16) Telecamera nascosta

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Sia io sia Ander rimaniamo colti alla sprovvista dal suo gesto.
Non vorrà davvero che balli per lui?

-Ti ripeto che questo è un posto di lusso. Credi che che quegli spiccioli bastino per l'area VIP?- dice Ander, cercando di dissuaderlo.

-Mi accontento di qualunque posto, basta che mi lasciate dieci minuti da solo con lei.- insiste Christopher.

Ander fa passare gli occhi da me a lui più volte, e io spero tanto che trovi una scusa per rifiutare, ma poi stringe la mascella e mi fa un cenno col capo. -Andate di sopra.-

Io annuisco, riluttante, e prendo Christopher per mano, in modo che mi segua mentre gli faccio strada al piano superiore, da cui si ha una visuale dall'alto del palco.

Faccio accomodare Christopher in una delle poltroncine più isolate dal resto dei clienti presenti lì, accompagnati ciascuno da una ballerina che si sta esibendo per loro a pochi passi da noi.

-Immagino che d'ora in poi dovrò pagarti per poter parlare con te.-

Non rispondo alla sua frecciatina. Sono ancora troppo sconvolta dal modo in cui si è presentato qui, con la foga di un treno in corsa senza freni.

Decido che la cosa migliore da fare, per prendere tempo e cercare di sviare il discorso, sia prendere le distanze da lui.

Mi limito a trattarlo come un cliente qualsiasi, ha pagato ed è giusto così. Se vuole può parlare quanto vuole, ma non sono tenuta a rispondergli.

Penserà che sia ancora arrabbiata, e a me va bene che lo pensi, fintanto che non mi faccia confessare ciò che ho fatto ieri notte.

Mi posiziono davanti a lui, ed inizio ad ondeggiare col bacino, usando le mie mani per accarezzarmi il viso, poi il collo, poi i lati del seno, fino a scendere giù sui fianchi.

-Si può sapere che cosa stai facendo? Non voglio davvero che balli per me, voglio solo parlare.-

Rispondo in tono distaccato. -Benvenuto al Purple, io sono Nailea e sarò la sua ballerina per stasera.-

-Fai sul serio?-

Per tutta risposta io riprendo a ballare, ondeggiando verso il basso fino a toccare con le ginocchia a terra. Mi trovo a pochi centimetri dalle sue gambe divaricate, a cui mi appoggio con le mani, per poi muovere la coda di cavallo facendo il giro con la testa.

-Okay fai sul serio.- si rimette composto sulla sedia, come a voler prendere le distanze da me. -Mi puoi dire dove sei finita per due giorni?-

-Da Richard.- ripeto, mentre ritorno in piedi e mi giro di schiena, in modo che abbia una visuale completa. E soprattutto per distrarlo dalla sua domanda.

-Si questo l'ho capito. Sei stata da Richard tutto il tempo? Verità.-

Sospiro. -Sono andata ad una festa. Su uno yacht pieno di gente ricca- gli confesso, senza farmi scappare nessun dettaglio in più.

Mi sento tirare il polso, tanto da voltarmi nuovamente verso di lui, che ha uno sguardo preoccupato.

-Hai preso qualcosa?-

Santo cielo. Sono un libro così facile da leggere?
Cerco di nascondere il mio sguardo terrorizzato da quella domanda, e cerco qualunque altra cosa da dire per non rispondere.

Ritiro il braccio divincolandomi dalla sua presa. -La prego, rispetti le regole: non toccare la ballerina senza il suo consenso.-

Christopher abbassa la testa, scosso da una risata amara. -Voglio solo che tu capisca che ci sono dei pericoli in questo stile di vita. E tu oltretutto li conosci già. Non capisco perché ti piaccia testare così tanto questo limite.-

Serro la mascella, mentre quell'ennesima ramanzina mi colpisce come un pugno dritto alla pancia. Faccio il giro dietro la sua poltrona, e mi chino vicino al suo orecchio per sussurrare. -Com'è andato il pompino di Mandy?-

-Com'è andata la scopata col tuo capo?-

-Spero non abbia usato i denti con quei due incisivi da coniglietto che si ritrova-

-È stata molto brava.-

Cerco di nascondere la gelosia che prende sopravvento nel mio stomaco, e mi schiarisco la gola.

Ritorno davanti a lui e mi accorgo delle sue occhiaie, ancora più pronunciate. So di averlo fatto preoccupare davvero tanto, lo capisco, e mi dispiace con tutta me stessa. Ma mi prometto che non accadrà più.

-Ascolta, Nailea, ti chiedo scusa per quello che ti ho detto.- riprende ancora una volta il discorso. -Voglio solo che ti entri in testa quanto le cose che decidi di fare abbiano delle conseguenze sia per te sia per gli altri e che-

Mi metto a cavalcioni su di lui.

