11 - Present

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng


Jimin si sistemò la camicia davanti allo specchio che troneggiava dietro al divano del suo appartamento, era rientrato leggermente in anticipo per poter mettere tutto a posto in attesa di Alice, aveva programmato la loro prima serata insieme per settimane.

Sistemò il regalo che le aveva preso sul tavolo accanto al vaso di fiori, aveva preso delle dalie rosse perché sapeva che erano tra i suoi fiori preferiti, era sempre nervoso quando si trattava di lei, erano molto diversi e lui sentiva di non riuscire ad afferrarla davvero, era sempre sfuggente in un certo senso, a volte dubitava della possibilità di un futuro duraturo tra loro, e questo gli faceva male; voleva chiederle di restare in Corea con lui, ma non sapeva come farlo, spesso si chiedeva se quella relazione non fosse troppo complicata per lui, col suo bisogno costante di rassicurazioni e di coccole, sia emotive che fisiche, forse stava chiedendo troppo a sé stesso.

Forse voleva credere di essere un ragazzo normale una volta tanto.

Alice passò all'appartamento dei ragazzi prima di andare a quello di Jimin, per cambiarsi e prendere qualcosa per la notte; si guardò allo specchio mentre si passava il mascara sulle ciglia, consapevole del fatto di dover prendere una decisione definitiva, era ingiusto voler restare nel limbo soprattutto per Jimin.

Una volta arrivata all'appartamento di Jimin, decise di mandargli un messaggio per avvisarlo del fatto che stava salendo; lui le aveva dato il codice per entrare, ma lei voleva comunque evitare di coglierlo alla sprovvista, ormai aveva capito che gli piaceva farsi trovare sempre preparato quando si trattava della sua vita privata.

Aprendo la porta Alice si trovò davanti Jimin appoggiato con finta disinvoltura al mobile del suo ingresso, con le braccia incrociate sotto i pettorali ed il suo sguardo malizioso che la scrutava.

«Mi scusi, devo aver sbagliato appartamento, cercavo il mio ragazzo... lei mi sembra troppo bello per essere lui» disse lei prendendolo in giro mentre chiudeva la porta alle sue spalle.

«Mi ha chiesto di prendere il suo posto in effetti, delusa?» rispose Jimin stando al gioco, adorava flirtare con lei in quel modo.

«effettivamente sì, ero convinta di trovarlo nudo e disteso su un letto di petali di rose rosse» fece lei avvicinandosi a Jimin.

Lui arrossì ed iniziò a ridere quando lei fu a pochi centimetri da lui e gli mise entrambe le mani sul sedere stringendo leggermente.

«sei uscito dal personaggio?» chiese Alice sorridendogli.

«mi stai palpando il culo...» si giustificò lui.

«oh che sbadata» rispose prima che lui si sporgesse a baciarla.

Jimin l'attirò verso il divano, senza mai smettere di baciarla; sulla bocca, sul collo, ogni centimetro di pelle libera del corpo di Alice, voleva stare con lei da così tanto tempo che non gli sembrava vero il fatto che finalmente quel momento fosse arrivato, che lei fosse lì nel suo appartamento e si stessero baciando.

Alice sentì le mani di Jimin intrufolarsi sotto i suoi vestiti, lasciò che le sfilasse il cardigan ed il vestito restando in intimo sotto di lui.

«ti voglio Noona» le disse all'orecchio mentre le sue dita si muovevano sopra il bordo in pizzo del suo reggiseno.

«allora prendimi Jimin» rispose lei spingendo il bacino verso il suo.

Lui non se lo fece ripetere due volte, e riprese a baciarla con più decisione mentre lei gli sbottonava la camicia.

Alice sentì le mani di Jimin posarsi sui suoi fianchi e sfilarle le mutandine, senza mai sospendere il contatto visivo con lei, come a chiederle ad ogni mossa il permesso di continuare.

Jimin si abbassò di nuovo a cercare la bocca di Alice, mentre con le dita si insinuava nella sua intimità, la sentì irrigidirsi e battergli la mano sul braccio un paio di volte.

«che succede?» chiese preoccupato.

«gli anelli Jimin» disse lei seria.

«sono mortificato Alice» rispose lui guardandosi la mano, se ne era completamente dimenticato, se li sfilò e li lanciò oltre il divano.

«ti ho fatto male?» aggiunse apprensivo mentre sentiva il cuore martellargli nel petto per l'ansia che lo stava divorando in quel momento.

«un pochino, ma non è successo niente di irreparabile tranquillo» disse Alice accarezzandogli il viso e baciandogli il collo, si era accorta del fatto che stava andando nel panico.

Lui si rilassò sentendo che lei gli accarezzava la schiena e lo baciava nel tentativo di farlo calmare; la guardò sfilarsi il reggiseno per poi avvicinarsi ed abbracciarlo, il contatto dei loro corpi nudi, e il profumo di lei riuscirono a smuoverlo del tutto e fargli riprendere da dove si era interrotto pochi minuti prima.

La possedette su quel divano per due volte, prima di esaurire le energie ed il fiato, lasciandosi andare sopra di lei esausto ma terribilmente felice, posò l'orecchio sul seno di lei ed ascoltò il suo cuore rallentare il battito fino a tornare regolare.

«hai fame?» le chiese sollevandosi sulle braccia e guardandola.

«effettivamente sì, abbiamo cominciato dalla fine» rispose lei facendolo ridere di gusto.

«eri così bella Alice» le disse.

«ero? è tutto svanito in quest'ultima ora?» domandò lei sarcastica.

«scema» disse Jimin facendole il solletico sui fianchi.

«ti farò pagare questa mancanza di rispetto nei confronti di chi è più grande» disse lei continuando a ridere per via del solletico.

«come?» le domandò malizioso.

«ci penserò» fece lei assottigliando lo sguardo enigmatica.

Dopo essersi messi addosso un paio di pantaloni della tuta e delle magliette, recuperate dall'armadio di lui, si sedettero a cenare insieme; lui le raccontò delle ultime settimane di tour, e di quanto fossero state snervanti e meravigliose come sempre, mentre lei gli parlò della sua promozione e di quanto ancora parlassero di loro a lavoro, avevano davvero lasciato un bel ricordo in quei pochi giorni.

Alice si sporse verso il vaso di fiori e ne inspirò il profumo sorridendo, le dalie le ricordavano la sua infanzia ed il giardino di campagna della nonna.

«sono bellissime» gli disse.

«pensavo non le avessi notate» ammise lui.

«i fiori sono la prima cosa che noto in una stanza»

«prima ancora del tuo bellissimo ragazzo?»

«ovviamente no, la loro bellezza è stata oscurata dalla tua» rispose Alice.

«lo so...» gongolò lui con un sorriso enorme stampato in viso, per poi allungare la mano e prendere il regalo per lei.

«non hai voluto che ti pagassi il viaggio per venire qui... e non hai voluto nessun regalo di Natale in generale, però questo ho deciso di fartelo lo stesso» le disse allungandole la scatola perfettamente impacchettata.

«Jimin... non eravamo d'accordo così.» lo rimproverò lei debolmente.

«aprilo dai» disse lui sistemandosi accanto a lei sul divano.

«va bene, quanta fretta ragazzino» disse lei iniziando a scartarlo.

Alice aprì la scatola e per un attimo non riuscì a credere ai suoi occhi; le aveva preso due biglietti per la mostra a cui voleva andare con Namjoon, si sentì uno schifo per averlo sottovalutato così tanto.

«oh Jimin...» disse sentendosi colmare dal rimorso e lasciandosi sfuggire qualche lacrima involontariamente.

«Noona che succede? non ti piace?» chiese lui preoccupato.

«mi piace, mi piace tantissimo!» gli disse abbracciandolo, e rendendosi conto in quel preciso istante che probabilmente continuare a pensare a Namjoon fosse la scelta sbagliata, dato che Jimin ci stava mettendo tutto il suo impegno per far funzionare le cose tra loro due.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro