Capitolo 17.

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Finita la giornata Stefania corre in verso di me, che sto per uscire dall'aula, e per poco non mi viene addosso.

"Ehy, calma!" Esclamo mettendo le mani davanti. "Che succede?"

"Che lo sapevo" Sbuffa sorridendo amaramente trattenendo le lacrime.

"Ma che cosa?" Domando preoccupata.

"Non è sua cugina, ma la sua ragazza! Sono un'idiota..." Sussurra tra sé e sé.

"Se ti dici così lo sei di sicuro" L'ammonisco parandomi davanti a lei. "Non è colpa tua se lui è stupido, d'accordo? Noi te lo dicevamo che non dovevi perder tempo appresso a quel cretino! Ma adesso devi sfogarti" L'abbraccio e lei inizia a piangere silenziosamente. Le accarezzo i capelli mentre le sussurro che non ha niente di sbagliato, che è una persona meravigliosa e che l'unico a trovarsi in questa situazione dovrebbe essere Dennis.

"Secondo te dovrei parlarci?" Singhiozza per l'ultima volta prima di asciugarsi le lacrime.

"Moralmente parlando sì, perché comunque tutti hanno diritto a dare e a sentire una spiegazione" La guardo. "Ma egoisticamente direi di no. No, amica, non c'è niente di cui parlare. Tenterebbe di raggirarti e basta secondo me" Sentenzio onestamente, poi abbasso la testa:"Poi la scelta è tua..." Annuisce e fa lo stesso, segue una breve pausa.

"No, per il momento non credo di volerci avere a che fare" Annuncia sicura. La guardo negli occhi e vedo che sono spenti. Rossi, gonfi.

"Io non ti voglio mai più vedere in questo modo però, amica mia" L'abbraccio nuovamente. "Sei dimagrita, e stai perennemente male. Dobbiamo aiutarti e tu ce lo devi permettere. Non è un ragazzo a dirti che vali e quanto, devi farlo tu. Deve capirlo da solo, e a quanto pare non l'ha fatto. Beh, tu non hai bisogno di uno così. Non hai bisogno di nessuno"

"Di te sì però. E delle altre" Sorride forzatamente.

"Questo te lo concedo" Scherzo posandole un braccio intorno alle spalle per poi tornare a casa.

"Mattia non è venuto?" Mi guarda. Oh è vero!

Prendo il cellulare e gli mando un messaggio:

<<Io torno con Stefy(ti spiego dopo) Un bacio.

Ps ti amo

E la risposta arriva subito.

>>D'accordo Princess.

Ps. ti amo anch'io xo

Sorrido, ma poi torno alla mia amica.

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"Vieni a mangiare da me?" La guardo una volta arrivate.

"No, grazie... Mi aspetta mia madre a casa" Sorride mentre pendo le chiavi.

"Come vuoi... Ti accompagno?" Mi volto non avendo ancora aperto.

"Per due chilometri?" Alza un sopracciglio facendomi sentire ridicola.

"Hai ragione..." Apro. "A dopo... E per qualsiasi cosa scrivimi, chiamami o vieni direttamente qui. Mi raccomando, non farti problemi"

"Certo" Mi da un bacio sulla guancia per poi allontanarsi.

Io la guardo andare via senza sapere cosa fare, poi entro e chiamo Mattia, che risponde subito.

"Ehy" Sentire la sua voce mi fa tornare il sorriso.

"Disturbo?"

"Mai. Com'è andata oggi?" È allegro.

"È andata... Ma adesso sto meglio" Sorrido, anche se so che lui non può vedermi.

"Come mai quel tono rassegnato? È successo qualcosa?" Si sta preoccupando.

"Stefy..." Ammetto. "Il suo ex è davvero un cretino"

"Aspetta... È il ragazzo di cui mi hai parlato la prima volta che sei salita in macchina?" Come?

"La... La prima volta che sono salita in macchina?" Ora sono confusa. "Non ricordo di averti parlato di un ragazzo..." Mi gratto la nuca sforzando di far andare il mio cervellino.

"Non importa... Dai, continua. Dicevi, di questa tua amica e del suo ex cretino?" Taglia corto.

"Sì,giusto" Torno concentrata. "Non la merita. Tenta sempre di comandarla a bacchetta e se lei usciva con un ragazzo che non fosse suo fratello non le parlava per una settimana come minimo, ma adesso che lui si è fidanzato con un'altra va bene! Ma ti rendi conto? Dove diavolo crede di vivere? Io gli spacco la faccia" Dico furiosa.

"È mentalità! Non siamo tutti uguali d'altronde" Risponde semplicemente. "Certo, capisco che possa dare fastidio - io stesso solo a sentirlo sono seccato, figuriamoci se dovessi viverlo - però so che la tua amica è forte e che prima o poi riuscirà a liberarsi di quell'uomo di Neanderthal!" Scherza cercando di farmi ridere.

"Amore, ti ringrazio infinitamente" Inizio con il cuore che trabocca di tenerezza e commozione. "Ma su queste cose non si può minimizzare. Una relazione tra pari dev'essere da pari. Se avesse voluto avere un capo avrebbe cercato un lavoro!"

"Sei pazzesca..." Sussurra.

"Come?" Fingo di non aver capito.

"Niente, lascia perdere... Ad ogni modo, mi dispiace per Stefania, ma se posso darti un consiglio: ricordati che sta solo cercando di vivere la sua vita esattamente come stiamo facendo tutti. Certo, per te sarà uno sbaglio quello che sta facendo e moralmente e orgogliosamente lo è, ma dev'essere lei a dire Basta "

"Sì, lo so..." Abbasso la testa.

"Bene... Ora, dì un po'... Sei a casa? Hai mangiato?" Sorrido.

"Sì, sono arrivata qualche minuto fa. E... No, devo ancora lavarmi le mani e fare tutto. Per il momento sono seduta sul divano" Ammetto.

"Allora ti lascio... Lava le manine e corri a mangiare!" Fa con il tono di voce di un adulto che sta parlando ad un bambino.

"Te l'hanno detto che non ho più quattro anni?" Lo prendo in giro.

"No... Ma io non stavo parlando con te!"

"Ah no?' Abbocco alzandomi.

"No! Sai, a tempo perso qualche volta faccio il babysitter!"

"Ah sì?" Mi fingo curiosa.

"Sì! E mi manda fuori di testa. Ti spiego perché"
"Mh" Faccio mettendo a bollire l'acqua nella pentola mentre lui cintinua:"A volte è una bambina dolcissima, altre un uragano... Certe volte invece è una ragazza e altre si trasforma in una donna sicura di sé e determinata, ma resta sempre dolcissima. E la amo da impazzire"

Non so se stare al gioco o tornare seria... Scelgo di continuare.

"Uh! Devi presentarmela assolutamente!"

"Sì, sì devo... Anche perché avete lo stesso nome, pensa!"

"Ma dai? Che coincidenza!" Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere.

"Ti amo da impazzire" Sussurra lasciandomi per qualche minuto senza fiato.

"Ti amo da impazzire" Rispondo dopo qualche secondo per poi salutarlo e chiudere la chiamata.

Pranzo, poi mi metto sui libri, dai quali mi distraggo parecchie volte tra cellulare e ricordi dell'unica volta che li ho fatti con Mattia.
Quando sento la chiave nella toppa balzo sulla sedia: è papà.

"Buongiorno!" Sorrido.

"Buonasera vorrai dire!" Si avvicina dandomi un bacio dopo aver richiuso la porta.

"Come?" Faccio controllando l'orologio sulla parete:"Ma sono le quattro!"

"Tesoro, sono le sette!" Mi mostra il cellulare, per poi guardare anche lui l'orologio. "Oh, bisogna cambiargli le pile! Chissà dove le avrà messe tua mamma..." Borbotta mentre io comincio velocemente ad andare nel panico.
Tra due settimane sarò interrogata in francese, io ci metto tre anni a memorizzare e non ho aperto libro per domani... Sono fottuta!

Faccio un respiro profondo per poi mettermi d'impegno e finire tutti i compiti scritti per domani e dopodomani. Finisco dopo un'ora, mi alzo e sistemo tutto riponendo il materiale nello zaino, per poi andare in camera mia.
"Preparo le cose per domani e poi faccio la tavola! Sai quando torna mamma?" Chiedo.
"Ha detto che oggi torna tardi" Sento in risposta.
"Okay" Strillo andando a prendere il diario.
Finito tutti i preparativi torno in cucina dove trovo già tutto fatto. Guardo papà che sorride mentre mi squadra da testa a piedi.
"Tutto a posto?" Faccio imbarazzata riponendo una ciocca dietro l'orecchio.
"Sì!" Risponde mettendo a bollire la pasta. "Pensavo che sei bella, proprio bella figlia mia"
"Grazie!" Esclamo ridendo. "Dopotutto... L'hai detto tu: sono tua figlia!" Faccio con tono da sapientina portando alla bocca un grissino mentre lui sorride.
"Come stai? Come va a scuola? Con Marco?" Mi lancia un'occhiataccia scherzosa.
"Mattia" Lo correggo, per poi riprendere a parlare: "Comunque va tutto bene a scuola, e anche con lui" Sorrido ripensando alla chiamata di oggi.
"Mi fa piacere. E con le tue amiche? Non uscite più ultimamente!"
"Devo studiare" Rispondo prontamente. "Ma comunque va bene anche con loro, tranne... Per una cosa" Aggiungo ripensando a Stefy.
"Che cosa? Avete litigato?"
"No, assolutamente. Solo che... Una di loro ha una brutta compagnia all'infuori di noi di cui dice di non poter fare a meno e..."
"Tutte balle, non vuole" Taglia corto per poi guardarmi dritto negli occhi e dire:"L'unica persona di cui non puoi fare a meno sei tu"
"Io lo so" Annuisco schiettamente portando l'ultima forchettata di fusilli al sugo alla bocca.
"Davvero?" Fa preoccupato.
"Sì papà" Lo rassicuro portando le dita sul palmo della sua mano non smettendo di guardarlo negli occhi. Lui prende dolcemente la mano e se la porta alle labbra lasciando un dolcissimo bacio sul dorso con le lacrime agli occhi.
"Papi..." Sussurro andando ad abbracciarlo. "Ma che ti succede?"
"Ti voglio bene tesoro mio,tanto. E anche tua madre te ne vuole. Non dimenticarlo mai, questa sarà sempre casa tua" Inizia a dire, mentre le lacrime cominciano a rigargli il volto.
"Ma papà... Va tutto bene? Guarda che per il momento non vado da nessuna parte!" Scherzo per farlo ridere.
"No, tesoro lo so... Parlavo... Per il futuro" Si asciuga gli occhi, io provvedo alle guance.
Non dirmi che già si immagina il mio matrimonio... È il mio primo ragazzo, non so neanche se lo conosce... E già pensa a quando andremo a convivere?! No, impossibile: non sa che sono fidanzata, crede che sia un amico!
"Papà... Anzi, King" Sorrido ricordando come lo chiamavo qualche anno fa. Subito gli si illuminano gli occhi. "Nessuno mi porta via da qui, non ce la faranno. Non lo permetterò mai. Un giorno me me andrò fisicamente, magari da sola o magari no... Ma una parte del mio cuore sarà sempre qui, e vi seguirà ovunque andrete"
"Lo stesso vale per noi" Sussurra abbracciandomi un'ultima volta.
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Passiamo la serata a parlare e a guardare i cartoni animati che amavo da bambina, poi lui si addormenta, io gli metto una coperta, gli do un bacio sulla guancia, spengo la tv e torno in cucina a mettere a posto.
Una volta finito vado a lavarmi, per poi tornare accanto al mio papi, stendermi e addormentarmi sulle sue gambe proprio come ai vecchi tempi. Quanto mi era mancato tutto questo... È bello essere a casa! (E la mia casa è ovunque ci sia lui).

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