Non mi veniva in mente altro modo per farlo smettere di blaterare, e questo direi che funziona...

Lui sbarra gli occhi, colto completamente alla sprovvista. -Che cosa... stai facendo?-

-Ti faccio capire che sono proprio qui davanti a te, e che sto bene, e che devi smetterla di parlare. Adesso guardami e basta.-

-No...- È tesissimo, e cerca di spostare lo sguardo e la testa altrove.

Gli prendo il mento e lo riporto dritto verso di me. -Perchè no?-

-Perchè sei tu, e sei...- ecco che per un veloce secondo lascia vagare il suo sguardo sul mio corpo, notando i sottili strati di lingerie da cui è coperto. Poi lo distoglie come se bruciasse. -Vestita in maniera provocante, e la cosa peggiore è che...-

Il battito mi accelera leggermente nel sentirglielo dire. Mi trova sensuale, tanto da non riuscire a sostenere il mio sguardo. Adoro questa cosa... anche se non dovrei.

Voglio che continui a trovare spunti per pensarlo. Voglio che l'immagine che ha di me stasera gli rimanga impressa nella memoria. E che cancelli dalla testa il nostro litigio.

Perciò ricomincio a ballare su di lui, in maniera lenta e sinuosa. Ondeggiando col bacino e col busto. Usando le mie mani per sfiorargli il collo, fino al bordo della felpa. Lo vedo deglutire, anche se quasi impercettibilmente.

Caccio dalla mente qualsiasi pensiero mi remi contro. Tipo il fatto che non dovrei strusciarmi sul bacino del mio migliore amico, mezza nuda, in uno strip club, come espediente per non farmi sgridare.

-Qual è la cosa peggiore...?- lo intimo a continuare la sua frase, visto che il mio improvviso movimento gli ha fatto dimenticare quello che stava dicendo.

-... sei sul mio cazzo.-

O forse no.

Alzo un sopracciglio con aria di sfida, presa da un'irrefrenabile spavalderia. -In realtà...-, mi trascino più in avanti sulle sue gambe e lo sento trattenere un suono gutturale. -Adesso lo sono.-

-Cristo, Nailea.- impreca Christopher con voce sommessa, mentre d'istinto le sue mani mi afferrano le cosce. Dapprima per spingermi via, poi però, è più forte di lui, le lascia lì a stringermi. E da quel tocco si diramano scosse elettriche e vampate di calore in tutto il mio corpo.

Sento lo stomaco fare una capriola su se stesso, e il cuore seguirlo a tutta velocità. Petto contro petto, percepisco che a Christopher stia accadendo la stessa  cosa.

Finalmente, proprio in quel momento, si concede di dare attenzione ad ogni parte del mio corpo nel suo campo visivo, lasciando scendere il suo sguardo sempre più desideroso.

Non mi ha mai guardata in questo modo... non ne ha mai avuta l'occasione. L'occasione di marchiarmi a fuoco con i suoi stessi occhi.

Trattengo un sussulto, quando sento chiaramente il rigonfiamento del cavallo dei suoi pantaloni, spingere tra le mie gambe. Per un attimo, rimango senza fiato.

Ci guardiamo negli occhi, e ci conosciamo troppo bene per far finta di non sapere che stiamo pensando entrambi la stessa cosa: stiamo superando il limite.

Eppure in questo esatto momento... non mi interessa per niente.

Lui si trova a pochi centimetri da me, i capelli castani gli ricadono sulla fronte in maniera disordinata come sempre, le sue pupille sono dilatate e intense mentre vagano sul mio corpo e sulle mie labbra.

Quelle labbra rosee e piene, attraversate da un piercing che vorrei tanto strappargli con le mie.

Quasi come se fossi governata da una forza soprannaturale, prendo coraggio, e provo ad avvicinarmi lentamente alla sua bocca...

-Nailea... - il mio nome esce come un ansito, e la cosa mi fa impazzire ulteriormente. -Devi... devi fermarti.-

-Vuoi che mi fermi...?- chiedo con respiro pesante. -Verità-

-No.-

La sua risposta, così sincera e diretta, mi fa perdere un battito.

È successo altre volte che ci spingessimo un po' fuori dai limiti di una normale amicizia, sopratutto durante delle feste, o da ubriachi o da fatti.

Ma mai così tanto oltre... e da sobri.

Le sue mani risalgono sul mio bacino, che afferra per avvicinarmi ulteriormente a lui. Il mio cuore va a mille e sento della vera e propria elettricità tra le nostre labbra che a malapena si sfiorano.

Rimaniamo così per quella che mi sembra un'eternità, sospesi nel tempo, sull'orlo dell'infrangere la promessa che ci siamo fatti anni fa, e che nessuno dei due ha mai voluto davvero rispettare.

