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– 𝙋𝙄𝙀𝙏𝙍𝙊 𝙁𝙀𝙍𝙐𝙂𝙇𝙄𝙊

« 𝐆𝐞𝐭 𝐚 𝐥𝐨𝐚𝐝 𝐨𝐟 𝐭𝐡𝐢𝐬 𝐦𝐨𝐧𝐬𝐭𝐞𝐫: 𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐞𝐬𝐧'𝐭 𝐤𝐧𝐨𝐰 𝐡𝐨𝐰 𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐭𝐞
𝐇𝐢𝐬 𝐦𝐢𝐧𝐝 𝐢𝐬 𝐢𝐧 𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭 𝐩𝐥𝐚𝐜𝐞
𝐖𝐢𝐥𝐥 𝐞𝐯𝐞𝐫𝐲𝐛𝐨𝐝𝐲 𝐩𝐥𝐞𝐚𝐬𝐞 𝐠𝐢𝐯𝐞 𝐡𝐢𝐦 𝐚 𝐥𝐢𝐭𝐭𝐥𝐞 𝐛𝐢𝐭 𝐨𝐟 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞? »

𝐍𝐎𝐌𝐄 𝐄 𝐂𝐎𝐆𝐍𝐎𝐌𝐄

Pietro Feruglio. Pietro è da sempre un nome molto usato in tutte le parti d'Italia, in particolare in Friuli Venezia Giulia era diffuso negli ultimi anni del 1800 e nei primi del 1900, periodo in cui Pietro è nato. Il nome deriva dal greco Petros ( Πετρος ), passato poi in latino come Petrus, che significa letteralmente roccia, pietra. E', soprattutto, un importante nome biblico, in quanto è la traduzione di Cefa, l'appellativo che Gesù all'apostolo Simone, che divenne poi il primo papa e un santo venerato dai cristiani. Il motivo della scelta di questo nome è molto semplice: i genitori erano fortemente cattolici ed essendo quello il loro primo figlio, volevano dargli un nome biblico che ispirasse solidità, la pietra miliare destinata a succedere al padre nel ruolo di capofamiglia.Avevano preso in considerazione Giuseppe, tuttavia lo scartarono quasi subito, perché con la rivoluzione industriale e il trasferimento al nord Italia di molte famiglie provenienti dal Sud, avevano notato quanto esso fosse diffuso tra i meridionali. Non volendo assolutamente essere associati a coloro che i Feruglio guardavano con disprezzo, decisero di optare per un nome meno " terrone ". 

Il cognome Feruglio, invece, è tipicamente friulano, molto diffuso nella provincia di Udine. Il significato non è molto chiaro, ma è probabile che derivi da soprannomi dialettali friulani legati alla lavorazione del ferro e in generale al mestiere di fabbro. 

Insomma: un nome e cognome decisamente comune a Tavagnacco, dove ha trascorso la sua infanzia, un nome da cristiano, da bravo ragazzo, che non passava inosservato ma che, se qualcuno avesse provato ad immaginare il proprietario, avrebbe restituito l'immagine di un allegro e laborioso giovanotto di buona famiglia; proprio quello che i suoi genitori desideravano per lui e quello che il povero Pietro si sforzò di diventare a tutti i costi, pur sopprimendo qualsivoglia impulso naturale.

𝐄𝐓𝐀̀

Pietro è nato il 29 novembre del 1899, quindi ha tecnicamente 121 anni. E' entrato nell'anello nei primi mesi del 1917, più che altro per evitare il reclutamento dell'esercito italiano per la Grande Guerra, perciò dimostrerà sempre e solo diciassette anni. Si comporta in modo eccessivamente maturo per la sua età, quasi dimostrandosi più vicino alla sua ymbryne che agli altri bambini / ragazzi dell'anello - o meglio, quella che viene scambiata per maturità è solo la rigidità e la paura di esporsi causata dalle sue vicissitudini familiari, in quanto manca assolutamente della saggezza e dell'equilibrio di un adulto. Si può facilmente capire, a un secondo sguardo, che la sua smisurata cortesia ed educazione, il suo senso del dovere e il suo astenersi dai passatempi dei compagni sono semplicemente dovute a una paura di essere punito e ad una profonda repulsione verso ciò che differisce dai suoi punti di vista.

𝐀𝐒𝐏𝐄𝐓𝐓𝐎 𝐅𝐈𝐒𝐈𝐂𝐎

Pietro è un ragazzo minuto: è alto  poco meno di 175 centimetri, che per un maschio della sua età è inferiore alla media, mentre il peso è di circa settanta chili, adatto alla sua altezza ma che comunque lo rende piuttosto leggero, dato che in aggiunta non possiede nemmeno una grande forza nelle braccia e non è dotato di una massa muscolare sviluppata - in realtà, la sua prestanza fisica è quasi pari a zero, una rampa di scale è già abbastanza per lasciarlo senza fiato. La pubertà l'ha colpito molto tardi e ha lasciato ripercussioni quasi impercettibili - certo, il viso si è smagrito e in generale i suoi lineamenti sono diventati leggermente più decisi, ma ricordano ancora molto quelli di un bambino: il volto pallido dalla forma ovale è praticamente liscio, privo di barba e delle imperfezioni come brufoli o sfoghi d'acne che caratterizzano la maggior parte dei ragazzi della sua età ed è probabilmente uno dei pochi aspetti positivi che il ragazzo riesce a trovare in questa sua crescita bloccata. I suoi tratti facciali sono ancora indefiniti, in una sorta di limbo che non si risolverà mai; gli occhi sono ben distanziati fra loro e di un castano molto scuro, che può risultare più o meno " caldo " a seconda della luce. Gli angoli esterni sono leggermente inclinati verso il basso, dandogli una costante aria un po' malinconica anche quando sorride. Ha le labbra sottili e la bocca piccola, i denti bianchi dell'arcata superiore più grandi degli altri, specialmente gli incisivi. Il suo viso si riempie di fossette e rughe d'espressione quando sorride, per quanto non lo faccia quasi mai, almeno non sinceramente. Ha i capelli castani e ricci, che un tempo appiattiva e pettinava rigorosamente all'indietro. Ora che vive all'interno dell'anello, lasciarli al naturale è uno dei pochi sgarri che si concede, semplicemente perché trova pettinarli ogni volta una seccatura, a cui prima sottostava solo per volere dei genitori. Il naso ha ancora quella delicatezza tipicamente infantile, appuntito e leggermente all'insù.  

In generale, non ama il suo aspetto fisico: lo trova disgustosamente femmineo, così lontano dalla mascolinità a cui ha sempre aspirato. L'unico modo per equilibrarlo è l'ordine: si lava quasi ossessivamente e potrebbe probabilmente impazzire se qualcuno lo vedesse vestito in modo indecoroso o disordinato. La camicia abbottonata fino al colletto e infilata nei pantaloni, le scarpe allacciate strette e lucide sono l'unico modo che ha per sentirsi adulto e darsi un tono, un po' di importanza che bilancia il suo viso bambinesco - almeno secondo lui.

( Prestavolto : Joshua Bassett )

𝐂𝐀𝐑𝐀𝐓𝐓𝐄𝐑𝐄

Da piccolo Pietro era un bimbo timido e introverso. Aveva una grande sensibilità, che lo portava a passare più tempo a casa che con gli altri bambini. Crescendo, i lati " deboli " del suo carattere sono stati repressi e piegati all'interno per evitare i rimproveri dei genitori, che lo esortavano a " comportarsi da uomo " e disapprovavano qualsiasi sua infrazione a questa loro regola. Il risultato è un ragazzo terribilmente rigido e chiuso, che preferirebbe morire piuttosto che dire a qualcuno come si sente veramente. Misura ogni parola e ogni azione marzialmente, per evitare errori. Non si può permettere di essere giudicato maleducato, perciò condisce ogni frase di formalità e cortesia da manuale, una grande gentilezza con un sorriso che non si estende mai agli occhi. La sua costrizione emozionale e la sua sensibilità sono una pessima combinazione, in quanto quasi tutto lo ferisce, ma si rifiuta di riconoscerlo anche da sé. Si potrebbe pensare che mantenga questa facciata solamente in pubblico e che una volta da solo si lasci andare a pianti liberatori o a sfoghi di tutti sentimenti repressi, ma non è così: anche in solitudine, non riesce a permettersi di piangere  o dedicarsi a qualcosa che lo farebbe stare meglio genuinamente, ma si ripete costantemente di essere uomo e di non frignare per nulla, solo che quel " nulla " rappresenta ironicamente la maggior parte delle cose che lo circondano. Non ha mai parlato con nessuno del suo periodo con i genitori, che lo ha riempito di dolori e insicurezze, non riesce nemmeno a dare la colpa a loro - pensa che tutto sia colpa sua, che sia nato con qualcosa che non andava e non fosse stato altro che un peso per quella povera coppia, che aveva dovuto sobbarcarsi le insidie di un figlio " sbagliato ", un piagnone, che nonostante tutto aveva cercato di crescerlo come un bambino normale e di rimetterlo sulla strada giusta, senza riuscirci, sempre a causa sua, ovviamente. A volte cerca di esprimere il suo malessere, ma lo fa nel modo sbagliato, con l'unica emozione che gli è stata insegnata : la rabbia. Tutte le volte che qualcuno cerca di cavargli una parola su se stesso di bocca, riceve un'esplosione rabbiosa in risposta, con tanto di urla. Capita che si arrabbi talmente tanto che inizi a respirare a fatica e a non saper formare frasi di senso compiuto. Talvolta, con suo estremo orrore, scoppia addirittura in un pianto disperato che, per quanto cerchi di reprimere, non si placa se non dopo un quarto d'ora buono. Dopodiché ignora chiunque finché la vita non torna normale all'interno dell'anello, e se qualcuno accenna anche solo minimamente ad uno di questi episodi, Pietro li interrompe tempestivamente. 

Essendo stato il maggiore di tre fratelli, si sente in dovere di comportarsi in maniera responsabile per dare il " buon esempio ": la sua idea di buon esempio, però, è quella di rimanere serio tutto il tempo, evitare i passatempi che giudica infantili  ( praticamente tutto ) e sgridare lo speciale più piccolo per qualsiasi impudenza, che questa sia provare ad uscire dall'anello oppure semplicemente arrampicarsi su un albero. Questa serie di comportamenti, abbinato al tono arrogante e supponente con cui fa notare gli errori, lo rende estremamente irritante la maggior parte del tempo. Non si lascia andare quasi mai a divertimenti, scherzi e risate, pensa che ormai sia troppo grande per bambinate del genere. Il risultato è che passa la maggior parte del tempo da solo, a controllare che nessuno si faccia male, senza però prendere parte agli avvenimenti. 

Avendo avuto poche interazioni con persone della sua età nel suo periodo tra la gente comune, fa fatica a rapportarsi con i coetanei, portandolo spesso a fare figuracce o a risultare molto impacciato in tutte le situazioni. Il contatto fisico lo mette  a disagio, perciò si scrolla di dosso chiunque provi a toccarlo. ( Nonostante questo, a volte un abbraccio gli farebbe proprio bene, anche se non lo accetterebbe di buon grado ). 

Gesticola pochissimo mentre parla, lo trova maleducato e in ogni caso gli è stato insegnato che le uniche persone che gesticolano sono i meridionali, che non dispongono della cultura necessaria per esprimersi a parole; quando è nervoso, però, sposta costantemente il peso da un piede all'altro e si dondola piano avanti e indietro. Quando si arrabbia la voce gli diventa di un'ottava più acuta, il che lo riempie di imbarazzo.

Oltre ai coetanei, ha dei seri problemi con il sesso femminile : le ragazze non lo hanno mai attratto, ma ha sempre pensato che non avesse trovato ancora una alla sua altezza. Inoltre, l'unico modello di donna che era dichiarato accettabile in casa sua era quella nel ruolo di casalinga, moglie, e madre di famiglia sottomessa. Gli è stato insegnato che i maschi sono naturalmente più bravi delle femmine in quasi tutte le attività, tranne quelle che riguardano l'economia domestica. Non nutre alcun odio verso di loro, semplicemente prende per vero ciò che ha sempre saputo- e non capisce perché tutte le ragazze che incontra non la pensino così, anzi che reagiscano negativamente. 

E' piuttosto intelligente e notevolmente erudito; cosa poteva mai fare a casa, non avendo amici, se non studiare? Lavora particolarmente bene se sotto pressione, quando costringe la sua mente a lavorare a velocità doppia. E' soprattutto dotato di una capacità di strategia ragguardevole, allenata con il gioco degli scacchi fin da bambino. Tuttavia, quando si parla di mettere in pratica una qualche sua idea va nel panico più totale, non ha un minimo di manualità né di spirito pratico. 

Tende a giudicare in modo molto aspro tutti quanti, compreso se stesso, affidandosi alle prime impressioni - non necessariamente all'aspetto fisico, ma anche quello influisce. Se qualcuno non entra nelle sue grazie al primo incontro, è difficile che si guadagni il suo rispetto più tardi, a meno che non compia un'azione sensazionale.Quasi impossibile, invece, è che provi rancore o sentimenti negativi per un adulto o un anziano: già il fatto che abbiano vissuto più tempo di lui è abbastanza perché li reputi incapaci di sbagliare.

𝐒𝐓𝐎𝐑𝐈𝐀

Pietro Feruglio nasce alle cinque del mattino di una fredda e buia giornata di novembre, nel 1899. La sua famiglia appartiene alla piccola borghesia e abita in una graziosa villetta con giardino a Tavagnacco, in provincia di Udine dove passerà tutta la sua vita fino al 1917. Di Feruglio a Tavagnacco ce ne sono tanti, ma la famiglia di Pietro è di certo quella più in vista. Il padre, Alfredo, è banchiere ed è un uomo giusto e rispettabile: molti hanno premuto perché si candidasse alla carica di sindaco, ma la vita politica non fa per lui. Preferisce guadagnarsi il pane con il suo onesto lavoro, badare alla sua famiglia, dopotutto la moglie ha appena dato alla luce un maschietto. La madre, Teresina, è una casalinga e una donna di chiesa: si reca spesso in canonica a pregare e quando non ha da badare alla propria casa, aiuta i sagrestani con la pulizia e l'ordine dell'edificio, offrendosi di lavare e stirare tovaglie e altri ornamenti sacri. Una classica famiglia abbiente dell'epoca, insomma, senza un passato losco alle spalle, due potenziali genitori perfetti per il nuovo nato... all'apparenza.

Il buonismo dei due coniugi Feruglio, infatti, non è altro che uno smalto esteriore per darsi un tono con amici e colleghi: Alfredo è un marito e padre distante e severo, mentre Teresina è una donna instabile e frustrata. Entrambi sono facili alle punizioni e difficili all'affetto. Pietro cresce in un ambiente teso, con le due figure genitoriali pronte ad attaccarlo come due avvoltoi ad ogni singolo passo falso. Le punizioni diventano sempre più frequenti, a volte una semplice sberla e una sgridata, ma più facilmente un'immensa quantità di terrorismo psicologico, una prigionia forzata in casa e un allontanamento da tutti gli altri bambini che prova a conoscere. Viene ritirato dalle elementari al terzo anno, quando la maestra si rifiuta di passare il piccolo in un'altra sezione su richiesta dei genitori, che avevano notato la presenza di bambini di classi sociali e provenienze diverse. Al posto dell'istruzione pubblica, gli viene assegnato un pretenzioso insegnante privato, l'ennesima figura che terrorizzerà il fanciullo.

Il matrimonio tra i Feruglio sta velocemente colando a picco: il padre è ancora più assente e si abbandona spesso ai vizi della prostituzione, mentre la madre inizia a sfogare le sue frustrazioni e la sua rabbia nell'alcool e sul figlio maggiore, Pietro. Nel frattempo sono nati altri due figli, gemelli, un bambino e una bambina: Maria Vittoria e Giancarlo, con quattro anni di differenza dal più grande. Nemmeno la loro nascita riesce a salvare l'unione di Alfredo e Teresina, che finiscono per essere separati in casa, mantenendo la loro facciata di buona famiglia borghese e ligia al cattolicesimo. Questa profonda spaccatura confonde e ferisce Pietro, ormai undicenne, che si trova da un lato a dover badare ai suoi fratellini, visto che i genitori non sembrano accorgersene, dall'altro a subire le angherie di questi ultimi, che usano qualsiasi pretesto per vomitare cattiveria immotivata sul ragazzino. La madre, ormai quasi sempre ubriaca, vede in lui il soppianto del marito e lo costringe a reprimere le proprie emozioni e fragilità in favore di un ideale di mascolinità e responsabilità orribilmente dannoso e tossico. Il padre, d'altro canto, poco si cura di lui, alimentandone talvolta il declino psicologico facendosi vedere senza vergogna in compagnia di prostitute d'alto bordo.

