18. The lonely - Parte I

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Cari lettori ❤ 

Spero vogliate perdonare l'attesa, ma eccoci qua con un nuovo capitolo di BROKEN - Il passato tra noi :D

Grazie come sempre a tutti voi lettori, a quelli che lasciano un commento che mi strappa un sorriso, a quelli che votano e anche a quelli che passano silenziosi.

Per me siete molto preziosi ❤ 

Vi auguro buona lettura ^-^

"Two am, where do I begin?

Crying off my face again

The silent sound of loneliness

Wants to follow me to bed

I'm a ghost of a girl

That I want to be most

I'm the shell of a girl

That I used to know well

Dancing slowly in an empty room

Can the lonely take the place of you

I sing myself a quiet lullaby

Let you go and let the lonely in

To take my heart again"    

The lonely - Christina Perri



Era finalmente arrivata l'ora di pranzo e Aurora poteva fare una pausa. Aveva seguito cinque ore di lezione quella mattina, e si sentiva esausta. Aveva preso appunti per tutto il tempo, obbligandosi così a non guardare il cellulare.

Prima che le lezioni cominciassero aveva mandato un messaggio a Marco per chiedergli che fine avesse fatto e se stesse bene, ma non aveva ricevuto nessuna risposta.

Avrebbevoluto che non gliene fosse importato niente, avrebbe voluto non doversichiedere continuamente se lui le avesse risposto, oppure se avesse provato atelefonarle.    

Eppure era così. Le importava e non poteva negarlo.

Prese il cellulare dalla tasca dello zaino, con l'ansia che le attanagliava il petto e le accorciava il respiro. Premette il tasto principale e guardò lo schermo illuminarsi.

Nessun messaggio, nessuna chiamata. Non l'aveva cercata.

Un nodo le si formò in gola e poi scese più giù, fino a raggiungere la bocca dello stomaco. Era come un dolore sordo, un fastidio cronico, costante e persistente. Era un tipo di sofferenza che Aurora conosceva bene, perché l'aveva accompagnata durante gli ultimi cinque anni, da quando aveva scoperto che il ragazzo che amava, il suo primo amore, era precipitato nella spirale della droga.

Sapeva bene che la faccenda con Marco non aveva niente a che vedere con la sua storia con Leonardo. Eppure quel dolore era di nuovo lì, come un amaro déjà-vu.

«Ehi Aurora, pronta per il pranzo?»

Eleonora spuntò alle sue spalle, intenta a recuperare la bottiglietta d'acqua dalla borsa.

Aurora si affrettò a rimettere il cellulare nello zaino, poi fece un lungo respiro, nel tentativo di rilassare i nervi, e si avviò con la sua amica verso un'aula libera, per consumare il pranzo al riparo dal freddo e dalla pioggia che era caduta incessantemente per tutta la mattina.

«Allora, quali novità hai per me oggi?» chiese Eleonora, piena di entusiasmo.

Aurora rimestò l'insalata nella sua ciotola, desiderando di poter evitare quella conversazione dai risvolti prevedibili. Sapeva bene cosa avrebbe pensato la sua amica, come avrebbe interpretato il silenzio di Marco. Lei stessa non riusciva a pensare ad una spiegazione diversa, pur odiando l'idea che potesse essere così.

Chiunque fosse stato a conoscenza dei fatti, le avrebbe detto che ogni indizio portava alla stessa conclusione. Marco l'aveva solo illusa e per lui non si era trattato altro che di un'avventura a cui non desiderava dar seguito.

Eppure Aurora non voleva proprio crederci. Non riusciva neanche ad immaginare che l'unica persona a cui, dopo un anno di silenzio, era riuscita a confidare tutto l'inferno che aveva attraversato, l'avesse solo usata. Non poteva averle detto di amarla solo per un gioco crudele. 

Non poteva essere così. Aurora si rifiutava di crederlo.

«Per oggi nessuna purtroppo» replicò la ragazza, con un mezzo sorriso pronto a nascondere tutta la sua angoscia e la sua delusione.

«Come nessuna?» insistette l'amica, con voce incredula. «Possibile che non vi siate detti nulla quando vi siete visti, o sentiti? Dai, non ci credo proprio» disse sorridendo e dandole una piccola spintarella con il gomito.

«Già, mi dispiace deluderti Ele, ma è così. Silenzio radar completo» ammise Aurora alla fine.

