Capitolo 25. Una serata diversa

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Per tutto il viaggio cerca di distrarmi dalla domanda, forse sperando che la curiosità di sapere dove stiamo andando passi, ma ogni volta gli dimostro che si sbaglia e lui riattacca a cantare.
Finalmente arriviamo. No...
Lo guardo sorridendo e lui fa lo stesso.
"Ho preferito andare sul sicuro" Scherza, forse ricordando anche lui che questo posto glie lo feci conoscere io poiché mi portava papà quando ancora facevamo cene di famiglia fuori.
Fanno degli spaghetti deliziosi, per non parlare delle lasagne! E la bistecca alla griglia... Ho l'acquolina in bocca solo a pensarci!
Scendo, ovviamente scortata dal mio cavaliere, che chiude l'auto e mi accompagna dentro.
Il proprietario appena ci vede sorride venendoci incontro:"Buonasera! Un attimo che controllo" Si avvicina al librone delle ordinazioni e sorride:"Proprio come ricordavo... Tavolo otto! Prego, da questa parte"
Ma è il tavolo più bello di tutto il ristorante! Quello che si affaccia alla vetrata posteriore, nella quale si trova il parco del ristorante stesso!
"Tu sei completamente impazzito!" Sussurro avvicinandomi mentre lui mi fa segno di proseguire.
Mi fa accomodare, poi prende posto lui mentre Dimitri ci porge i menù.
"Grazie" Rispondiamo in coro, ma anche senza il bisogno di aprirlo so già cosa prendere: "Spaghetti!" Esclamo sorridendo.
"Buonasera" Si avvicina Edoardo, il figlio del proprietario che non appena mi riconosce sorride.
"Che cosa desiderate?"
Io e il mio ragazzo ci guardiamo, lui inizia a parlare:"Se non sbaglio avevi detto spaghetti, giusto?" Annuisco. "Bene" Sorride. "Un piatto di spaghetti e uno di lasagne"
Scrive.
"Da bere?"
"Acqua" Dico ridendo.
"Mi sa che è meglio!" Esclama lui allo stesso modo.
"Liscia o...?"
"Liscia" Rispondiamo in coro.
"Come volete!" Alza le spalle sconsolato in modo teatrale facendoci ridere (lui beve esclusivamente quella gassata!).
"Arriva subito"
"Non c'è problema" Sorride Mattia.
Guardo il mio ragazzo senza sapere cosa dire, quindi mi limito a sorridere accarezzandogli la mano.
"Ho già detto che sei ancora più splendida del solito questa sera?" Sussurra facendomi sorridere.
"Veramente sì... Ma è sempre bello sentirselo dire!" Imito il tono di voce di una bambina di otto anni facendolo ridere.
"Comunque anche tu non scherzi..." Ritorno seria, cercando di simulare un tono adatto a questa frase.
"Ti ringrazio" Mi accarezza le dita della mano con il pollice.
Il nostro flirt viene interrotto dal cameriere, che ci porta le ordinazioni.
Iniziamo a mangiare dapprima silenziosamente, poi continuiamo a parlare.
Ci raccontiamo la giornata, lui mi dice del suo esame dove ha preso 28 ed io mi congratulo, sinceramente contenta. Gli rispondo con la mia interrogazione e sussurra: "Non avevo dubbi... Tu es toujours magnifique!"
Mi porto una mano sul cuore:"Mon amour! Je purrais dire le même de vous"

