CAPITOLO 7 terza parte

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KRYSTELLE

La borsa è aperta e lui si volta con il mio cellulare fra le mani. Sembra arrabbiato.

«Mi hai preso in giro! E se c'è una cosa che non sopporto è essere preso per i fondelli. Le cazzate, le bugie e le mezze verità mi mandano in bestia.»

Il respiro si blocca in gola e mi sembra di soffocare. Non riesco a dire niente e gli mostro la mia espressione più interrogativa.

«Il telefono non è scarico, lo hai chiuso tu e mi hai detto che si era scaricato per non dover accettare la mia condizione e quindi per non rivelarmi il nome del tuo blog. Perché? Te lo dico io il perché! Non hai un sito o un blog perché non sei una fotografa, perlomeno non sei una fotografa professionista.»

Deglutisco e cerco di riprendere fiato per parlare. «Ti sbagli! Ho dovuto chiudere la partita iva, c'erano troppe spese. Però lavoro, ora lavoro in modo occasionale. Nel web ci sono tutte le mie immagini di presentazione.»

«Per quale ragione non me le vuoi far vedere? Che senso aveva la messinscena di prima?»

«Te le avrei fatte vedere.»

«Allora, fammele vedere!»

Me lo dice con prepotenza e la cosa non mi piace. Faccio finta di essere accondiscendente: «Certo, dammi qua.»

Appena prendo in mano il cellulare, anziché sbloccarlo, mi slancio a prendere la borsa, ce lo infilo e comincio a muovermi per raggiungere il lato guida.

«Che fai?»

«Me ne vado!»

«Scappi?»

«Non sarei mai dovuta venire e tu dovevi rispettare ciò che ti avevo scritto!»

«Per quale motivo non avrei dovuto più ricercarti? Cos'hai da nascondere, Krystelle?»

«Niente...»

«Nella borsa non ci sono i documenti! Vai in giro senza documenti?»

«Certo che no! Sono in macchina. Comunque, non sono affari tuoi! »

Lui mi segue e mi blocca.

«Mi avevi detto di non aver lasciato tracce nel web, ora parli di blog e profili: ti stai contraddicendo!»

«Te lo ripeto, basta cercare con la giusta chiave e la chiave non è Krystelle!»

«Così mi confermi che Krystelle non è il tuo vero nome. Come ti chiami?»

Cerco di confonderlo: «Potrebbe essere il mio vero nome e nei social uso un nickname, no?»

«Voglio sapere il tuo nome e cognome!» mi incalza.

Provo a fare un altro passo.

«Te lo avrei detto. Ora non più! Non ti dovevi permettere di frugare nella mia borsa...»

«Senti da quale pulpito!» ironizza lui.

Questa affermazione non riesco a capirla. Mentre metto la borsa a tracolla, gli rivolgo il mio sguardo più perplesso.

Per la prima volta, da quando ci siamo visti al Red Carpet, qualcosa nei suoi occhi mi fa rabbrividire. Il mio stupore insieme al disappunto devono essere molto evidenti.

«Cosa c'è?» mi chiede. «Perché sei così stupita dalla mia affermazione?»

«Non capisco a cosa ti riferisci!»

Mi ha raggiunto e parla fissandomi negli occhi: «La scorsa volta, hai frugato nel mio portafoglio e hai preso cento euro...»

Blocco il respiro e lo guardo sbigottita. Sono interdetta e non sono in grado di proferire parola.

«Sei scappata, portando via una banconota. Perché?»

Il mio urlo è disperato: «Che dici?! Non è vero!!» Sento il sangue defluire dal mio viso.

«Voglio capire Krystelle! Hai bisogno o me li avresti chiesti dopo?»

«Dopo? Cosa intendi?»

«Lascia stare! Alla fine, hai deciso disvignartela prima di...»

Forse intuisco cosa ha ipotizzato e la mia reazione è automatica. Senza possibilità di controllo, il braccio si alza e la mia mano piomba inesorabile, con tutta la forza che ho, sulla sua guancia.

È uno schiaffo dettato dall'istinto di negare la sua velata calunia. La testa gli fa una rotazione di novanta gradi e la sagoma delle mie dita rimane impressa sul pezzetto di pelle sopra la sua barba.

Lui torna a fissarmi impassibile, come se non fosse stato colpito.

Non gli do il tempo di replicare: «Non ti permettere...» sento gli occhi riempirsi di lacrime. «Come ti viene in mente di affermare una cosa simile. Non sono una prostituta!»

«Bene, lo speravo...» Lo vedo titubare, tuttavia ritorna ad avere subito un'aria dura. «Allora, sei una ladra?!»

«Ti sbagli...» Sento che sto per scoppiare in un pianto disperato. «Perché mi tratti così?»

«Cosa dovrei fare? Dovrei fare finta di niente? Te lo ripeto: venerdì scorso mi hai preso cento euro dal portafoglio. Perché?»

«Nooo!!»

«Sì!»

«Ti stai sbagliando...»

«Non mi sbaglio mai a contare i soldi. Prima di accusarti, li ho cercati ovunque! Hai preso cento euro e sei scappata facendo cadere il portafoglio per terra: c'erano le banconote sparse sul pavimento. Quando non ho trovato più il portafoglio al suo posto, ti ho creduto una ladra, poi ho visto che non avevi preso tutti i soldi... cosa dovevo pensare? Forse volevi prenderli tutti invece ti sono caduti e li hai dovuti lasciare lì, perché stavo tornando in camera? Oppure avevi solo bisogno di cento euro e ti vergognavi di chiedermeli? Hai paura che ti denunci? È per questo che non vuoi dirmi il tuo cognome e non volevi che ti ricercassi?»

«Non avevo bisogno di un bel niente!» Sto urlando. «Lavoro duramente per guadagnare in modo onesto i miei soldi. Non ho toccato un centesimo. Cerca meglio quei stramaledetti cento euro! Non sono una ladra e nemmeno una che fa la vita...» la mia voce ora si rompe per il pianto. «Sono solo una stupida.»

Lui mi fissa imbelle e io sempre più sconvolta, guardandolo allibita attraverso le lacrime, inizio a indietreggiare per allontanarmi. Voglio solo voltarmi, entrare in auto e scappare via, ma prima di riuscire nella manovra un ostacolo dietro le mie gambe mi blocca e cado rovinosamente a terra, urtando la spalla e la testa sul fianco della macchina.

«Attenta!» Afferra il mio polso per soccorrermi.

Raccolgo tutte le forze e mi divincolo dalla sua presa.

«Ti sei fatta male?» mi domanda, sembrando preoccupato mentre cerca di aiutarmi.

Non glielo consento.

Mi metto seduta, appoggiata con la schiena contro l'auto e piango. Piango disperata.

«Krystelle, come stai?» Si accovaccia davanti a me. «Ti prego, dimmi qualcosa. Stai piangendo per il dolore?»

«Come puoi trattarmi così?»

«Mi stavi mentendo. Mi hai costretto a provocarti. Voglio conoscerti, Krystelle. Voglio capire chi sei. Dimmi se hai bisogno di un aiuto economico.»

«Vuoi capire se sono una ladra o una prostituta o una disperata?! Mi hai ricercato solo per capire quale delle tre opzioni è quella giusta?! Perché non me lo hai chiesto al parcheggio del Red? Perché mi hai illuso che potesse nascere qualcosa fra noi? Non dovevi portarmi qui, non dovevi umiliarmi così. E no, non ho bisogno di un aiuto economico.»

«Ti ho portato qui perché lo desideravo con tutto me stesso. Non avevo intenzione di umiliarti, scusami. Davvero, ti chiedo perdono. Volevo sapere la verità. Volevo parlare con te. Ascolta Krystelle: da una settimana a questa parte, sei sempre nei miei pensieri, tu mi piaci, voglio far parte della tua vita e sapere chi sei...»

«Hai cercato di scoprirlo nel modo sbagliato! E no, non ti piaccio, la tua è solo curiosità o voglia di non farmela passare liscia. Per cosa poi? Per qualcosa che non ho fatto! L'offerta di lavoro era una bugia, vero? Come puoi offrirmi un lavoro se pensi che sia una ladra?»

«Come fai a sapere che non mischio la vita privata con il lavoro? Chi te l'ha detto?»

Con un movimento tanto repentino, quanto doloroso, mi rimetto in piedi.

Cerca ancora di aiutarmi.

Lo schivo. «Non ti azzardare a toccarmi!»

«Come stai?»

«Stavo meglio prima, ma non ti illudere, sono state le tue parole che mi hanno ferito, non la caduta...» le lacrime continuano a bagnare il mio viso.

«Vieni, ti riporto a casa.»

«Non ci pensare proprio, voglio solo andarmene senza di te.» Con una mano mi tengo la testa, con l'altra apro la portiera, indugio, lo guardo ancora. Capisco dalla sua espressione che devo essere proprio sconvolta.

«Fermati, non te ne andare! Perdonami, hai ragione: non dovevo affrontare la cosa così, scusa. Se hai intenzione di lasciarmi qui, dammi almeno il tuo numero di telefono; voglio essere sicuro che starai bene, che non avrai conseguenze per la caduta...»

Mi costa molto farmi vedere in questo stato, però intendo precisare: «Sparisci dalla mia vita, non ti azzardare mai più a ripresentarti davanti ai miei occhi.»

Sbatto lo sportello, accendo l'auto, ingrano la marcia e sgommo via. Questa rimarrà la peggior mattinata della mia vita.

Fa male. Fa tutto male. E non riesco a smettere di piangere.


Carissime lettrici capitate fra queste pagine dopo agosto 2023...

Qui su Wattpad, il romanzo Chris&Krys è in revisione. Ripubblicherò i capitoli un po' alla volta. Per chi non avesse la pazienza di aspettare qui la correzione, c'è la possibilità di leggere la storia completa, revisionata ed editata su Amazon.

Per chi avesse già letto il romanzo nella primissima pubblicazione e gli fosse piaciuto, ha ora la possibilità di acquistare il cartaceo da tenere nella propria libreria o da regalare a chi non usa Wattpad... a chi lo farà, mando un immenso e caloroso GRAZIE per il sostegno. Vi abbraccio...

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