Ha quindici anni quando si accorge che i suoni per lui comuni non dovrebbero essere percepiti dal suo orecchio, e questo lo sconvolge ancora di più. Credendo di rischiare il manicomio o una visita all'ospedale, tace con tutti, ma da allora i versi degli animali notturni, a cui prima non faceva troppo caso, tormentano il suo sonno e influiscono sulla propria percezione di sé. Il colpo di grazia lo riceve a sedici anni, quando con orrore si rende conto di essere attratto dagli uomini: è l'ennesima conferma di una probabile malattia mentale per lui, che disgustato da sé stesso, decide di isolarsi completamente dal resto della famiglia, tralasciando i suoi doveri da fratello maggiore per paura che scoprano il suo segreto.

Nel gennaio del 1917 la lettera di richiamo alle armi lo trova ormai quasi completamente instabile: è convinto di essere davvero un malato di mente ed è terrorizzato dall'idea del manicomio, che lo perseguita ogni momento e che lo ha reso talmente paranoico da non uscire mai dalla sua stanza, se non per ragioni di vita o di morte.

Se dovesse effettivamente presentarsi alla chiamata scoprirebbero presto la sua presunta infermità mentale, senza contare che Pietro non vuole assolutamente andare in guerra. Scappa di casa e si sposta nella periferia di Udine, dove sopravvive per qualche settimana per strada come vagabondo e dove si nasconde dalla propria famiglia e dall'incombenza della Prima Guerra Mondiale.

Ma la vita da senzatetto non fa per lui e quando viene trovato dalla ymbryne, malato e affamato, non si fa scrupoli a seguirla. Quando scopre dei poteri della donna è da un lato sollevato, ma dall'altro crede di essere definitivamente impazzito. Scappa dall'anello, solo per scoprire che la famiglia lo ha già dato per morto e ha celebrato il suo funerale con una bara vuota.

Viene a conoscenza del fatto che la sua famiglia non sembra soffrire troppo la sua mancanza, dichiarando che era solo questione di tempo prima che tirasse le cuoia, dato che era sempre stato " matto da legare ".
Ma è alla vista della sua stessa lapide che, terrorizzato, decide di tornare a Tarvisio, nell'anello.

È molto difficile per lui riuscire ad adattarsi alle stranezze dei suoi compagni e soprattutto a credere che non siano frutto della sua immaginazione, ma dopo un po' di tempo anche la sua salute mentale comincia a migliorare, essendosi liberato dell'ambiente tossico di casa sua.

Non è più uscito dal loop: non avrebbe dove altro andare e in ogni caso non ha idea dello scorrere del tempo là fuori - potrebbe benissimo disintegrarsi una volta ritornato nel mondo reale, per quanto ne sa.

𝐏𝐄𝐂𝐔𝐋𝐈𝐀𝐑𝐈𝐓𝐀̀

Pietro è in grado di percepire e comunicare con gli ultrasuoni, grazie al suo udito sovrasviluppato. Se potesse, probabilmente si darebbe un premio per la peculiarità più stupida e inutile che qualcuno abbia mai avuto. Ce l'ha dalla nascita, ma ha sempre pensato che sentire tutti quei versi e rumori fosse normale - salvo poi scoprire durante una lezione di scienze, all'età di quindici anni, che l'udito umano era limitato e tutte le cose che lui percepiva non rientravano in questi limiti. Sappiamo già che a lungo credette di essere impazzito: sapeva di persone che iniziavano a sentire delle voci inesistenti, magari la sua era semplicemente una variante di questo tipo di follia. Successivamente al suo ingresso nell'anello ha scoperto che non aveva nessuna malattia mentale, semplicemente un senso fin troppo acuto; non ha comunque imparato ad apprezzare il suo potere, soprattutto perché all'interno dell'anello vivono molti pipistrelli e altri animali notturni che comunicano a ultrasuoni, rendendogli il sonno quasi impossibile. Inoltre come aumenta la sua percezione dei suoni, aumenta anche il dolore nell'udire rumori molto forti, l'esposizione a questi gli provoca frequenti e pesanti mal di testa, che lo rendono ancora più intrattabile: anche il suono di una sedia che striscia sul pavimento può dargli fastidio.

Ha scoperto di poter emettere a sua volta ultrasuoni su suggerimento della sua ymbryne, dato che naturalmente prima non aveva avuto il bisogno di farlo. In ogni caso, lo usa raramente, chi vorrebbe mai diventare un fischietto per animali in formato umano? Dopotutto lui detesta gli animali.

Insomma, considera il suo potere più un fardello che un'agevolazione, ed è particolarmente invidioso del suo compagno di anello, che invece ha una peculiarità decisamente più utile.
( E la notte riesce a dormire tranquillamente )

𝐂𝐎𝐍𝐎𝐒𝐂𝐄𝐍𝐙𝐄

Avendo vissuto la maggior parte della sua vita in isolamento, Pietro non apprezza troppo la compagnia delle persone. Tuttavia, si ritrova incastrato con le due categorie verso cui sente di avere dei doveri: una donna adulta e un bambino. Cerca di infastidire la ymbryne il meno possibile e quando capita che abbia uno dei suoi attacchi di rabbia verso di lei si sente in colpa per molto tempo, nonostante si scusi almeno cinque volte. In realtà, la evita il più possibile ma non perché lei non gli piaccia, ma perché si sente di disturbare qualsiasi cosa dica.
Si sente in dovere, invece, di sorvegliare il suo compagno di anello, risultando spesso e volentieri un pedante guastafeste.
Il bambino gli fa saltare i nervi continuamente, ma quando si arrabbia con lui si sente ancora più in colpa, perché insomma, è piccolo e indifeso. Ogni tanto si pente di essere troppo duro con lui, ma preferirebbe morire piuttosto che  scusarsi, è convinto di farlo per il suo bene dopotutto.

I suoi comportamenti con le persone che non conosce variano a seconda dell'età : se si parla di adulti, forzerà un'estrema cortesia, scusandosi per qualunque cosa e cercando di farsi notare e di parlare il meno possibile - le uniche esperienze che ha avuto con gli adulti sono state quelle con i suoi genitori, non esattamente idilliache, che lo portano ad un'estrema insicurezza nelle sue azioni.

Con i coetanei, invece, è terribilmente impacciato: non ha mai avuto veri e propri amici, perciò non sa come comportarsi. Fatica a comprenderli, ad interagire con loro, figuriamoci il fare amicizia. Starebbe alla larga da loro il più possibile, guardandoli un po' da lontano e invidiando un po' la loro leggerezza e la loro felicità.
Se dovessero chiederglielo però negherebbe spudoratamente - non perde certo tempo con dei divertimenti da ragazzini come i loro, è una persona seria lui.

L'unico modo per approcciarlo sarebbe quello di proporgli una partita di scacchi: essendo stato il suo passatempo preferito da bambino e non avendo più un valido avversario, non ci penserebbe due volte prima di dire di sì, dimenticando qualsiasi forma di imbarazzo.

[ In fase di aggiornamento ]

𝐇𝐎𝐁𝐁𝐘

Pietro è, come probabilmente avrete capito, un ragazzo senza troppe passioni. Non gli piace passare del tempo all'aria aperta, ma lo fa se questo significa impedire al suo compagno di anello di spezzarsi una gamba. Inizialmente rimaneva semplicemente lì seduto, ma poi ha iniziato ad addormentarsi, il che ha portato a risultati disastrosi. Allora ha cominciato a guardarsi intorno, ad osservare tutto minuziosamente, a memorizzare ogni informazione riguardante piante, fiori e animali che vedeva. Un giorno, quando era stranamente libero dal suo autoinflitto compito di sorvegliante, per ingannare il tempo ha iniziato a trascrivere tutto ciò che vedeva all'interno dell'anello - sono sempre le stesse cose, certo, d'altronde cosa ci si può aspettare quando si ripete sempre la stessa giornata? Ma funziona bene per occupare la mente e allenarla anche un po'.

Da bambino era molto bravo a giocare a scacchi, ma ora non ha con chi fare una partita. Di certo non può chiederlo al bambino, e si sente di disturbare la ymbryne facendole perdere tempo con queste futilità, quindi se proprio non può fare a meno di spostare i pezzi sulla scacchiera ci gioca da solo. Ogni tanto perde apposta per mantenersi umile.

𝐃𝐀𝐄𝐌𝐎𝐍

Il suo daemon è un riccio comune ( o riccio europeo ), un animaletto lungo venti centimetri e pesante 750 grammi, ricoperto di spine e con un musetto adorabile. Non gli ha dato un vero e proprio nome, si vergogna di ammettere che è così legato ad un animale tanto da dargli un nome, ma di solito lo chiama " cosetto ". Potrebbe essere affettuoso o infastidito, dipende dall'interpretazione personale.
In realtà Pietro è molto legato a lui, è l'unico essere vivente che guarisce un po' la sua costante solitudine e nonostante non si faccia toccare ( una volta ha provato ad accarezzarlo ma è diventato una palla di spine alla velocità della luce ) lo segue ovunque va. Trova la sua presenza confortante, per quanto piccola, e più volte è stato tentato di parlargli - più del semplice " Vieni qui, cosetto " almeno - ma si è sempre fermato prima di farlo, dandosi dell'idiota perché, andiamo, per quanto tenga a quell'animale, solo un matto parlerebbe dei suoi problemi con un riccio.

L'animaletto dorme praticamente sempre, sia di giorno che di notte, il che è un pregio non indifferente agli occhi di Pietro; anche quando non dorme, sembra sempre immerso in un barattolo di miele, lento all'inverosimile. Questa sua tranquillità è molto apprezzata dal ragazzo, la cui agitazione interiore sembra placarsi un po', influenzata dalla flemma dell'animale. E, con enorme gioia di Pietro, più che sbuffare e qualche versetto ogni tanto non fa: niente ultrasuoni, fortunatamente.

𝐏𝐀𝐔𝐑𝐄

Pietro ha sostanzialmente paura di sé stesso : ha paura di non essere abbastanza per le altre persone, di deludere qualcuno che crede in lui, perché è convinto di aver deluso i suoi genitori e non vuole che la situazione si ripeta.


Ha paura anche di aprirsi con gli altri, cosa che succederà comunque prima o poi, dato che il ragazzo è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro, rivelando tutti i suoi drammi interiori e gli eventi traumatici della sua vita. Teme che un'improvvisa rivelazione di tutte le sue fragilità - tra cui la sua omosessualità che ancora si rifiuta di chiamare tale - porti le altre persone a guardarlo con ancora più disprezzo, oppure a guardarlo con pena e compassione. Anche se dovesse incontrare comprensione e affetto sarebbe un orrore, non vuole sentirsi scoperto e indifeso con gli altri, che ad ogni momento buono potrebbero usare quelle debolezze contro di lui.

Ha paura di rimanere solo, nonostante dica di non aver bisogno di nessuno : la sensazione che ha provato quando ha visto la sua famiglia dopo la sua finta morte, quella di non avere più nessuno che pensi a te in qualsiasi modo o di non avere nessuno che si ricordi di te lo ha spaventato talmente tanto che è deciso a non volerla provare mai più. Per quanto sia insofferente, se venisse abbandonato di nuovo non riuscirebbe più a riprendersi.

𝐕𝐎𝐑𝐑𝐄𝐁𝐁𝐄 𝐌𝐀𝐈 𝐀𝐍𝐃𝐀𝐑𝐄 𝐕𝐈𝐀 𝐃𝐀𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐄𝐋𝐋𝐎?

Solo se strettamente necessario. Malgrado non si sia ambientato alla perfezione, si sente al sicuro al suo interno e pensa anche che sia la cosa migliore per persone come loro. Inoltre, non l'ha più lasciato dal 1917, non ha la minima idea di che anno sia e ha paura di vedere quanto sia cambiato tutto. Preferisce vivere in un ricordo sbiadito della sua vita passata piuttosto che confrontarsi con una novità inaspettata.

Sente anche una sorta di gratitudine verso quel luogo, che l'ha salvato da un ben più amaro destino e gli ha dato il tempo necessario per riacquistare un po' di stabilità psicologica. Per la prima volta in tutta la sua vita si è sentito accolto da qualche parte e sentirebbe un po' di senso di colpa nell'abbandonare questo posto.

𝐎𝐑𝐈𝐄𝐍𝐓𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎

Uno dei drammi più grandi della sua vita è proprio questo: Pietro è omosessuale. Malgrado cerchi di convincersi continuamente del fatto che proverà attrazione verso le donne, una volta trovata una ragazza alla sua altezza, e che la sua inclinazione verso gli uomini sia solo un prenderli come modello di ideali e aspetto, la realtà è ben diversa.
Ne è terrorizzato: cos'altro ci si potrebbe aspettare da un ragazzo degli anni venti proveniente da una famiglia borghese, fortemente cattolica?
Più che altro, pensa sia una deviazione, un modo di reagire al matrimonio disastroso dei genitori, e che una volta superato l'accaduto gli passerà. Ciò non toglie che la propria sessualità lo riempia di disgusto verso se stesso e verso tutti gli altri che la condividono, ma allo stesso modo del suo maschilismo, più per costume che per reale credo. Semplicemente, è abituato così, con i versi di Sodoma e Gomorra incorniciati sulla parete della sua camera da bambino, cortesia dei genitori, ai quali la sensibilità del figlio era saltata all'occhio e gli era parsa come un chiaro indicatore.

È deciso a non dirlo a nessuno : un po' perché spera che col tempo gli passi, un po' perché ha paura che lo renda definitivamente un reietto, o di essere cacciato dall'anello un seguito.

Se mai si dovesse innamorare di un ragazzo probabilmente lo reprimerebbe, rendendo una semplice tenerezza giovanile un'altra delle sue ferite interiori. Ma finché rimane all'interno dell'anello, fortunatamente, non corre questo rischio.

𝐂𝐔𝐑𝐈𝐎𝐒𝐈𝐓𝐀̀

È piuttosto cagionevole di salute : appena prende anche un po' di freddo arriva puntualmente un terribile raffreddore. Passava di norma tre quarti dell'anno a starnutire per via del raffreddore, per poi continuare a starnutire in estate per via della sua allergia al polline.

Tra gli animali che sente durante la notte, i pipistrelli sono quelli che lo infastidiscono di più : non fanno altro che stridere e sibilare ininterrottamente per quella che a lui pare un'eternità.

Nonostante abbia passato tutta la sua infanzia e adolescenza a studiare, detesta la lettura di storie inventate o di qualsiasi cosa che non siano libri di testo, li trova un'immensa perdita di tempo, apprezzabile solo dalle ragazzine sentimentali ( inutile dire che non ha la minima idea di quello di cui sta parlando, dato che non ne ha mai letto uno )

𝐑𝐈𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐓𝐄

Vorrei vedere un po' di character development: sarebbe meraviglioso se trovasse finalmente pace con se stesso e con i suoi sentimenti, imparando che le sue fragilità non sono necessariamente cose negative e che realizzasse tutto il male che la sua famiglia gli ha fatto, smettendo di incolparsi per esso. Poi vabbè sarebbe molto carino se avesse degli amici,,, magari un ragazzo qwq. Però insomma, mi preme il character development più che altro.

𝐃𝐈𝐒𝐏𝐎𝐍𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄 𝐀 𝐂𝐀𝐌𝐁𝐈𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐈

Naturalmente. La storia è tua, perciò sentiti libera di adattarlo a piacere. Vorrei però capire in generale cosa hai intenzione di cambiare, e in generale che non fosse snaturato troppo :).

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NDA : Finalmente. Sono piuttosto orgoglioso di lui e sono contento di averlo finito, spero che gli vogliate bene come gli voglio bene io.

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-eurydicae, xingcry, bergharnel

e niente perdonatemi se mi dimentico qualcuno vi amo tutti

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