Capitolo 3 - Favore?

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Mi scuso anticipatamente per il modo in cui questo capitolo è stato scritto (soprattutto la prima parte), ma essendo stato creato nel lontano febbraio 2019 ero ancora molto immatura nella scrittura.
Prometto che nei prossimi capitoli sarà molto più scorrevole la lettura~

+++ spazio autrice infondo, mi farebbe piacere se lo leggeste ♡

«Aspettate un attimo, è quello che é al terzo posto in classifica? Quello entrato nei top 10 a soli 18 anni?»

Noah sorride orgoglioso.
«Già, proprio lui!»

Li guardo storto.
«Ah, ho capito. Beh, non mi sta proprio simpatico»

Le risate dei miei fratelli si spengono subito, e in seguito mi squadrano come se io fossi impazzita.

«Come sarebbe a dire che non ti sta simpatico? Neanche lo conosci!»

Alzo le spalle, nascondendo poi la testa dietro il cuscino.
Non mi piace Hawks.
E allora?
Non mi sono mai andati a genio gli eroi, non vedo perché lui dovrebbe fare la differenza.

È sbagliato pensare così, è vero.
Non li conosco, ed è vero anche questo.

Ma più che l'atteggiamento è l'importanza che le persone danno a questi individui.
Salvano le vite, intervengono in momenti cruciali e questo lo riconosco, ma il lavoro che ci sta dopo? Gli ospedali, le cliniche?
Per non parlare poi del fatto che sembra l'unico lavoro che i ragazzini vogliono fare in questi tempi.

1000 ragazzini come minimo all'anno, e poi quando falliscono cosa fanno, portano via il lavoro a chi si è impegnato davvero?
Ma per piacere.

«Ha la faccia antipatica, tutto qui.» rispondo scuotendo la testa «Non mi deve piacere per forza, no? Comunque congratulazioni per il lavoro»

Che risposta immatura.
Neanche una ragazzina di 15 anni risponderebbe così.

Noah borbotta un ‘grazie’ poco convinto, e deducendo che la conversazione sia finita, mi alzo dal divano e salgo al piano di sopra dove c'è camera mia.

O meglio, mia e di Kate.

Nonostante io e Kate abbiamo sei anni  di differenza, ci tocca ancora condividere la stanza.
Quella che era della mamma papà non se la sente ancora a cederla a una delle due.
E nonostante la cosa mi irriti, accetto la sua decisione.

Sospiro, e mi butto sul mio letto, con ancora la divisa scolastica addosso.
Sta diventando pesante, fare avanti indietro da casa a scuola tutto il giorno, con l'enorme carico di studio.
E la stanchezza inizia a farsi sentire...

Resisti [Name], è solo l'ultimo anno. Poi andrai all'università e ti trasferirai, vivendo da sola e per conto tuo.

Al pensiero dell'Università mi viene in mente che non ho ancora parlato a Kate e a Noah del progetto della scuola.

Non importa, lo farò più tardi...

Socchiudo gli occhi, incrociando le braccia dietro la testa e rilassando il corpo.
Respiro profondamente, e prima che la stanchezza abbia la meglio su di me facendomi addormentare, mi alzo e prendo il necessario per fare una doccia.

Prima di cedere al sonno o a qualsiasi altra cosa che mi rilassi, ho bisogno di rinfrescarmi.
E di cenare.
E di studiare.

Sospiro al pensiero del carico di studio che mi attende una volta finito di lavarmi, e poi esco dalla stanza.

***

Alla fine ieri sera dopo essermi lavata non ho parlato ai miei fratelli dell'attività che ci hanno proposto a scuola.
Aspetto papà per parlarne loro, quando tornerà dal suo viaggio di lavoro.

Cosi ci sarà lui a salvarmi dai loro pareri lunghi un papiro...

Il difetto di Noah e Kate è che se hanno un'opinione riguardo a qualcosa, bisogna sempre dargli ragione.

Se poi hanno due pareri diversi, succede il finimondo.

Comunque sia, da sola non riesco a gestirli, e la presenza di un genitore riuscirà a tenerli calmi.

