Capitolo 18: Inviti da far girare la testa

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《Che hai fatto ai capelli?》chiese Stephen, seduto alla solita sedia, nel medesimo modo. Stravaccato, svogliato e privo di entusiasmo, in vista dell'ennesima seduta.

《Gli ho tagliati, non vedi?》

《Hai le punte colorate di rosa. Di questo ne sei consapevole, vero?》

Maria aveva davvero colpito nel segno. Quella stessa sera in cui Lauren aveva chiesto agli zii di invitare Stephen per una cena, la cugina si era lasciata prendere la mano e aveva trasformato la capigliatura di Lauren a modo suo.
Sino alla fine dello stravolgimento del look, Maria non aveva proferito parola e Lauren aveva scelto di fidarsi di lei, senza mai interromperla.

Dall'impegno di Maria, ne era uscito un carré corto sulle spalle e una serie di sfumature color caramella sulle punte. Peccato che Lauren non le avrebbe mai potute vedere.
Decise comunque di fidarsi ugualmente delle opinioni degli zii. Tutto sommato, quel nuovo taglio le dava frizzantezza, le stava proprio bene, così le avevano detto i parenti più stretti.

《Sì, so che ho le punte colorate. Senti, Stephen, vorrei chiederti una cosa.》

《Sono tutto orecchie.》ironizzò, avvicinandosi un poco al viso di Lauren. Lei lo percepì accanto e sentì una scarica elettrica lungo il corpo.

《Ti andrebbe di venire a cena da noi, stasera? Sempre se non hai impegni. 》

《A cosa devo questo invito?》

Lauren aveva pensato a tutto, ma non al fatto che Stephen avesse potuto rispondere alla domanda con un'altra, volta proprio a sapere le motivazioni di una richiesta apparentemente stramba.

《Perché mi farebbe piacere che tu conoscessi la mia famiglia. Sei la prima persona che desidero portare a casa mia, dopo tanto tempo. 》

《Se la metti su questo piano, allora non vedo perché non dovrei accettare.》

《Ti lascio l'indirizzo. Non portare nulla, mia zia cucinerà la lasagna.》

Stephen applaudì con entusiasmo, lasciando intendere la propria adorazione per il piatto di origine italiana.

《Posso almeno portare una bottiglia di vino? Vista la tua ospitalità, non vorrei proprio venire a mani vuote. 》

《D'accordo. Agli zii farà piacere.》

La segretaria di Colton richiamò all'attenzione i ragazzi. Era giunto il momento per Lauren di entrare per la seduta.

《Ci troviamo da te stasera, allora.》concluse Stephen, per nulla nervoso.

《Ti aspettiamo. 》le fremette il cuore, più di quanto avesse mai potuto immaginare fosse possibile.

                           ********

《Questo look ti dona davvero molto. Un certo colpo di testa, oserei dire. Come hai passato l'ultima settimana?》

《Victor, io mi vorrei scusare.》Lauren non rispose alla prima domanda del medico. Sentì il desiderio di iniziare la seduta in modo diverso. Doverose giustificazioni per un atteggiamento infantile.

《Per cosa? 》

《Per il fatto di averti dato buca la settimana scorsa. Stephen mi ha detto che ci hai visti. 》

Colton non si scompose, ma a Lauren fu subito chiaro che il medico avesse avuto piacere di ricevere delle scuse.

《Non importa. So che Stephen è un ragazzo pieno di sorprese. Ti invito solo ad andarci piano, con lui. 》

《Per quale motivo? 》chiese lei, sorpresa di una tale raccomandazione.

《Stephen è un caro ragazzo, ma delle volte tende a esagerare. Sopratutto con le ragazze. 》

Il gelo scese nella stanza. Lauren sentì ribollirle il sangue. Seriamente il dottor Colton le aveva detto una cosa simile? Stephen era davvero il farfallone che Victor andava descrivendole?

《Non credo che Stephen sia come lo descrivi tu.》tentò di difenderlo. Lauren sentì la necessità di scagliare una lancia in favore di una persona che, sino a prova contraria, le aveva permesso di tornare a sorridere.

《Non ho detto che sia un ragazzo malvagio, Lauren. Dico solo di tenere gli occhi aperti su di lui. 》

《Victor, la possiamo finire quì? Vorrei dedicare il mio tempo solo alla seduta.》sbottò, carica di rancore. Quel discorso le diede davvero dato fastidio.

