34 - Jeong

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Namjoon era seduto nello studio del suo appartamento; erano passate due settimane da quando aveva visto Alice in Giappone.

Le aveva promesso di non cercarla e stava mantenendo la parola data.

Quel giorno però gli risultava impossibile non cedere alla tentazione di chiamarla, sapeva che le riprese erano concluse e che lei sarebbe dovuta tornare a Seoul entro pochi giorni.

Non appena fosse rientrata lei e Jimin si sarebbero ritrovati nuovamente sotto lo stesso tetto e quel pensiero non faceva che assillarlo.

Inoltre, era al corrente del fatto che Jimin le scrivesse ogni giorno, ufficialmente per mandarle foto di Lullaby, ma lui sapeva che stava solo tastando il terreno in previsione del suo ritorno.

Riprese in mano le cuffie e cercò di concentrarsi nuovamente sul brano a cui stava lavorando da mesi ormai, doveva darsi una calmata.

Alice si sistemò sul sedile del taxi, erano i suoi ultimi giorni in Giappone; la produzione le aveva offerto di collaborare ancora e lei era indecisa se accettare o meno, ufficialmente lavorava ancora per la Hybe, grazie a Jimin.

E comunque le avevano promesso solo collaborazioni, niente di fisso e sicuro.

Una parte di lei voleva mollare tutto, tornare in Italia e lavorare nella sua vecchia azienda, lasciandosi alle spalle quella parte di mondo, quei mesi e quella vita, che le aveva dato e tolto così tanto nel giro di pochissimo tempo.

Aveva deciso di concedersi tre giorni di vacanza per tornare in uno dei luoghi che più amava di quel paese.

Sarebbe tornata al santuario di Itsukushima.

Quando si sedette finalmente sulle scomode poltroncine del battello che faceva la spola tra la terraferma e l'isola di Miyajima finalmente si rilassò.

Era pronta a liberare la mente per quel seppur limitato periodo di tempo.

Decise per puro capriccio e forse anche per sfida al destino di postare un'ultima storia su Instagram.

"Take me back to the start.... N. 13"

Una frase che poteva voler dire tutto e niente, con come sfondo il mare, ma c'era una persona che lei stava sfidando ad indovinare dove fosse in quel momento.

Namjoon.

Una considerevole fetta del suo cuore malconcio, sperava che lui capisse dove si trovava e che nonostante tutta la confusione nella sua testa, stesse comunque pensando a lui in quel momento della sua vita.

Infilò nuovamente il cellulare in tasca e ficcò le mani nello zaino in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

Dopo pochi minuti dal suo sbarco sull'isola iniziò a cadere una pioggia fitta ed insistente, vedere il santuario quella sera, avrebbe richiesto un ombrello, ed ovviamente lei ne era sprovvista come sempre.

L'ultimo negozio di souvenir aperto aveva terminato tutti gli ombrelli, era una stagione molto piovosa e i turisti avevano fatto man bassa di tutto in quei giorni.

Decise di desistere e si diresse verso l'albergo dove aveva prenotato la stanza.

L'albergo era gestito da una coppia di anziani fratelli, molto chiacchieroni, le avevano fatto mille domande sulla sua nazionalità e su cosa l'avesse spinta a visitare l'isola, le avevano anche offerto una fetta di torta prima di lasciare che lei andasse nella sua stanza a riposare dopo la lunga giornata di viaggio.

Alice si concesse un lungo bagno caldo nella vasca, erano mesi che desiderava avere il tempo per fare un bagno rilassante; involontariamente la sua mente tornò al suo ultimo bagno con Jimin, nella vasca dell'appartamento che avevano condiviso per mesi, lo stesso posto che lui aveva probabilmente condiviso con altre donne senza problemi.

Immerse la testa nell'acqua e scacciò quel pensiero, ma quando riemerse era ancora lì a tormentarla, così come le labbra del biondo premute sulle sue la sera che l'aveva raggiunta senza alcun preavviso nella sua stanza in hotel.

I suoi sentimenti per Jimin non se ne sarebbero andati tanto presto, e come se non bastasse, lui non faceva che scriverle.

Da quando era tornato in Corea, le mandava ogni giorno foto di Lullaby, utilizzando la povera cucciola come espediente per parlare con lei e scambiare un paio di messaggi.

Non voleva lasciarla andare e non ne capiva la ragione.

Dopo il bagno si mise a letto nella speranza di prendere sonno in tempi possibilmente non troppo lunghi, aveva bisogno di riposare, davvero tanto.

Taehyung osservava Jimin mentre si preparava un toast in cucina, gli sembrava estremamente calmo considerato quello che gli aveva appena detto, troppo calmo.

«Hai capito quello che ti ho appena detto?» sbottò interrogativo guardando il biondino.

«Perfettamente» si limitò a rispondere prima di addentare il toast che teneva tra le mani ed assaporarlo lentamente.

«Ma ti importa di lei oppure no?»

«certo che mi importa, ma non ho intenzione di mettermi in mezzo stavolta»

«io non ti capisco più Jimin... sul serio, non ci riesco» arringò Tae prima di lasciarlo solo a finire il suo pasto.

Jimin sbirciò verso l'ingresso del loro dormitorio; Jin e Namjoon si stavano salutando e Tae era appena sparito dietro l'angolo dopo aver dato una pacca sulla spalla al loro leader. Namjoon stava andando da lei, sapeva dov'era e si era deciso a raggiungerla; Jimin aveva deciso di non intromettersi, era sicuro di quello che aveva letto nello sguardo di Alice la sera che era stato da lei dopo il concerto, lei lo amava.

Namjoon avrebbe perso quella battaglia, il cuore della ragazza era suo e se lo sarebbe tenuto stretto.

Alice camminava lentamente in riva al mare, poco distante dal tempio; la pioggia non aveva dato tregua neanche per un secondo da che lei era arrivata sull'isola, ma non le dava troppo fastidio il fatto che piovesse, anzi.

Era infatti contenta dello scarso afflusso di turisti dato dal maltempo di quei giorni.

Lo stomaco le ricordò che era giunto il momento di pranzare, così si decise a rientrare verso il centro per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

Durante il pranzo chiacchierò al telefono con Kevin, che le parve estremamente interessato riguardo la sua giornata sull'isola.

«Insomma, a parte la pioggia non c'è molto da raccontare» gli disse nuovamente.

«vedrai che presto le nubi si diraderanno»

«come sei filosofico oggi, hai per caso fatto centro con quel ballerino?» fece lei.

«forse...» rispose vago.

Parlarono ancora qualche minuto poi Kevin le disse che doveva andare e conclusero la telefonata.

Alice controllò i messaggi e ne trovò uno di Jimin; era una foto di Lullaby che dormiva sul letto "ci manchi" c'era scritto subito sotto.

Bloccò lo schermo del cellulare e prese un paio di sorsi d'acqua dalla bottiglia, non riusciva a perdonare sé stessa per i sentimenti che nonostante tutto continuava a provare per lui.

Lasciò sul tavolo i soldi del pranzo e uscì dal locale.

La pioggia si era leggermente attenuata, così si diresse verso il parco che voleva visitare quella mattina, ma la pioggia battente le aveva impedito di farlo.

Dopo l'intera giornata passata a girovagare nei dintorni del tempio, Alice decise di tornare verso il suo alloggio, il buio stava affrettando la sua corsa e lei aveva parecchia strada da percorrere prima di arrivare a destinazione.

Una volta rientrata in albergo si diresse verso le scale che portavano al piano superiore per raggiungere la sua stanza ed il tepore di una doccia calda.

«Signorina» la chiamò l'anziana proprietaria prima che lei svoltasse l'angolo.

Alice tornò sui suoi passi per accertarsi di cosa necessitasse la donna.

«c'è un ragazzo che la sta aspettando; mi ha detto che vi conoscete, ma non l'ho voluto far salire prima di accertarmene» le disse indicando la zona riservata alla colazione.

«la ringrazio» le disse Alice sorridendo.

Entrò nella sala dove era solita mangiare al mattino e vide un ragazzo di spalle seduto davanti al camino acceso; non aveva alcun bisogno che lui si voltasse per capire chi fosse.

Procedette lentamente verso la poltrona dove era seduto e lo raggiunse.

«Joonie» esalò con un filo di voce facendolo voltare verso di lei.

Namjoon si alzò in piedi e senza pensarci due volte le prese il viso tra le mani e la baciò.

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