FABER IPSIUS FORTUNAE

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Florizel Waldegrave

« He that thou knowest thine, Hamlet »

NOME

Florizel, nome del principe di Boemia nel Racconto D'Inverno, dramma teatrale di William Shakespeare, che è disposto a perdere tutto ciò che ha per sposare la sua amata Perdita. Sua madre era un'amante del teatro e più precisamente del drammaturgo in questione, e quello è il motivo di un nome così inusuale. Nonostante il padre non fosse particolarmente entusiasta dell'idea, la donna non volle sentir ragioni. Anche oggi, il ragazzo serba gelosamente il ricordo dell'amata- e da tempo defunta- madre attraverso il suo nome, reagendo male ad ogni tipo di soprannome. Il significato di Florizel è tenerezza, grazia, bellezza e amore, che contrasta con quello della sorella minore e rappresenta ciò che, almeno nell'aspetto esteriore, lui è.

COGNOME

Gli Waldegrave erano una nobile famiglia inglese, conosciuta per i Baroni Radstock. Suo padre era infatti uno dei nove figli di Lord Granville Waldegrave III, colonnello nella guerra di Crimea e poi missionario. Sua madre era una nobildonna inglese di nome Margaret. Florizel avrebbe voluto ereditare il suo cognome, perché non ha mai amato suo padre, né suo padre ha mai amato lui. Sua madre, invece, la ricorda come una donna meravigliosa, che l'ha iniziato al mondo del teatro, l'ha amato, coccolato e viziato, proteggendolo spesso dall'angheria del padre, che avrebbe voluto per lui una strada, una personalità, una faccia, una vita diversa. Sua madre lo chiamava " Principino " per l'origine del suo nome e per il suo aspetto fisico, l'unico soprannome che abbia mai accettato.

ETA'

Florizel ha in teoria diciotto anni, anche se sulla carta le cose sono leggermente diverse. Infatti è nato nel febbraio del 1934. Certo non è così vecchio rispetto ad altri dei suoi compagni, ma ottantasei anni sono comunque un'età di tutto rispetto, no? Peccato che gli anziani siano presumibilmente saggi, e lui non lo è affatto. In ogni caso, è molto contento di non dimostrare la sua vera età: ha il terrore dell'invecchiamento e di vedere la sua bellezza sfiorire. Inoltre, non è che li abbia davvero vissuti, tutti questi anni: l'accademia non è in un preciso punto della linea temporale e da quando lui e sua sorella sono stati prelevati dal nido familiare in favore dell'accademia, dunque all'età di quattordici anni, è cresciuto come un ragazzo normale, anno dopo anno.

NAZIONALITA'

Florizel è, anche abbastanza fieramente, britannico. La sua famiglia abitava in una grande casa nella campagna inglese, a ovest della capitale del Regno Unito, nel North East Somerset. Quale bambino non vorrebbe crescere in campagna, in compagnia di immense distese verdi e aria buona? Di certo non Florizel, che non ha mai amato gli spazi aperti e che ha sempre chiesto alla madre di vedere Londra ( non è mai successo ). Tuttavia, la sua nazionalità è lampante appena apre bocca: ha un accento molto marcato e ne va anche piuttosto fiero, lo trova davvero elegante.

ASPETTO FISICO

Con i capelli chiarissimi e ondulati, gli occhi azzurro ghiaccio e la pelle nivea, viene spontaneo pensare che il soprannome che gli diede la madre, " Principino " sia il modo migliore per descrivere il giovane. Più che il principe azzurro, però, Florizel ricorda una bambola di porcellana: bello, sì, ma forse proprio quei lineamenti delicati che sembrano dipinti da un abile pennello lo fanno sembrare quasi innaturale. E' molto alto, attorno al metro e novanta, ma non ha il peso né la massa muscolare adatti ad un'altezza così imponente, con il risultato di apparire comunque minuto.

Ha certo una camminata elegante, muovendosi quasi come un gatto, ma questa sua caratteristica si elimina nell'esatto momento in cui il ragazzo provi a fare altra attività fisica. Una frana totale, e non si esagera, in tutti gli sport. Da quando ha capito che ne va della sua incolumità, si astiene accuratamente da quel tipo di passatempo.

Se il nostro sia consapevole della sua bellezza? Certamente. Una delle poche qualità per cui ritiene di valer qualcosa e su cui punta molto per fare una buona impressione, ritenendo di non brillare in nient'altro ( fatta eccezione, ovviamente, per il teatro ). E' sempre stato abituato a curarsi, pettinarsi e vestirsi bene. Ultimamente, però, non se la sta passando benissimo, e avendo la testa sempre altrove, si è lasciato un po' andare: i suoi capelli sono spettinati, poco curati, che gli cadono spesso sugli occhi in una sorta di frangia molto disordinata. E' diventato più pallido, se possibile, e le sue occhiaie sembrano diventare più pesanti e violacee ogni giorno che passa. Ha il viso smunto, scavato, memoria di tutti i pasti a cui ha dimenticato di partecipare. Anche i vestiti sono stropicciati e indossati con noncuranza, come se ogni azione fosse per lui un peso. L'impressione che si avrebbe se lo si guardasse adesso sarebbe come quella che si ha guardando un bell'affresco consumato e screpolato dal tempo: un po' di malinconia, un po' di rimorso e d'invidia per chi ha potuto osservare una cosa così bella nei suoi giorni migliori. Le uniche cose che rimangono le stesse sono i guanti scuri che indossa sempre, a prescindere dalla stagione, il medaglione dorato e un bastone da passeggio molto pretenzioso, d'ebano, con il pomello d'argento. Il nostro, infatti, è zoppo dalla gamba destra. Nessuno conosce il motivo.

prestavolto - dane dehaan, kill your darlings (2013)

CASATA

Si trova nella casata dello scoprire, ovvero ciò che si occupa del contatto con l'occulto, la ricerca di creature magiche o avvenimenti di cui non si è mai riscontrata traccia. Ne è rimasto subito terribilmente affascinato, l'idea di poter scoprire continuamente cose nuove nel passato, di trovare risposte, lo stimola. Anche se ovviamente, il principale motivo per cui ha scelto questa casata è proprio la conoscenza dell'occulto. Cerca infatti un modo di contattare la madre defunta. Ogni Shamain, quando il velo che separa il mondo umano e quello degli spiriti si assottiglia, prova a trovarla, ma senza successo. Un giorno, ne è convinto, riuscirà a parlarle.

CORSI

L'attività che il ragazzo predilige è ovviamente il teatro: cos'altro ci si potrebbe aspettare da qualcuno il cui semplice nome è una consacrazione al palcoscenico? Il teatro è, senza esagerare, l'unica sua ragione di vita, una delle poche qualità che si concede di riconoscere. Non ha mai fatto altro nella sua vita, ed essendo stato educato sin da piccolo a leggere per recitare, è molto talentuoso, forse il miglior attore dell'accademia.

Certo, per la sua natura ed educazione, è praticamente impeccabile, ma è anche un attore estremamente appassionato e struggente. L'unico momento in cui si permette di provare emozioni è quando si trova sul palcoscenico: non riporta certo i suoi sentimenti, troppo rozzi e grossolani per l'eleganza del teatro, ma quelli che s'immagina gli altri provino quotidianamente. Quando recita smette semplicemente d'essere se stesso, elevandosi sopra quel sé che odia tanto, si rinnega in favore degli altri. Certo, si potrebbe etichettare la sua esistenza come una recita continua, ma c'è una differenza sostanziale nell'atto giornaliero e quello sul palco: la maschera che indossa comunemente è usata per schermarsi dai dolori, dalle sofferenze e dalle persone, mentre attraverso il teatro è in grado di rendersi vulnerabile di nuovo. La sua è quasi una brama, una vera e propria ossessione: per questo si piega agli, a volte osceni, adattamenti delle opere che vengono presentate nel club di teatro, in quanto ritiene che almeno un briciolo di libertà in cambio della sua dignità artistica sia meglio di niente. Il suo vanto maggiore è quello di avere un'interpretazione tanto piena d'emozione e intensa dall'aver mosso alle lacrime più persone più volte. Dice di essere ( molto modestamente come suo solito ) il miglior attore che abbia mai varcato la soglia dell'accademia. Di certo c'è qualcuno che la pensa diversamente, o forse si diverte a provocarlo e basta.

PERSONALITA'

Florizel può risultare una persona insopportabile, ed egli stesso è abbastanza sicuro di esserlo. Arrogante, spocchioso, pieno di sé, iper drammatico: insomma, la personificazione di tutti gli stereotipi esistenti sugli attori. O almeno, così pare. Perché nessuno ha un solo lato della propria persona, e se è vero che Florizel è stato viziato e cresciuto nella bambagia da sua madre, è anche vero che l'assenza del padre nella sua vita lo ha reso colmo di squilibri affettivi. Esagera così piccole emozioni che prova, come la delusione per un avvenimento che non è andato come sperava, per evitare che qualcuno, chiunque, riesca a scoprire i suoi mostri. Non sa come relazionarsi alle persone, teme l'idea di legarsi a qualcuno più di ogni cosa, in quanto si sente come se tutto ciò che tocca vada in rovina. Un grande fattore lo gioca la morte prematura della madre, avvenuta solo qualche mese dopo che i due fratelli hanno lasciato la casa in favore dell'accademia: è convinto di averla causata lui stesso, allontanandosi da lei e lasciandola alla mercé del mondo esterno.

Certo, nemmeno lui aveva molte conoscenze sul mondo esterno, e a quattordici anni di certo non avrebbe potuto prevedere la malattia fulminante che l'avrebbe colpita, né tantomeno curarla, ma di questo non si cura. Forse, inconsciamente, usa questa esperienza come scusa per estraniarsi da tutto e tutti. La verità è che è terrorizzato dall'affetto e dal contatto umano, ha paura di essere ferito e di non sapere come rimettersi a posto. Vuole disperatamente mantenere il suo cuore intatto, senza rendersi conto che già giace a pezzi e calpestato da tutte le sue emozioni che si sforza di contenere e da tutte le occasioni che si preclude.

Si potrebbe considerarlo come un enorme castello di carte: imponente, certo, ma anche estremamente fragile. Probabilmente scoppierebbe a piangere nell'esatto momento in cui qualcuno si preoccupasse per lui, ma fa in modo che non accada. Si rinchiude in un ego smisurato, totalmente inventato, perché tutti lo trovino sgradevole. E' talmente bravo in questa sua farsa perché lui stesso si trova sgradevole, una specie di bambolina di porcellana tutta vuota da tenere bene in vista di qualche spettacolo, ma niente di più: nutre un profondo disgusto per se stesso, perché si trova sciocco, con la testa piena d'aria, senza cuore e senza attrattive. Forse vorrebbe avere qualcuno accanto a sé, ma come potrebbe qualcuno volerlo quando è in sé un essere inutile?

E questa sua visione spesso si traduce anche nei suoi comportamenti e sfocia in episodi preoccupanti: periodi in cui, divorato dalla sua solitudine auto imposta, passa intere nottate a piangere e singhiozzare finché non si addormenta, trascura per settimane il suo aspetto fisico, cosa che normalmente preserverebbe come un tempio, salta pasti e passa intere notti insonni con un indescrivibile e inspiegabile dolore al petto, chiedendosi perché non possa semplicemente abituarsi allo stare da solo. Forse perché nato con un insito bisogno di essere apprezzato e amato, con una buona dose d'amore forse potrebbe ritornare quel ragazzino allegrotto, un po' vanesio, amante delle persone e delle battutine sarcastiche.

Ora, però, gli unici rapporti che ha sono quelli di rivalità, rabbia, fatti di scambi velenosi e desiderio di passare oltre a quello, di poter riuscire a dire qualcosa di bello, un complimento, di conoscere le persone con cui intrattiene queste faide. Si aggrappa alle antipatie perché sono le uniche relazioni umane che gli rimangono, con una sorella appena considerabile tale, un padre assente e l'unica persona che si fosse presa cura di lui defunta con cui, nonostante ci provi disperatamente, non riesce a stabilire un contatto. Se solo avesse qualcuno...

STORIA

Non c'è molto da dire sul passato del nostro. E' nato il venti febbraio del 1934 in una famiglia di origine nobile, come primogenito. Tra i due genitori, certo la madre è stata colei che l'ha amato di più. Il padre, infatti, vedendo che il figlio non era all'altezza delle sue aspettative ( Florizel non ha mai capito quali fossero, queste aspettative ) lo abbandonò completamente, lasciandolo alle cure della madre e della servitù della casa. Florizel si porta ancora dietro il peso di quell'inadeguatezza che ha internalizzato così bene, così come si ricorda ancora le domande che lo attanagliavano quando cercava di avvicinarsi a suo padre, per passare un po' di tempo con lui, e l'uomo gli chiudeva la porta in faccia. Per quanto riguarda la madre, la donna cercava di regalargli un minimo di continuità emotiva, ma nemmeno lei era perfetta: a volte si dimenticava di lui, lasciandolo tra le braccia di balie e domestiche che però non avrebbero mai potuto eguagliarla. Due anni dopo la sua nascita, arriva nella sua vita la sorellina Perdita, anche lei nominata dal dramma di Shakespeare, ma non la vide che per qualche ora, dopodiché il padre portò via la bambina. Crebbero dunque separati e Florizel non la rivide fino a quando non partirono per l'accademia. Nonostante gli squilibri familiari, tra cui i litigi tra i genitori per la custodia dei due figli, Florizel ebbe un'infanzia più o meno serena nella grande villa familiare, tra le lezioni di teatro con la madre e i pomeriggi passati a dar da mangiare ai gattini randagi che bazzicavano ai confini della casa. Ricevette un'istruzione privata, ma la cosa non gli pesò mai troppo, se non per la mancanza di relazione con i suoi coetanei. Ha, però, sempre voluto rivedere la sorellina, che guardava giocare dalla finestra. Il suo desiderio si avverò all'età di quattordici anni, ma per riottenere la sorella dovette abbandonare la famiglia: infatti il direttore dell'accademia li prelevò senza molte spiegazioni dalla casa. Florizel era entusiasta nel sapere che la scuola in cui sarebbero andati si trovasse in Danimarca, patria dell'opera shakespeariana che amava di più, tuttavia non riusciva a capire perché dovesse andarci e perché dovesse per forza lasciare l'amata madre per andarci. Vedendo però che la donna era abbastanza calma, si tranquillizzò a sua volta. Un'altra delusione amara lo colpì: Perdita, la sua sorellina, colei che aveva tanto sognato di incontrare, sarebbe sì venuta con lui, ma non voleva avere niente a che fare con il fratello. La ragazzina non gli rivolse nemmeno una parola, e l'unica frase che disse fu una domanda al direttore, volta a chiedergli se all'accademia ci fosse un giardino.

Qualche mese dopo il loro arrivo all'accademia, però, il direttore chiamò i due fratelli per comunicare loro una notizia che Florizel non avrebbe mai voluto sentire. La madre, la sua amatissima madre, colei che gli aveva insegnato a leggere e a scrivere e gli aveva trasmesso il suo bene più prezioso, il teatro, era stata colpita da una grave malattia. Nonostante i tentativi di uno dei dottori migliori in circolazione e le cure più costose che si potessero trovare, la donna non ce l'aveva fatta. Il mondo crollò addosso al ragazzo; abbandonato dall'unica persona che lo avesse mai amato, non superò il lutto facilmente. Era come se qualcosa si fosse spezzato in lui, tutti poterono notarlo. Smise persino di cercare di ricucire i rapporti con la sorella, ma si aggrappò ancora più forte, quasi ossessivo, al teatro. Nessuno osò dire qualcosa. In un modo così drammatico, Florizel segnò il passaggio all'età adulta.

CURIOSITA'

( I ) - Florizel indossa sempre un medaglione dorato con delle iniziali incise sopra. Nessuno è mai riuscito ad avvicinarsi abbastanza per leggerle, ma non se lo toglie mai. Probabilmente impazzirebbe se lo perdesse.

( II ) - Nutre un grande amore per i gatti, sono forse l'unica specie di animali che sopporta, e da cui è sopportato.

( III ) - Non si sa molto sulle sue paure, ma a molti pare che il ragazzo abbia il terrore dell'invecchiamento. Il motivo è ignoto.

( IV ) - E' omosessuale. Nessuno sa come ne sia così certo, dato che non sembra che non ha mai raccontato di contatti con altri suoi coetanei. Comunque, non sembra che se ne faccia un dramma.

( V ) - La sua tragedia shakespeariana preferita è Amleto. Terribilmente banale, un po' cupo, e pieno di gente morta, ma tant'è.

PLAYLIST

1; VANCOUVER SLEEP CLINIC - SOMEONE TO STAY

( hear the fallen and lonely cry out,  will you fix me up, will you show me hope? )

2; OF MONSTERS AND MEN - LITTLE TALKS

( you're gone, gone, gone away, i watched you disappear. all that's left is a ghost of you )

3; MUMFORD AND SONS - LITTLE LION MAN

( your grace is wasted in your face, your boldness stands alone among the wreck )

4; FALL OUT BOY - THE LAST OF THE REAL ONES

( you were too good to be true, gold plated. but what's inside you, oh, what's inside you? )

5; FROM STEVEN UNIVERSE- LOVE LIKE YOU

( i wish that i knew what makes you think i'm so special )

MENZIONE ONORARIA, per persecuzione e sviluppi futuri

INNO NAZIONALE DI FRANCIA - LA MARSIGLIESE

« I am more an antique roman than a Dane »

CE L'HO FATTA, ESTEEMED BASTARDS. QUI C'È IL VOSTRO FLORIZEL. Dategli amore e perdonatemi se c'è qualche refuso ma sono re-fuso.

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