21. Where the river bends - Parte II

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

N.B. Il contenuto di questa parte del capitolo è stata sottoposta a CENSURA. Potete trovare il capitolo nella sua versione integrale nel libro "BROKEN - Il passato tra noi - Explicit" presente sul mio profilo.

Ricordo a tutti che la censura non pregiudica il contenuto del capitolo e non elimina fatti salienti ai fini della trama; si limita solo a sorvolare su scene eccessivamente esplicite e ad utilizzare un linguaggio consono a tutti.


Cari amici e lettori ❤ 

Stavolta, per farmi perdonare della lunga attesa precedente, mi sono adoperata per completare in anticipo la seconda parte di questo capitolo :D

Spero davvero che vi piaccia ^-^

Come sempre ne approfitto per ringraziare tutti voi lettori, quelli più vecchi ed affezionati, e quelli più recenti ❤ 

Sono contenta che le vicende di Marco e Aurora siano riuscite a coinvolgervi ❤ 

Vi auguro buona lettura ❤ 


Non appena fu all'interno della sua camera, Falco si chiuse la porta alle spalle e vi si poggiò contro, cercando di calmare il respiro.

Durante la discussione con sua sorella aveva completamente perso il controllo, lasciando che fossero la rabbia e la frustrazione a parlare per lui. Non riusciva ancora a credere di averle rivolto quelle parole: in pratica era stato come rinfacciarle la responsabilità della decisione che aveva preso di trasferirsi a Firenze insieme al resto della famiglia, e della conseguente lontananza da Beatrice.

Una volta recuperato il controllo delle sue emozioni, Falco fu immediatamente divorato dai rimorsi, consapevole di quanto quell'infelice scelta di parole avesse ferito Aurora.

Sapeva bene che la colpa di tutto quello che era successo non poteva essere imputata a lei, in particolar modo il trasferimento. Eppure, in quel momento, ripensando all'immagine rifratta dalle gocce di pioggia di Marco e Aurora davanti al portone di casa, non aveva potuto fare a meno di provare un misto di rabbia e paura.

Rabbia all'idea che sua sorella fosse caduta nella rete di un ragazzo assolutamente inaffidabile, ancora una volta, e paura che quell'imbecille ubriacone potesse farla soffrire esattamente come aveva fatto Leonardo.

Se i suoi peggiori presentimenti si fossero tramutati in realtà, ogni sacrificio fatto dalla sua famiglia per dare ad Aurora una nuova vita, lontana da tutti i ricordi dolorosi, sarebbe stato vano, compresa la sua rinuncia a rimanere accanto a Beatrice, la ragazza che amava da ormai sei anni.

Falco ricordava ancora perfettamente la prima volta che l'aveva vista. Ogni dettaglio di quel primo incontro era marchiato a fuoco nella sua mente, come fosse accaduto solo il giorno precedente.

Era una tiepida giornata di settembre e il sole delle sette del mattino, ancora basso nel cielo, illuminava timidamente i binari della stazione di Polignano.

La banchina era gremita di lavoratori e studenti universitari in attesa del treno che li avrebbe portati, come ogni giorno, in direzione Bari.

E Falco era tra loro, con la tracolla penzolante dalla spalla destra contenente un blocco per gli appunti e un fascicolo di slides, pronto a seguire le lezioni del secondo anno di Economia. Era già un anno che prendeva quel treno e la maggior parte dei visi che lo circondava gli era familiare.

Ma quella mattina, mentre il suo sguardo era puntato verso sud, in attesa di scorgere il treno materializzarsi all'orizzonte, sentì un tocco leggero sul braccio destro e una voce delicata richiamare la sua attenzione.

«Scusami, il treno per Bari fermerà su questo binario?» sentì dire alla voce femminile.

Quando Falco si girò e posò il suo sguardo su Beatrice, ne rimase incantato all'istante.

Non sapeva dire se a colpirlo di più fosse stata la curva delicata delle sue labbra color ciliegia, il naso sottile leggermente all'insù oppure i grandi occhi nocciola che lo scrutavano curiosi; l'unica certezza che aveva era il brivido che gli aveva percorso tutta la schiena, fino alla nuca, nell'esatto momento in cui si era voltato verso di lei.

«Allora?» chiese la sconosciuta, impaziente di ricevere l'informazione.

«Come? Ah sì, scusa. Sì sì, fermerà qui sul primo binario» si affrettò Falco, un po' impacciato.

