IX.

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Il giorno dopo mi sveglio con un senso di nausea e un mal di testa talmente forte da far scendere le lacrime dai miei occhi.

Il Sole inizia a sorgere dalle montagne e sento una leggera brezza accarezzarmi la pelle.

Dopo un po' mi vado a preparare e mi fiondo sotto la doccia iniziando a cantare a squarciagola una canzone degli Imagine Dragons.

Proprio in questo momento, mi viene in mente il bacio di ieri sera con Ryan, è stato bello e allo stesso tempo brutto, dolce ma amaro, un miscuglio di sensazioni contrastanti che mi stavano lacerando il cervello.

Non so perché io abbia deciso di ricambiare il bacio, ero molto scombussolata ma ne avevo davvero bisogno, avevo bisogno di un altro cuore da abbracciare, avevo bisogno di sentirmi ascoltata per qualche secondo.

Non ero pronta a vederlo a scuola, ci saremmo salutati? Mi avrebbe detto qualcosa?

Certo che no, ma di che stiamo parlando, lui è fidanzato.

Ma allora perché quel bacio, cosa voleva significare?

Mi stavo facendo torturare dai miei stessi pensieri.

Uscita dalla doccia, mi asciugo i capelli e mi vesto svogliatamente con pantaloni della tuta e maglia oversize. Non ho proprio voglia di truccarmi, anche se effettivamente, sembro un panda.

Una volta pronta, vado in camera di mio fratello e lo sento parlare con una ragazza per telefono.

«Va bene Lauryn, ci vediamo a scuola.»

Sono amici adesso? Perché non me ne ha parlato?

Decido di entrare in camera sua, ma inciampo su un paio di Adidas che ha lasciato sparse a terra, questa stanza è un casino.

Cado a terra e sbatto il sedere, cavolo, già che è poco, poi se cado si appiattisce ancora di più!

Impreco mentalmente e sento Ethan ridere.

«Mi stavi spiando?»

«Noo, sono solo passata a dirti che sono pronta e in più, dovremmo sbrigarci, ho fame.» mento spudoratamente.

«Va bene.» prende lo zaino blu e usciamo dalla sua camera, o meglio, giungla.

Io amo l'ordine, e devo dire che nella mia stanza le cose sono sempre al loro posto, e se qualcuno dovesse mai toccarle, può considerarsi morto.

Mentre attraversiamo il corridoio di casa nostra, sentiamo Steve russare e tossire allo stesso tempo.

Io, sconcertata, alzo gli occhi al cielo. Prima di aprire il portone di casa io e Ethan salutiamo Neve e dopo andiamo a scuola..

Mio fratello va abbastanza veloce con la moto, io non gli dico nulla perché so che se andasse più lento, molto probabilmente cadrebbe.

Sono le sette e quaranta quindi abbiamo ancora venti minuti per fare una sosta e mangiare visto che ancora non ho toccato cibo.

Decidiamo di ordinare d'asporto al bar "Velvet Coffee".

E' un piccolo locale situato al centro di New Haven, uno di quei posti pieno di gente che lavora o chi, come noi, vuole fare colazione prima di andare a scuola.

Decido di prendere un cappuccino al caramello invece mio fratello prende una semplice cioccolata calda.

A un certo punto vedo Ryan, seduto in un tavolo con il suo gruppo di amici.

Io alla sua vista perdo un battito, lui invece, oltre che guardarmi, non batte ciglio.

Decido allora di uscire dal bar, non potevo stare lì dentro per tanto tempo, non respiravo.

L'aria è più fredda di ieri, il Sole è coperto dalle nuvole grigie e le strade sono piene di gente che sta andando a lavoro, o accompagnando a scuola i bambini.

Dopo aver finito le nostre bevande, ci avviamo a scuola.

No, non sono pronta a vedere Ryan, a mantenere un contatto visivo con lui per sei ore di scuola, non sono pronta all'inferno.

E' l'ora di matematica e la prof sta spiegando le equazioni di secondo grado, ma quasi nessuno la sta ascoltando tranne Lauryn ed io.

La matematica mi piace abbastanza come materia, amo le cose nelle quali devi ragionare per trovare il risultato.

Vengo distratta da un bigliettino e senza neanche aprirlo so già a chi appartiene. Il mio sguardo si sposta su quello di Ryan, il suo era già puntato su di me.

Ho il cuore in gola, dov'è Ethan quando serve?

«Senti, dobbiamo parlare di ieri sera.»

Io non so cosa dire e per fortuna, la campanella ci interrompe; oh grazie al cielo, una gioia ogni tanto.

«Ne parliamo dopo.»

Letteralmente, corro via dalla classe come un razzo. Non so neanche perché, è stato solo un bacio e mi è anche piaciuto, ma non riesco a vederlo come qualcosa di più visto che non sono mai stata fidanzata e il genere maschile mi spaventa.

Non mi guardo indietro e neanche avanti, infatti vado a sbattere contro un muretto. Fantastico.

Sento Ryan ridere.«Sei proprio una stupida!»

Per fortuna quasi tutti sono in classe tranne qualche studente che, grazie al cielo, si fa gli affari suoi.

Ryan mi raggiunge: «Ti ricordo che abbiamo lezione insieme adesso.»

E' vero, abbiamo quasi tutti i corsi uguali.

Mi pone la mano affinché io possa alzare il mio sedere da terra, ma decido di fare di testa mia.

«Non ho bisogno del tuo aiuto.»

«Ok ,lattina di cocacola incazzata e scorbutica.»

Dopo questa decido di ignorarlo, non voglio scendere ai suoi livelli, devo essere superiore.

Arriviamo davanti la classe e entriamo, la prof non si era nemmeno accorta della nostra assenza per fortuna.

Prendiamo posto in fondo all'aula e per tutta l'ora cerco di ignorarlo, cosa impossibile visto che sbatte in continuazione la matita sul banco.

«Insomma, la vuoi finire?» squittisco io spazientita.

Lui ride, ma fortunatamente smette e si mette a scrivere su un foglio di carta, questo ragazzo è bipolare.

Sento un dito premere contro la mia spalla, è lui.

Mi passa un foglietto di carta accartocciato.

Lo apro e lo leggo:

Ci vediamo tra un'ora nell'aula di chimica. Dobbiamo parlare.

Ma non poteva dirmelo a voce? Rischiava di ferire il suo orgoglio?

Mi giro verso di lui per ribattere, ma lo trovo con lo sguardo immerso nel panorama che si vede dalle finestre dell'aula.

Suona la campanella e io mi accorgo di non aver seguito per niente la lezione.

Ora ho astronomia e dopo devo incontrarmi con Ryan, ho l'ansia.

Suona la campanella della seconda ora e per fortuna questa volta sono perfettamente in orario.

Entra la professoressa in classe, giuro che durante questa lezione starò attenta, poi astrologia è la mia materia preferita!

Mi guardo un po' intorno, ma non vedo nessuna faccia familiare, eccetto la chioma bionda davanti a me, penso un attimo.... Ma è Tyler!

«Ehi» bisbiglio cercando di farmi sentire solo da lui e non dalla prof.

Si gira verso di me e fa un grande sorriso.

«Chi si rivede!»

«Già ,ho paura perché devo vedermi con Ryan alla prossima ora.»

«Tranquilla, è il tuo ragazzo, è normale vi vediate.»

Io sbianco, non ha capito nulla.

«Ma sei scemo? Non stiamo insieme.»

«Da come ti guarda sembra di s.»

«Perché scusa, come mi guarda?»

«Beh, come se volesse eliminare tutte le persone intorno a voi lasciandovi soli, come se volesse tenerti stretta a lui, come se tu fossi un piccolo coniglio indifeso.»

Rimango sconcertata da quelle parole, seriamente lui mi guarda così? Ma mi conosce appena!

«Sicuramente ti sbagli.»

«Sarà...»

Non ci rivolgiamo più parola e io mando beatamente a farsi fottere tutti i propositi che mi ero imposta, come quello di stare attenta durante la lezione.

Per tutto il tempo penso alle parole di Tyler..."Ti guarda come se tu fossi un piccolo coniglio indifeso."

Queste parole risuonano nella mia mente.

Finisce la lezione e io mi dirigo verso l'aula di chimica.

Le parole di Tyler continuano a risuonare nella mia testa, cammino velocemente, non so più cosa pensare.

Vado davanti l'aula di chimica, apro la porta e mi ritrovo Ryan di spalle, che guarda fuori dalla finestra, ma appena sente la mia presenza si gira.

È letteralmente baciato dal sole, ha lo sguardo puntato verso di me.

Si passa una mano nei capelli.

«Eva...»

«NON SONO UN FOTTUTO CONIGLIO» grido io sotto stato di trance, ma che cazzo ho detto?

Io mi porto una mano sulla bocca e lui mi guarda confuso.

«Che?»

Scendo dalle nuvole e provo a inventarmi qualcosa, che figura di merda.

«Ehm, no niente... a scuola mi hanno detto che sembro un coniglio...»

Sento lui irrigidirsi, ok forse non dovevo dirlo.

«Chi ha detto cosa??» stringe i pugni.

«Un ragazzo.» sbuffo

Il suo sguardo assume un espressione arrabbiata, come se volesse spaccare qualcosa, o qualcuno.

Ma perché non sto mai zitta?

«Oh rilassati, è stato mio fratello.» abbozzo una risata e lui sembra calmarsi.

Silenzio, silenzio assoluto.

Si schiarisce la gola.

«Si ecco, volevo parlarti di quello che è successo ieri sera.»

Credo di essere diventata rossa come un pomodoro, o un peperone, o qualsiasi altra cosa rossa.

«Tu mi fai uno strano effetto Eva, ci conosciamo da poco e giá ho istinti protettivi verso di te, stanotte non ho dormito a causa tua, mi venivi sempre in mente...» poi continua.

«Ho capito che non posso continuare così, io non sono fatto per queste cose, dovremmo allontanarci.» abbassa lo sguardo.

Mi sta prendendo in giro? Ce prima lui mi difende, mi fa sfogare, mi bacia e poi questo?

Non riesco nemmeno a guardarlo in faccia.

Scappo via, me ne vado da quella stanza, da lui.

Appena esco dall'aula vedo Curtney che guarda sia me che Ryan in modo curioso, no anche lei no.

Me ne vado.

Sento le lacrime rigarmi il viso, il mio sorriso si spegne, il mio cuore si spezza.

Non mi ero mai sentita così umiliata. Ecco perché non mi fido dei ragazzi, lui questa volta aveva causato in me qualcosa di diverso, ma sono una stupida.

Dovevo aspettarmelo.

Vado a cercare Ethan, ho bisogno di lui.

Dove sei? Ho bisogno di te.

In mensa, che è successo?

Preferisco non rispondere a questa domanda e vado subito in mensa.

Appena entro lo trovo al tavolo con Lauryn e poco dopo, vedo Tyler aggiungersi al tavolo.

Perché mio fratello è seduto con loro?

Appena mi vede mi fa cenno con la mano e io vado a sedermi al tavolo.

«Perché stai piangendo? Ti giuro che se c'entra Ryan lo uccido.» quasi urla.

Io distolgo lo sguardo,non voglio crollare, non posso.

«Che è successo Eva?» ora è Lauryn che parla.

Mi sto per sedere al tavolo con loro, ma sento il rumore dei stacchi, questa ragazza è ovunque.

Due braccia mi spingono con cattiveria e io cado a terra, davanti a tutti.

Quella stronza.

Sento i gomiti e le ginocchia bruciare, come se avessi toccato il fuoco.

«Ok, adesso hai rotto le palle!» grida Ethan.

«Si può sapere perché ti comporti così con lei??» grida Tyler.

«Lei vuole rubarmi il ragazzo, Ryan è mio!» grida Courtney.

«Tranquilla, siete fatti per stare insieme voi due, grandissimi stronzi.» dico amareggiata e stanca di tutto questo.

Davanti la porta della mensa spunta Ryan, che guarda la scena preoccupato e disgustato dal comportamento di Curtney.

Appena lo vedo, corro via dalla stanza, vado a rifugiarmi nei corridoi, non posso vederlo.

«Smettila Curtney, tu non sarai mai la mia ragazza.» grida lui, subito dopo viene da me.

«Che ti ha fatto quella stronza?»

«Mi ha spinta, ma a te che importa, tu sei come lei.»

«Quindi mi reputi uno stronzo?»

«Certo Ryan, cosa dovrei pensare di te? Poi non avevi detto che non potevi più parlarmi o vedermi? Che ci fai qui?»

«Non posso lasciarti sola, non riesco a stare senza di te, per un qualche motivo io non riesco a non pensarti, ogni singola cosa mi ricorda te, è come se fossimo due calamite.»

Ok, è ufficialmente bipolare.

Provo a ribattere, ma non mi da il tempo, mi ritrovo le sue labbra sulle mie.

Questo bacio è pieno di amore, tenerezza e passione.

Le sue mani sono sui miei fianchi, le mie tengono la sua testa.

Con questo bacio ci stiamo trasmettendo tanto, tutte le nostre emozioni, tutto è in questo bacio. Ci stacchiamo per riprendere fiato e solo dopo mi rendo conto di ciò che ho fatto.


Ciao amici!
Vediamo un Ryan abbastanza bipolae, chissà perché!

Spero che vi sia piaciuto.
Baci <3.

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