pandemia

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 Bellamy è appena uscito dal campo per fare un controllo, insieme a Miller, Jasper e Monty. Io rimango in infermeria ad aiutare mia madre con i malati. Dopo l'attacco dei terrestri, c'è stata una breve pausa, ma ora sembra che ci sia qualcos'altro da combattere: una pandemia. Una settimana fa è toccata a Octavia: febbre alta, vomito, per più di tre giorni. Bellamy è impazzito, ma sono riuscita a tenerlo lontano. Se si fosse ammalato anche lui, per me sarebbe stato un disastro, non sarei riuscita a mandare avanti il campo da sola.

Oggi, però, inizio a sentirmi strana. Mi sento calda, sudata e ho una sensazione di nausea che non mi lascia. Mia madre mi osserva preoccupata, non le sfugge nulla.

«Clarke, sicura di star bene?»

Chiede mia madre, con il tono fermo di chi ha già la risposta.

«Sì, mamma...»

Rispondo, cercando di convincerla e forse convincere anche me stessa.

«A me non sembra... vieni qua...»

Mamma mi tocca la fronte con la mano e scuote la testa preoccupata.

«Sei calda...»

«Non dire niente a Bellamy...»

Insisto, sperando che mia madre capisca quanto sia importante per me mantenere questo segreto.

«Lo sai che se non ti vede fuori andrà di matto più di quanto non lo abbia gi fatto con Octavia».

Dice Abby, e odio ammetterlo, ma ha ragione.

Con la sua solita dolce fermezza, mamma mi aiuta a sdraiarmi su una brandina. La giornata trascorre lenta, il malessere cresce, e verso sera inizia a diffondersi una sensazione di pesantezza insopportabile.

Improvvisamente, sento il rumore di passi rapidi fuori dalla tenda dell'infermeria. Bellamy torna e qualcuno lo avvisa delle mie condizioni. Entra nell'infermeria ignorando Octavia, Raven e il resto dei nostri amici che cercano di fermarlo. Anche Murphy, con il suo solito sarcasmo, fa una battuta:

«Tranquilli, Bellamy non può prendersi una pausa nemmeno quando Clarke sta morendo».

Appena vedo Bellamy, provo a rassicurarlo: «Sto...»

Non riesco a terminare la frase. La nausea mi travolge e vomito.

Odio questa pandemia, penso, mentre cerco di riprendere fiato.

Bellamy si avvicina rapidamente, accarezzandomi i capelli.

«Tranquilla, Clarke, ci sono io».

Sussurra, le sue parole sono un balsamo dolce in questo momento di dolore.

Octavia si avvicina a sua volta, preoccupata.

«Clarke, devi stare tranquilla. Bellamy ti farà impazzire, ma ti vuole bene».

Raven, sempre pragmatica, aggiunge: «Abbiamo bisogno di te, Clarke, ma devi riposare. Lascia che Bellamy si prenda cura di te per una volta».

Murphy, nonostante il suo solito tono cinico, cerca di alleggerire la tensione: «Ehi, Clarke, se sopravvivi a questo, prometto che ti lascio prendere il comando ogni volta che voglio fare qualcosa di stupido».

Non posso fare a meno di sorridere, nonostante tutto. Mi lascio andare un po' di più, confortata dalla presenza dei miei amici, e cerco di trovare la forza dentro di me per combattere anche questa battaglia.

Bellamy continua a sussurrarmi parole dolci, i suoi occhi pieni di preoccupazione e amore.  

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