È da quando avevo dieci anni che abito in questa casa e lui è sempre stato li, come un'ombra che silenziosa ti osserva. Nessuno sembrava accorgersi di quella figura che rimaneva immobile nel lento susseguirsi della giornata.
Non penso avesse casa o famiglia, d'altronde non si muoveva mai di li: la mattina, appena sveglia, mi affacciavo alla finestra e lui era sempre li; quando la notte mi svegliavo con la strana sensazione di essere osservata, era ancora li.
Non si muoveva mai, neanche per grattarsi il naso.
Più volte dicevo a mia madre che qualcuno mi osservava dalla finestra, ma non ha mai voluto credermi. Cosi finii per non farci caso neppure io. Era diventato un mio conoscente, un mio amico; ogni sera, prima di andare a dormire, gli davo sempre la buona notte.
Poi, un giorno scomparve.
Non si fece vedere per tutta la mattinata così con quel pensiero fisso andai a scuola. Quando tornai, vidi i miei genitori stesi a terra in un'enorme pozza di sangue rosso e denso.
Indietreggiai spaventata da quello che avevo appena visto fino a quando andai a sbattere contro qualcosa. Conoscevo ormai quella casa come il palmo della mia mano ed ero convinta che non ci fosse nessun  muro.
Avevo ragione: non era un muro, era lui.

Ora sono qui, fuori dalla finestra della tua camera e mi sento sola. Aspetto solo il momento in cui tu vada a scuola.    

By Dany