Mi prendevi in giro, ti ricordi?

Dicevi che ero una contraddizione vivente, che ti piacevo proprio per questo.

Non sono mai stata in grado di fare le cose per ordine, quindi inizierò raccontando di quando siamo finiti, io e te, anziché parlare del nostro inizio.

Era una sera di giugno e semplicemente non ci siamo guardati più. Lo sapevamo che era l'ultima volta che avremmo avuto l'occasione di farlo, si avvertiva nell'aria rarefatta dell'estate, ma l'abbiamo sprecata guardando in terra.

È che quando l'amore ce l'hai vicino, certe volte è più facile scappare. E noi non abbiamo fatto altro, amore mio, da quando ci siamo conosciuti.

Chissà poi perchè...

Alla fine siamo scappati così lontano, che l'amore ha smesso di seguirci da un pezzo.

Ti ricordi?

Quella sera ha iniziato a piovere e il cielo c'ha colto alla sprovvista, mentre ce ne stavamo in spiaggia davanti al mare. Tu mi hai coperto le spalle nude con la tua felpa, poi mi hai cinto i fianchi con il braccio e mi hai tirata via, verso la tua auto, verso casa. Verso un futuro senza noi.

Dopo quaranta minuti eravamo sotto casa mia, già completamente asciutti. Era tardi, in strada non c'era un'anima. Siamo rimasti in macchina per una decina di minuti, tu con il tuo cellulare in mano a messaggiare chissà con chi, io con "Minuetto" di Mia Martini che risuonava dalla radio.

Alla fine ti ho detto che era tardi, che dovevo tornare a casa. Mi hai accarezzato il mento e mi hai sorriso. Io ti ho spostato la mano e ho ingoiato lacrime e parole cattive.

Te lo leggevo negli occhi che non mi avresti più sorriso in quel modo.

Allora abbiamo entrambi distolto lo sguardo e non ci siamo più ritrovati.

Sono scesa dalla macchina e sono entrata nel portone. Non ti ho guardato neanche una volta.

E tu? Tu li hai alzati gli occhi mentre tutto quanto finiva?