Fuori piove a dirotto, il cielo grigio è increspato da lampi e il tuono rimbomba minaccioso nel cielo. L'allerta meteo è in vigore da ore, ma dentro casa regna un'atmosfera diversa, calda e accogliente. Io e Bellamy siamo seduti a terra nella nostra sala, le carte a disposizione per una partita di scala quaranta. Il frastuono della tempesta si fa sentire attraverso le finestre, ma dentro il nostro piccolo rifugio sembra che il mondo esterno non esista.

Guardo Bellamy dall'altro lato del tappeto, il suo sorriso contagioso fa vibrare il mio cuore. È una di quelle rare occasioni in cui riusciamo a trovare un momento di tranquillità, lontani dal caos della vita quotidiana. Le nostre risate riempiono lo spazio, un'armonia familiare che mi scalda l'anima.

Poi, un lampo di complicità tra noi mentre scambio un'occhiata con le carte che ho in mano. Bellamy capisce subito, il suo sguardo brillante d'intesa.

«Non fare il furbo, Bellamy Blake. Non sarà così facile per te stavolta».

Lui alza un sopracciglio con malizia, pronto alla sfida.

«Oh, ho capito. Se perdo, lavo i piatti per una settimana. Se perdi tu...»

«Se perdo io».

Lo interrompo con un sorriso complice.

«Toccherà a re fare il lavapiatti».

La tensione tra di noi è palpabile, ma è una tensione giocosa, carica di energia positiva. Continuiamo a giocare, le carte scivolano tra le nostre mani con una leggerezza che sembra sfidare la furia della tempesta all'esterno.

Ma quando un tuono improvviso rimbomba nel cielo, più forte del solito, sento un brivido scorrere lungo la mia schiena. Le mie mani tremano leggermente e il sorriso svanisce dal mio viso.

Bellamy lo nota immediatamente, il suo sguardo si fa giocoso e malizioso.

«Che succede, Clarke? Hai paura del tuono?»

Mi prende in giro, la sua risata riempiendo la stanza.

«Non ridere».

Dico, cercando di far passare la paura con un sorriso nervoso.

«Non è divertente».

Ma lui continua a ridere, e io so, anche tra il suono assordante della tempesta, che siamo al sicuro, insieme.