21. Where the river bends - Parte I

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Cari amici e lettori 

Mi dispiace moltissimo di averci messo così tanto per pubblicare il nuovo capitolo, purtroppo a volte la vita reale ci risucchia e non è possibile sottrarsi ad alcuni impegni improrogabili... Quindi ho dovuto necessariamente sospendere la scrittura per una decina di giorni.

Ma eccomi tornata, più entusiasta e attiva che mai, pronta a regalarvi tante emozioni (spero!!!).

Chi avrà spiato Aurora e Marco dalla finestra?? Siete curiosi di scoprirlo?

Basta chiacchiere, avete atteso abbastanza! Vi lascio alla lettura di questo capitolo :D

E ricordate di commentare e farmi sapere cosa ne pensate, ci tengo moltissimo 

"Tell me what you think, tell me what you feel

Is this thing a fake, or is it for real

Is it what you hoped for, what you dreamed

Is it something strange, that you never seen

Does it lift you up, closer to the light

Does it send you raging into the night

Where did it begin, will it ever end

Where the sun sets and the river bends"

Where the river bends - Matthew Barber

Falco sospirò profondamente e si allontanò dalla vetrata, cercando di riprendere il controllo della tempesta emotiva che imperversava dentro di sé, prima che sua sorella rientrasse in casa.

Non riusciva a credere che Aurora rivolgesse ancora la parola a quell'imbecille che la stava facendo soffrire così tanto. Tutta quella storia gli sembrava un interminabile e orrendo déjà-vu.

Già una volta l'aveva vista donare il suo cuore alla persona sbagliata.

Leonardo non aveva fatto altro che approfittare della fiducia e dell'ingenuità di sua sorella per fare i suoi porci comodi, riempiendola costantemente di bugie e causandole sofferenza. E l'incidente in cui l'aveva coinvolta era solo la punta dell'iceberg.

Falco aveva perso il conto di quante volte aveva visto Aurora seduta sui pochi gradini che conducevano dal portone di casa loro alla strada, con lo sguardo impaziente rivolto alla fine del vicolo, nella vana attesa che Leonardo passasse a prenderla per portarla fuori, come le aveva promesso.

Mille volte aveva assistito a quella scena, e altrettante era stato costretto a sedersi sulle scale accanto a lei e a consolarla, ascoltando tutte le ipotetiche congetture che, puntualmente, Aurora raccontava a sé stessa per giustificare il fatto che il suo ragazzo avesse mancato alla parola data, ancora una volta.

E Falco ricordava bene la sensazione di furia cieca che lo aveva investito in quelle circostanze, quella rabbia che gli aveva fatto prudere le mani e che non aveva mai avuto modo di sfogare.

Dalla sera dell'incidente non era passato giorno in cui non avesse rimpianto di non aver fatto nulla per impedire a quel ragazzo di trascinare Aurora nella sua spirale autodistruttiva.

Aveva maledetto Leonardo per averla distrutta, nel corpo e nell'anima, e aveva maledetto sé stesso per averglielo lasciato fare.

Ma di una cosa Falco era più che certo: non avrebbe mai permesso a nessun altro di prendersi gioco di sua sorella, non di nuovo.

Dopo quello che aveva visto, sapeva di doverle parlare. Era convinto che, dopo la scazzottata con Marco e la seguente conversazione con Aurora, la ragazza si sarebbe finalmente decisa a mettere un punto a quella storia e a interrompere ogni contatto con l'imbecille ubriacone. Ma la scena a cui aveva appena assistito dimostrava che si sbagliava.

Lei se n'era innamorata, non c'era più alcun dubbio.

Falco conosceva troppo bene sua sorella, tanto da sapere che, nonostante le cose che le aveva raccontato su quel ragazzo, se lui le avesse chiesto la possibilità di spiegarsi, lei gliel'avrebbe concessa. E non c'era cosa che lo facesse incazzare di più.

Ma Falco aveva preso una decisione: non sarebbe più rimasto in silenzio. Avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per impedire a quel disastro di ripetersi ancora una volta.

Non appena il ragazzo sentì la serratura della porta di casa scattare, fece un respiro profondo e si preparò ad affrontare la ragazza.

Aurora entrò in casa con gli indumenti grondanti d'acqua e lo sguardo basso, intenta ad escogitare un modo per non sgocciolare ovunque. Così si fermò sull'uscio dell'appartamento, posò lo zaino davanti alla porta e provò a slacciarsi gli stivaletti blu di camoscio, ormai completamente fradici, così da evitare di lasciare orme dappertutto.

Non appena ebbe finito e sollevò la testa, si ritrovò la figura alta e slanciata di Falco ad un passo da lei, con le braccia conserte e lo sguardo torvo.

Il suo cuore mancò un battito per la sorpresa, e non appena si riprese: «Porca miseria Falco, mi hai fatto prendere un colpo! Tipare il modo di sbucare all'improvviso, senza dire nemmeno una parola?!  » disse la ragazza, con la mano destra posata sul petto all'altezza del cuore, come se servisse a impedirgli di continuare la sua folle corsa e di fuoriuscire dalla gabbia toracica.

«Mi dispiace di averti spaventata, ma ho bisogno di parlarti, ora.»

Il tono di Falco era grave e asciutto, segno che qualcosa non andava.

«È così importante? Perché sono bagnata fradicia e vorrei prima asciugarmi e...»

«Ci hai parlato di nuovo, non è vero?» la interruppe bruscamente il ragazzo.

Sapeva che Aurora aveva ragione: se non si fosse cambiata al più presto, con quei vestiti zuppi avrebbe finito per prendersi una polmonite. Ma la rabbia aveva avuto la meglio su di lui, impedendogli di ragionare con lucidità e aspettare ad affrontare il discorso.

Sua sorella sgranò gli occhi, sorpresa e confusa da quella domanda. Come aveva fatto Falco a sapere che aveva rivisto Marco?

«Di che stai parlando?». In quel momento pensò che fingere di non capire forse avrebbe potuto salvarla dall'avere una conversazione difficile e spiacevole con suo fratello.

«È inutile che provi a negare Aurora. Vi ho visti dalla finestra, parlottare sotto casa. Non riesco a credere che ti sia fatta abbindolare ancora una volta...»

La ragazza rimase senza fiato. Le parole sprezzanti di Falco l'avevano colpita come un pugno alla bocca dello stomaco.

Non riesco a credere che ti sia fatta abbindolare ancora una volta...

Dunque era così che suo fratello la vedeva... Come la ragazzina ingenua che, un tempo, si era lasciata sedurre dal ragazzo più grande, quel ragazzo che le aveva promesso il mondo per poi regalarle solo l'inferno più oscuro.

E forse aveva ragione, un po' ingenua lo era stata anche con Marco. Si era lasciata rapire da quei magnetici occhi verdi ed era rimasta intrappolata nella rete di segreti e misteri che avvolgevano tanto il passato di Marco quanto il suo.

Ma dopo la bufera che aveva dovuto affrontare con Leonardo, non avrebbe permesso più a nessun ragazzo di sconvolgere la sua vita e quella della sua famiglia, Falco avrebbe dovuto saperlo.

La totale mancanza di fiducia di suo fratello in lei la lasciava basita e ferita.

«Non posso credere che tu mi reputi così stupida Falco...» replicò lei amareggiata. «Pensi davvero che io sia così ingenua?»

«Questo devi dirmelo tu Aurora! Io so solo che ti ho vista parlare ancora una volta con quell'imbecille, e dopo quello che ti ho raccontato l'altra sera speravo davvero che l'avresti lasciato perdere!»

La voce di Falco si era alzata di un'ottava. Aurora non ricordava di averlo mai visto così furibondo, non con lei almeno.

«C'è una buona ragione se ci ho parlato ancora!» rispose lei a tono. «Innanzitutto non sono andata io a cercarlo, è venuto lui da me. E poi mi ha promesso che mi spiegherà tutto e...»

«Ancora credi alle promesse dei tipi così Aurora?!» urlò il ragazzo, ormai fuori controllo. «Come fai a sapere che non ti riempirà di bugie, eh?! Chi ti dice che quello che ti racconterà non sarà solo un mucchio di scuse per giustificare i suoi sbagli?! Quante altre volte dovrai ripetere sempre lo stesso errore?!»

«Marco non è Leonardo!» urlò lei di rimando. La discussione stava degenerando sempre più velocemente e la ragazza era sconvolta. Sin da quando aveva memoria, non aveva mai litigato con Falco, neppure da bambini, e quel diverbio con lui la feriva nel profondo.

Non riusciva a credere alle cattiverie che suo fratello le stava urlando letteralmente in faccia. Non lo aveva mai fatto prima di allora, sapeva bene che non era da lui.

«Ah sì? Non è come Leonardo? Beh, ricordatelo quando ti spezzerà il cuore anche lui, perché stavolta non ho intenzione di trasferirmi dall'altra parte del mondo per salvarti di nuovo dai tuoi errori. Questa volta ti ho avvisata, quindi non venire a piangere da me quando ti farà soffrire. Cavatela da sola» disse il ragazzo in tono brusco, prima di lasciare l'ingresso e sbattersi la porta della sua stanza alle spalle.

Aurora aveva le lacrime agli occhi.

Non riusciva a capacitarsi che Falco le avesse rivolto delle parole così dure e crudeli.