Si spera...

Mentre mi sistemo i capelli, scendo in cucina con ancora il pigiama addosso, e incrocio Noah che legge il giornale sul divano.

«Ti va di farmi compagnia mentre faccio colazione?» gli chiedo dopo averlo salutato.
«Certamente»

Ci sediamo entrambi al tavolo, e mentre Noah non stacca gli occhi dal giornale, io inizio a imburrarmi il pane.

«C'é qualche notizia interessante?» gli chiedo iniziando a mangiare.

Lui scuote la testa, e finalmente si degna di guardarmi in faccia.

«No, nulla. Ci sono ancora alcune notizie sul ritiro di Allmight però. E certe sul nuovo sistema di sicurezza della Yuuei. Ti interessa?»

Alzo le spalle con indifferenza, e gli rubo il giornale dalle mani.
Faccio scorrere lo sguardo su tutte le pagine del quotidiano, e sussulto vedendo un piccolo annuncio in fondo alla pagina.

«Hanno deciso quando comunicheranno la nuova classifica!»

Non faccio tempo ad alzare lo sguardo verso mio fratello che lui quasi ribalta il tavolo.

«Scherzi?!»

«Beh, si c'è scritto qui» gli rispondo innocentemente.

Noah si riprende il giornale, e inizia a mangiarsi le righe del testo con gli occhi.

«Agli sgoccioli di novembre. Dio mio, manca cosi poco!»
«In verità sono quasi due mesi, non è proprio così poco-»
«Non vedo l'ora di sapere chi avrà i primi tre posti!»

Alzo gli occhi al cielo, e mi concentro sulla mia fetta di pane.

«Chissà chi sarà in classifica quest'anno! Magari le Pussy Cats? Ma dopo la disgrazia che è capitata loro non penso. E Gang Orca? Non mi piace molto lui. E-»

«Noah, non ci vuole un genio per capire chi ci sarà. Scala le classifiche dell'anno scorso e basta.» sbotto annoiata. «E  comunque non è che ne dipende la vita da queste classifiche» concludo alzando gli occhi al cielo.

Mio fratello mi guarda male.

«Si, ma è anche vero che ti danno un valore»

Quale valore? Quello dell'oro con cui ti ricoprono?

Rabbrividisco disgustata a questo pensiero.

Infine alzo le spalle per fargli capire quanto poco mi importi la cosa e finisco di fare colazione.

Trascorriamo i momenti seguenti in silenzio, senza cercare di ritornare sull'argomento.

«Sbrigati a finire di sistemarti. Ti porto a scuola io oggi»

Faccio un cenno di assenso e la conversazione per questa mattina si conclude qui.

***

Arrivo in classe che tutti stanno già parlottando fra loro.
Mentre raggiungo il mio banco, riesco a percepire le parole ‘tirocinio’ e ‘università’.

Beh, non c'è da stupirsi.

Mi siedo alla mia postazione, e tiro fuori dalla cartella il cellulare per controllare gli ultimi messaggi.

L'unico che mi compare fra le notifiche è quello di Kate che mi dice che stasera non ci sarà.

Perfetto, almeno starò da sola...

«Ciao [Name]»

Distolgo lo sguardo dallo schermo e fisso Kana accigliata.

«Ti sei finalmente accorta che non sono uno zerbino?»

Il sorriso della mia compagna di classe diventa molto tirato, e le sue nocche si fanno bianche.

«No, non questo. Però ti devo chiedere un favore»

Eh ti pareva che dietro quell'insolito buongiorno non ci fosse sotto qualcosa di strano.

«Come sai, io e Naomi lavoriamo per  giornale della scuola dal secondo anno...»

Esistono queste cose anche qui alla Yuuei? Sul serio?

«... E il prossimo articolo sarebbe su un eroe professionista...»

Ahi...

«... Ed a esso dobbiamo anche allegare un'intervista»

«E cosa c'entro io con questo scusa?» chiedo temendo la risposta.

Il sorriso di Kilari si allarga ancora di più.

«Ho bisogno che tu mi faccia  questa intervista»

Improvvisamente sento una montagna sulle spalle, e non ha niente a che fare con qualsiasi quirk.

«Cosa? No, non se ne parla! Tu hai deciso di fare questa cazzata, e tu la farai!»

Naomi, che probabilmente stava ascoltando tutta la conversazione, si volta dal banco davanti a me.

«Oh, ti prego [Name]! Dovresti fare questa cosa questo sabato, non ti stiamo chiedendo molto!»

Kana può essere acida e tanto idiota, si, ma contro Naomi non ho nulla.

Faccio saettare lo sguardo da l'una all'altra, esasperata.

«E perché non potreste farlo voi, scusate?»
«Noi passiamo l'intero weekend a scuola, lo sai, tu invece standotene a casa tua non avresti problemi a spostarti» risponde prontamente Naomi.

«Chiedete un permesso»
«Non ce lo daranno»
«Ne siete sicure?»
«Abbastanza»
«Provare no?»
«A che scopo se ci sei tu?»

Sbuffo sonoramente, tanto che alcuni miei compagni con i banchi vicino ai miei si voltano a guardarmi.

«Ok, va bene. Ma mi dovete un favore. Tu puoi benissimo partire con il smettere di chiedermi di Shoei e di infastidirmi» dico puntando il dito contro Kana.

«Perfetto!» esulta Naomi felice.

Kana si limita a ringraziarmi con un cenno della mano.
Io faccio lo stesso, rispondendole.

Faccio per chiedere chi sia l'eroe da incontrare ma il professore entra e pretende il silenzio, condannandomi a rinviare la domanda.

Le lezioni mattutine passano più lente di un bradipo assonnato, ed è inutile dire che all'ora di pranzo sono la prima a uscire dall'aula.

Shoei mi segue mentre sistema la sua cartella che minaccia di far cedere il tessuto per il peso dei libri contenuto.

Passiamo dalla mensa a ritirare qualcosa al volo da mangiare e poi ci rintaniamo sotto una quercia all'ombra in giardino, al riparo da sguardi indiscreti.

Shoei inizia a mangiare, mentre io invece invio un messaggio a Naomi per chiederle dell'intervista di questo sabato.
Avrei potuto farlo benissimo prima di andare in mensa, ma almeno all'ora di pranzo preferirei non vedere certe facce, simpatiche o meno.

Passano i minuti, e Naomi ancora non mi risponde.
Capisco che stia mangiando, ma il fastidio di non aver ricevuto ancora una risposta resta fermo lì.

«Pensi di rimanere qui nella prefettura di Shizuoka il prossimo anno?» domanda improvvisamente il mio amico mentre sistemo il telefono nella tasca della cartella, ormai stufa.

«Perchè questa domanda?» chiedo distrattamente, tirando la cerniera dello zaino.

«Perchè mi piacerebbe andarmene da qui, ma con l'aumento del tasso di criminalità in queste zone alla fine il lavoro migliore come forze dell'ordine lo trovi qui» risponde Shoei pensieroso.

Rifletto un attimo sulla sua risposta, e poi realizzo cosa ha appena detto.

«Vuol dire che hai deciso di iniziare a lavorare già dall'anno prossimo?!»

Più che porre la domanda la urlo, ma non mi importa se mi avranno sentito fino alla prefettura di Chiba, l'emozione è tale che neanche so più come parlare normalmente.

Shoei si passa una mano fra i capelli, mentre le sue guance iniziano a tingersi di rosso.

«Esattamente» risponde puntando lo sguardo verso il basso.

Faccio per congratularmi, quando mi ricordo un pezzo di conversazione del giorno precedente.

«Ma non avevi intenzione di fare lo stage per l'Università? Quindi vuol dire che non ci andrai?»

«Ho cambiato idea»

Lo guardo stranita.

«Così? In una notte?»

Il tono con cui pongo la domanda è ironico, ma dentro di me faccio davvero fatica a credere che nel giro di nemmeno ventiquattro ore abbia cambiato idea sul suo futuro.

«Stamattina ho visto l'annuncio della classifica. Ci ho riflettuto un attimo e ho capito che di questo passo è più facile ottenere un lavoro subito per salvare le persone che attendere di finire gli studi»

L'affermazione mi sembra un po' strana, ma ognuno ragiona come vuole.

«Convinto tu»

Riprendiamo il nostro pranzo in silenzio, fino a quando non è interrotto dallo squillo del mio cellulare.
Lo prendo in un attimo, e non appena leggo il nome di Naomi sul telefono accetto subito la chiamata alzandomi di scatto.

«Quindi?»

Sento Naomi sbuffare dall'altro capo del telefono.

«Innanzitutto ciao. Secondo, prenota subito un passaggio per il Kyushu»

Mi sento male.

«Ti rendi conto che devo andare dall'altra parte del Giappone, sì?» domando stizzita.

Ma quella mi ignora.

Ovviamente.

«Quindi hai capito l'eroe da intervistare, giusto?»

Oddio.

«Fra le centinaia di eroi che ci sono? Massì figurati, ho afferrato il concetto» ribatto schioccando la lingua.

«Quanto sei impossibile quando si parla di eroi, [Name]-»

Ed eccone un'altra.

«-la cultura l'hai lasciata a casa evidentemente. Comunque, in parole povere, dovrai intervistare Hawks. Le informazioni te le manderò via email. Ci vediamo in classe»

E riattacca la chiamata.

Hawks.

Devo intervistare Hawks.
E devo farlo sabato.
Questo weekend.
Nel Kyushu.

Hawks.

Il nuovo collega di mio fratello.
Quello a cui ieri sera ho espressamente rivolto disprezzo.

Hawks.

Da oggi in poi basta favori ai compagni.
Gemo all'idea di ciò che mi aspetterà, e poi torno da Shoei, che nel frattempo ha finito il suo pranzo.
Evidentemente, mi toccherà spendere per questo weekend.

Angolo autrice

È strano scrivere un angolo autrice sotto un capitolo vero, ed è ancora più strano farlo su una storia che nonostante in pausa e dopo due capitoli alla cacchio ha continuato a crescere.
Davvero grazie, grazie per tutti quelli che hanno letto questa storia e che continueranno a farlo.

Ma i ringraziamenti non sono l'unica cosa di cui ho intenzione parlare oggi.

Come sicuramente avrete notato, ho aggiornato il terzo capitolo dopo più di un anno di pausa.
E perché?
Perché non mi divertivo più a scrivere.

Non mi piaceva come avevo idealizzato la protagonista, non mi piaceva lo stile di scrittura e non mi piaceva neanche come poco avevo sviluppato i personaggi nonostante i soli primi capitoli.

Devo essere sincera, questa ff è stata una delle più improvvisate che abbia mai creato, partendo dal fatto che solo il primo capitolo sia stato scritto 5 volte con 5 trame diverse.
Fate un po' voi.

La voglia di scrivere mi è tornata dopo aver capito che questa storia poteva essere ancora salvata, aggiustando solo un po' il tutto.
E così sarà.

Ma questa ff sento che sia un po' "passeggera", nel senso che non sarà quella ff che vi regalerà colpi di  scena e sorprese, semmai è più una ff che vi strapperà qualche risata o qualche sclero sui personaggi.

È per questo che ho pensato di scrivere una nuova storia su Hawks.
Una storia più approfondita e più ricca di trama e di dettagli, che cercherò di sviluppare seguendo perfettamente il manga originale.

A voi piacerebbe?
Nel senso, leggere una nuova storia su Hawks?

Spero vivamente di sì, davvero, muoio dalla voglia di scriverla ma non vorrei che fosse ‘ignorata’?
Non so.

Parlando del capitolo, cosa pensate che succederà nel prossimo?
Sono davvero curiosa.
Non che sia difficile da capire, lol, questa storia è così cliché.

+ ho pubblicato una nuova storia su MHA, si chiama Colors e a breve pubblicherò il primo capitolo, vi sarei grata se la leggeste ><

Al prossimo capitolo 💖✨

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