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 Clare

Quella sera, Bill e io decidiamo di cenare in un ristorante tipico di Londra. L'atmosfera è accogliente, il locale illuminato da luci soffuse che creano un ambiente intimo e rilassante. Ci sediamo a un tavolo vicino alla finestra, da cui possiamo vedere le luci della città riflettersi sul Tamigi.

«Che ne dici di ordinare il fish and chips?»

Mi chiede Bill, sfogliando il menù con sorriso.

«Mi sembra un'ottima idea».

Rispondo, ricambiando il sorriso.

«E magari possiamo provare anche il pudding per dessert».

La conversazione scorre leggera, evitando di toccare argomenti pesanti come le gare o i problemi che ci siamo lasciati alle spalle. Parliamo delle meraviglie viste oggi al British Museum, dei luoghi che ci piacerebbe visitare nei prossimi giorni, dei ricordi di viaggi passati. Rido quando Bill racconta aneddoti divertenti della sua infanzia e mi perdo nei suoi occhi quando mi parla con passione dei suoi sogni per il futuro.

«Questo piccolo viaggio ci voleva proprio».

Penso, sentendomi per la prima volta in un po' di tempo veramente rilassata.

Quando torniamo in hotel, mi sento serena e soddisfatta. Ma durante la notte, tutto cambia. Mi sveglio con una sensazione di nausea insopportabile. Corro in bagno e inizio a vomitare.

Non so quante volte faccio avanti e indietro dal letto al bagno, ma ogni volta mi sento più debole. A un certo punto, mentre sono inginocchiata sul pavimento freddo del bagno, sento la mano di Bill che mi accarezza la fronte e mi tiene i capelli.

«Clare, tutto a posto?»

Mi chiede, la preoccupazione evidente nella sua voce.

Mi mordo il labbro inferiore, indecisa se condividere o meno il dubbio che mi tormenta. Penso al messaggio di Regina e alle sue parole sulla possibilità di essere incinta. È vero che io e Bill avevamo in programma di allargare la famiglia, ma tutte le volte che avevamo provato i test erano risultati negativi. Ora ho paura di sperare di nuovo.

«Bill, c'è qualcosa che devo dirti," inizio, la voce tremante. "Regina mi ha fatto venire un dubbio... e se avesse ragione? E se fossi incinta?»

Bill resta in silenzio per un momento, lo vedo riflettere, cercando di nascondere l'ansia dietro un'espressione calma. Poi mi guarda negli occhi, il suo sguardo pieno di determinazione e affetto.

«Clare, ora dormi».

Dice dolcemente.

«Domani andrò in farmacia e prenderò un test. Qualsiasi cosa succeda, la affronteremo insieme. Va bene?»

Annuisco, sentendo un peso sollevarsi dal mio petto.

«Va bene».

Sussurro, lasciandomi cullare dalla sua presenza rassicurante. Bill mi aiuta a tornare a letto, e mentre mi sdraio, mi stringe la mano, restando al mio fianco finché non mi addormento.  

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