Era consapevole che per lui, più che per chiunque altro della sua famiglia, il trasferimento aveva comportato moltissime rinunce, delle quali però non si era mai lamentato, almeno fino a quel giorno. Non poteva credere che suo fratello glielo avesse rinfacciato. Doveva essere proprio fuori di sé per scaricarle addosso tutta quella rabbia e quella frustrazione.

Eppure non riusciva a biasimarlo: per quanto quelle parole l'avessero ferita, una parte di lei non poteva fare a meno di pensare che Falco avesse ragione.

Nulla avrebbe potuto impedire a Marco di riempirla di bugie, proprio come aveva fatto Leonardo.

Ma dopo la confessione che le aveva fatto riguardo all'adozione, non poteva negargli la possibilità di spiegarsi.

Aurora ripeté a sé stessa che gli avrebbe concesso il beneficio del dubbio solo un'ultima volta, e se le spiegazioni di Marco non l'avessero soddisfatta, avrebbe chiuso quel rapporto una volta per tutte.

Così fece un respiro profondo, si asciugò una lacrima che era rotolata silenziosa lungo la guancia, arrossata in seguito alla litigata, e si diresse nella camera che condivideva con Isabella.

Quando spalancò la porta non si stupì di trovare la stanza vuota. Probabilmente sua sorella era ancora a lezione in conservatorio, lo confermava l'assenza sulla scrivania della custodia del suo flauto traverso.

Aurora si sfilò il cappotto, ancora fradicio come ogni altro indumento che indossava, e lo posò sulla spalliera della sedia, nella speranza che, durante la notte, potesse asciugarsi almeno un po' col calore proveniente dai termosifoni.

Mentre si sfilava i calzini, anch'essi bagnati, le parole di Falco le riecheggiarono nella testa.

Quante altre volte dovrai ripetere sempre lo stesso errore?!

E con quella frase per la mente, la ragazza abbandonò le calze sul pavimento e si avvicinò allo scaffale montato proprio sopra la scrivania, dove aveva riposto qualcuno dei libri a cui era più affezionata.

E lì, tra gli altri, individuò subito quello che stava cercando. Con l'indice destro fece scivolare il piccolo volume in avanti, per poi stringerlo con entrambe le mani. Era una raccolta di poesie di Pablo Neruda, per lo più dedicate all'amore.

Lo sfogliò fino a quando non vide sbucare tra le pagine un foglio dalla consistenza diversa. Lo tirò fuori, posò il libro sulla scrivania, e fissò con nostalgia quel pezzo di carta.

Era una fotografia, una di quelle che aveva custodito gelosamente per molti anni.

Lo sfondo era quello del mare di Polignano, il mare di casa, ricco di tutte le sfumature più belle del blu, dal celeste chiaro più a riva, all'azzurro intenso dei fondali più profondi.

E lì, in primo piano, due ragazzi che si baciavano.

Aurora stentava quasi a riconoscerli.

In quella foto lei aveva sedici anni e Leonardo ne aveva compiuti da poco diciotto. Stavano insieme da sei mesi e quella era la loro prima estate insieme. Un amico comune con la passione sfrenata per le fotografie aveva immortalato quel momento a loro insaputa.

Quello scatto rubato le pareva una vecchia diapositiva, una di quelle che raccontano la storia di giorni felici e spensierati, pieni d'amore, così lontani nel tempo da sembrare appartenere ad un'altra epoca, un'altra vita, forse la vita di qualcun altro.

E Aurora si ritrovò a chiedersi che fine avesse fatto quell'affascinante ragazzo biondo con le braccia tatuate, quello che l'aveva corteggiata e coccolata fino a quando lei non era caduta ai suoi piedi. Il ragazzo che le aveva rubato il cuore promettendole amore e fedeltà, e che glieli aveva concessi, almeno per un po'. Lo aveva visto andar via poco alla volta, perso dietro il fumo e la droga, incapace di sapervi rinunciare, neanche per amor suo.

Quell'immagine stampata su carta lucida era per Aurora un eterno promemoria di quello che Leonardo era stato, di quanto si fossero amati e di quanto male si fossero poi fatti a vicenda.

Aveva conservato quella fotografia per sei anni, incapace di liberarsene anche dopo l'incidente.

E nonostante tutto il dolore, le bugie e le delusioni, riguardando il profilo del diciottenne che la baciava nella foto, la ragazza non poté fare a meno di chiedersi che fine avesse fatto Leonardo, se fosse riuscito a sconfiggere i suoi demoni, se stesse bene.

E se stesse pensando a lei.

Allora, qualcuno di voi aveva immaginato che lo "spione" fosse proprio Falco xD

Ma vi aspettavate la lite con Aurora?

Voi cosa ne pensate?

Grazie ancora a tutti voi perché continuate a seguire questa storia, per tutti i voti e i commenti che mi lasciate, mi riempiono il cuore di gioia 

A presto con la seconda parte di questo capitolo :)

Grazie di cuore a tutti 

Sempre vostra 

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