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Kira's pov

Questa mattina quando mi sono svegliata Luke non era più al mio fianco. Devo ammettere che la cosa mi ha fatta rimanere male. Ho sperato di aprire gli occhi e di vedere il suo viso prima di qualsiasi altra cosa. Ma non è stato così.

Lui non mi lasciato un messaggio e io non gli ho mandato alcun messaggio. Ancora non riesco a capire come sia il nostro rapporto, il secondo prima dormiamo abbracciati e quello dopo ci ignoriamo. Difatti è tutta la mattina che ci ignoriamo, ha iniziato lui.

Quando sono arrivata a scuola, lui era seduto in giardino. Ho provato ad avvicinarmi ma non appena mi ha visto e andato via, così ho deciso di fare esattamente come lui.
Nonostante in mensa il suo mutismo e il suo sguardo perso mi hanno fatto capire che qualcosa non andasse ho continuato ad ignorarlo.

«Cos'ha Luke?» Jasmine lo guarda preoccupata.

«Non lo so e non mi interessa. Piuttosto, cosa mi racconti di nuovo?» sposto la nostra conversazione altrove.

«Sei perfida -mi trucida- dovresti andare a parlargli. Lui per te è sempre disponibile e da quello che mi hai raccontato questa mattina, è solo grazie a lui se tu e Zayn avete parlato» perché diamine le ho raccontato ogni cosa?

«Jas non dirmi quello che devo fare» stendo le gambe e guardo Robert, ora intento a passarsi una mano tra i capelli e sbuffare, subito dopo si alza e senza dire nulla esce dalla mensa.

Ok, devo ammettere che sono tentata di andargli dietro ma non lo farò.

«Cal cos'ha il tuo amico?» chiedo a Hood.

«Sua madre» sussurra per farsi sentire solo da me.

«Cosa è successo a sua madre?»

«Ieri ha avuto un attacco di ira e oggi dovranno andare a parlare con uno specialista» le sue parole mi ghiacciano. Decido di mettere da parte l'orgoglio e di dirigermi in giardino sperando di trovare Luke.

Ovviamente lo trovo sotto al mio albero, è un vizio il suo quello di rubarsi i miei posti.

«Robert» mi accomodo al suo fianco «Sai vero che questo posto è il mio?!»

«Per questo mi sono seduto» non mi guarda ma sorride.

Tutta questa sicurezza mi irrita, lo preferivo quando era stupido.

«Ho notato che oggi non mi hai rotto il cazzo, quindi qualcosa non va» lui si volta e punta i suoi occhi nei miei. Tutte le volte sempre lo stesso effetto.

«Sono solo stanco Kira» mente ovviamente.

«Sicuro?»

«Sì» prende una sigaretta e la porta alle labbra. I suoi occhi sono spenti e vuoti, non sono più luminosi e le sue mani tremano.

Perché non parla con me? Perché non si apre?

«Ti fingi mio amico e poi mi menti?» chiedo brusca, lui sbarra gli occhi sorpreso.

«Su cosa ti starei mentendo?»

«Si vede che qualcosa non va, ma ovviamente non me ne parlerai mai. Perché tu sei così, vuoi che gli altri ti raccontino tutto della loro vita ma tu in cambio non vuoi dire nulla della tua vita.»

«Forse perché nella mia vita non c'è nulla di eclatante?» sbotta duro «Ci sono solo sofferenze e dolori e nessuno vuol sentir parlare di queste due cose...»

«...Io sì» lo interrompo. «Io voglio sapere perché tu sei triste, voglio sapere perché doni tutto te stesso agli altri ma non permetti a nessuno di entrare nella tua vita Luke. Io me ne frego di tutti, ma non so perché, con te non ci riesco, non riesco ad ignorare il tuo viso mesto o i tuoi occhi spenti. Non ci riesco.»

I suoi occhi saettano da me al vuoto, la sua sigaretta si spegne ormai consumata dal vento freddo mentre le sue mani sfiorano il mio viso con un tocco delicato.

«Grazie Kira perché ti preoccupi per me. Ma non posso permetterti di entrare nella mia vita più del dovuto.»

«Perché?» quasi urlo. Io ho bisogno di lui cazzo, grazie a lui sto andando avanti.

«Perché tutti quelli che ne fanno parte un giorno vanno via. È inevitabile. E io non voglio affezzionarmi a te e poi vederti lasciarmi. Non riuscirei a sopportarlo.»

«Non so se ci sarò sempre, non so per quanto tempo resterò ma, per adesso sono qui, pronta a donarti la mia amicizia e il mio aiuto. Qualcosa nel profondo mi dice che noi siamo destinati ad aiutarci a vicenda Luke, perché dentro abbiamo la stessa tempesta e solo chi ne ha affrontata una è in grado di aiutare colui che la sta attraversando. Quindi parla con me, lascia che io prenda le tue sofferenze, proprio come hai fatto tu nell'ultimo periodo con le mie» lo supplico, sento davvero il bisogno di aiutarlo ma soprattutto so che senza lui crollerò di nuovo.

«Mi dispiace Kira ma la mia non è una semplice tempesta, è un vero e proprio tornado» sussura per poi andare via da me, lasciandomi sola al freddo.

Ammiro la sua figura uscire dal grande cancello e affranta abbasso il viso sulle mie scarpe. Questi siamo noi, così vicini ma nello stesso momento così lontani.

Luke's pov

Le parole del medico sembrano così assurde mentre mi spiega il problema di mia madre. Schizofrenia, ecco di cosa soffre.

Questa mattina presto quando sono tornato a casa, ho trovato mia madre come mai prima d'ora. Era arrabbiata, furiosa, vari oggetti volavana per la casa mentre diceva cose senza senso. Mi sono avvicinato a lei e ho provato a tranquillizzarla, all'inzio non ne voleva sapere, ha iniziato a darmi schiaffi, pugni, dicendo che era colpa mia. Ma dopo diversi minuti sono riuscita a calmarla, le ho preparato una camomilla e si è addormentata. Io invece sono rimasto seduto al suo fianco e ho pianto per un tempo indeterminato fino a quando non mi sono deciso a chiamare il medico e a prendere un appuntamento. Ed è per questo che ora ci troviamo entrambi nel suo studio, il dottore mi sta spiegando il suo problema mentre lei urla dicendo di star bene.

«Va bene Liz, forse sto esagerando» le dice provando a tranquillizarla.

«Ma certo che sta esagernado, sta provando a farmi passare per pazza davanti a mio figlio» urla mia madre mentre io appoggio le mani sul viso.

«Mi scusi -le sorride- senta, che ne dice di andare un attimo fuori con Gwen mentre io finisco di spiegare alcune cose a suo figlio?» chiede in modo cordiale, mia madre anche se un po' incerta annuisce e una volta rimasti solo noi due, il dottor Martin punta i suoi occhi su di me.

«Come le stavo dicendo, sua madre soffre di schizofrenia, ed è per questo motivo che in alcuni momenti sembri ragionare e in altri no. Ci sono giorni in cui è in sè e altri in cui permette alla sua malattia di prendere il comando del suo corpo e della sua mente» più lo ripete e più io mi sento male.

«Non c'è una cura?» chiedo con il cuore in gola.

«Possiamo provare con alcune compresse, ma serviranno solo a farla tranquillizzare quando sarà un po' più esaltata» mi passo le mani sul viso e caccio indietro le lacrime che pronte vogliono uscire.

«Mi sta dicendo che mia madre dovrà convivere con questa cosa?» la mia voce esce dura, non so perché me la stia prendendo con lui. Non è di certo colpa sua.

«Purtroppo sì. La morte di sua sorella l'ha segnata facendola cadere in uno stato di depressione molto profondo fino a farla arrivare a questo punto. La schizofrenia è una cosa molto seria e alla quale bisogna dare molta importanza. Non lasci mai sua madre da sola, perché non possiamo mai sapere di cosa è capace di fare.»

Sispiro pesantemente «Cosa vuole intendere?»

«Le persone che si trovano nel suo stato, spesso e volentieri per uscirne e non soffrirne più, usano la via del suicidio. Quindi il mio consiglio è quello di non farle mai pesare la cosa, non le faccia mai capire ciò che sta affrontando.»

Annuisco non avendo più parole da dire, il dottor Martin mi prescrive le compresse da darle ogni notte, in modo da farla riposare tranquilla e dopo esserci stretti la mano esco raggiungendo mia madre.

«Tesoro, cosa ti ha detto?»

«Ha detto che stai bene mamma» mento mentre lei sorride.

«Lo sapevo io. Anche Katherine dice che sto bene» annuisco salendo in auto.

Mia madre si siedo dietro ed io la guardo confuso «Perché ti sei messa dietro?»

«Non vedi che davanti si è seduta tua sorella» indica il posto vuoto e riporto i miei occhi avanti. Decido di spostare i miei pensieri altrove, sulla strada che ho davanti provando a non pensare alle parole del dottore.

Come arriviamo a casa affianco mia madre ed entriamo in casa, lei si siede sul divano e punta i suoi occhi nel vuoto. La guardo e mi sento impotente, so che non posso fare nulla per farla sentire meglio e odio tutto questo.

«Luke, sono pazza?» chiede d'un tratto.

Le mie gambe tremano e il mio cuore si ferma mentre le mie labbra si chiudono non sapendo cosa dire «Mamma» mi siedo accanto a lei e prendo le sue mani tra le mie. «Non provare neanche a pensarla una cosa del genere. Tu...» un nodo mi si forma in gola mentre i suoi occhi chiari aspettano delle risposte «Tu devi solo accettare che lei non c'è più» dico riferendomi a mia sorella.

«Ma io la vedo Luke, le parlo, la tocco. Come può non essere vero?» una lacrima le sfugge.

«Non lo so mamma. Ma non è reale» provo a farla ragionare e lei scoppia a piangere.

«Ti prego aiutami, non voglio impazzire» la stringo sul mio petto mentre lei singhiozza. Le lacrime arrivano pronte, il dolore mi invade facendomi quasi annegare.
Sento la frustrazione appoggiarsi sulle mie spalle e so che mi sta schiacciando, so che sta vincendo ma non riesco a reagire. Forse deve andare così, devo solo lasciarmi andare nella sofferenza, senza più combatterla.

🌻🌻🌻

SCIAO!

Avendo finito gli altri due libri posso finalmente dedicare tutto il mio tempo a Beside you, quindi credo -o almeno lo spero- che aggiornerò più spesso.

Luke, Luke, Luke, mio piccino e adorato pulcino. Non sta molto bene, ovviamente non è facile passare quello che sta passando lui. Si sente impotente davanti al problema di sua madre, come dargli torto. Per un momento ha anche pensato di arrendersi.

Secondo voi le cose si risolveranno? Come andrà a finire questa faccenda?

Mentre Kira si rende sempre più conto che non può pi fare a meno di lui, è diventato la sua ancora e non vuole perderlo ma soprattutto vuole che lui sia apri con lei.

La cosa non è facile ma i due affronteranno questo discorso, si è capito che entrambi si trovano molto a parlare tra di loro.

Credo di non avere nulla da aggiungere se non solo che la storia sta prendendo forma pian piano, spero solo che vi stia piacendo. Grazie ancora perché mi leggete.

I love you girls❤

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