Rachicentesi

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 Questo sabato mattina è particolarmente difficile. Devo fare una rachicentesi perché i medici sospettano che io possa avere la sclerosi multipla. Mi sento in un vortice di emozioni, paura e incertezza. Jackson, il neurologo, è un collega di mia madre. Cerco di rassicurarmi pensando che sono in buone mani, ma non riesco a scacciare l'ansia.

Mi sistemano seduta sul lettino e stringo forte il cuscino. La paura si mescola al dolore quando Jackson inizia la procedura. Sento una fitta acuta e le lacrime iniziano a scorrere. Fa male. Jackson borbotta qualcosa su quanto sia difficile trovare lo spazio giusto per l'ago.

«Voglio Bellamy...»

Mormoro tra i singhiozzi.

Jackson prova ancora, ma il il primo buco va male. Anche il secondo. Il terzo è un fallimento. Il dolore è insopportabile e inizio a singhiozzare più forte. Mia madre entra nella stanza, il suo viso è una maschera di preoccupazione.

«Jackson, vuoi che chiami qualcun altro?»

Propone, la voce tesa.

«No».

Risponde Jackson, determinato a riuscire.

«Mamma, voglio Bellamy...»

Ripeto, la voce tremante.

E proprio in quel momento, la porta si apre di nuovo ed entra Bellamy.

«Bellamy, non puoi stare qui per questioni d'igiene».

Dicono quasi all'unisono Jackson e mia madre.

«In che igiene?»

Ribatte Bellamy, guardando il caos intorno a me.

«Sembra che abbiate ucciso un maiale...»

Bellamy si avvicina e si mette davanti a me, proteggendomi con la sua presenza. Appoggio la fronte sul suo petto, trovando un po' di sollievo nel suo calore.

«Fa male...»

Sussurro.

«Lo so, Clarke. Sono qui. Va tutto bene».

Dice accarezzandomi i capelli. La sua voce è calma e rassicurante.

Non riesco più a contare i tentativi falliti. Finalmente, all'undicesimo buco, Jackson riesce a prelevare il liquido. Sento un sollievo misto a esaurimento. Bellamy mi aiuta a sdraiarmi sul lettino e si siede accanto a me, prendendomi la mano.

«Rimani qui?»

Chiedo, la voce debole.

«Non me ne vado via».

Risponde con fermezza.

«Ora riposati, ok?»

Annuisco, sentendomi un po' più calma.

«Ti amo».

Sussurro, chiudendo gli occhi.

Bellamy stringe la mia mano e sento il suo bacio sulla fronte.

«Anch'io. Riposa adesso».

Mentre mi addormento, sento la presenza di Bellamy come una coperta protettiva, e nonostante tutto, mi sento al sicuro.  

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