«Perfetto, ti ringrazio molto» rispose la ragazza, sfoderando un sorriso di sollievo e gratitudine.

Poi, inaspettatamente, allungò la mano destra verso Falco. «Comunque io sono Beatrice, piacere».

Lui impiegò diversi secondi prima che il suo corpo e la sua mente si riconnettessero e fosse in grado di ricambiare la stretta.

«Piacere mio, sono Falco» rispose lui, porgendole la destra, che lei afferrò energicamente.

Pochi minuti dopo quel primo contatto, il treno giunse in stazione facendo stridere le ruote sui binari. Lui la lasciò salire per prima, assicurandosi allo stesso tempo che nessun altro dei passeggeri la spintonasse nella fretta di imbarcarsi sul mezzo, come accadeva ogni mattina.

Così trascorsero il tempo del tragitto fino a Bari a parlare del più e del meno, di quanto fosse odioso viaggiare quando il treno era così pieno, dei continui ritardi e cancellazioni, del tempo, e infine di loro.

Così Falco scoprì che Beatrice era una matricola iscritta alla facoltà di Lingue e Letterature straniere e che, come lui, amava lo sport. E più la ascoltava parlare, più si sentiva inevitabilmente attratto da quella voce dolce e frizzante allo stesso tempo.

Fu così che Falco e Beatrice si conobbero, per un puro intreccio del caso.

Da quella volta, si erano incontrati in stazione ogni giorno, per un mese, prima che Falco trovasse il coraggio di invitarla fuori per un'uscita.

E Beatrice non aveva esitato un attimo ad accettare.

Da quella sera avevano scelto di legarsi l'uno all'altra ed erano rimasti insieme sei anni, nonostante qualche litigata ogni tanto, nonostante il trasferimento di lui, nonostante la distanza.

E ripensando a quei momenti insieme a lei, Falco non poté fare a meno di sentire una stretta al cuore e l'irrefrenabile voglia di averla lì, in quell'instante, stretta fra le sue braccia.

Lentamente lasciò scivolare la schiena lungo la porta, fino a quando non si ritrovò seduto per terra, con le gambe distese davanti a sé.

Sbottonò piano i pantaloni grigi che aveva indossato poco meno di un'ora prima, mentre si preparava per andare a lavoro. Sapeva che quello che stava per fare lo avrebbe fatto arrivare in ritardo, ma da quando l'immagine di Beatrice aveva preso il controllo della sua mente, anche il corpo si era lasciato soggiogare.

Falco chiuse gli occhi e ripensò a lei, alla curva gentile della sua nuca, contornata da lisci capelli color dell'ebano, alla morbidezza della sua pelle dorata, che si riempiva di brividi ogni volta che la sfiorava.

Pian piano l'immagine di Beatrice prese sempre più corpo, fino a quando Falco non ebbe l'impressione di averla lì con lui.

Falco rimase dov'era per diversi minuti, ansante e con gli occhi chiusi, nel disperato tentativo di prolungare l'inganno ancora per un po'. E quando la scossa di piacere si fu esaurita, non gli restò che spalancare lo sguardo sulla realtà della sua stanza vuota, avvolta nella penombra.

E fu allora che una lacrima solitaria gli cadde lungo la guancia sinistra, perdendosi attraverso il labirinto di corti peli che gli ricoprivano le guance.

Da quando aveva incontrato la sua Beatrice, non era passato giorno senza che si fossero visti. Quel mese lontani per loro equivaleva ad un'eternità.

Falco ripensò ai biglietti del treno chiusi nel primo cassetto della sua scrivania, quei biglietti che da lì a qualche settimana lo avrebbero riportato da lei, a Polignano. Ma in quel momento i ventidue giorni che lo separavano dalla partenza gli parvero davvero troppi.

Aveva bisogno di sentire la sua voce, subito.

Così infilò la mano sinistra nella tasca dei pantaloni per tirarne fuori il cellulare, ne sbloccò lo schermo e subito trovò il numero di Beatrice in cima alla lista dei contatti "Preferiti"; quindi, senza esitare, premette l'icona della cornetta verde e portò il telefono all'orecchio.

Ci vollero cinque interminabili squilli prima che Beatrice rispondesse.

«Ehi, Falco. Come mai mi chiami a quest'ora?»

