Lo specchio

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I miei genitori sono sempre stati fissati con gli oggetti di antiquariato, ogni cosa che trovano ai mercatini se la devono per forza comprare. Si può benissimo dire che la mia casa sembrava un miscuglio di varie epoche.
Un giorno, tornando da scuola, arrivai la porta di casa aperta e mia madre che diceva a degli operai dove posizionare una sorta di quadro sul muro
«No no più a destra. Bene cosi. Più in alto. No l'avete spostato. Un po' a sinistra...»
Do un bacio a mia madre e me ne vado in camera mia. Poco dopo sento mia madre che mi chiama «Tesoro vieni a vedere». Cosi mi tocca andare a osservare una nuova cianfrusaglia comprata a un altro noioso mercatino.
Il quadro è coperto da un telo bianco macchiato qua e la con schizzi di vernice. Mia madre toglie il lenzuolo mostrando quello che nascondeva: un bellissimo specchio stile barocco con una cornice di legno dorata.
«Bellissimo, non trovi?»
«Già»
«Ora vado» Mi da un bacio in testa e se ne va in cucina
Guardo intensamente nello specchio e come un lampo una figura nera compare nello specchio per poi sparire nuovamente. Cado a terra per lo spavento, poi mi avvicino di più allo specchio toccandolo.
Inizio a tastarlo e a spingerlo lasciando impronte e ditate, fino a quando una mano grigia esce dallo specchio e mi afferra per un polso.
Osservo spaventata lo specchio: vedo me stessa ma con i capelli neri, lunghi e sciolti in volto, la pelle è grigia e in faccia ho un ghigno.
Provo a gridare ma non ci riesco, è come se fossi bloccata.
Con l'altra mano libera provo a liberare la sinistra ma un'altra mano esce dallo specchio e mi afferra la destra. Piano piano inizio a vedere entrare nello specchio le mani, poi le braccia. Piano piano quella creatura mi tira dentro fino la testa.
Riesco a liberarmi per un secondo ma ormai sono dall'altra parte dello specchio; inizio a picchiare con i pugni contro il vetro ma nessuno viene in mio soccorso.
Una mano si mette sulla mia bocca: ha un fazzoletto in mano che sa di papavero. Annuso quell'odore che sento spargersi nel mio corpo.
Poi il nulla.



By Dany

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