Poi però mi ricordo il motivo per cui è nato tutto questo. Il motivo per cui non ci potrà mai essere nulla, che ci piaccia o no.

E probabilmente anche lui lo realizza solo in quel momento. Perché serra le labbra e prende un respiro profondo. -È solo che... lo sai-

-Lo so.-

-Tempo scaduto Nome di ragno e Nome di sconosciuto.- ci interrompe bruscamente Michael con aria torva, serrando le braccia al petto in attesa che esegua i suoi ordini.

-Ti dispiace? Stavamo parlando- replica a tono Chris.

Michael si fa scappare una risata alquanto divertita. -Già lo vedo, ho avuto una conversazione simile con la mia scopamica poco fa.-

Sbuffo, allontanandomi una volta per tutte dal mio migliore amico, nonostante fosse l'ultima cosa che desiderassi.

A quel gesto Michael reagisce alzando gli occhi al cielo, emettendo inoltre un sonoro lamento. -Ah, Nome di ragno, quante cose ancora hai da imparare... non si lascia mai un uomo, e il suo piccolo amico, allo scoperto in pubblico dopo averlo cavalcato in quel modo. Esiste la regola dei cinque minuti, non lo sai?-

Apro la bocca per replicare qualcosa ma Michael alza la mano in aria per mettermi a tacere.

-Lascia stare, adesso ho di meglio da fare che intrattenere un discorso con voi due. Per esempio, dire ad Ander quanto tu sia migliorata...-

ANDER MARTINEZ POV

Inserisco il codice nel monitor dell'imponente cancello di ingresso che, una volta aver emesso la lucina verde, si apre automaticamente, lasciandomi percorrere il viale in pietra fino alla porta della villa.

Non vengo qui da mesi ormai, è un po' che non mi sento il benvenuto in questa famiglia. Ma era necessario che venissi oggi.

Non vedo Michael da quando l'ho incaricato di cacciare l'amico rompi coglioni di Nailea dal Purple.  È passata una settimana e, a parte qualche messaggio asettico, non ho ottenuto altro.

All'inizio credevo fosse salito su un aereo diretto su un'isola tropicale, come fa a volte quando è strafatto.
Ma più il tempo passava più non l'ho interpretato affatto come un buon segno. Non dopo le sue nuove ferite.

Busso alla porta a cui mi viene ad aprire una signora con un grembiule da cucina sporco di cioccolato.

-Signorino Ander!- esclama con un misto di gioia e preoccupazione. -Lei... lei non dovrebbe essere qui.-

Magda. La tata di Michael fin dalla sua nascita.

I suoi genitori sono sempre stati assenti, non certo per questioni di lavoro. Entrambi sono dei ricchi ereditieri, che campano dalla rendita del loro patrimonio familiare. Non hanno bisogno di alzare un dito per guadagnare soldi.

Tutto ciò di cui si preoccupano sono i loro seminari della chiesta cattolica a cui partecipano. Sono dei fanatici religiosi, molto severi e bigotti.

Magda è stata colei che ha cresciuto Michael, l'unica che gli abbia voluto davvero bene, che gli ha insegnato a leggere e a scrivere, che gli ha dato da mangiare, lo ha pulito, rassicurato, fatto divertire. E molte di queste cose le fa tutt'ora.

-Buongiorno, Magda, lieto di vederti.- la saluto, baciandole la guancia e la supero, ignorando i suoi balbettii ansiosi di sottofondo.

Probabilmente il padre di Michael le ha dato l'ordine di non farmi entrare. Non mi sorprende dopo quello che ha fatto a suo figlio. Per questo ho approfittato del weekend, sapendo che la domenica è sempre via per "beneficienza".

-Ma signorino Ander, non può andare di sopra, il signorino Michael sta... ehm... studiando il cinese.-

Rido tra me e me, mentre salgo l'enorme scalinata centrale, nella sala d'ingresso. -Non sei brava a dire le bugie, Magda.-

Mi avvio verso la camera di Michael, sempre più curioso di che cosa stia succedendo, e spalanco la porta.

La sua camera è ridotta uno schifo: i mobili sono tutti sottosopra o spalancati e svuotati; il pavimento non si riesce nemmeno ad intravedere da tutto il disordine che c'è, tra fazzoletti, vestiti, e oggetti di vario genere; la televisione è rotta; i quadri con le foto di famiglia anche.

Michael si trova rannicchiato nel letto, sotto un cumulo di coperte. Ha gli occhi chiusi e si lamenta, rabbrividendo dal freddo anche se all'apparenza è sudato. Emana il suo tanfo in tutta la camera, rigorosamente con le finestre chiuse.