《Stenditi, allora. Oggi vorrei fare un ulteriore passo avanti. 》

Lauren si sedette sulla poltroncina reclinabile. Per la prima volta la trovò scomoda, come se al pellame fossero state aggiunte spine pungenti. Non era la poltrona ad essere scomoda, ma l'idea di restare nello studio di Colton contro il proprio volere.

Rilassati e immagina il viso di Franklin. Lo hai conosciuto,  lo hai incontrato al pub. Vi siete presentati e tu hai sentito di trovarlo interessante. Cosa è successo dopo?

La voce di Colton iniziò a sembrarle ovatattata, lontana nel tempo e nello spazio, come quella di un narratore esterno.

Lo vedi, Lauren? Dimmi cosa vedi. È lui che ti sta parlando, ora?》

Kevin ha invitato tutti a casa sua per una festa. I suoi genitori si trovano fuori città per un viaggio di piacere.
Lauren ha accettato subito di partecipare al party organizzato da Kevin e non di meno, ha convinto gli zii al primo colpo.
Davanti allo specchio, si osserva. Nell'ultimo anno le è cresciuto molto il seno, passando da una misera taglia seconda, ad una terza abbondante. L'idea di diventare grande la spaventa e non poco, ma sa che si tratta di una cosa inevitabile.
"Scendi! È arrivata Margot!" le comunica zia Beth dal fondo delle scale, ponendo fine al farneticare dei pensieri.
Lauren si fionda fuori, saluta la zia con un bacio, pronta per passare una bella serata con gli amici.
A casa di Kevin sono già arrivati tutti e Lauren si meraviglia del fatto che ci sia anche Franklin.
Siede accanto ad altri ragazzi, ride sorseggiando una birra. Appena Lauren entra nella stanza, Frank la nota. Le sorride e si alza per avvicinarsi e salutarla. Lei non può che ricambiare il saluto con un bacio di circostanza, sulle guance.
Per tutta la serata i due sono pressoché inseparabili. Lauren balla, Franklin le sta a fianco e ondeggia insieme a lei. Lauren desidera un drink e Franklin dichiara di aver sete a sua volta, accompagnandola al bancone della cucina per recuperare l'ennesimo bicchiere di birra.
Entrambi dimenticano di essere in compagnia degli amici. Verso la fine della serata, decidono di appartarsi in terrazzo per parlare con più calma. Franklin è davvero una persona simpatica e affettuosa, talmente altruista da cedere la propria giacca a Lauren. Se ne accorge subito, la ragazza ha freddo. Rimangono lì a parlare ancora un po', fintanto che Kevin non sopraggiunge per avvertirli che se ne sono andati tutti a casa.
"Mi lasci il tuo numero?" Chiede lui. Lauren accetta senza riserve e gli lascia il contatto telefonico, nella speranza che Franklin la richiami al più presto.
Obbiettivamente, Frank le piace molto, al punto da desiderare di baciarlo. E lo fa, afferra il viso di lui tra le mani e lo bacia teneramente sulle labbra. Franklin le cinge il busto, la stringe e la bacia a sua volta. Lauren non può che essere certa, ormai. Frank la richiamerà di sicuro.

Lauren fece appena in tempo a sollevare il capo, prima di riversare il contenuto dello stomaco sul pavimento.

《Tranquilla. Non sei la prima a cui succede. 》riferì Colton, invitando la segretaria ad aiutare Lauren. Di norma, la bella Jennifer, non entrava durante le sedute, ma si trattò di una situazione d'emergenza.

《Mi gira la testa. È normale?》

《Purtroppo può succedere. Quando ci inerpichiamo così tanto in un ricordo, è normale tornare dalla trance scombussolati. Tra qualche minuto starai meglio. 》

《Mi dispiace per averle vomitato sul pavimento.》Lauren si sentì tremendamente a disagio.

《Oggi abbiamo fatto l'ennesimo passo avanti. Poco importa, davvero. Jen ha già risolto il problema. 》

La segretaria sparì dallo studio come non fosse entrata mai, riservata come al solito.

《Ho dato io la possibilità a Frank di avvicinarsi a me. 》convenne Lauren, portandosi le mani tra i capelli. L'idea di aver attirato a sé Frank faccia di culo le fece venire i brividi.

《A quanto pare è così, ma non fartene un cruccio. Un passo alla volta.
La prossima seduta sicuramente sarà decisiva. Faremo in modo di capire cosa è successo dopo il vostro incontro alla festa. 》






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