Capitolo 31. Va tutto bene

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Sono quasi arrivata a casa, quando vedo una folla. Qualcuno urla, altri spingono.

Mi avvicino e vedo Andrea a terra, che sta cercando il momento per attaccare qualcuno. Stefano che sta picchiando Manuel, e Mattia di spalle che sta cercando di fermarlo.

Accorro. 

"Ma siete impazziti?!" 

Tutti mi guardano, io non so che cosa pensare, o anche solo che cosa fare.

Mattia mi fissa immobile. Manuel si alza e mi si avvicina zoppicando:"Ha iniziato Andrea, loro si sono solo difesi" Il mio sguardo torna su Mattia che abbassa la testa.

"E' vero?" Domando in attesa di ammazzare di botte una volta per tutte il cretino. "E' vero?" Alzo la voce e finalmente cede:"Sì!" Esclama esasperato.

Io non ci vedo più. Prendo Andrea per il collo e lo sbatto contro al muro cominciando a tirargli pugni allo stomaco sempre più forti, con tutta la rabbia che ho in corpo, mentre nella mia mente tornano tutti i ricordi:"Hai il PDP perché sei ritardata" 

"Valeria, quanto fa due più due? Tre? Ma brava! Cos'è? Il tuo voto in matematica?"

"Stai zitta? Stai zitta!"

"Ma stai zitta!"
Queste erano le uniche parole che sapeva dire. 

Delle braccia mi cingono i fianchi e poi mi allontanano.

"No! La deve pagare! Io lo ammazzo!" Strillo. "Lasciami!" Mi volto e vedo che è Mattia. Ha il  labbro insanguinato,  le nocche poi non ne parliamo.

"Va tutto bene, vieni qui" Mi abbraccia. "E' tutto a posto, ora stai tranquilla"

Anche Manuel mi si avvicina. 

"Ragazzi, io vi consiglierei di andare via... Tra poco arriveranno le volanti della polizia, qualcuno giustamente le ha chiamate" Annuisco ancora tra le braccia di Matt.

"Vieni con noi" Lo guarda Mattia. Il mio amico sorride.

"Mi dispiace..." Si volta. "Sarà stato anche una merda, ma è mio amico. Resto con lui"

"Certo" Sussurra il mio fidanzato, per poi avvicinarsi e porgergli la mano:"Beh, allora suppongo di doverti dire grazie"

"No, non ce n'è bisogno" Scuote la testa stringendogliela. "Dai, adesso andate! Prendi anche il tuo amico" Indica Stefano a terra.

Mattia si avvicina, io rimango.

"Manuel..." Sussurro.

"E' stata colpa di Andrea, come sempre" Abbassa la testa. "Okay, il tuo ragazzo era venuto a cercarlo insieme al vostro amico, ma poi se ne stava andando, quando Andre ha iniziato a chiamarti pazza, a dire che si era stupito che ti fossi fidanzata perché eri talmente brutta da far venire gli incubi e cose simili. Lo ha provocato per cinque minuti buoni, poi il tuo fidanzato giustamente è saltato quando quell'altro ha sottilmente detto che sei una poco di buono. Io ho cercato di staccarlo, ma il suo amico mi ha distrutto" Conclude avvicinandosi ad un cestino per buttare il fazzoletto sporco che poco prima gli avevo dato.

"Tu avresti potuto far male a Stefano" Osservo. "Non è tanto forte"

"Secondo te perché il tuo bello mi ha ringraziato?" Fa con la sua solita aria da sapientone.

Alzo lo sguardo e vedo Mattia e Ste su una panchina.

"Cioè, le hai prese... Perché?" 

"Perché sennò avrei dovuto aiutare Andrea, e non era giusto. Se li merita da qualche annetto quegli schiaffi" Sorride facendo fare lo stesso anche a me.

"E perché non glie li hai mai dati tu?" 

"Perché non spettava a me!" Alza le spalle. "Avresti dovuto farlo tu"

"Arrivare alle mani non è mai la soluzione, mai Manu. Mai" Dico con tono di voce irremovibile.

"Così come il bere, giusto?" Risponde a tono.

"Ehy, sto provando a smettere! Te lo giuro" Sorrido.

"Lo spero tanto" Sussurra guardandomi negli occhi.

"E tu?" Faccio riferendomi alle sigarette. Lui si svuota le tasche porgendomi tre mezzi di chiavi e portafogli:"Perquisiscimi, dai"  

"Smettila" Rido facendogli gesto di riporre tutto dov'era.

"Coraggio!" Insiste.

"Manu!" 

Finalmente la smette.

"Ehy, ma.. Dov'è il tuo telefono?" Gli faccio notare. Lui si tocca le tasche e scopre che non c'è. 

Ci guardiamo intorno e lo vediamo accanto al bidone dell'immondizia. Ci avviciniamo. E' distrutto.

"Oddio" 

"No, tranquilla... Era già così" Si accovaccia per riprenderlo.

"Sei sicuro?" Lo guardo. 

"Sì!" Esclama spazientito.

"Scusa!" Incrocio le braccia al petto facendolo ridere.

"Non cambierai mai..." Sussurra. 

"E chi te l'ha detto? Magari sì! Un giorno lontano, forse..." Mi abbraccia. Sono senza parole. Non ci siamo mai abbracciati da quando lo conosco, lui odia queste cose.

Ricambio l'abbraccio e lo sento sussurrare:"No, non farlo. Non cambiare mai per nessuno, perché sei perfetta così". Torna a guardarmi negli occhi:"Non vedi che tutti impazziscono per te?Ci sarà un motivo!" Sorride staccandosi. "In quanto alle voci... Se ti aspetti di piacere a chiunque incontrerai, pur facendo del tuo meglio, fidati che prenderai altre batoste. Gli invidiosi esisteranno sempre, ovunque andrai. Invidiosi di cosa? Della tua spontaneità! Del tuo non arrenderti mai, ma soprattutto del tuo sorriso. C'è chi vuole vedere tutto nero e quando incontra qualcuno che è diverso lo deve per forza buttare giù, perché non sopporta la sua felicità. E' un mondo difficile questo, ma tu puoi star certa che ti rialzerai sempre, qualsiasi cosa accada, anche senza bisogno di alcol o peggio. E' chiaro?"  Annuisco. 

"Grazie Manu" Lo abbraccio. Ci stringiamo forte.

"Ti voglio bene amica mia"  Sussurra tra i miei capelli per poi staccarsi.

"Anche io te ne voglio. Sei un grande,  hai una pazienza infinita!" Sorrido, lui anche.

Si volta vedendo che Mattia ci sta osservando. 

"Ti lascio in buone mani allora!" Scoppio a ridere guardando il mio ragazzo, che distoglie lo sguardo, per poi tornare a guardare il mio amico e salutarci per l'ultima volta.

"Non ficcarti nei casini troppo spesso!" Sorrido tra le lacrime.

"Sarebbe come dire a te smetti di parlare: impossibile!" Mi prende in giro. Sta piangendo anche lui.

Un ultimo abbraccio, poi si allontana ed io, dopo averlo guardato per un po', torno da Mattia.

"Prima che tu dica qualsiasi cosa" Inizia infilando le mani nelle tasche (lo fa sempre quando è nervoso). "Sono un'irresponsabile, lo so" Abbassa la testa.

Lo bacio.

"Non ci pensiamo più, è passato" Sussurro sulle sue labbra. "Basta che non riaccada" 

"Mai più" Mi rassicura guardandomi negli occhi. "Non sono un ragazzo violento, lo sai bene"

"Sì, lo so" Lo stringo forte.

"Ahia" 

"Scusa!" Mi stacco di colpo. "Scusami tanto, io non volevo... Dai, torniamo a casa. Devi medicarti" 

"Dov'è Stefano?" Si guarda intorno.

"Qui" Risponde l'amico alle sue spalle. Lui è conciato per le feste...

"Non volete andare al pronto soccorso?"

"E che diciamo? Che siamo stati aggrediti quando in realtà abbiamo iniziato noi?" Risponde brusco.

"Ehy" Lo guarda male Mattia,poi torna a guardare me:"Va tutto bene, non preoccuparti. Torniamo a casa, dai" Sussurra con le mani sulle mie spalle.

"Però ti medico per bene!" Gli punto contro l'indice e lui sorride.

"So fare anche da solo"   Mi ricorda.

"No, non è vero" Gli faccio la linguaccia facendolo ridere. 

"Hai vinto!" Esclama riprendendo a camminare seguito dall'amico.

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Siamo tutti a casa.

Le ragazze sono sconvolte, Mathilde si sarà messa a strillare una dozzina di volte come minimo, alcune volte dando a me la colpa, Valentina invece continua a ripetere senza capacitarsi la solita frase: "Per una volta che vi lasciamo da soli..." 

"Dai, raga è stata solo una scazzottata!" Se ne esce Jacopo. "Stiamo tutti bene, siamo qui per raccontarlo... Basta! Non mi sembra il caso di inscenare questa tragedia!" 

"Il fatto è che avrebbe potuto anche andare peggio! L'avete detto voi, Manuel ha mostrato pietà verso Stefano, ma se avesse voluto a quest'ora non so cosa sarebbe successo" Esclama Sara. Io chiudo gli occhi. Non ci voglio neanche pensare.

Ste alza la testa pronto a dire qualcosa, poi si guarda con Mattia e la riabbassa. A quel punto esce dalla stanza e la mia amica lo segue.

Io torno dal mio ragazzo.

"Come stai?"

"Bene... Mi ha preso solo al labbro fortunatamente" Sorride.

"E perché allora per tutto il tragitto hai tenuto la mano sul petto?" Lo guardo spaventatissima.

Silenzio.

"Mattia.." Lo guardo.

"Non è niente, tranquilla" Sussurra posandomi una mano sulla guancia. 

"Non ti credo" Scuoto la testa e lui scosta lo sguardo.

Gli altri pian piano si dileguano, forse pensando che ricomincerò a dare di matto. No, non succederà questa volta. Però ho davvero paura.

"Amore, guardami ti prego" Prendo il suo volto tra le mani.

"Piccola.." Sussurra accarezzandomi la mano sinistra. "Va tutto bene"

"Dimostramelo" Dico decisa.

Sospira, poi si alza e si toglie la maglia scoprendo un piccolo livido sul fianco.

"Visto? Va tutto bene!" Cerca di rassicurarmi mentre io mi volatizzo a cercare del ghiaccio.

Trovo una batteria per il congelatore, quindi cerco anche del disinfettante.

Ritorno e lo guardo negli occhi:"Adesso ti siedi e non ti muovi da lì" 

"D'accordo mamma!" Mi prende in giro. Ma come fa a scherzare dopo quello che è successo?! 

Mi avvicino a lui, gli avvolgo la batteria nella maglietta.

"Tienila sul livido" 

"Ah! E' fredda!" Si lamenta. 

"E' appena uscita dal freezer!" Gli faccio notare imbevendo della carta assorbente di disinfettante.

"Stai fermo" Mi avvicino andando a picchiettare il foglio di carta sul labbro. 

Inizialmente si ritrae, poi si lascia fare. 

Vengo a contatto con la maglietta e noto che ha ragione. E' troppo leggera.

Mi guardo intorno in cerca di uno strofinaccio, che però non trovo, allora tolgo la mia maglietta e glie la cedo.

"Ecco, tieni. Avvolgila intorno alla tua sulla batteria" Non mi ascolta. "Mattia! Mat!" Lo richiamo imbarazzata, divertita e arrabbiata.

"Mh-h?" Sussura.

Gli porto la maglia davanti agli occhi e lui sorride.

"Hai ascoltato almeno una parola di quello che ho detto?" 

"Tutto!" Continua a sorridere.

"E allora esegui" Lo metto alla prova. 

Mi bacia.

"Mat!" Mi stacco. "Ti devo medicare!"

"Lo stai già facendo, fidati" Sussurra sulle mie labbra facendomi ridere.

Prendo la batteria, l'avvolgo nella mia maglia e glie la rimetto sul livido. Mattia mi bacia nuovamente e si sdraia su di me facendola scivolare a terra.

"Amore..."

"Mh-h?" Sussurra continuando a baciarmi.

"Le ferite..."

"Si sono ricucite" Sussurra dandomi un altro bacio.
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La mattina seguente mi sveglio e Mattia non c'è. 

Sono sul divano, ho solo una coperta addosso e il disinfettante è ancora sul tavolo, insieme a tutto il resto.

Guardo a terra e scorgo la sua camicia, me la metto. Allaccio qualche bottone a caso, poi vado a cercarlo facendomi strada tra valigie e i miei vestiti sparpagliati a terra. E' in balcone.

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