-Ma che diavolo...- esclamo, riscuotendo Michael dal suo stato catatonico con un sussulto.

-Ander- la sua voce è sofferente. -Come hai fatto a entrare?-

-I tuoi non ci sono... si può sapere che cosa succede?- gli domando, avvicinandomi a lui per sedermi sul materasso, cercando di non toccare la miriade di fazzoletti usati.

Lui cerca di fare peso sui gomiti per sollevarsi. -Hai della roba con te?- chiede in tono supplicante.

-Della roba? Come fai a pensarci in questo stato? C'è odore di morte qui.-

Si ributta sconsolato con un tonfo sul cuscino e si passa l'avambraccio sulla fronte. -Sto male, Ander-

-Questo lo vedo. Che cos'hai, la febbre?-

Scuote la testa, accompagnato da una smorfia di dolore. -Non lo vedi? Sono in astinenza.-

-Ma di che cazzo stai parlando?-

-È mio padre, lui... le ferite che hai visto alla festa, me le ha fatte una sera in cui sono tornato a casa per l'ennesima volta strafatto. Dopo avermi picchiato mi ha minacciato di smettere. Ma io non sapevo avesse installato una telecamera nascosta puntata sul mio letto...-

Quale malato di mente farebbe una cosa del genere???

Michael strizza gli occhi, probabilmente per una fitta di dolore. -Mi ha beccato a farmi delle strisce e prendere qualche pillola. È impazzito. Ha messo sotto sopra la mia camera, prendendomi tutto. Non ha lasciato nemmeno un sigaretta, cazzo. Ah e, ovviamente, ha messo sotto sequestro il mio telefono, in modo che non potessi chiedere aiuto a nessuno.-

Non mi sorprende ci sia il padre di Michael dietro questa storia. E il fatto che avesse puntato una telecamera sul letto di Michael mi dà i brividi.

Cerco di metabolizzare tutto quello che mi sta raccontando. -Com'è possibile che tu stia così male? È capitato altre volte che dovessi smettere, eppure l'astinenza non ti ha mai fatto questo effetto.-

Michael si asciuga i sudori freddi dal viso, mentre continua impercettibilmente a tremare. -Ultimamente avevo aumentato le dosi. Di molto, e di tutto quello che prendevo, compreso l'alcol.-

Magda, che fa capolino alla soglia della porta, si fionda verso Michael, con un asciugamano pulito, che gli passa con cura sulle tempie e il collo. -È tutta la settimana che sta così, e non accenna a migliorare. Povero piccolo Michael.-

La rabbia nei confronti di suo padre monta in me alla velocità della luce. Questa è proprio la ciliegina sulla torta di cazzate che ha fatto in passato.

Capisci che tuo figlio ha una dipendenza e cosa fai? Gli togli tutto di colpo e lo lasci a marcire in camera da solo, buttando via la chiave, mentre tu sei a farti gli affari tuoi in vacanza?

-Devo portarti via da qui.- parlo nervosamente, scoprendolo dalle coperte per aiutarlo ad alzarsi. -Starai da me, e ti riprenderai. E soprattutto starai lontano da quel folle di tuo padre.-

-Ma, signorino Ander- interviene Magda. -Il Signor McCarty lo verrà a cercare di sicuro a casa sua, e picchierà di nuovo il piccolo Michael.- gli accarezza i capelli dolcemente.

Incrocio le mani dietro la testa e cammino in circolo cercando di pensare in fretta ad un'altra possibile soluzione.

-Ok. Ho un'idea. Vieni con me.- gli ordino, mettendomi un suo braccio sulla mia spalla, in modo da reggerlo durante il tragitto verso la mia macchina.

Chiedo a Magda di organizzare in fretta un borsone con qualche ricambio e le cose essenziali di Michael, in modo da portarlo con noi.

Lo facciamo coricare nei sedili posteriori, rannicchiato a tenersi lo stomaco dal dolore. Saluto Magda e inizio a guidare verso la meta.

Una volta arrivati, porto Michael con me verso la porta d'ingresso e busso. Lui si regge a malapena in piedi da quanto è debole. Ma poi la porta si apre, rivelando una faccia molto confusa.

-Buonasera, Richard. Ti presento il tuo nuovo coinquilino.-





🖤🖤🖤

hello everyone
sono molto curiosa di sapere i vostri pareri riguardo questo capitolo!!
da adesso il rapporto tra Nailea e Christopher diventerà strano?
e cosa succederà ora che Michael vivrà da Richard?
Ricordatevi che sapere che la storia vi sta piacendo è ciò che mi da più motivazione in assoluto per scrivere!
perciò fatevi sentire nei commenti e con le stelline, mi aiuta davvero tanto
thank you for reading

🖤

BURNING SECRETS

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro