Capitolo 14.

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Finito il pranzo ci mettiamo a fare i compiti, poi alle quindici Mary esclama:"Caspita, è tardissimo... Devo andare a prendere mia sorella!" Raccoglie tutto di fretta, ci saluta e ci ringrazia per poi precipitarsi fuori dalla porta lasciandoci soli.

"Senti..." Lo guardo. "Sarebbe un problema se mi fermassi a dormire ...Diciamo per sempre?" Sorrido facendo ridere anche lui.

"No, non ce la faccio ad affrontare i miei... Non l'ho fatto apposta, eppure mi sento in colpa e..." Mi accarezza il palmo della mano con le dita ed io dimentico tutto ciò che stavo dicendo. Alzo lo sguardo e sussurra:"E' tutto okay. Mh? Guarda che è normale! Abbiamo fatto tardi ieri sera e ci siamo svegliati tardi... Va bene, Vale! Non si può essere sempre perfetti, e nemmeno tentare di esserlo" Annuisco, poi mi alzo e vado ad abbracciarlo.

"Grazie" Mi stringe forte.

"Figurati piccola..." Lascia un bacio tra i miei capelli. "Dai, fatti dare i compiti che ci mettiamo a farli"

"D'accordo... Ti aiuto con i piatti?" Propongo.

"No, tranquilla" Va ad aprire la lavastoviglie lasciandomi meravigliata.

"Da quanto ce l'hai?!"

Mi guarda confuso e risponde:"Da quando ho questa casa?" Ma quindi... "Perché?" Domanda.

"Mi viene in mente la prima volta che sono stata qui... Non so perché!" Lo canzono, vedendo comparire sul suo volto un enorme sorriso.

"E che ne sapevo io che una meravigliosa bambina mi avrebbe colpito in quel modo? Per una volta che volevo fare le cose bene e con calma!"

"Ah, adesso ti fingi un angioletto?" Lo provoco.

"Lo sono" Sorride sbattendo le palpebre facendomi scoppiare a ridere. Lo bacio.

"Sì, forse lo sei" Ammetto, più a me stessa che a lui.

Vado sul registro elettronico e cerco di mettermi in pari con tutto, Mattia mi aiuta e finiamo alle quattro del pomeriggio, quando ripongo tutto il necessario sul tavolo.

Mi affaccio alla finestra e vedo che è nuvoloso.

"Oh... Sarebbe davvero un peccato se piovesse, non trovi?"

Si sta mettendo la giacca e cerca di nascondere un sorriso.

"Ti ho visto!" Mi avvicino saltellando posandogli le mani sulle spalle.

"No!" Esclama.

"Che cosa?" Gli vado di fronte.

"No,no aspetta... Riprova come prima! Solo... Prendi più rincorsa" Sorride. Ho capito cosa vuole fare. "Ti fidi... ?"

Non gli lascio terminare la domanda che gli sono già sulla schiena e lui mi ha prontamente presa.

Gira su se stesso continuando a sorridere, io con lui. Mi spingo un pochino più in su, poi abbasso la testa e lo bacio. In quel momento la porta si apre e noi tentiamo di ricomporci, finendo sul divano, con Mattia su di me che si è pure fatto male tirando un calcio al tavolino di fronte. Stiamo ridendo.

"Ahia!"

"Ha ragione la tua amica, Valeria... Voi non state bene!" Constata Stefano posando le chiavi nel posacenere.

"E' colpa tua" Confessa Mattia mentre io striscio via andando a sistemare il tavolo.

"Vuoi un po' di ghiaccio?" Sussurro incerta.

"Ti sei già ambientata? Mi fa piacere!" Scherza Stefano.

"Grazie!" Rispondo a tono, per poi tornare al mio fidanzato. "Dai, sono seria"

"No, sto bene amore, tranquilla" Si alza sorridente Mattia.

Io guardo subito il suo coinquilino con un sorriso enorme. Di nuovo quella sensazione: il cuore batte forte, non riesco a fare a meno di sorridere e vorrei saltare in braccio a Matt per riempirlo di baci.

Ma mi limito ad abbracciarlo.

"Che succede?" Sorride lui dolcemente accarezzandomi la schiena.

"Ti amo" Sussurro d'un fiato guardandolo negli occhi.

"Cosa?" Mi guarda sbalordito facendomi ridere.

"Ho detto che ti amo" Rispondo sincera. Mi bacia.

"Ti amo" Sussurra sulle mie labbra.

"E... Si sono fatte le sei!" Esclama Stefano facendoci sobbalzare.

"Sono le quattro meno un quarto!" Lo corregge Mattia facendolo sorridere.

"Dai ho capito..." Ci guarda storto prendendo un panino e il barattolo della nutella per poi dirigersi verso le camere:"Ciao piccioncini... Io mi dileguo!"

"Ciao!" Lo salutiamo divertiti, per poi uscire di casa.

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Nel viaggio di ritorno ripenso a tutto. Com'è possibile? Non ci conosciamo nemmeno così bene! Lo guardo alla guida e mi rendo conto che forse tanti pensieri non servono: io sto bene con lui, lui sembrerebbe star bene con me... Non è forse questo che conta in una relazione?

"Tutto a posto?" Domanda facendomi tornare alla realtà. Solo adesso noto che lo stavo fissando, perciò distolgo lo sguardo guardando dritto di fronte a me:"Sì, grazie... E scusa" Sussurro imbarazzatissima.

"E per cosa?" Chiede sorridendo. "Anch'io mi perdo a guardarti" Sussurra facendomi comparire un sorriso.

"Mi piace stare con te, mi fai sentire speciale" Sorrido. "In vita mia mi è capitato solo con una persona..." Ammetto, forse più a me stessa che a lui.

"E chi?" Fa fingendosi geloso. Sorrido rispondendo sincera: "Mio padre" Al ché muta espressione e torna serio: "Mi sembra giusto!" Sorride. "Un padre è il primo eroe di tutti i figli, maschi o femmine che siano. Al loro fianco inizialmente ti sembra che niente sia impossibile"

"Per me è così ancora oggi" Gli confesso.

"Un rapporto eccezionale! Complimenti, davvero" Continua, sempre più serio.

"Grazie mille" Sorrido. "E tu? Che rapporto hai con..."

"Mio padre?" M'interrompe. "Buono. Sì, mi ritengo fortunato. C'è sempre stato per me, come mia madre e mia sorella ed io ho sempre cercato di ricambiare, ovviamente. E mi piace stare con loro se è questo che ti stai chiedendo" Annuisco.

"Che bello!" Esclamo.

"Veramente!" Siamo arrivati.

"Vuoi..."

"No, grazie" M'interrompe. "Sarà per un'altra volta" Sorride.

"Certo" Lo saluto. Sto per aprire la portiera, quando mi volto:"Stai attento... E vai piano, mi raccomando. Ma soprattutto, mandami un messaggio quando sei arrivato a casa"

"Certo" Sussurra per poi avvicinarsi sempre più alle mie labbra. Ci baciamo, poi entro sorridendo.

Stranamente non trovo nessuno. Prendo il cellulare e mi ritrovo una sfilza di messaggi nel gruppo delle amiche.

 Sara pensava che avremmo fatto la strada insieme, Chiara e Stefania invece propongono una serata cinema tra ragazze. 

Rispondo a Sara dicendole la verità, poi alle altre trovandomi d'accordo. Programmiamo per domani sera a casa mia, poi  metto la musica e vado in cameretta, dove disfo lo zaino e preparo le materie per domani.

Ripasso qualcosa di storia e filosofia, quando sento le chiavi: mamma è tornata. 

Prendo il cellulare per vedere se l'assenza è già stata giustificata e fortunatamente noto che non è così, quindi lo faccio e poi vado a salutarla.

"Ciao!" 

"Ciao Valeria! Com'è andata oggi?" Domanda posando le chiavi. 

"Bene, grazie. A te?" Fingo un sorriso.

"Giornata ko, grazie per averlo chiesto" Fa lei in falsetto alzando gli occhi al cielo facendomi sorridere. E' un'imprenditrice, lavora nel campo della moda e si occupa di organizzare sfilate (è la mente creativa e la direttrice dell'organizzazione degli eventi).

"Mamma... Guarda che se vuoi ti posso aiutare! In questo periodo a scuola non danno molti compiti" Faccio andando a sedermi sul divano con lei.

"No, tesoro, ti ringrazio. Prima finisci la scuola, ti diplomi e poi vediamo cosa fare. E' chiaro?"  Alzo gli occhi al cielo:"Volevo solo essere gentile!" Sbuffo. "Sì, comunque" 

"Lo so che tu sei gentilissima" Sussurra stritolandomi in un abbraccio affettuoso, che ricambio allo stesso modo. "Ed io? Se posso esserti d'aiuto con qualsiasi cosa chiedi pure" 

"Va bene, grazie" Le do un bacio sulla guancia.

Prendo i fascicoli che ha posato sul tavolo notando un marchio che conosco bene mentre lei si alza: "Armani?!" Esclamo.

"Sì! La settimana prossima sarà a Venezia, è da mesi che stiamo preparando questa gara" 

"Non me ne avevi parlato!" Le faccio notare.

"Come potrei? Non ci sei mai! E quando ci sei stai al telefono" Posa le mani sui fianchi. "Ma comunque era ancora top secret, quindi per questa volta ti è andata bene" Fa l'occhiolino facendomi sorridere.

"Scusa" Sussurro. "Lo so che non parlo di me con voi, ma non è perché non mi fidi, soltanto che è... Strano!"  Ammetto. 

"Va tutto bene, è normale che a quest'età tu preferisca gli amici... Guai se non fosse così!" Sorride. "Stai crescendo, è giusto che ti faccia la tua vita" 

"Grazie... Adesso però parlamene!" La sprono facendola sorridere.

"Dunque... Cosa si può dire... Vuole un posto nero, che abbia una striscia bianca da poter utilizzare come passerella" Inizia. "Luci bianche, quattro riflettori sul soppalco e quattro giù in fondo alla sala. Sedie banche anche loro... E poi... Niente! Per ora è tutto" Sorride.

"Wow... Sono invitata?" Sorrido mettendo un'espressione da angioletto.

"No" Risponde allo stesso modo facendomi mettere il broncio. 

"Allora fai tante foto" Le chiedo.

"Certo, come sempre" Mi sorride facendo l'occhiolino.

"Tu invece che mi racconti? A scuola che cosa stai facendo? E con i tuoi amici? Sei fuori spesso la notte... Dove vai?" 

"E' un tentativo di stalking sotto copertura?" La guardo stringendo gli occhi in due fessure facendole alzare gli occhi al cielo.

"Lo vedi come fai? Ti sembra possibile parlare con una figlia che ti prende per una spia della cia?" Domanda seria facendomi ridere.

"Mamma, scherzavo! Che cavolo... D'accordo, hai vinto!" Sorrido incrociando le braccia al petto. "A scuola va tutto bene, ehm... Il pomeriggio lo passo da degli amici, oggi è venuta anche Maria, ieri sera c'era Stefy e... Niente! Ridiamo, scherziamo, parliamo, guardiamo film... Sai,no? Le solite cose" Dico con nonchalance sotto il suo sguardo attento.

"E... Questi tuoi amici sono... Compagni di scuola?" Continua.

"Sni" Sorrido facendo comparire nuovamente il viso da angioletto.

"Sni che vuol dire?" Indaga. 

"Che l'ho conosciuto a scuola e che.. L'ho rincontrato un mese fa in un bar" Già un mese... Rifletto.

"Ah, quindi è uno solo! Ancora più interessante" Sorride maliziosa facendomi trasalire.

"Ma cosa?! No! E' un gruppo di persone.. Ma perché stiamo parlando di Mattia? Come ci siamo arrivate?" Sorrido.

"Bel nome!" Osserva.

"Lo so" Sussurro, forse a voce non così bassa come pensavo.

"Stai bene con lui?" Azzarda nuovamente guadagnandosi un'occhiataccia.

"Non lo conosco bene" Mi metto sulla difensiva. "Ma ti posso assicurare che è un bravo ragazzo"  Tento di rassicurarla.

"D'accordo... La mia sete di sapere si è esaurita" Scherza.

"Di già?!" Le reggo il gioco.

"Ho avuto la risposta che cercavo, quindi perché no? E poi è la tua vita, le scelte sono tue. A me e a tuo padre basta che tu stia bene, lo sai"  Annuisco. 

"Grazie mamma"  Sussurro prima di andare ad abbracciarla.

"Di cosa angelo mio" Mi stringe forte.

"E voi come state?" Domando.

"Bene! Ultimamente non abbiamo problemi, e fa lo scemo più spesso.. Sai com'è fatto!" Ride.

"Sì" Rido anch'io. 

"Ah...Mamma, a te starebbe bene se domani sera organizzassi un movie night con le mie girls?" Chiedo sotto il suo sguardo stranito.

"Valeria... Che cosa?!" Esclama facendomi ridere.

"Un movie night!" Dico strabuzzando gli occhi. "Non sai che cos'è?" Spalanco la bocca.

"Ahh! No, avevo capito un'altra cosa, scusa" Sì,sì...  "Comunque a me sta bene, basta che non facciate baccano. Che cosa vedrete?"

"Ancora non lo sappiamo... Ci verrà in mente durante la giornata!" Sorrido.

"Va bene" Questa risposta mi lascia stranita. 

"Solo... Va bene? E le tue mille preoccupazioni sul come affronterò la mia vita che non programmo secondo per secondo anni e anni prima?" La prendo in giro.

"Ormai ci ho rinunciato, so come sei fatta e che non c'è speranza" Sorride tenendomi testa. Mi fingo offesa, poi d'un tratto scoppia a ridere:"Ti ho mai raccontato della prima volta in cui sono uscita con tuo papà la sera?"

"No!" Faccio allibita. Continua a ridere.

"Lo sai, ci siamo conosciuti in un locale al pomeriggio, e avevamo degli amici in comune che, con il tempo, si sono resi conto che c'era qualcosa. Allora hanno iniziato a farci fare uscite di gruppo, sai no?" Annuisco. "E una sera, verso le sette penso... Non ricordo bene, comunque all'ora di cena, mi chiama una mia amica e mi fa: guarda che ti deve chiamare questo numero. Ma non ti preoccupare perché è mia mamma. Tu dille che esci con me. E io mi dico d'accordo. 

Mi chiama il numero che mi aveva dato..." Scoppiamo a ridere.  Per poco non soffoco dalle risate.

"Non ci credo!"  Urlo alzandomi di scatto.

"Credevo che si fosse sbagliata, che fosse suo padre!"  Continua a ridere. "Quando mi ha detto chi era... Sono rimasta attaccata al telefono per un'ora dopo la chiamata come una scema!" 

"Mi sta venendo mal di pancia!" Squittisco.

"Poi siamo usciti ed è andato tutto bene, ma giuro che all'inizio l'avrei uccisa guarda!"

"Ci credo!" Annuisco.

Passiamo il resto della cena tra chiacchiere e risate, e mentre stiamo sparecchiando arriva papà.

"Buonasera!" Esclama sorridente.

"Ciao!" Lo salutiamo in coro.

"Domani sera tua figlia fa un movie night con le sue girls!" Dice mamma per prendermi in giro lasciando papà allibito:"Che cosa?" Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

"Serata cinema" Semplifico andando a salutarlo. "Con le amiche, in camera mia"

"Guarda che hai detto amiche, me lo ricordo" Fa in tono scherzoso.

"Sì, puoi stare tranquillo" Lo rassicuro, poi scambiamo un'occhiata con mamma e la vedo sorridere. Le punto l'indice contro:"Guarda che io da qui non me ne vado fino a quando quel sorrisetto non scompare, potessero passare anni" La  avverto.

"Non ho fatto niente!" Alza le spalle con fare da innocentina, mentre io la squadro per poi scoppiare a ridere seguita da lei.

"Che succede qui?" S'intromette papà. 

"Cose tra mamma e figlia, tu non ti preoccupare" Mi lancia un'occhiataccia complice. Mi avvicino abbracciandola e sussurro:"Ma lui lo sa?"

"No e non deve saperlo!" Risponde in tono divertito facendomi tornare la ridarella.

"Vi siete ubriacate stasera?" Torna papi trovandoci a ridere.

"Dai, scema!" Esclama mamma facendomi ancora più ridere.

"Papà, ti voglio tanto bene!" Sorrido andando ad abbracciarlo.

"Anche io!" Risponde stringendomi più forte. Mi placo. Gli abbracci di papà sono sempre i migliori!    Prendo un bel respiro e ritorno in me.

"Okay, ci sono"

"Menomale!" Esclamano in coro. "Dai, io torno di là... Vi lascio soli" Sussurro guardando mamma, che prontamente risponde a tono partendo alla carica.

"Caro.. Ti devo dire una cosa... Anzi..." Mi guarda.

"Lo sapevo io... " Borbotta papi. Ah è così?

"Anch'io ne avrei una da raccontarti!" Rispondo avvicinandomi.

"Piccola diavoletta..." Sussurra divertita. "Dai, non importa..." Si ridimensiona poco dopo. "Ne riparleremo tra qualche mese!" Riparte alla carica.

"Sono perfettamente d'accordo" Sorrido soddisfatta.

"Voi due mi fate paura..." Dice papà facendoci nuovamente scoppiare a ridere. "Ecco appunto" Borbotta.

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