15) Voglio subito un balletto privato

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

NAILEA THOMPSON POV

Riprendo conoscenza il pomeriggio seguente, con un mal di testa atroce, la gola secca, un vuoto nel petto e flashback scollegati della sera prima.

Io che bevo; Io e Richard su un palco a cantare; Io che bevo ancora; La gara di shottini al bancone del bar; il cabaret contro Ander; una rissa; io che curo Ander; io che faccio qualcosa che non avrei dovuto fare...

La mia memoria si ferma lì. Non so come sia arrivata a casa, sempre che ci sia effettivamente arrivata.

Solo in quel momento metto a fuoco l'ambiente intorno a me: carta da parati rosa rovinata, la porta del bagno rotta, un letto disordinato e pieno di cianfrusaglie, e il divano sopra al quale mi trovo, che di certo non è il mio.

Sono di nuovo a casa di Richard, ed ho indosso ancora la camicia di Ander. Mi guardo meglio intorno e tendo l'orecchio, ma sento solo silenzio. Lei non c'è.

Sbadiglio in modo spropositato prima di decidermi una volta per tutte di alzarmi per prendere un bicchiere d'acqua.

Mi stropiccio gli occhi e faccio un passo in avanti, aspettandomi di scontrare con i piedi il pavimento freddo, invece sobbalzo dallo spavento quando atterro su qualcosa di morbido che mi fa inciampare a faccia in giù, e che emette anche un gran lamento.

-Ah! Cristo!- Ander Martinez, stravaccato ai piedi del divano, si contorce dal dolore mettendosi una mano tra le gambe. -Le mie palle!-

-Oh mio dio, perdonami!- mi avvicino a lui intenta ad aiutarlo, pur rimanendo con le mani a mezz'aria non sapendo proprio dove metterle.

Ander emette un gemito di dolore corrucciando le sopracciglia. -Ghiaccio...- mormora a denti stretti.

Faccio come dice, mi catapulto verso il freezer e ne estraggo l'unico pacco di piselli surgelati che trovo, e che oltretutto sarà scaduto da mesi.

Ritorno da lui intenta a metterglielo nella zona dolorante, ma lui mi fulmina con lo sguardo e me lo strappa di mano.

-No! Faccio io, tu stai lontana da me piccola omicida.-

-Scusami davvero.- ripeto, ridacchiando al pensiero di averlo calpestato.

-Sai, non sembrano scuse sincere se ridi.-

-Sono sincera te lo assicuro.- non riesco a trattenermi dal ridere più forte però. -Non avevo idea che ci fossi anche tu.-

-Come scusa? Abbiamo passato tutta la sera e la notte insieme, siamo arrivati qui ubriachi marci e strafatti, e tu hai insistito perché dormissi con te sul divano visto che "non sei abituata a dormire sola", qualunque cosa voglia dire, mentre io ho preferito farti stare più comoda e restare in terra... -

-Oh...- riesco solo a dire, con nessuna memoria degli avvenimenti che mi ha descritto.

-Ecco quello che si ottiene a fare il gentiluomo.- con una smorfia di dolore, si mette seduto sul divano per stare più comodo. Io mi alzo di conseguenza per sedermi vicino a lui, ma prima che possa farlo mi indica la poltroncina dall'altro lato del soggiorno. -Tu vai là, pericolo ambulante.-

Sorrido e roteo gli occhi. -Vado a fare del caffè.-

Preparo due tazze di caffè fumante per entrambi, poi rovisto sia in frigo, sia nelle credenze in cerca di qualcosa da sgranocchiare, ma non trovo nulla se non un pomodoro e un barattolo di cetrioli.

Quando ritorno da Ander, ignoro il suo sguardo antipatico e il suo dito che continua a indicarmi di sedermi altrove, lontano da lui, e mi siedo proprio accanto porgendogli la tazza.

-Dov'è Richard?- chiedo, ricordandomi della sua assenza.

Ander guarda lo schermo del cellulare. -È lunedì pomeriggio, ha la seduta con lo psicologo.-

Mi ritorna in mente il fatto che glielo paghi proprio Ander di tasca sua, e mi chiedo come mai ci vada. Insomma, non che non le possa servire, ma Richard non mi sembra il tipo di ragazza che va in terapia.

Sembra che Ander legga la mia espressione fin troppo bene. -È obbligata ad andarci. Sai, il giorno che l'ho trovata... non era messa molto bene. Aveva anche dei problemi con la legge e, beh, so che dovrà dimostrare in tribunale di star lavorando sulla sua salute mentale con un percorso terapeutico.-

Mi chiedo che problemi possa aver causato Richard, anche se non faccio fatica a crederci.

-Il giorno che l'hai trovata...?- mi soffermo su quella determinata frase, sorseggiando il mio caffè.

-Si, io... due anni fa, quando ho comprato il Purple e lo stavo ristrutturando, io e Michael lo usavamo per fare serata. In una di esse però abbiamo discusso pesantemente e lui mi ha mollato lì senza mezzo. Così ho dovuto prendere la metropolitana per tornare a casa- beve anche lui dalla sua tazza. -Il vagone in cui ero era praticamente vuoto a quell'ora della notte, tranne che per un uomo di mezza età, stravaccato su uno di quei sedili puzzolenti- fa una smorfia di disgusto nel ricordarlo. -E una ragazza, molto bella e molto... persa. Dai cui vestiti si capiva chiaramente che mestiere facesse...-

Rimango in silenzio e sostengo il suo sguardo, realizzando il significato delle sue parole.

-Lei si è avvicinata all'uomo, il quale emanava un tanfo di alcol e sudore a kilometri di distanza, e gli ha recitato quello che probabilmente era il suo solito copione accalappia clienti. Lui però non voleva essere un cliente... voleva avere il servizio gratis, o volontariamente... o con la forza.-

La mia espressione si fa più cupa e preoccupata, sperando che questa storia si concluda con un finale positivo il prima possibile.

-Le ha fatto del male?- chiedo titubante.

Ander annuisce. -Per poco. Sono intervenuto subito. Lui urlava insultandola pesantemente, cercando di tenerla ferma e strapparle i vestiti di dosso... Lei urlava ancora più forte dalla paura.-

La sua mandibola si irrigidisce, così come la sua mano, che si chiude stretta a pugno, come se potesse sferzarlo da un momento all'altro. Ma poi fa un respiro profondo e si rilassa di nuovo.

-Credo di non aver pestato a sangue mai nessuno così tanto come quel verme. L'ho lasciato svenuto sul pavimento della metro, con naso, denti e probabilmente qualche costola rotta. Poi ho portato Richard a casa mia e l'ho tenuta con me per un po', dandole tutto quello che le serviva.-

Faccio un sospiro di sollievo nel sentirlo, anche se il mio stomaco è ancora annodato al pensiero di quello che è successo.

-Sai, è stata Richard a darmi l'idea della pole dance. All'inizio io volevo metterla a lavorare come barman per quello che doveva essere un semplice pub, ma dopo avermi detto di essere una ballerina, l'idea mi è sembrata geniale. Perciò Michael ha aggiunto i vari dettagli, per trasformarlo in un vero e proprio strip club.- scuote la testa ridendo.

Lo guardo sorridere e bere il suo caffè, mentre i raggi del sole mattutino illuminano i suoi lividi e ferite della sera prima, e penso al suo gesto di voler difendere il suo migliore amico ieri, anche se non ho capito con chi ce l'avesse. E poi penso al gesto altruistico che ha fatto per Richard.

-Sei antipatico... ma sei una brava persona Ander Martinez.-

Mi guarda di sbieco, e mi ringrazia... anche se suona più come una domanda.

Con tutte queste storie di amicizia, un lampo di lucidità attraversa la mia mente all'improvviso.

Christopher.

È la seconda notte di seguito che passo fuori, non ci vediamo da tantissimo, e non accendo il telefono dall'altro ieri... cazzo.

Un malloppo d'ansia invade il mio stomaco e il cuore inizia a battermi all'impazzata. Sarà preoccupatissimo.

Cerco a tastoni il mio telefono sul divano, poi per terra, ma non lo trovo. Mi alzo in fretta passandomi nervosamente le mani tra i capelli mentre sono intenta a cercarlo con lo sguardo. E finalmente lo trovo sul bancone della cucina. Lo avevo affidato a Richard, ma per fortuna non l'ha portato con sé.

-Va tutto bene?- chiede Ander cautamente, ma io non rispondo.

Accendo il telefono, che inizia a squillare e vibrare all'impazzata, confermando le miriadi di messaggi e telefonate perse...

Li scorro velocemente.

• Christopher 🎸
Sunday, 6:05 a.m.
Ti sto aspettando sveglio da tutta la notte si può sapere dove sei?

• Christopher 🎸
Sunday, 1:34 p.m.
Nemmeno un messaggio con scritto "non sono stata uccisa da un maniaco"? Tante grazie.

• Christopher 🎸
Sunday, 3:00 p.m.
Ascolta, sto entrando a lavoro, e non riesco a stare tranquillo. Scrivimi che stai bene per favore, poi puoi tornare a odiarmi.

• Christopher 🎸
Sunday, 7:40 p.m.
Nailea ma dove cazzo sei? Vuoi che ti faccia cercare dalla polizia ?

• Christopher 🎸
Sunday, 8:14 p.m.
Ti chiedo scusa. Ti chiedo mille volte scusa per quello che ho detto. Sono stato uno stronzo, non hai idea di come vorrei tornare indietro e sistemare le cose. Perdonami ti prego, torna qui.

• Christopher 🎸
Sunday, 9:44 p.m
Cristo Santo ce l'hai un cuore? Sei sparita da un giorno intero dove cazzo sei?? Il locale è pure chiuso stasera perciò immagino ti starai scopando il tuo capo direttamente no?

• Christopher 🎸
Sunday, 9:58 p.m.
Buona scopata :))

• Christopher 🎸
Sunday, 11:27 p.m.
Aggiornamento: sto andando a farmi fare un pompino da Mandy Clayton. Vedi che bravo? Io ti avverto sul dove vado quando non sono in casa ❤️

• Christopher 🎸
Monday, 12:50 a.m.
Vaffanculo, non azzardarti a tornare più.

• Christopher 🎸
Monday, 2:00 a.m.
Spero tu sia al sicuro... buonanotte.

• Christopher 🎸
Monday, 4:01 a.m.
Non riesco a dormire se non so che stai bene

• Christopher 🎸
Monday, 7:00 a.m
Giorno numero 267 in cui provo a contattarti

• Christopher 🎸
Monday, 8:05 a.m.
🐴

• Christopher 🎸
Monday, 10:33 a.m.
Go, go, go, go, go, go
Go, shorty, it's your birthday
We gon' party like it's your birthday

Mi si stringe il cuore nel vederlo così in ansia per me, anche se credo che negli ultimi messaggi stesse solo impazzendo.

Ma non ho il coraggio di rispondergli. Non dopo il modo in cui mi ha parlato e messo in guardia e dato della stupida che prende solo decisioni sbagliate... non dopo aver provato che aveva ragione su tutto.

Ma come ho potuto lasciarmi così andare ieri notte? Troppe tentazioni continue, troppo alcol a offuscare la mia lucidità.

O forse volevo solo farlo. Mi mancava come respirare. Erano passati anni e mentirei se dicessi che non lo desideravo con tutta me stessa.

Un piacere momentaneo, che sta lasciando spazio a un senso di colpa logorante.

-Il tuo ragazzo?- interviene Ander, che ritrovo a pochi passi da me.

-Il mio migliore amico, lo hai visto una sera fuori dal locale.-

-Ah si, quello che mi ha incenerito con lo sguardo... ricordo bene. Beh è una fortuna che non sia il tuo fidanzato.-

Lo guardo di sottecchi. -Perché? Ci vuole provare con me, Mr. Martinez?-

-No cara, perché sei tu che ieri non facevi altro che provarci con me.-

-Come no, ti piacerebbe- lo derido.

Lui inizia a gesticolare come me e a imitare la mia voce con un tono acuto, scimmiottando quello che dicevo ieri. -Ander mi slacci il reggiseno? Voglio farti vedere le mie tette a tutti i costi.-

Scoppio a ridere dandogli uno spintone sul petto. -Non ho detto così-

-Lo hai detto tra le righe, vale comunque- si fa serio, avvicinandosi alla mia faccia. -Puoi ammetterlo che ti piaccio, non me ne approfitterò.-

Gli sorrido dolcemente, avvicinandomi ulteriormente a lui di un altro passo. -Il tuo alito mattutino puzza.- lo sorpasso scontrandolo con la mia spalla.

Una decina di minuti dopo arriva Richard, che ci scansiona con lo sguardo in modo confuso, mentre noi siamo nuovamente sul divano intenti a guardare la TV e a stuzzicarci a vicenda.

-Perché Ander ha i miei piselli sul suo pisello?-

• • •

-Mi piaci molto così... potrebbe diventare il tuo marchio.- commenta Ander, vedendomi legare i miei capelli in una coda alta e liscia. -Tra cinque minuti ti voglio pronta.-

Esce dal camerino e mi lascia il tempo di finire gli ultimi ritocchi del trucco.

-Io proprio non capisco... sei arrivata ieri e già ricevi tutte queste attenzioni dal capo...- Cara, una ballerina bassa e ficcanaso, mi squadra dall'alto in basso. -Ci manca solo che ti faccia diventare il suo amuleto.-

-Il suo amuleto?-

-Esatto, la ragazza portafortuna.- mi spiega. -Quella che lo serve durante le sue partite di poker al piano di sotto... e che viene pagata il triplo.-

-Col cazzo, questa poveraccia non prenderà mai il mio posto!- interviene, Lily, la ballerina con i capelli rossi come le fiamme dell'inferno, perché è sicuramente da lì che viene. -Non dopo che me lo sono quasi scopato.-

Alcune delle ragazze gridano di gioia per lei, mentre altre le sparlano dietro, invidiose con ogni cellula del loro corpo.

A me non me ne potrebbe fregare di meno di questa storia dell'amuleto. Ma quanto mi piacerebbe sbatterlo in faccia a Lily se accadesse.

-Credo che lo diventerò presto invece.- asserisco, voltandomi così che che la mia coda di cavallo svolazzi in modo drammatico e mi accompagni nella mia uscita di scena teatrale.

Arrivo nella zona dei tavoli, passando in modo sicuro tra essi, mentre vedo Richard esibirsi sul palco, sensuale e aggraziata come sempre.

Il locale ha appena aperto, perciò la zona discoteca è ancora deserta, è piuttosto tranquillo. Per questo si sente chiaramente il tonfo delle porte dell'ingresso che sbattono per aprirsi e catturano l'attenzione di molti presenti, me compresa.

Mi si gela il sangue quando vedo entrare Christopher, incazzato nero, che mi individua subito e mi viene incontro come un toro con il mantello rosso.

Cavolo. Non ho risposto a nessuno dei suoi messaggi.

Gli vado incontro cercando di evitare una scenata in mezzo ai clienti.

-Christopher-

-Stai bene?-

-Io... si-

Fa un sospiro di sollievo, come se stesse trattenendo il fiato da giorni. E poi il suo sguardo si fa intenso.

-Ma che cazzo ti è preso si può sapere? Sei scomparsa per due giorni! Due!-

-Ero da Richard, non ti devi preoccupare.-

-Non mi devo preoccupare?? Non mi devo preoccupare??? Mandami un cazzo di messaggio con un'emoji santo cielo, qual è il tuo problema? Non stiamo lontani per più di un pomeriggio da vent'anni, e poi scompari per due giorni interi e mi dici che non mi devo preoccupare?-

I miei occhi diventano lucidi, e il mio labbro inferiore comincia a tremare. -Mi dispiace...-

Lui mi prende per un polso e mi strattona verso l'uscita. -Adesso vieni con me, e risponderai a qualche domanda, cazzo.-

-Hey hey! Che succede qui? Lasciala stare, deve lavorare.- Ci raggiunge Ander in tono minaccioso.

-Ah si? Bel lavoro succhiare il cazzo della gente, vero Nailea?-

Io non ho il coraggio di rispondere, non riesco ad aprire bocca.

-Non succede nulla del genere qui dentro. È un posto di classe e le nostre ragazze sono al sicuro sempre.-

Christopher si lascia scappare una risatina amara. -Ci pensi tu a tenerle al sicuro, scommetto.-

-Esatto, io, il mio manager, e più o meno una ventina di buttafuori. Perciò, se ci vuoi scusare, lei ora torna dentro, la pago ad ore.-

-Ho bisogno di parlare con lei urgentemente. È sparita da giorni. Ma forse questo lo sai già.-

-Adesso sta lavorando per me. O aspetti, o... chiedi un balletto privato.- lo deride.

Christopher scuote la testa, rassegnato. Cerca qualcosa nelle sue tasche. Poi lancia ai piedi di Ander tutte le banconote che ha trovato.

-D'accordo, voglio subito un balletto privato.-







🖤🖤🖤

hello everyoneee
secondo voi Nailea dedicherà davvero un "balletto privato" al suo migliore amico?
O forse Ander si metterà in mezzo?
Voi cosa prevedete?
thank you for reading!

🖤

BURNING SECRETS

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro