Capitolo 19: Io ti conosco

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Stephen giunse, per la cena organizzata da Lauren, puntuale come promesso.

Suonò il campanello e attese con garbo che qualcuno si avvicinasse per aprire la porta. Fu zia Beth a farsi avanti, non prima di aver sbirciato dallo spioncino.
La sicurezza prima di tutto.

《Che piacere averti quì!》lo accolse con un caloroso abbraccio. Stephen le posò tra le mani una bottiglia di vino rosso, dall'origine italiana.

《Spero che questa sia adatta per la lasagna. Al negozio ne avevano davvero un sacco tra cui scegliere. 》

《È perfetta, non avresti dovuto disturbarti. 》

Zia Beth incitò Stephen perché mettesse il cappotto in entrata e, solo dopo, lo invitò ad attendere Lauren in salotto.
Si ritrovò da solo, ad osservare l'arredamento della casa. Gli zii di Lauren non dovevano essere persone facoltose, pensò tra sé. La credenza, la televisione, che andavano ad ammobiliare la stanza, non godevano di buona salute. Le tende scure, appese alle finestre e in stile anni ottanta, rendevano l'ambiente ancora più lugubre. Niente di ciò che vide gli rese l'animo leggero.

《Sei già quì!》Lauren gli apparve alle spalle, spaventandolo.

《Non sono in anticipo. Sei tu che ci hai messo un sacco per prepararti. Per caso, avevi intenzione di uscire dopo cena?》

Stephen la osservò e si compiacque per ciò che si trovò davanti. Lauren era bellissima, fasciata in un abito nero. Si era pure truccata un poco, pinzata i capelli con un fermaglio davvero elegante. Ai piedi indossava un paio di stivaletti comodi, ma piacevolmente alla moda. Nel complesso, si era vestita davvero bene.

《Potremmo farlo, perché no? Se farai buona impressione agli zii, potrebbe esserci una possibilità perché mi lascino uscire. 》

Zio Jean apparve in salotto, seguito da Maria.

《È un piacere conoscerti. Lauren ci ha parlato molto bene di te. 》

《Zio, non mi imbarazzare, ti prego.》

I presenti risero, compresa Lauren, sebbene fosse stata appena messa in difficoltà dell'ammissione di Jean.

《Beth è pronta, perché non ci accomodiamo a tavola?》

Pure Maria si avvicinò per presentarsi. Stephen capì per quale motivo Lauren avesse deciso di lasciarsi acconciare dalla cugina. