36 - Check mate

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Alice chiuse la chiamata con Tae, doveva calmarsi prima di svegliare Namjoon; si lavò il viso con l'acqua gelida per un paio di volte ma non servì a molto, se avesse avuto Jimin a portata di mano l'avrebbe strozzato per quello che aveva fatto, non ci poteva credere.

Non ci voleva credere.

Prese un asciugamano e lo bagnò per poi passarselo sul viso e sul collo in cerca di ulteriore sollievo, era un fascio di nervi in quel momento.

Se quello era il suo modo per farla tornare da lui di sicuro non avrebbe funzionato, lo stava odiando con tutta sé stessa in quel momento.

Si rese presto conto del fatto che non sarebbe affatto riuscita a calmarsi, perciò uscì dal bagno intenzionata a svegliare Namjoon per poter capire insieme come fosse meglio muoversi in quel frangente, dato che lui era senza ombra di dubbio, più pronto di lei.

Namjoon venne svegliato da Alice che gli accarezzava dolcemente la guancia mentre lo chiamava.

« Oddio, scusami stavo russando vero?» le chiese preoccupato stropicciandosi gli occhi.

«dobbiamo parlare, mi ha chiamato Tae è successo un casino ed io non so come cavarmela in questi casi... però devi giurarmi di restare calmo, il più possibile»

«perché? che sta succedendo?» domandò allarmato sollevandosi a sedere.

Alice si avvicinò ulteriormente a lui e gli raccontò quello di cui Tae l'aveva appena informata, cercando di capire quale fosse il suo livello di rabbia mentre lo faceva.

Ed a giudicare da come si tormentava l'interno della guancia, doveva essere parecchio elevato.

«che stronzo!» fu l'unica cosa che disse avvolgendosi il lenzuolo attorno alla vita prima di alzarsi in piedi.

Doveva chiamare il suo manager, dirgli di aiutarli ad uscire da quella situazione di merda in cui Jimin li aveva cacciati.

Namjoon rimase al telefono con il loro manager per un tempo che ad Alice parve non terminare mai; del resto, lei era terrorizzata dal fatto che non appena avessero varcato la soglia della loro stanza si sarebbero trovati davanti orde di giornalisti e paparazzi pronti a metterli alla berlina.

Lo osservò e notò ogni cambiamento nel suo viso, era come se fosse sempre più incazzato, e aveva notato che il manager non sembrava volergli lasciare il tempo di parlare dato che le sue frasi finivano sempre a metà.

La chiamata si concluse, Alice lo osservò sedersi sul bordo del letto, sembrava completamente preso dal flusso dei suoi pensieri.

Ad un tratto sollevò lo sguardo verso di lei.

«che ti hanno detto?» indagò Alice preoccupata.

«mi hanno chiesto di mentire, di andarmene prima che arrivi qualcuno e fingere di non conoscerti affatto»

«È giusto così, sarebbe rischioso fare altrimenti» convenne lei, probabilmente in quel frangente era la scelta più sicura per entrambi o almeno così sperava.

«no», disse imperativo Namjoon guardandola negli occhi.

«come?»

«non farò finta di non conoscerti; uscirò da qui con la mia ragazza, darò alla stampa quello che si aspetta e me ne assumerò tutte le conseguenze»

«Non essere impulsivo, non puoi rischiare la tua carriera per me» gli fece notare Alice.

«la mia carriera non finirà per questo e poi non voglio nascondermi Alice, non più... quindi se non vuoi che lo faccia dimmelo adesso ed io uscirò da quella porta e farò esattamente come mi hanno chiesto di fare in agenzia»

«tu farai quello che ti hanno detto di fare» fece lei.

«cosa?»

«Hai capito, oggi farai come ti hanno detto loro; tu te ne andrai da solo ed io anche. Tra poco le riprese finiranno ed io tornerò a Seoul... penseremo insieme a come dirlo ai tuoi fan» gli disse avvicinandosi a lui e scompigliandogli i capelli, voleva solo che lui capisse che gli stava domandando di non correre e di non rischiare se non era necessario farlo.

«per un attimo ho temuto che te ne fossi già pentita...» sussurrò Joonie.

«di cosa?»

«di noi, di stanotte... di me.»

«Namjoon guardami» disse sollevandogli il capo verso di lei.

Namjoon lo fissò in attesa di una conferma alle sue paure.

«non sono pentita, te l'ho detto anche stanotte se non sbaglio» lo rassicurò prima di lasciargli un bacio leggero sulle labbra.

«sono passate alcune ore... potevi aver cambiato idea» le fece notare.

«smettila ok?»

«cosa farai con Jimin?» le chiese; quella era la domanda che lo tormentava da tutto il tempo, era il tarlo nel suo cervello, forse una volta rivisto Jimin lei avrebbe deciso di dargli un'altra possibilità, non si poteva mai sapere.

«sicuramente dovremo parlare io e lui» ammise pensierosa.

Namjoon si alzò in piedi e la prese tra le braccia stringendola forte contro il suo corpo, era consapevole del fatto che lei avrebbe dovuto sistemare le cose con Jimin prima di poter ufficialmente iniziare la storia con lui.

E questo lo terrorizzava, Jimin aveva un'ascendente su di lei, avevano un legame molto stretto, dovevano esserci stati dei momenti nella loro relazione in cui avevano legato profondamente e questo lo faceva sentire in difetto.

Alice lo aiutò a preparare le sue cose, sistemò i vestiti nella valigia mentre lui era sotto la doccia, in quel modo almeno teneva la mente occupata.

Quando venne il momento dei saluti, Namjoon la baciò e poi uscì dalla stanza, salvo poi bussare per tornare dentro e darle l'ennesimo bacio due secondi dopo.

«non fare cazzate Kim Namjoon, promettimelo» gli disse Alice prima di lasciarlo andare.

«ci proverò te lo giuro» la rassicurò.

Lo guardò scendere le scale e poi richiuse la porta della stanza.

Alice si sedette sul letto disfatto e si scompigliò i capelli, era nervosa, ed arrabbiata per quello che aveva fatto Jimin.

Prese il cellulare e lo chiamò senza fermarsi un solo istante a riflettere su cosa gli avrebbe detto e su come glielo avrebbe detto.

«Noona?»

La voce di Jimin le arrivò all'orecchio come un sussurro strozzato.

«che cazzo ti dice il cervello?» sbottò Alice arrabbiata.

«non voglio che tu ti innamori di qualcun altro Noona, non voglio»

«i miei sentimenti non ti riguardano più Jimin e sei stato tu a deciderlo»

«non è vero... non dirlo più, i tuoi sentimenti per me sono importanti»

«Non abbastanza da fartelo tenere nei pantaloni però o mi sbaglio?»

«Neanche tu non mi pare sia rimasta in panchina» l'accusò punto sul vivo da quella dichiarazione.

«sei incredibile... noi ci siamo lasciati, posso fare quelle che voglio»

«non ci siamo lasciati, quello che ti ho detto quella sera in hotel non contava niente per te?»

«hai detto che ti saresti fatto perdonare, che non volevi più farmi del male... e poi fa questa stronzata del rivelare alla stampa dove si trova Namjoon»

«perché non mi ami quanto ami lui?» le chiese sopraffatto da quella conversazione e dai sensi di colpa, che lo avevano investito il minuto successivo l'aver chiamato la giornalista per dirle di Namjoon.

«quando la smetterai di accusarmi di non averti amato abbastanza?! io farei di tutto per vederti felice, per tenerti al sicuro da quelle pazze delle tue fan... io ti amo così tanto che non riesco a non preoccuparmi per te e.... »

«tu mi ami?» chiese Jimin interrompendola.

Alice presa dal panico, chiuse la chiamata e spense il cellulare.

Non poteva averlo detto sul serio.

Quelle parole non potevano essere uscite dalla sua bocca, non dopo tutto quello che era successo negli ultimi tempi.

Si sedette sul bordo del letto e si passò le mani tra i capelli nervosa.

Non poteva credere di averlo detto, non dopo quello che era successo poche ore prima con Namjoon; lei era innamorata di Namjoon, ne era sicura.

Forse stava chiedendo a sé stessa troppo, aveva bisogno di più tempo per chiudere definitivamente con i sentimenti che ancora provava per Jimin, non voleva ci fossero zone d'ombra nella sua storia con Namjoon.

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