10 - Christmas Tree

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Jimin era un fascio di nervi da ormai qualche ora, l'aereo che avrebbe portato Alice a Seoul sarebbe arrivato quel pomeriggio. Aveva preparato la stanza degli ospiti aiutato da Jin e Suga, avrebbe dormito lì con lei, era entusiasta all'idea di passare insieme il Natale ed il Capodanno.

Alice atterrò a Seoul con qualche minuto di ritardo, l'Italia l'aveva abituata a perdite di tempo decisamente peggiori nel corso della sua vita, prese il suo bagaglio dal nastro trasportatore e si diresse verso l'uscita in cerca di un taxi che la portasse alla sua destinazione finale. Durante il tragitto non fece che pensare alla sua conversazione con Namjoon avuta poche settimane prima a proposito della sua permanenza in casa, lui si era limitato a farle notare che il problema per lui non c'era, gli faceva ovviamente piacere averla attorno, inoltre Jimin era molto riservato nelle sue dimostrazioni d'affetto con lei; quindi, per lui non era un grosso problema. Lei al contrario non faceva che pensare a quanto le pesasse la mancanza di contatto fisico con la persona con cui era fidanzata, ripensò alla lite che aveva avuto con Jimin a Barcellona proprio a quel proposito, lui era troppo riservato non le permetteva di scambiarsi effusioni neppure davanti ai ragazzi e questa cosa la frustrava terribilmente.

L'accoglienza che le riservarono i ragazzi al suo arrivo fu impagabile: le avevano preparato una cena degna di un banchetto reale, lei si era un pochino commossa nel vedere quanto si fossero impegnati per farla sentire a suo agio, c'era persino l'albero di Natale accanto alla finestra.

«ti piace?» le chiese Jimin con gli occhi che gli brillavano poiché era convinto di aver fatto centro con tutti quei preparativi.

«sì, l'albero poi è stupendo.» disse lei.

«è stata un'idea di Namjoon» le disse Taehyung.

Lei si voltò a cercare lo sguardo di Namjoon che si limitò a farle un piccolo cenno di assenso col capo.

Alice seguì Jimin nella stanza degli ospiti per posare la valigia, era terribilmente stanca e non vedeva l'ora di farsi una bella doccia, dopo tutte quelle ore di viaggio.

«com'è andato il viaggio?» le chiese lui sedendosi sul letto mentre lei sistemava il contenuto della sua valigia nei cassetti che le aveva mostrato.

«abbastanza snervante, le ore di nulla a Francoforte per lo scalo mi hanno devastata» gli rispose.

«speravo di poter essere io quello che ti avrebbe devastata stasera...» disse lui malizioso abbandonando il letto e prendendola per i fianchi.

«è spirito d'iniziativa quello che sento premere contro la mia coscia Jimin?» disse lei.

«mhh mhh...» fece lui prima di baciarla.

Senza staccare le labbra da quelle di lei la spinse sul letto, dopo essersi messo sopra con una mano andò a sbottonarle i jeans e senza esitazione insinuò una mano nelle sue mutandine, la vide mettersi una mano sulla bocca per non fare rumore e sorrise.

«a Barcellona hai detto che non ti tocco abbastanza...è abbastanza così?» le chiese all'orecchio.

Lei si morse il labbro, lasciando uscire un sospiro, e lui si fermò.

«perché?» disse lei col viso arrossato e gli occhi lucidi.

«porta pazienza Noona» disse lui, prima di alzarsi dalla sua posizione e lasciarla sola nella stanza. Aveva intenzione di portarla nel suo appartamento il giorno seguente e lì non si sarebbe fermato.

Alice si riabbottonò i jeans e riprese a sistemare le sue cose, prima di concedersi una bella doccia distensiva, anche se dopo quello che era successo una doccia fredda sarebbe stata l'ideale per calmarsi.

Dopo la doccia, raggiunse i ragazzi in soggiorno per la cena, i morsi della fame iniziavano a farsi sentire in maniera decisamente prepotente.

Si sedette accanto a Jimin e lui le sorrise, era evidente che fosse felice del fatto che lei era finalmente con lui, gli brillavano gli occhi. Per lei però era altrettanto evidente il fatto che era lì per Namjoon, non riusciva e probabilmente non voleva smettere di pensare a loro due, a quello che si erano detti a Parigi e a quella sera in Giappone sul terrazzo.

Si sentiva davvero uno schifo, era salita sull'aereo per Seoul, con una domanda che la perseguitava da parecchio "l'avrebbe lasciato?" non era affatto sicura di voler continuare la relazione con Jimin, non le sembrava corretto nei suoi confronti.

Il secondo giorno a Seoul lei si concesse una passeggiata per il centro mentre Jimin era al lavoro, le aveva lasciato l'indirizzo del suo appartamento per quella sera, raccomandandosi più volte di non fare tardi.

Si appoggiò sul parapetto che dava verso il fiume Han, era uno spettacolo quella città, e le stava piacendo tanto quanto le era piaciuto visitare il Giappone mesi prima, del resto non poteva nascondere il fascino che aveva da sempre l'Oriente su di lei, dall'arte, all'architettura era un continuo divenire di aspettative ogni volta che guardava un documentario o leggeva qualche articolo sulle riviste di viaggio.

Alice vide un cartellone che pubblicizzava la mostra di una delle sue artiste preferite, erano anni che voleva vederla dal vivo, senza pensarci due volte scattò una foto per cercare in seguito l'indirizzo del posto sulla mappa.

Quasi istintivamente scrisse a Namjoon per chiedergli informazioni su quella galleria in particolare, così da avere l'opinione di qualcuno di cui sentiva di potersi fidare davvero in merito al campo artistico.

Si prese a parolacce l'istante successivo all'invio del messaggio, nonostante tutto, lei non poteva nascondere completamente il fatto che la loro affinità la rassicurasse e che fosse la sua opinione ad interessarla spesso in maniera esclusiva.

Namjoon si allontanò per qualche minuto dal resto del gruppo, e decise di chiamare Alice per darle le informazioni che gli aveva chiesto, avrebbe potuto benissimo mandarle un messaggio, ma gli mancava parlare con lei, terribilmente.

«ciao», disse Alice rispondendo alla chiamata.

«non avevo fretta, potevi rispondere al mio messaggio con calma.» aggiunse prima che lui potesse intervenire.

«andiamoci insieme» le disse spiazzando entrambi.

«ehm, ok. va bene per me, ma per te non è un problema, con i paparazzi ecc.?» chiese lei facendo riaffiorare in lui la prima impressione che aveva avuto con lei, quella di una persona che si preoccupava sempre per gli altri mettendosi anche in secondo piano se fosse necessario.

«parlerò con i manager e troveremo un modo» le rispose sbrigativo dato che lo stavano già richiamando dalla stanza accanto.

Alice ripose il cellulare nello zaino e riprese la sua passeggiata, l'idea della mostra con Namjoon la stava elettrizzando più della serata che l'attendeva con Jimin, non poteva non sentirsi in colpa per questo.

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