Verso il mare

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 La macchina scivola dolcemente lungo l'autostrada, il motore emette un ronzio costante che mi culla. Mi rilasso contro il sedile, osservando Bellamy al volante. I suoi capelli neri, ormai un po' più lunghi di quanto non fossero ai tempi del liceo, ondeggiano leggermente nel vento che entra dal finestrino. Siamo partiti per il mare, un mese di vacanza solo per noi, una pausa dalla frenesia della vita quotidiana. Madi dorme pacificamente nel suo seggiolino, il viso rilassato e sereno, un'immagine di innocenza che mi fa sorridere.

«Fa caldo».

Mi lamento, cercando di muovermi il meno possibile per non disturbare Madi.

Bellamy, con un sorriso malizioso, mi lancia uno sguardo: «C'è l'aria condizionata».

Sbuffo, lanciando un'occhiata al mio pancione.

«Già, peccato che quella che è incinta al sesto mese sono io... non tu».

Lui ride, il suono caldo e confortante.

«Principessa, sei stata tu a dirmi che volevi un altro figlio...»

Lo fisso, ricordando quel momento perfettamente. Eravamo sdraiati nel letto, Madi già addormentata nella sua stanza, e io sentivo quel desiderio profondo di allargare la nostra famiglia.

«E tu mi hai preso in parola».

Ribatto, cercando di mantenere un tono serio ma fallendo miseramente.

La sua risata riempie l'auto, calda e affettuosa.

«Tra un po' ci fermiamo, per una sosta, che dici?»

«No».

Rispondo rapidamente.

«Ci siamo fermati due ore fa, Madi finalmente dorme.»

«Come vuoi, principessa».

Ripenso a tutte le avventure che abbiamo vissuto insieme. Dalle partite di calcio nel cortile della scuola, dove lui mi faceva sempre passare la palla anche se sapeva che non ero così brava, ai pomeriggi passati a giocare a basket, sudati e felici. Ricordo la prima volta che ci siamo tuffati insieme dal molo del vecchio lago, le nostre risate che risuonavano nell'aria calda dell'estate.

Non avrei mai pensato che avremmo finito per sposarci. Per noi, il matrimonio sembrava una gabbia, qualcosa di inutile. Ma quando Bellamy mi ha chiesto di sposarlo, ho urlato: «sì».

Senza pensarci due volte.

Madi ha tre anni e chiunque la conosca dice sempre: «Madi è voi due da bambini messi insieme».

È una miscela perfetta dei nostri caratteri, vivace e testarda come Bellamy, curiosa e riflessiva come me.

«Comunque, ti amo, Bellamy Blake».

Gli dico, sentendo un'ondata di affetto per quest'uomo che ha reso la mia vita così piena e completa.

Faccio una piccola smorfia sentendo la bambina girarsi e prendermi a calci.

«Aurora sarà peggio di Madi, non sta ferma un minuto».

Bellamy ridacchia, gettandomi uno sguardo affettuoso.

«Sarà un'altra avventura, principessa. Siamo pronti».  

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