Ieri sera ti ho rivisto, sai?

È stato come un fulmine a ciel sereno.

Sono uscita a cena con un gruppo di miei amici dell'università, abbiamo optato per una pizzeria in centro.
Mi sono vestita carina e mi sono persino truccata, ci crederesti?
Era da una vita che non lo facevo.

In pizzeria mi sono seduta al tavolo vicino ad un mio amico, uno del corso di letteratura che seguo. So di piacergli.

È simpatico, attraente, un bel tipo. Non è te.

A metà della cena, tra una fetta di pizza e un sorso di birra, sono scoppiata a ridere ad una battuta del mio amico ed è stato allora che l'universo mi ha costretta a puntare lo sguardo verso la porta d'entrata, proprio su di te. E su di lei.

Eri bello come sempre. Forse anche di più. Con i capelli più corti rispetto all'ultima volta che ci siamo visti e con le mani artigliate ai fianchi magri di una che non sono io.

Ma come ti sei permesso?

Hai toccato un'altra pelle, un altro corpo. Hai mandato al diavolo tutte le promesse fatte.

Mi hai tolto il respiro.

Ti ho visto sgranare gli occhi, ricambiando il mio sguardo.

Cosa c'hai visto?

Delusione? Odio? Rabbia? Indifferenza?

Amore?

Amore.

Un cameriere vi ha fatto accomodare a qualche tavolo di distanza dal mio e tu ti sei voltato a guardarmi almeno cinque volte, durante il tragitto.
Poi lei ti ha preso la faccia, ti ha stampato un bacio sulle labbra e ti ha ringraziato, anche se non ho capito per cosa.

Non ce l'ho fatta più, è stato abbastanza.

Mi sono alzata in piedi, ho inventato una scusa con i miei amici e sono corsa via.

Come hai potuto?

Come hai potuto?