San Lorenzo

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 La brezza marina accarezza dolcemente i nostri volti mentre Raven ed io siamo sedute sulla sabbia fredda, i granelli umidi che si insinuano tra le dita dei piedi. È una di quelle notti in cui il cielo sembra un manto infinito di velluto nero, punteggiato da migliaia di piccole luci tremolanti. La luna è solo un sottile spicchio, quasi impercettibile, lasciando la scena alle stelle, che si riflettono appena sull'acqua increspata dell'oceano.

Raven è tranquilla, quasi silenziosa, e io so che anche lei sta cercando di cogliere un momento di pace in mezzo a tutto il caos che ci circonda. Solleviamo lo sguardo insieme, come se potessimo costringere una stella cadente a tagliare il cielo con la sola forza della nostra volontà.

Bellamy e Murphy sono poco più indietro, in piedi, le ombre dei loro corpi allungate dalla luce tenue del fuoco che abbiamo acceso qualche ora fa. Bellamy tiene una birra in mano, la osserva come se fosse l'unica cosa certa in un mondo di incertezze. Murphy, ovviamente, ha già buttato giù un paio di birre e comincia a fare il suo solito show, tentando di farci ridere con battute insensate. Ma stasera, sembra che anche lui non riesca a infrangere la calma che regna sulla spiaggia.

«Che fai Clarke?»

Chiede Bellamy avvicinandosi. La sua voce è bassa, appena un sussurro, come se non volesse disturbare la quiete. Mi volto appena verso di lui, abbastanza per vedere l'ombra del suo sorriso contro il riflesso delle fiamme.

«Sto cercando di vedere una stella cadente».

Rispondo, il tono giocoso. Ma c'è una parte di me che spera davvero di vederne una, di poter esprimere un desiderio, anche se so quanto siano poche le probabilità. Bellamy si inginocchia accanto a me, l'odore familiare di fumo di legna e birra che mi avvolge mentre si sporge per guardare anche lui il cielo.

«E cosa pensi di chiedere?»

Domanda, la voce un po' più profonda, quasi un sussurro intimo che sembra spezzare l'aria.

«Lo sai vero che i desideri non si dicono ad altri, altrimenti non si avverano?»

Rispondo ridendo, ma è un riso morbido, quasi timido. Non so bene cosa risponderei se fossi costretta a dirlo, se dovessi davvero rivelare cosa desidero in questo momento. I suoi occhi, che ora sono fissi sui miei, sembrano volermi strappare la verità.

«Giusto».

Mormora lui, abbozzando un sorriso, e poi, senza preavviso, si china e mi posa un bacio tra i capelli. Un gesto semplice, ma carico di significato, come se volesse dirmi che non importa cosa desidero, lui è qui e lo sarà sempre.

Mi sento quasi stordita per un istante, il mio cuore che batte un po' più forte del solito. Faccio spallucce per nascondere l'emozione, cercando di convincere me stessa che è solo un piccolo gesto, nulla di più. Eppure, qualcosa dentro di me si stringe dolcemente, un'emozione che cerco di non analizzare troppo a fondo.

Murphy, ovviamente, non si lascia sfuggire l'occasione di rovinare il momento.

«Oh, che romantico!»

Esclama con un tono esageratamente sdolcinato, facendo una smorfia che però non riesce a nascondere del tutto il sorriso.

«È solo geloso perché nessuno gli bacia la testa».

Replica Raven senza nemmeno distogliere lo sguardo dal cielo, ma con un mezzo sorriso che tradisce la sua ironia. Sono sorpresa che si unisca a Murphy nelle prese in giro, ma d'altronde, tutti noi abbiamo bisogno di quei momenti leggeri che ci strappano un sorriso in mezzo a tutto il buio.

Bellamy sorride leggermente, sorseggiando la sua birra e guardando Murphy con un'espressione divertita.

«Se vuoi, posso baciarti anch'io, Murphy».

Gli dice, la voce intrisa di sarcasmo.

«Oh, risparmiami».

Replica Murphy facendo una smorfia esagerata e avvicinandosi al fuoco per prendere un'altra birra.

«Non ho bisogno di prove d'amore. Ho già un rapporto complicato con me stesso».

Rido, non posso farne a meno. La sua battuta è sciocca, ma perfettamente in linea con il suo personaggio. E Raven, per qualche motivo, sembra trovare tutta la scena tenera.

«Bellamy e Clarke sono dolcissimi insieme».

Mormora, più per se stessa che per noi, e mi sento arrossire sotto il suo sguardo.

Faccio spallucce di nuovo, tentando di scrollarmi di dosso quel misto di imbarazzo e affetto che sta crescendo dentro di me. Non so esattamente cosa Bellamy significhi per me, non ancora almeno, ma so che è importante. Più di quanto vorrei ammettere. Bellamy, percependo forse il mio disagio, sorride in quel modo leggero, quasi appena accennato, e riprende a sorseggiare la sua birra, lasciando che il momento si dissolva con naturalezza.

Rimaniamo così, tutti insieme, senza bisogno di parole, a guardare il cielo che si stende infinito sopra di noi, ciascuno perso nei propri pensieri, ma con la consapevolezza di non essere soli. E in quel silenzio condiviso, nel gioco delle ombre proiettate dal fuoco, trovo un po' di pace, anche solo per un attimo.

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