Capitolo 18.

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Vengo svegliata da mamma.
"Che succede?" Domando ancora un po' ritornata.

"Dovrei chiederlo io a voi! Sono le due, io sono tornata dal lavoro e vi trovo antrambi a dormire sul divano! Possibile che non vi possa lasciare soli? Siete due bambini!"

"E tu una parla parla" Ci difendo. "Non crolla il mondo se dormo con mio padre"

"Sai benissimo che non mi riferisco a quello, ma al fatto di esservi addormentati sul divano in pelle. Poi sudate e vi viene la bronchite!"

"Sì, la bronchite... " Borbotta papà alzandosi. "Tu che ci fai andare al manicomio quello va bene però! Dai, buonanotte" Continua dandomi un bacio sulla guancia mentre si alza. "Vai a dormire nel letto, è più comodo" Sussurra facendomi ridere.
"Okay... Ti voglio bene" Rispondo alzandomi anch'io.
"Certo" Ricambio il bacio, ne do uno a mamma e poi mi dileguo in camera mia, dove crollo immediatamente dopo aver mandado la buonanotte a Mattia.
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Mi sveglio sentendo qualcosa sul volto. È morbido.
Apro gli occhi ancora addormentata e vedo il mio ragazzo sorridente. Mi sta lasciando tanti piccoli bacetti sul viso.
"Buongiorno" Sussurra.
Sorrido.
"Buongiorno amore" Mi tiro a sedere dandogli un bacio.
"I tuoi dormono ancora credo, perciò... Magari è meglio non fare rumore" Sussurra avvicinandosi per darmi un altro bacio.
"E tu come sei entrato?" Chiedo guardandolo negli occhi. Un sorriso da angelo compare presto sul suo volto, io mi volto e vedo la finestra della mia stanza chiusa.
"È chiusa" Constato.
"L'ho chiusa" Precisa mentre il mio sguardo si fa sempre più indagatore.
"Era spalancata. Quando mi sono avvicinato tremavi di freddo, avevi solo il lenzuolo ed eri congelata"
"Mio eroe!" Sussurro con fare teatrale portandomi una mano al petto, guadagnandomi un'occhiataccia.
"Okay scusa..." Abbasso la testa ridendo.
"Figurati" Mi da un altro bacio. "Tanto so di esserlo" Si pavoneggia con tono scherzoso facendomi ridere.
"Certo!" Sorrido guardandolo. È proprio bellissimo... E poi è dolce, e tenero, intelligente... E mio!
"Ti si è incantato il disco?" Mi prende in giro.
"Come?" Torno alla normalità.
"No, niente..." Sussurra distogliendo lo sguardo. Suona la sveglia. La spengo, poi lo guardo e lui sorride.
Mi avvicino dolcemente spostando le coperte, ma mi fermo a qualche centimetro dal suo volto sorridendo a mia volta per poi sussurrare:"Te lo puoi sognare"
Gli do un bacio sul naso e poi mi alzo prendendo i vestiti e uscendo dalla stanza.
Vado in bagno, mi spoglio, lego i capelli in uno chignon disordinato e poi entro nella doccia. Aziono l'acqua per regolarla, intanto prendo il doccia schiuma al burro di karité che mi piace tanto e inzio a lavarmi.
Mi risciacquo, poi passo ai capelli.
Insapono bene la cute con lo shampoo e risciacquo accuratamente, per poi dividere le ciocche di capelli e applicare il balsamo sulle lughezze.
Li lascio così per un minuto o due, poi risciacquo ancora, infine apro le porticine e prendo un asciugamano da avvolgermi intorno al corpo e uno per i capelli, anche se metto prima quello per raccogliere i capelli.
Quando mi volto mi prende un infarto.
"Ma sei stupido?!" Esclamo col cuore a mille. Mattia è appoggiato al muro della vasca con la spalla, mentre da le spalle alla porta e mi sta guardando con gli occhi spalancati e la bocca aperta.
"I-Io..." Sono le uniche cose che riesce a dire.
"Fuori" Dico decisa guardandolo negli occhi cercando di non ridere.
"Tutto bene? Valeria, con chi parli?" È papà.
Mattia adesso è diventato bordeaux, io alzo gli occhi al cielo e rispondo:"Sì papi,tutto okay, grazie. Mattia mi ha inviato un video divertente" Sorrido guardando il mio ragazzo.
"Sbrigati" Risponde papà. Poi si sentono dei passi allontanarsi e, quando finalmente non si sente più niente, lui esce.
"No, aspetta..." Lo fermo. "E adesso dove vai?"
"All'Univeristà!" Esclama con tono ovvio, per poi avvicinarsi e salutarmi con un bacio sulla guancia.
"Ehy..." Lo richiamo appoggiandomi allo stipite. Si volta. "Ti amo" Sussurro facendolo sorridere. Mi si avvicina, posa le sue mani sull'asciugamano cingendomi i fianchi per poi lasciare un dolce bacio sulle mie labbra.
"Ti amo" Risponde allo stesso modo guardandomi negli occhi. "E sei bellissima anche quando ti sei appena svegliata, o con un semplice asciugamano e... Un turbante" Scherza facendomi imbarazzare.
"Cretino!" Esclamo tirandogli uno schiaffo sulla spalla mentre scoppio a ridere. Lui mi da un ultimo bacio sulla fornte e poi si allontana tornando in cameretta, mentre io reato ad osservarlo mordendomi il labbro inferiore.
"Ancora così sei? Sbrigati o farai tardi a scuola!" Strilla dopo qualche miuto mamma guardandomi.
"Come?" Torno alla realtà rendendomi conto della situazione, così bofonchio un "Ah sì, hai ragione" per poi tornare dentro e prepararmi.
Esco dopo indossando un gilet di jeans con una maglia a righe bianche e nere abbinate a degli skinny neri e le converse bianche, poi mi faccio lo zaino di corsa, sistemo il letto alla meno peggio e mi volatilizzo in cucina.
Saluto mamma e papà e mi siedo a far colazione mentre mamma mi dà il cambio.
"Buongiorno. Dormito bene?" Inizia papà, già vestito con la sua camicia bianca a righe blu, pantaloni blu e scarpe bianche.
"Buongiorno" Sorrido. "Abbastanza, grazie. Tu?"
"Sì, diciamo che non mi lamento... Ho sentito dei rumori intorno alle quattro, ma poi sono cessati... Hai dimenticato la finestra aperta ieri sera e così ci ha pensato il vento!" Oddio.
Lo guardo negli occhi per cercare di capire se sa, ma fortunatamente non è così.
"Già... Il vento!" Ridacchio istericamente mentre lui mi guarda male.
"Tutto bene? Ti fa male la pancia?" Si preoccupa.
"Sì!" Esclamo. Mi guarda male e mi correggo:"Nel senso, sì sto bene!" Sorrido fintamente portandomi una ciocca dietro l'orecchio imbarazzatissima.
"La mattina ti fa male..." Sussurra bevendo il caffè per poi alzarsi.
"Hai finito?" Mi guarda notando che ho ancora il piatto vuoto. "Hai mangiato molto!" Fa ironico.
"Non ho molta fame" Sorrido alzandomi, ma lui non ne vuole sentire, così mi prende una mela dal frigo, la lava bene e me la porge.
"Riesci a morderla e non a darle un bacio, sì?" Oh cavolo.
"Simpaticone!" Sussurro prendendola per poi allontanarmi sentendolo ridere.
"È silenzioso, comunque... Io me ne sono accorto dalla porta chiusa" Ammette entrando in auto.
"In che senso?" Lo guardo.
"Tu non riesci a stare con la porta chiusa in cameretta, ti manca l'aria. Non la chiudi mai, neanche quando studi" Inzia. "Sento dei rumori, mi alzo e vedo che magicamente la porta è chiusa!" Alza le spalle con fare ovvio facendomi sorridere.
"Dormivo, non l'ho sentito entrare nemmeno io" Quel ragazzo è proprio incredibile! Senza accorgermene il mio sorriso si allarga, papà invece mi tira un'altra occhiataccia.
"Sono seria!" Dico decisa guardandolo negli occhi convincendolo.
Arrivati, mi ferma.
"Aspetta..." Mi volto. "È la tua vita, è giusto... Tutto quello che stai facendo. O meglio, tutto quello che state facendo. Da quando stai con questo ragazzo ti vedo cambiata, sembri più felice... E apparentemente non tocchi più alcolici, e questo è meraviglioso. Perciò, finché ti fa star bene, sappi che io e tua madre siamo felici" Sorrido.
"Grazie papà" Lo abbraccio (per quanto possibile). "Vi voglio bene" Sussurro al suo orecchio, poi mi stacco e scendo a prendere lo zaino nel sedile posteriore. Lo metto, ma prima di chiudere lo guardo dallo specchietto e dico:"Sì, sono felice. Sono molto felice!" Mi mordo il labbro ripensando a questa mattina, per poi scacciare questo ricordo e chiudere la portiera (non prima di avergli dato un altro bacio).
L'Audi riparte ed io entro a scuola, ma subito vengo bloccata da Stefania.
È sorridente.
"Ehy!" Mi saluta.
"Ciao!" Ricambio raggiante.
"Oggi mi sono svegliata felice" Sbatte le palpebre facendomi ridere.
"Io mezza nei guai" Rido.
"Oddio che hai fatto?" Il sorriso le muore sulle labbra.
"Ma no, scherzavo!" La tranquillizzo. "Mat mi ha fatto una sorpresa stamattina, solo che papà l'ha beccato" Rido.
"Oh mamma..." Ride anche lei. "E che cos'ha detto? No, aspetta: racconta meglio...Nel dettaglio!" Mi ferma.
Inizio e suona la campanella, ma continuo mentre ci incamminiamo verso le classi.
"Sì, ma il tuo ragazzo è fuori!" Ride.
"Perché?" Protesto mettendo il broncio. "È dolcissimo invece" Sorrido.
"Seh..." Mi guarda da sotto le ciglia.
"Oh!" Esclamo dandole una pacca sul braccio.
"Ma... Ehy!" Me la restituisce.
"No no no, niente violenza a scuola. Se dovete ammazzarvi andate nel parco di fronte... C'è anche più spazio!" Scherza il prof di ginnastica facendoci ridere.
"Ha ragione!" Gli do corda.
"Ma oggi cos'hai?" Chiede Stefy scoppiando a ridere.
"Mi sono svegliata felice!" La imito.
"Ehy!" Dice, ma poi ci rinuncia e scuote la testa arrivando in classe. "Io vado, ciao!"
"Ciao, a dopo!" La saluto entrando poi nella mia. Una volta in classe scopriamo che c'è supplenza quando vediamo entrare un insegnante che non conosciamo. Avrà una cinquantina di anni, ma comunque portati bene. È alto e biondo, ha ancora tutti i capelli e gli occhi azzurri. Porta gli occhiali da vista neri di Ray Ban con una montatura fine e indossa un gilet viola con sotto una camicia nera abbinata a pantaloni e scarpe del medesimo colore. Con sé ha una valigetta marroncina, tipoca di quasi tutti i professori, con dentro probabilmente verifiche e materoale didattico.
"Manca Danilo?" Domanda Ilaria guardando con gli occhi a cuoricino il presunto supplente.
Tutta l'attenzione è rivolta verso di lui, ma alcubi iniziano ad esultare e il nuovo arrivato sorride falsamente:"Per quest'ora non sarà presente,esatto" Iniziano i cori di gioia.
"Ragazzi, ragazzi!" Ci riprende ridendo il prof. "Avevate un'interrogazione o verifica?"
"In teoria niente... Che io sappia" Risoonde sinceramente Francesco. "Però è sempre bello balzare qualcosa!" Conclude facendo ridere la classe, Prof compreso.
"Vi capisco, ma fate i bravi lo stesso. Potete usare i cellulari in questa ora, ma non dovete alzarvi dal bamco per lavori di gruppo. Per qualsiasi cosa chiedete a me. D'accordo?" Annuiamo e ogbuno si mette a fare le sue cose. Io ascolto la musica mentre faccio i compiti di matematica,  che Lorenzo prontamente copia da me.(Mi sta bene, tanto io da lui copio latino quando mi dimentico di farlo!)
L'ora passa in discreto silenzio, poi quando suona la campana salutiamo il prof e ci mettiamo come si deve (cellulari nel cassetto, niente sul banco tranne astuccio e diario) o almeno, come vuole la prof di latino!
Entra, ci alziamo e ci salutiamo, va alla cattedra e ci da il permesso per sederci, per poi aprire i libri e cominciare, manco a dirlo, dalla correzione dei compiti.
Si alza e passa per i banchi dando una rapida occhiata ai quaderni, ma quandi si ferma accanto al mio banco mi vengono le palpitazioni.
"Guarda che questo è sbagliato" Mi dice indicando l'esercizio tre. "È Bélla non Béllam"
"Oh è vero" Correggo. "Grazie" Sorrido.
"È io mio lavoro" Risponde con il sorriso sulle labbra per poi allontanarsi.
Le ore passano tranquillamente fino alla campanella. Esco da scuola e prendo il cellulare per chiamare Stefy e chiederle se devo aspettarla, quando dei rumori mi distraggono. Mi volto e noto qualche metro più in là dei ragazzini che stanno dando addosso ad uno. Mi avvicino senza farmi notare cercando di capire la situazione, e sento che stanno parlando di compiti e pranzi.
"Io voglio uno con la mortadella" Dice un ricciolino moro e robusto.
"Io con l'insalata" E via via il gruppo da i suoi ordini. A un certo punto, vedendo che il bimbo sta entrando in panico, decido di intervenire.
Mi avvicino posandogli una mano sulla spalla:"Ehy, è tutto okay? Tua madre mi ha chiamata e ha detto che oggi devi tornare con me. Aspettami pure di là, io adesso devo fare una cosa e arrivo subito" Il bimbo mi sorride. Ha le lacrime agli occhi. Se le asciuga, annuisce e si allontana.
"E tu chi sei? La babysitter?" Domanda uno dei tre deficienti.
"No, il tuo peggior incubo se porterò ciò che ho appena registrato alla polizia. Quindi smettetela di infastidire quel ragazzino"
"Ti conviene sparire" Fa uno altro.
"Mi stai forse minacciando?" Mi avvicino.
"No, ti sto dando un consiglio!" Ghigna.
"Vedete di stargli alla larga, che sia l'ultima volta che ve lo dico" Faccio seria.
"Ci stai forse minacciando?" Mi scimmiotta lo stesso. Sorrido falsamente e mostro lo schermo con il vero video alla compagnia e dico imitando lo spaventapasseri di fronte a me:"No, vi sto dando un consiglio!" Li saluto e me ne vado tornando indietro.
Mi accorgo che il ragazzino è nascosto dietro ad un cespuglio, mi sta spiando.
Sorrido e mi avvicino. È biondo, ha i capelli mediamente lunghi e gli pcchi azzurri. Indossa una polo a righe rosse e bianche in tinta con le vans e dei jeans neri larghi. Porta uno zaino grigio topo della Eastpack tutto disegnato, probabilmente con dei pennarelli indelebili. Ci sono delle scritte cubiche, dei soldatini, un cuore e la sagoma di un bacio.
"Carino" Lo indico.
"Grazie" Sorride imbarazzato. "Me l'ha disegnato un'amica scema"
Restiamo in silenzio per qualche minuto, poi riprendo.
"Come stai?"
"Bene,grazie" Abbassa la testa.
"Erano dei tuoi compagni di classe? O semplici bulletti di strada?" Chiedo appoggiandomi al tronco di un albero incrociando le braccia.
"Ti importa davvero?" Alza lo sguardo. Annuisco. "Perché?" Un mezzo sorriso mi sorge spontaneo.
"Anch'io sono stata vittima di bullismo da piccola e ancora non riuscivo a difendermi se non alzando le mani, perciò non lo facevo mai. Dicevo <<Un giorno passerà>> .
E ti dirò... Sì, gli anni sono passati, quelle persone non le ho più riviste. Ma le loro parole sono ancora qui" Mi porto l'indice sulla tempia. "Non se ne sono mai andate, mai. E ho preso una decisione sbagliata, che ho paura mi perseguiterà a vita, perché non riesco a smettere" Abbasso la testa mentre dico ciò, ma poi la rialzo guardandolo negli occhi:"Perciò se posso anche solo provare ad evitare che ciò che accade a me oggi possa succedere a qualcuno lo faccio, senza scrupoli. Una volta ho anche rischiato di prenderle, sai?" Rido. "Ma alla fine un mio caro amico li ha spaventati e loro sono fuggiti rivelandosi per ciò che davvero sono: codardi" Lui sorride.
"Tutti dicono che i bulli sono persone con condizioni difficili, che bisogna dar loro amore" Dice. "Io ci provo, ma loro la rendono difficile!" Esclama guardandomi negli occhi. Sta piangendo. Mi avvicino e lo abbraccio.
"Vieni qui" Lo stringo forte. "Qualsiasi cosa succeda, che ti dicano o ti facciano, tu non crederci mai e reagisci. D'accordo?" Inizio a piangere anch'io. "Reagisci. Sempre... Però con il sorriso, la violenza porta alla distruzione. Quando capiranno che non ti avranno come vorranno loro se ne andranno. E allora lasciati andare, perché te lo meriti. Meriti di star bene, è chiaro?"
"Grazie" Mi stringe forte. "Comunque... Non so chi fossero"
"Non ti preoccupare" Gli do un bacio sulla fronte, poi riprendo lo zaino e lo guardo:"Ti viene a prendere qualcuno?"
"No, torno da solo" Fa riprendendo lo zaino, poi mi guarda:"Non so come ti chiami!"
"Valeria" Sorrido tra le lacrime.
"Io sono Lu"
"Lu?" Chiedo diverita dal tono di voce che ha usato per dirlo.
"Sarebbe Ludovico, ma è troppo lungo!" Spiega alzando le braccia cacendomi ridere.
"Beh, certo!" Esclamo divertita per poi scompigliargli i capelli.
"Io vado. Ciao, allora... E grazie!" Mi saluta.
"Non dirlo neanche per scherzo! Ciao" Ricambio per poi andarmene anch'io.
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Una volta a casa compio la solita routine: mi lavo le mani, mangio, compiti, fino a quando suonano alla porta. Proprio ora che mi ero decisa a fare ginnastica!
Prendo velocemente il cellulare e controllo messaggi vari, poi volgo uno sguardo all'orologio e noto che sono già le diciassette.
Apro la porta e trovo mamma con Francesca, una sua cliente abituale che si fa fare periodicamente sfilate animalier.
"Buonasera" Sorrido liberando il passaggio per permetter loro di entrare.
"Buonasera!" Risponde lei accompagnata da mamma, che va dritta in cucina lasciando a me l'onore di chiudere la porta.
"Francesca oggi è ospite fino a cena!" Sorride mia madre facendo ridere anche lei.
"Oh no, ti prego! Non penserai di restare così a lungo a lavorare, vero? Non ti scomodare, dico sul serio... Sarai stanca..."
"Niente affatto!" La interrompe. "Va benissimo, tranquilla. Schizziamo qualche bozzetto, poi parlano di luci e musica.
"Non so proprio che canzone potrei mettere!" Sussurra Francesca.
"Perché non Roar di Katy Perry?" Propongo guardando quello che dovrebbe essere il bozzetto finale per poi andarla a cercare su YouTube e fargliela sentire.
Le signore si guardano sorridenti e mia madre prende la parola:"Abbiamo trovato la nostra colonna sonora! Grazie bimba mia"
In risposta le faccio l'occhiolino, infine le saluto e torno in camera.

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