Prologo - Don't forget about me

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Cari lettori, 

per chi fosse appena arrivato, benvenuto in questa storia. Spero davvero che possa piacerti ed emozionarti :)

Ai miei lettori fedeli, che invece si staranno stupendo dell'arrivo a dir poco tardivo di questo prologo, voglio dire di non spaventarsi, non sono impazzita xD 

Semplicemente ho pensato che queste poche righe potessero stuzzicare la vostra curiosità e invogliare i nuovi arrivati a proseguire :)

Come al solito aspetto di ricevere i vostri commenti e i vostri pareri ^-^

D'ora in poi, al termine di ogni capitolo, troverete la traduzione della parte di testo delle canzoni che citerò :)

Buona lettura :*

"Hey, hey

Withput you there's holes in my soul

Hey, hey

Let the water in

Where ever you've gone?

How, how, how?

I just need to know

That you won't foget about me"

Don't forget about me - Cloves


«Ti prego, non andartene» implorò lui, la voce ridotta a un sussurro e le lacrime che minacciavano di straripare dai suoi occhi verde smeraldo come un fiume in piena.

Lei rimase in silenzio, immobile, con lo sguardo vitreo fisso sulla parete color ocra alle spalle del ragazzo.

Nonostante dalla finestra si potesse intravedere un cielo limpido e terso, segno che quella che stava cominciando sarebbe stata una giornata soleggiata, la bassa temperatura nella stanza fece rabbrividire entrambi.

Lei non mosse un muscolo, con le braccia abbandonate sulla striscia di materasso che li separava, mentre lui tirava fin sulle loro spalle la coperta sotto la quale si erano rifugiati la sera prima, per poi scoprirsi inevitabilmente un po' durante la notte, a causa del sonno agitato che li aveva colti.

Nella posizione in cui erano, stesi nel letto l'uno di fronte all'altra, il ragazzo poté studiare ogni più piccolo dettaglio del suo volto. I lunghi capelli erano raccolti in una treccia sottile e disordinata, dai toni spenti, che le ricadeva sul collo, il quale, come una vecchia cartina consumata dal tempo, lasciava intravedere l'intreccio di linee verdi e bluastre appena sotto il sottile strato di pelle; le iridi, del colore di un bel cielo primaverile, sembravano porte spalancate su una stanza vuota, segno che la sua mente era già altrove.

Lui allungò una mano per accarezzarle la guancia pallida e scavata, ritratto crudele di tutte le sofferenze che aveva dovuto affrontare. A quel delicato contatto, lei dischiuse appena le labbra chiare e screpolate, dandogli l'illusione che ci fosse ancora una possibilità, ma non ne uscì alcun suono.

Fu l'assenza di una risposta a rompere gli argini che fino a quel momento gli avevano impedito di abbandonarsi ad un pianto disperato.

Mille volte le aveva chiesto di restare e altrettante lei lo aveva accontentato. Aveva combattuto per lui e insieme a lui, ma arrivati a quel punto, il ragazzo capì che non doveva trattenerla oltre, o non avrebbero fatto altro che continuare a farsi male a vicenda.

Quello non era più il suo posto, ora lo sapeva anche lui.

Si issò su un braccio e si chinò su di lei, per sfiorarle appena la fronte fredda con le labbra, lasciando così che alcune lacrime gli scivolassero dal mento e ricadessero sulle sue gote ossute.

«D'accordo, so che devo lasciarti andare e che questa è la cosa migliore per entrambi, ma sappi che ovunque sceglierai di andare, sarai sempre nel mio cuore.»

Il ragazzo lasciò che gli ultimi singhiozzi gli scuotessero il petto, poi fece un respiro profondo e riprese il controllo della situazione, asciugandosi le guance con la manica della felpa grigia che aveva indosso dalla mattina precedente.

Indugiò ancora un istante a guardarla, per imprimere a fuoco nella sua mente ogni dettaglio di lei. Avrebbe preferito ricordarla come la persona forte e piena di vita che lui aveva imparato a conoscere e ad amare; forse un giorno lo sarebbe stata di nuovo, ma in quel momento non aveva più importanza, perché il ragazzo sapeva che, con ogni probabilità, quello sarebbe stato il loro ultimo incontro.

Lei sbatté debolmente le palpebre in segno di assenso, spezzando così le ultime catene che la tenevano ancorata a lui.

Scostò piano le coperte, si drizzò sulle gambe, seppur a fatica, e lentamente percorse a piedi nudi i pochi passi che separavano il letto dalla porta della stanza, senza voltarsi mai indietro.

Una volta oltrepassato l'uscio della camera, afferrò la maniglia con la destra e si richiuse la porta alle spalle, per non farvi più ritorno.

Cosa ve ne pare? Spero davvero che abbia stuzzicato il vostro appetito di lettori :D

Ecco qui di seguito, come promesso, la traduzione del pezzetto di testo da me citato della canzone Don't forget about me (= Non dimenticarti di me):

"Hey, hey

Senza di te ci sono buchi nella mia anima

Hey, hey

Lascia entrare l'acqua

Dove sei andato?

Come, come , come?

Ho solo bisogno di sapere

Che non ti dimenticherai di me"

A presto e grazie per aver iniziato/ per continuare a seguirmi 

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