuto qualcuno? Preso i libri? Hai fatto un giro per negozi?".
"Vuoi sapere anche quante volte sono andata in bagno?".
"La tua simpatia aumenta a lungo andare figliola".
"Lo so,lo so comunque si sono andata a scuola e ho preso i libri che mi servivano e no non ho incontrato nessuno..."

Improvvisamente mi viene in mente tutto in un piccolo flash back davanti agli occhi.
Io che mi sono persa in biblioteca,la ragazza,Josh e il suo fare da stronzo intrigante,il modulo,il quasi bacio,Meredith.
Mi ero fatta un'amica senza accorgermene? E forse anche un nemico...oppure no...si sarebbe ricordato della scontrosa e impacciata ragazza dai capelli rossi e le lentiggini spruzzate sul viso il giorno dopo?

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