Eleonora si voltò per guardarla in faccia, con espressione sbalordita.

«Cioè mi stai forse dicendo che dopo ieri mattina non si è fatto più né vedere né sentire?!»

Aurora notò che il tono di voce dell'amica si era alzato almeno di un'ottava. Doveva essere davvero sorpresa per avere quella reazione.

«Proprio così...»

La ragazza non sapeva cos'altro dire. Ogni altra parola sarebbe sembrata superflua, terribilmente fuori posto. 

La sorpresa di Eleonora la feriva, non faceva altro che sottolineare quanto quella situazione fosse strana, anomala, o almeno lo sarebbe stata agli occhi di chiunque si fosse aspettato che il loro incontro fosse stato una questione d'amore, e non solamente di sesso.

«Davvero strano... Non posso dire di conoscere Marco molto bene, ma Cristian me lo ha sempre descritto come un ragazzo molto sensibile, con la testa sulle spalle, molto riservato... Non esattamente il tipo che va a letto con una ragazza e poi sparisce senza dare nemmeno una spiegazione.»

Aurora posò la ciotola sul banco, portò i piedi sulla panca dell'aula e si avvolse le gambe con le braccia, poggiando il mento sulle ginocchia, nella speranza di trovare conforto in quell'abbraccio autoconsolatorio.

Nel vederla così, anche Eleonora abbandonò il suo pasto e si avvicinò all'amica, circondandole le spalle e tirandola piano verso di sé, nella speranza che quel gesto potesse farla stare meglio e che fosse più efficace delle parole che aveva scelto.

Aurora si lasciò cullare dall'abbraccio affettuoso della compagna, poggiando la testa sulla sua spalla. Conosceva quella ragazza solo da poche settimane, eppure non si era resa conto di aver bisogno di un'amica fino a quando lei non era giunta in suo soccorso.

Per molti anni per lei c'erano stati solo la sua famiglia, la musica e Leonardo. Ma la notte dell'incidente aveva perso ogni cosa.

Aveva detto addio alla musica.

Non aveva più rivisto Leonardo.

E per quanto la sua famiglia le fosse rimasta accanto, sapeva che le cose con loro non sarebbero mai tornate come prima.

Nessuno aveva neppure osato dirlo ad alta voce, non in sua presenza, ma non ve n'era bisogno. Aurora sapeva bene cosa ne pensavano i suoi familiari di quella notte. Sapeva bene che, in parte, la ritenevano responsabile di quello che era successo.

Aveva perso il conto di quante volte le avevano ripetuto di lasciar perdere il ragazzo drogato e pieno di problemi, quante volte l'avevano ammonita su quanto sarebbe potuto accadere se avesse continuato a frequentarlo, ma lei non aveva dato loro ascolto.

Il suo io razionale non era stato in grado di opporsi alla spirale di autodistruzione in cui era precipitato il suo fragile cuore innamorato.

E ne aveva pagato le conseguenze, lo avrebbe fatto per il resto della sua vita.

Non ci sarebbe stato giorno in cui si sarebbe svegliata senza ricordare quello che le era successo quella notte. Lo sapeva lei, e lo sapevano le persone che le erano rimaste accanto. Era per quello che non le avevano mai detto apertamente quello che pensavano.

Nessuno di loro avrebbe mai avuto il coraggio di dirle in faccia che, se quella notte si trovava in quella macchina, se quella maledetta notte la sua vita era andata in pezzi, la colpa era solo e soltanto sua.

Ma l'abbraccio di Eleonora era diverso.

Lei non era a conoscenza dei dettagli di quello che le era successo, lei non poteva biasimarla o compatirla. Voleva solo farle sapere che, al di là di tutto quello che le era capitato e che le stava capitando in quel momento, era lì per lei. Per ascoltare i suoi silenzi, per asciugare le sue lacrime, per supportarla con un abbraccio. Per essere sua amica.

E Aurora le fu immensamente grata per questo. 

Beh, cosa ne dite di questo momento tra amiche? :) Vi è piaciuto? 

Voi, al posto di Aurora, cosa avreste pensato del silenzio di Marco?

Vi aspetto nei prossimi giorni con il seguito di questo capitolo ^-^

E come sempre, se quello che avete letto vi è piaciuto, lasciate pure un commento e una stellina ^-^

A presto 

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