7. Settimo Atto

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

DO UT DES


Quando Marcus si scostò da lei, a Kristen quasi mancò la terra sotto ai piedi. C'era cascata di nuovo, e di nuovo – suo malgrado – si sarebbe spiaccicata addosso a lui con il solo obiettivo di riassaporare l'ebrezza di essere sua. D'altronde, a detta di Herbert, non era poi così difficile concedersi più di una qualche scopata con chicchessia, ma scopare bene – alias, saperlo fare – era tutt'altra cosa. Era una vera e propria arte, un continuo do ut des. Un'attività unica nel suo genere – ma che però non aveva niente di illecito.

Kristen aveva assegnato una valenza di ben altro tipo a quelle parole soltanto più tardi, non appena scoperto il suo tradimento.

Forse quella Bridget riusciva a soddisfarlo ben più di quanto non potesse fare lei? Herbert era davvero un tipo così superficiale, così attaccato agli aspetti puramente sessuali di una qualsiasi relazione?

C'era da dire che, perlomeno su quel fronte, dalla sua bocca non erano mai uscite parole più eleganti – o comunque più romantiche – del consueto "è stata una bellissima scopata"; Kristen sapeva che non era nel suo stile. Ciononostante, lei non se l'era mai presa troppo: checché Herbert ne dicesse, lei con lui ci faceva l'amore. Loro due, insieme, facevano l'amore.

Sembrava esserci tutto: tanto sentimento, appunto, altrettanta passione e infinita comprensione. Sostegno reciproco nei momenti più difficili.

Evidentemente si sbagliava.

Poco prima che si lasciassero, Herbert aveva persino preteso che facessero ancora più sesso, e lei si era vista costretta ad accontentarlo. E tutto perché, ormai da qualche tempo, lo sentiva piuttosto distante, completamente fuori dal mondo. E Kristen, nella sua ingenuità, aveva pensato che quel diversivo che tanto piaceva a Herbert potesse, in qualche modo, riaccendere in concreto la scintilla del desiderio – con annesso recupero di un'intesa mentale che li avrebbe senz'altro riavvicinati. Quel continuo concedersi, invece, non aveva fatto altro che allontanarli di più. Kristen si era ritrovata – letteralmente – a simulare un orgasmo dietro l'altro, mentre Herbert non riusciva più ad abbandonarsi al piacere con facilità – e questo, per inciso, lo rendeva sempre più apatico. Fortemente nervoso e insoddisfatto.

Con ogni probabilità, mentre scopava con lei o, per meglio dire, mentre s'imponeva di scopare – in quel caso, per Kristen quel famigerato verbo calzava davvero a pennello – stava proprio pensando alla sua cara Bridget. Magari cercava persino di immaginarsi che al posto di Kristen ci fosse proprio lei, l'oggetto segreto del suo desiderio. Le cose non avevano funzionato poi troppo bene, però.

E così, non appena il tradimento era stato perpetrato a tutti gli effetti, Herbert aveva smesso, di punto in bianco, di cercarla. Su tutti i fronti. Aveva, anzi, cominciato a disprezzarla, a criticarla in ogni singola occasione, anche per il dettaglio più infimo. Astinenza sessuale completa – nonché totale assenza di comunicazione. Il loro fidanzamento era ormai giunto al capolinea.

«È stato più forte di me», le aveva detto una volta colto in flagrante, ben sapendo che quella frase non potesse suonare come una giustificazione valida al suo errore.

Kristen serrò la mascella. Adesso sì, che lo capiva. Fare di nuovo sesso con Marcus era stato più forte di lei. Senza contare che lui, parafrasando Herbert, non si limitava certo al semplice scopare. Sapeva molto bene come farlo – e come farle perdere la bussola. C'era anche dell'altro, però. A tratti – in particolare dalle sue carezze, ora sfrontate ora più timorose – le sembrava di percepire un concreto bisogno di affetto, più che di sesso.

Marcus si sfilò il preservativo, lo arrotolò e lo gettò nel secchio della spazzatura. Poi, del tutto inaspettatamente, le strinse appena la mano e la condusse in soggiorno.

«Siediti pure», la pregò, quindi sparì lungo il corridoio e tornò poco dopo, una coperta di lana tra le mani. Lui, nel frattempo, aveva indossato un nuovo paio di boxer. Ma un altro succoso dettaglio catturò l'attenzione di Kristen: nella mano destra stringeva un'altra bustina, dal colore e dall'aspetto familiari.

In Kristen, soltanto a vederla, si riaccese un desiderio travolgente.

Stai diventando peggio di Herbert, si redarguì.

Marcus le sistemò con cura la coperta intorno al corpo, quindi prese posto di fianco a lei.

Kristen rimase esterrefatta. «Non hai freddo?» gli chiese, mentre Marcus non smetteva di guardarla.

«Devo ammettere che sei davvero bella», le sussurrò lui, un leggero tremolio nella voce.

Il cuore di Kristen perse un battito.

Datti una calmata.

«Comunque no», proseguì, scostando lo sguardo. «Non al momento, almeno.»

«E... e quello?» domandò Kristen, indicando con un cenno del capo la bustina che aveva poggiato sul mobiletto di fronte. Non sapeva nemmeno con quale coraggio gli avesse fatto notare quel particolare.

Lui fece spallucce. «Sarà anche un peccato desiderarti, però... però è quello che mi succede. Scusami tanto per prima. Non volevo metterti in imbarazzo. Ma penso sul serio che tu sia una bella donna.»

«Penso lo stesso di te», gli disse Kristen, arrossendo violentemente. In un'altra circostanza, gli si sarebbe fiondata addosso e l'avrebbe coinvolto in un bacio lunghissimo. Se non addirittura interminabile.

«Sai, non pensavo ti avrei rivista.»

«Nemmeno io, se è per questo. E forse, alla luce dei fatti, sarebbe stato meglio se non fosse successo», gli rispose Kristen, facendo spallucce.

«Lo so. Ma non posso negare di...» Scosse la testa. «Non so davvero cosa mi sia preso. Né cosa mi stia succedendo.»

«Posso capirti. Però non credo che facendo sesso con me tu possa trovare la risposta alle tue domande», gli fece notare Kristen. «Anche se... io, perlomeno dal canto mio, ne sto trovando parecchie. Davvero troppe.»

«Che tu ci creda o meno, è lo stesso per me.»

Allungò il braccio e le scostò un ciuffo ribelle color miele dalla fronte, quindi glielo sistemò dietro l'orecchio. Kristen aveva dei lunghi capelli ondulati, di un intenso color castano e con riflessi biondicci. Grandi occhi verdi, viso delicato, dal taglio leggermente allungato. Il tocco di Marcus, impercettibile al pari delle sue carezze, le fece più effetto di quanto avrebbe voluto.

No, non poteva – né voleva – più resistere.

Gli si avvicinò e riassaltò le sue labbra. Kristen prese a divorargliele piano, facendo appello a una lentezza estrema, a tratti esasperante. Gli cinse il collo con le braccia e la lunga coperta le ricadde sui fianchi. Kristen constatò la ritrovata rigidità dei suoi capezzoli non appena Marcus l'attirò ancora più a sé, impegnato com'era a racchiudere le labbra di Kristen tra le proprie. L'uomo si lasciò andare a un brontolio indistinto, i palmi attorno ai fianchi.

Kristen ne approfittò per cacciargli la lingua in bocca, trasferendo le sue carezze altrove. La curva appena accennata dei pettorali – assieme a quella altrettanto affascinante delle sue spalle –, le braccia forti al punto giusto. Marcus si lasciò catturare e approfondì il bacio, addolcendolo di tanto in tanto. Lei inclinò più volte la testa seguendo il suo ritmo, dai toni sempre più sensuali e coinvolgenti. C'era anche una nota di dolcezza, però. Era come se lui stesse cercando di avvolgersi – e di avvolgerla – nello zucchero filato; nel suo abbraccio percepiva un desiderio frammisto al continuo bisogno di sentirsi apprezzato.

O magari, ancor più semplicemente... amato.

Kristen si scostò del tutto la coperta, il corpo in fiamme. Con la punta delle dita lo sfiorò più basso, e non riuscì a non sorprendersi quando percepì il familiare accenno della sua erezione intrappolata nei boxer. Era di nuovo pronto; pronto per lei. Con un pizzico di audacia, cominciò a strofinargliela finanche infiltrandosi, a più riprese, all'interno degli slip. Una serie di gemiti gutturali scosse entrambi nel profondo, le dita di Kristen che la stringevano con decisione. Senza perdere altro tempo, la liberò e continuò a solleticarla. Vederlo sopraffatto dal piacere era una gioia per gli occhi. Un altro pensiero – ben poco casto – le sfiorò la mente. Si morse le labbra, l'erezione di lui in bella vista; le sue incessanti carezze a plasmarne i contorni decisi, pregni di una virilità irresistibile. Si sentiva estremamente potente, ma se da un lato l'incanto le accendeva lo sguardo, dall'altra parte desiderava ancora più intimità. Nello specifico, avrebbe voluto sentire la sua erezione anche su di sé. Abbandonando ogni remora, si mise in ginocchio di fronte a lui e se la portò fra i seni, che afferrò a piene mani cominciando, quindi, a sfregarvela contro. Sospirò profondamente, il piacere più intenso che l'avvolgeva tutta. Sì, magari la sua era una mossa fin troppo azzardata, ma con Marcus si sentiva del tutto libera di esprimere se stessa, di sperimentare fino alla nausea, come fosse alla costante ricerca di sensazioni mai provate prima.

Non si era mai spinta così oltre con Herbert, tantomeno con i suoi ex. E nemmeno ci aveva mai pensato, a uno scenario di quel tipo.

Forse Herbert l'avrebbe voluto?

Soltanto a seguito di quella domanda spuntata da chissà dove nella sua testa, Kristen si rese perfettamente conto di quanto fosse stato stupido chiederselo. Ormai non aveva più alcuna importanza.

In preda al più estremo godimento, continuò a muoversi su e giù, l'intero corpo proteso alternativamente in avanti, e quindi ancora indietro, incapace di comportarsi da semplice spettatore. All'inizio lo fece con insolita leggerezza, ma, ben presto, le continue smorfie di piacere di Marcus, come i suoi sospiri sempre più intensi, l'avevano indotta a lasciarsi andare sempre di più. Le piaceva molto quella specie di gioco: esercitare un certo potere su un uomo che sembrava assai più incline alle manifestazioni d'affetto a dispetto del piacere carnale vero e proprio rappresentava, per lei, un'assoluta novità.

Quando l'erezione di Marcus si fece completa e lo vide scalpitare sul posto, Kristen afferrò la bustina incriminata e l'aprì. Questa volta fu lei ad aggiustargli il profilattico, l'emozione che scorreva a fiumi nelle sue vene. Gli saltò subito in groppa e, con l'aiuto di Marcus, si appropriò lentamente della sua virilità, la voglia di lui che si faceva sempre più pressante. Quando i loro corpi si fusero, Marcus riversò la testa all'indietro, mentre Kristen sollevò i fianchi e li riabbassò un paio di volte per adattarsi a lui, quindi incominciò a dare libero sfogo a tutta la sua passione per lui. Da troppo tempo non assaporava una connessione così profonda con un uomo. E quella connessione le piaceva da matti.

Avrebbe dovuto sentirsi sfruttata, ferita nell'orgoglio, forse persino raggirata. Eppure, le riusciva soltanto di realizzare quanto Herbert l'avesse spesso trattata da zerbino, senza concederle il minimo spazio. Marcus, invece, sembrava persino disposto ad ascoltarla. Gliel'aveva letto negli occhi. In quegli occhi tanto lucidi e annebbiati a causa del forte piacere fisico che a ogni stoccata si faceva ancora più intenso. In quegli occhi che la scrutavano nel profondo – e senza alcuna paura.

Marcus le strinse forte il fondoschiena e continuò a guidarla verso di lui, il costante dondolio di Kristen che si faceva sempre più concitato, le labbra dell'uomo che le tormentavano i seni e parte del collo a più riprese. Gemiti soffocati alternati a lamenti più goduriosi. Una passione irrefrenabile scolpita a fuoco sui loro corpi. A un certo punto, Marcus le si avventò sulla spalla; un morso deciso, quasi animalesco. Non passò molto tempo perché entrambi crollassero, stremati e appagati, l'uno sull'altra. Istintivamente, si scambiarono un casto bacio e si accinsero a riprendere fiato.

E questa volta, rimasero abbracciati.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro