La lite

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 Bellamy e io ci siamo appena lanciati l'ultima battuta velenosa, quella che sembra sempre la peggiore, mentre il resto del gruppo ci osserva con espressioni miste tra lo sconcerto e il divertimento. So che siamo stati stupidi. Era solo una discussione, una di quelle che nascono dal nulla, per una sciocchezza. Il mio tè preferito, quello che Bellamy si è dimenticato di prendere. È assurdo, ma a volte sembra che ogni piccola cosa tra noi possa trasformarsi in una battaglia epica.

«Ma siamo sicuri che quei due sono solo amici?»

La voce di Raven interrompe il nostro momento di tensione. Si scambia uno sguardo con Murphy, e il suo tono è pieno di sarcasmo.

Octavia si unisce alla conversazione con il suo solito sorriso ironico.

«Io dico di no».

Jasper, con un'espressione che non posso fare a meno di notare, alza un sopracciglio.

«Abbiamo i Bellarke!»

Esclama, come se stesse rivelando una grande scoperta.

Bellamy ed io ci giriamo all'unisono, fulminandoli con uno sguardo che speriamo possa farli tacere. Ma la mia mente è già altrove, ripensando alla nostra ultima lite e a quanto possa essere sciocco il motivo dietro di essa.

Monty e Harper sono seduti lì, vicini come sempre, con un'aria di innocenza che riesce sempre a disarmare chiunque.

«Involontariamente si comportano come dei fidanzati».

Dice Monty, e Harper annuisce con un sorriso gentile.

«Non stiamo insieme!»

Sbotta Bellamy, con quel tono esasperato che usa quando vuole chiudere una conversazione.

«È una principessa ridicola, viziata!»

Lo guardo incredula, sentendo un'ondata di rabbia crescere dentro di me.

«Ah, io sarei viziata?»

Replico, con la voce che mi si spezza leggermente.

«Io, che me ne sono andata di casa per non stare con mia madre e il suo nuovo compagno?»

Raven, che di solito è quella più calma, sembra quasi preoccupata.

«Meglio fermarli prima che si ammazzino».

Mormora a Murphy, ma non si muove, come se fosse in attesa di vedere cosa accadrà.

Bellamy però non si ferma.

«Sì, proprio tu!»

Continua, e c'è un'intensità nei suoi occhi che non riesco a comprendere.

«Sei solo figlia di papà...»

Le sue parole si spengono improvvisamente, e vedo il panico attraversargli il volto. Si rende conto di essere andato troppo oltre.

Il silenzio cade nella stanza come una pietra. Mi sento gelare. Bellamy sa quanto fosse importante mio padre per me, quanto mi manca ogni giorno. Le lacrime cominciano a scorrere, ma non voglio che le veda. Non posso restare qui. Senza dire una parola, giro sui tacchi e scappo fuori, verso il giardino.

Il cielo è coperto di nubi, come se anche il tempo rispecchiasse il mio stato d'animo. Mi fermo tra le piante, cercando di calmare il battito frenetico del mio cuore. Le parole di Bellamy continuano a rimbombare nella mia mente, e il dolore è così intenso che sembra quasi fisico.

Poi sento i suoi passi avvicinarsi, lenti, come se non fosse sicuro di cosa dire o fare. Finalmente, lo sento dietro di me.

«Clarke, mi dispiace».

Dice, e la sua voce è così sommessa che quasi non la riconosco.

«Non volevo...»

Mi giro di scatto, il dolore ancora evidente nei miei occhi. Bellamy mi guarda, e c'è qualcosa nel suo sguardo che mi fa abbassare tutte le difese. Prima di rendermene conto, mi avvicino e appoggio le mie labbra sulle sue. È un gesto impulsivo, disperato, ma non me ne pento. Inizialmente, Bellamy resta fermo, sorpreso, ma poi lo sento cedere, ricambiando il bacio con un'intensità che mi fa dimenticare tutto il resto.

Un applauso esplode alle nostre spalle.

«Woow!»

Esclamano in coro gli altri, e sento il calore salirmi alle guance mentre mi stacco da Bellamy, consapevole che tutto è cambiato, anche se ancora non so esattamente come.  

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