Scoppiamo a ridere e poi proseguiamo la cena.
Finita, iniziamo a camminare.
Guardo il bracciale e ricordo il momento in cui me lo diede. Sciolgo la presa dalla sua mano e prendo tra le dita la piuma.
"Ce l'hai ancora!" Sussurra colpito.
"Non l'ho mai tolto" Rispondo guardandolo negli occhi facendolo arrossire.
Si gratta la nuca imbarazzato:"Era... Una cavolata!" Sorride ancora più in imbarazzo.
"No che non lo era... E lo sai" Continuo non staccando mai gli occhi dai suoi.
Un istante dopo le sue labbra sono sulle mie e le sue mani avvolgono i miei fianchi in maniera decisa, ma allo stesso tempo dolce, mentre le mie sono tra i suoi capelli morbidi e ricambio il bacio.
"Non scherzavo quando dicevo che voglio fare sul serio" Dice accarezzandomi la guancia dolcemente.
"Lo so... Nemmeno io" Rispondo.
Lui mi guarda negli occhi, quasi a voler capire se sto dicendo la verità. Sembra un po' spaventato.
"Va tutto bene?" Sussurro portandogli una mano sul viso.
Mi abbraccia.
"Amore..." Sorrido. "Ti amo" Sussurro al suo orecchio, e lui si stacca di colpo con il viso incredulo, come se fosse la prima volta che lo dica.
"Ripetilo" Sussurra appoggiando la sua fronte alla mia. "Ti prego..."
"Ti amo" Non lo faccio finire. "Ti amo" Gli do un altro bacio. "Ti amo, ti amo, ti amo... Ti amo Mattia!" Dico alzando il tono della voce ogni volta per poi terminare con un urlo che finisce con lui che mi solleva da terra e gira su sé stesso. Ridiamo.
Siamo felici.
*POV'S MATTIA*
Il cuore mi esplode di gioia.
La amo, questo è tutto ciò che so. Anzi no, c'è dell'altro: farei di tutto per lei.
Me la stringo forte mentre lei continua a sussurrarmi che mi ricambia.
Dovrei dirglielo anch'io, ma non mi esce la voce. Più la guardo più mi viene da pensare a quanto sia bella, simpatica, intelligente, elegante... Bambina quando vuole, donna quando ne sente la necessità. Ma in qualunque vestito resta sempre la straordinaria Principessa che è e chiunque abbia un minimo di intelligenza lo può notare.
Dal suo portamento così raffinato, al suo modo gentile che ha di porsi con le persone.
E sì, resta la mia principessa anche quando fa i capricci per qualche motivo, o si diverte a stuzzicarmi perché sì, lei è sempre la mia principessa.
Mi fa andare fuori di testa! La metto giù.
"Potrei stare qui a guardarti per ore" Sussurro facendola volteggiare in una serie di piroette.
"Ma poi so che mi uccideresti morta dall'imbarazzo, ed io voglio vivere ancora un po' " La stuzzico. Sta per replicare, ma sono più veloce:"E mi piacerebbe moltissimo poterti anche vivere ancora un po' " Si ammutolisce e sorride.
Mi bacia con trasporto, allora poso le mie mani sui suoi fianchi e ricambio con la stessa dolcezza e intensità.
"Quando un bacio vale molto più di mille parole!" Scherza facendomi ridere.
"Hai ragione" Sussurro notando poi una ragazza a qualche metro da noi che ci guarda con aria sognante. Avrà l'età di Valeria.
Lei si volta e la vede, quindi mi bacia un'altra volta.
"Amore..." Inizio tra un bacio e l'altro (quando me ne da il tempo)
"Mh?" Fa continuando. La stacco gentilmente avvicinandomi al suo orecchio fingendo di baciarle il collo.
"Non sarai per caso gelosa?"
"Gelosa... Io?!" Esclama. "E perché? Ne dovrei forse avere motivo? E poi... Di chi? Di una ragazzina bassa che nemmeno conosciamo?" Sbotta facendomi ridere.
"Lo dicevo io che sei una bambina..." Sospiro riavviandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Ci guarda così perché magari sogna anche lei un amore come il nostro! O magari non guarda noi! Che ne sai?"
"No, infatti sta guardando te" Sorride falsamente.
"Tu sei fuori..." Rido per poi darle un altro bacio.
"Ah sì? E cos'avresti intenzione di fare?" È ironica... Credo. La guardo per qualche istante e scoppia a ridere.
"Non sai che infarto" Rido con lei.
"Gelosa sì... Ma psicopatica no, ti prego!" Esclama.
"Ti amerei lo stesso" Sussurro avvicinandomi al suo orecchio. Diventa seria nuovamente:"Davvero?"
Annuisco.
"Questo non vuol dire che tu debba diventarlo!" Metto le mani davanti e lei torna a ridere.
"Tranquillo..."
Prendiamo a camminare.
"Tu non sei geloso..." Dice ad un certo punto. Per niente!
"Ne dovrei forse avere motivo?" La scimmiotto.
"Lo dicevo io che sei un bambino!" Risponde a tono.
Ridiamo.
Mi sta fissando la clavicola credo, o il collo.
"Che c'è?" Faccio per vedere se mi sono macchiato durante la cena senza accorgermene. Niente.
"No... Nulla" Balbetta arrossendo un momento dopo.
"Dai, dimmelo" Insisto.
"No, poi mi ricoveri!" Ride portandosi le mani al viso.
"Oh, andiamo!" Le prendo i polsi cercando di staccarli delicatamente, ma siccome oppone resistenza rinuncio credendo che abbia bisogno del suo tempo.
"Che pizza..." Sbuffo dopo cinque minuti passati esattamente nelle stesse posizioni. "Giuro che non ti ricovero! Dai, adesso dimmelo però!" Riparto alla carica facendola ridere.
Non la smette più! E quel che è peggio è che la sua risata è contagiosa!
D'un tratto inizia a correre.
"Amore!" Urlo per poi andarle dietro.
Accelera. Ho capito.
"Se riesco a prenderti me lo dici!"
"Se invece non ci riesci resterai con la curiosità per il resto della nostra vita!"
Accelero. Ci sono quasi. Mi guardo intorno per controllare che non ci siano vicoli nei quali possa scappare. Via libera.
Va sempre dritto, finendo di fronte a un muro. Accanto a noi il nulla.
"Andiamo via, non mi piace questo posto...Ci siamo allontanati troppo" Constato.
Abbiamo corso per ben quattro vie e mezza, siamo vicini alla discarica vecchia.
"Hai vinto" Ride con il fiatone. "Te lo dico"
Le porgo la mano.
"Prima però torniamo indietro" Insisto non smettendo di guardarmi intorno. Cede.
"Ma non può succedere niente! Tu vedi troppi film..." Su lamenta mentre io guardo l'orologio: le dieci e mezza.
"Sono un ragazzo che ama la tranquillità, lo sai" Sorrido guardandola, ricevendo in cambio un'occhiataccia:"Sì... Questa me la bevo domani!" Sorridiamo.
Nonostante ciò, non smetto un secondo di guardarmi intorno e stare sull'attenti.
"Tutto okay? Siamo quasi arrivati a dov'eravamo prima" È preoccupata.
"Lo so" Fingo di essere sicuro e le do un bacio sulla tempia. "Va tutto bene, rilassati" Sussurro al suo orecchio.
"Stavo per dirlo io a te, pensa un po'!" Riprende a scherzare.
"Guarda che sono rilassatissimo io!" Faccio, teso come non mai.
Lei cade, io prontamente la prendo. Ho il cuore a mille.
"Stai bene?" Guardo giù. C'è un sasso piuttosto grande. "Ti sei fatta male?" Scoppia a ridere.
"Amore, sto benissimo!"
"Sei sicura?" Continuo a guardarmi intorno stringendola un po' più vicino a me.
"Sì, mio eroe" Mi posa una mano sulla spalla come a dire <<mettimi giù>> , ma questa volta non le do retta e proseguo.
"Ehy... Puoi lasciarmi adesso!" Dice esplicitamente.
Faccio finta di non sentire.
"Non me lo dire..." Sussurra tra sé e sé. "L'ho detto e lo ripeto, ma non mi stancherò mai di dirlo: tu. Sei. Matto!"
"Esattamente" Le reggo il gioco ancora una volta. "Quindi dammi ragione e goditi il viaggetto" Sorrido cordiale.
Finalmente si rassegna appoggiandosi completamente su di me e dopo qualche minuto ritrovo la macchina.
"Comunque tecnicamente ti avrei presa..." Le apro la portiera.
Lei si morde l'interno delle guance, poi distoglie lo sguardo e cerca di non ridere, fallendo.
"Sei incredibile!" Esclama salendo.
Vado dall'altra parte e la raggiungo.
"Lo so!" Esclamo mettendo le sicure e in seguito le cinture.
"No, tu non stai bene" Ride sentendo il rumore.
"Te l'ho detto che non mi piaceva quel posto"
"E ci dobbiamo ritornare?" Capisce.
"Per passare. Hanno chiuso la strada" Indico alla nostra destra.
Metto in moto e parto, con lei che mi osserva. C'è silenzio.
"Un bacio per ogni tuo pensiero... Una volta a casa" Propongo. Ride.
"Ma non era un penny per ogni tuo pensiero?"
"Non sapevo avessi dei penny! Li collezioni?" Rispondo sarcastico facendola ridere.
"Scusa... Come sei precisino!" Esclama fingendosi infastidita.
"Io precisino?!" Ci risiamo!
"Sì,tu!" Continua.
Che voglia di baciarla che mi sta salendo... Al primo parcheggio libero accosto e lo faccio.
Mi concentro sulla strada fino a quando davvero trovo un parcheggio libero, che purtroppo sorpasso. Accidenti! Mi guardo intorno e riconosco la zona: a questo punto faccio prima a riaccompagnarla a casa!

"Sei stanca?" Domando dopo una decina di minuti. Nessuna risposta.
Scosto lo sguardo per un frangente di secondo e noto che ha gli occhi chiusi, la testa contro il finestrino.
Riprendo immediatamente a guardare la strada.
"Vuoi che metta Vorrei dirti?" Propongo.
"Come fai a sapere che sono sveglia?" Si alza poco dopo accorgendosi che non ci sono cascato.
Scuoto il capo sorridendo.
"Non ci riesci sdraiata a pancia in su nel letto vuoi riuscirci seduta in uno spazio ristretto come quello del sedile di una macchina?" Alzo un sopracciglio.
*POV'S VALERIA*
Wow, mi conosce davvero bene!
"Nessuno mi ha mai beccata, da quando ero piccola. Ricordo che papà mi prendeva sempre in braccio e mi metteva a dormire" Sorrido.
"Quando dormi tieni sempre qualcosa tra le braccia" Continua spegnendo la macchina: siamo arrivati.

"Qualcos'altro?" Domando pur di non dover scendere da qui. 

Ci pensa. 

"Quando hai freddo..." Inizia a ridere scuotendo la testa. "Mi fai morire" 

"Perché?!" Esclamo stupita mentre lui non smette di ridere ed io mi incanto a guardarlo. Si sporge verso il volante e continua. 

"Aspetta..." Ride. "Giuro che la finisco" Si porta una mano allo stomaco ed io non riesco a distogliere l'attenzione dalle immagini che mi si parano di fronte agli occhi. Se dovessi descrivere la perfezione, penso che inizierei da qui.

Si calma.

"Okay..."

"Ci sei?" Scherzo e lui riparte. "Okay no" Scuoto la testa ridendo a mia volta per poi guardare fuori dal finestrino.

"Mi dispiace... E' tardi, dovresti rientrare..." Dice a fatica. "E invece ti sto trattenendo qui a darmi retta" Si ricompone qualche minuto dopo.

"Non ti preoccupare, i miei lo sanno" Lo tranquillizzo.

"Sei sicura?" Torna serio al cento per cento. Annuisco e lui dopo fa lo stesso.

"Allora... Dicevi?" Sorrido approfittando dell'occasione. 

"Ah sì..." Un altro meraviglioso sorriso fa capolino sulle sue labbra. "Quando hai freddo ti rannicchi..." Torna a ridere.

" E vado giù!" Esclamo.

"In fondo al letto, brava!" Riparte con un'altra fragorosa risata, questa volta seguito da me.

"Me lo raccontava mia mamma da piccola" Ammetto dopo esserci calmati.

"Quindi è una cosa che ti è rimasta..." Mi guarda negli occhi e annuisco.

"E... Si è incantato di nuovo!" Lo prendo in giro facendolo sorridere.

"No, è che... " Abbassa la testa.

"Sì?" Mi avvicino. "E non dire <<Niente>> perché ti strangolo"  Sorrido in modo inquietante mentre lui continua a guardarmi allo stesso modo. Torno me stessa.

Amo quel suo sguardo, ma allo stesso tempo lo odio per la stessa ragione: mi fa sentire piccola.

"E' bello..." Sussurra. "Quando certe cose restano nel tempo, dico. Fanno parte di noi, nel bene o nel male ci caratterizzano! Non trovi?" 

"Sì" Ammetto, per poi spostare l'attenzione. "So, what about you? Qual è una cosa che ti caratterizza?" 

Gira la testa facendo finta di non aver sentito.

"Oh no... Non provarci!" Lo avverto puntandogli l'indice contro. Lui sospira rumorosamente e torna a guardarmi.

"L'ottimismo. E la calma... " Cede. "Ho sempre cercato di mantenere queste due sfaccettature del mio carattere, a volte senza neanche dovermi sforzare più di tanto" Alza le spalle.

"Bello! Sono contenta" Dico con il cuore facendolo sorridere.

"Grazie" 

Guardo l'orologio sopra la radio che segna le ventitré e un quarto.  Lei fa lo stesso e mi guarda:"Ti va di riaccendere la radio? Facciamo ripartire il CD!" Sorride. Qui c'è qualcosa che non va.  

"Sicura che vada tutto bene?" Mi avvicino e lei abbassa lo sguardo.

Sospira, poi guarda fuori dal finestrino e inizia a parlare: "Mi prenderai per una bambina problematica o instabile affettivamente, ma sto bene quando sto con te e vorrei non finisse mai" Torna a guardarmi negli occhi e prosegue:"Non sei come tutti gli altri, loro un abbraccio lo fanno durare massimo cinque secondi e poi mollano la presa... Tu mi stringi più forte ogni minuto che passa e aspetti che sia io a staccarmi.

Gli altri hanno tentato per mesi di farmi parlare sul perché bevessi così tanto, con te è bastata una serata. E poi ho anche smesso per un periodo.

Tu mi ascolti, mi calmi, ma allo stesso tempo mi fai volare in alto tenendomi sempre stretta. Non so come tu faccia, sono certa che non debba essere facile, ma ti ringrazio.

Da quando stiamo insieme sono rinata, per davvero... Ti prego, non lasciarmi cadere" 

"Questo non te lo posso promettere, ma posso prometterti che ci proverò" Sorrido tirando indietro il sedile e lei si slaccia la cintura e viene a sedersi in braccio a me. 

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