Tra tutte le possibili parole che il ragazzo si aspettava di sentire, quelle erano certamente in fondo alla lista. La voce di Beatrice non era dolce e allegra come suo solito, ma sembrava piuttosto sorpresa e incerta. A onore del vero, non era quello il momento della giornata in cui si sentivano, perché di solito a quell'ora Falco era sempre di turno al bar. Avevano quindi preso l'abitudine di scambiarsi una telefonata all'ora di pranzo, quando lui era ancora a casa e lei in pausa dalle lezioni o dallo studio.

Quindi la sorpresa nel tono di voce della ragazza era più che comprensibile, anche se c'era qualcos'altro che turbava Falco, qualcosa che però, in quel momento, lui non era in grado di decifrare.

«Ehi piccola, stasera comincio il turno un po' più tardi» mentì lui «e avevo voglia di sentirti, quindi ti ho chiamata. Ti disturbo?» chiese, più per educazione che per altro, convinto che la ragazza sarebbe stata felice di conversare con lui, a prescindere dai suoi impegni.

«A dire il vero... Sono a casa di una mia collega fuorisede e stiamo preparando una tesina per un corso... Quindi non posso trattenermi a telefono, mi dispiace...»

Un'ondata di sconforto investì Falco, lasciandolo silenzioso per diversi secondi, con un senso di vuoto al centro del petto in progressiva espansione.

«D'accordo Bea, allora ti lascio tornare alle tue cose. È stato bello sentire la tua voce» disse lui, prima di congedarsi.

«Sì anche per me» si affrettò a rispondere lei. «Ci sentiamo domani» e riattaccò, senza aggiungere altro.

Falco abbassò il cellulare con lo schermo ancora illuminato, che mostrava come sfondo una foto scattata l'estate precedente, durante una gita ai trulli di Alberobello.

In quell'immagine, lui e Beatrice erano abbracciati e sorridenti, su una terrazza che offriva come sfondo l'agglomerato di cupole dei trulli, fatte con pietre grigio scuro e molte decorate con disegni di vario tipo, dal sole ai simboli di origine pagana o cristiana.

Ricordava bene quella giornata, quanto fosse stato bello passeggiare insieme a lei per i viottoli assolati del paesino, esplorarne ogni angolo più nascosto, alla ricerca dello scorcio perfetto da immortalare.

Ricordava gli abbracci, le risate, i lunghi baci che si erano scambiati all'ombra di quel vicolo adornato da piante rampicanti di profumatissime rose bianche, l'ultimo tarallo rimasto nella busta, quello che aveva lasciato a lei perché sapeva quanto amasse quella specialità locale.

Tutti quei frammenti del loro passato ferirono Falco come migliaia di piccolissime schegge di vetro a perforargli la testa.

Aveva sperato che quella telefonata avrebbe potuto tirarlo su di morale; ma dato il suo svolgimento e, in particolare, la sua conclusione, il ragazzo si ritrovò preda della malinconia e della solitudine ancor più di prima.

Fu l'orario stampato a grandi numeri sullo schermo del suo cellulare a riportarlo bruscamente alla realtà. Erano quasi le venti, e il suo turno al bar sarebbe dovuto cominciare già alle diciannove.

Così si affrettò ad andare in bagno, per rimuove i resti del momento di piacevole inganno a cui si era abbandonato, e darsi una riordinata.

Prima di uscire, si fermò qualche secondo davanti alla porta chiusa della stanza che condividevano le sue sorelle, indeciso se bussare per controllare che Aurora stesse bene, oppure no. Sollevò il pugno, pronto a picchiettarlo sullo stipite per annunciare la sua presenza, ma alla fine desistette, sicuro che quella conversazione avrebbe meritato più tempo di quello che lui aveva a disposizione in quel momento.

Così prese portafoglio, chiavi e cellulare e si precipitò fuori casa, diretto in tutta fretta al Music Time per il suo turno serale. 

Note

*Prima immagine: Beatrice, fidanzata di Falco.

*Seconda immagine: veduta di Alberobello, paesino caratteristico della Puglia.

So che questa versione "censurata" manca di qualcosa, ma spero che chiunque abbia scelto di leggerla non sia rimasto troppo deluso. 

Consiglio a chiunque possa e ne abbia voglia di leggere ugualmente il capitolo non censurato, così da potersi gustare a pieno questo momento dedicato interamente a Falco :)

In ogni caso, vi ringrazio per essere rimasti con me fino a questo punto, per tutti i commenti e le stelline che continuate a regalarmi 

Grazie di cuore 

Sempre vostra 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro