Riposati

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 Finalmente, il piccolo Jackson si è addormentato. Ho impiegato un po' più del solito a farlo addormentare stasera. Sarà che ha percepito il clima di preoccupazione che c'è in casa da quando Clarke è ammalata. Chiudo delicatamente la porta della sua stanza, cercando di non fare rumore. Il respiro regolare di Jackson mi rassicura, almeno per ora posso concentrarmi su Clarke.

Scendo le scale lentamente, ogni passo sembra pesante mentre il pensiero di Clarke malata mi preoccupa. Non è da lei stare ferma, mai. Anche con l'influenza, ha cercato di alzarsi dal letto almeno tre volte oggi, ma ogni volta l'ho costretta a tornare sotto le coperte. Ora riposa nella nostra camera, gli occhi gonfi e arrossati, il naso rosso come una ciliegia, e la voce che sembra sparita. Mi si spezza il cuore a vederla così.

Arrivo in cucina e accendo la luce soffusa sopra il piano di lavoro. Mi avvicino ai pensili e prendo la teiera, riempiendola d'acqua e mettendola sul fuoco. Mentre aspetto che l'acqua bolla, cerco nella dispensa il tè che a Clarke piace tanto, quello alle erbe che ha un sapore dolce e delicato.

Mentre frugo nei cassetti per trovare un cucchiaino, il pensiero mi corre a Clarke che si agita nel letto, incapace di trovare una posizione comoda. Odio vederla così vulnerabile, lei che è sempre stata una roccia, il nostro punto di riferimento. Mi viene in mente il modo in cui combatte ogni giorno, la sua forza, il suo coraggio. Ma anche i più forti hanno bisogno di un momento di pausa, e adesso tocca a me prendermi cura di lei.

Il fischio della teiera mi riporta alla realtà. Verso l'acqua calda nella tazza e lascio in infusione il tè. Apro il frigorifero e prendo il barattolo dei biscotti al burro che a Clarke piacciono tanto. Sorrido tra me e me, immaginandola che, nonostante l'influenza, cercherà comunque di mangiarne qualcuno. Lei ha sempre avuto una passione per quei biscotti, e so che un po' di dolcezza le farà bene.

Preparo con cura il vassoio, disponendo la tazza di tè e i biscotti in modo ordinato. Aggiungo un piccolo tovagliolo di lino, cercando di rendere tutto il più confortevole possibile. Prendo il vassoio e mi avvio lentamente verso la nostra camera, cercando di non far oscillare troppo il contenuto.

Apro la porta con cautela, il rumore del legno che scricchiola sembra amplificato nel silenzio della casa. Clarke è lì, rannicchiata sotto le coperte, con gli occhi chiusi. Mi avvicino al letto e appoggio il vassoio sul comodino accanto a lei. Le sfioro la fronte con una mano, sentendo il calore della febbre sotto le dita.

«Clarke, amore, ho portato un po' di tè».

Sussurro, cercando di non svegliarla bruscamente.

Lei apre gli occhi lentamente, un sorriso debole si forma sulle sue labbra.

«Grazie, Bell».

Mormora con la voce rauca, cercando di sollevarsi un po'. La aiuto a mettersi a sedere, sistemando i cuscini dietro di lei. Prendo la tazza e gliela porgo, assicurandomi che possa sorseggiare il tè senza difficoltà.

Lei prende un piccolo sorso, chiudendo gli occhi per assaporare il calore del liquido.

«È perfetto».

Dice piano, la gratitudine nei suoi occhi mi scalda il cuore. Le passo un biscotto, vedendo la sua espressione illuminarsi un po' di più.

«Sai sempre come farmi sentire meglio».

Aggiunge, mordendo delicatamente il biscotto.

«È il minimo che possa fare».

Rispondo, sedendomi accanto a lei sul letto. Le prendo la mano, sentendo il calore della sua pelle contro la mia.

«Devi riposare, Clarke. Lascia che mi occupi di tutto il resto».

Lei annuisce. Resto lì accanto a lei, guardandola mentre si addormenta di nuovo. Per oggi, il mio compito è prendermi cura di lei, e niente al mondo mi farà deviare da questa missione.  

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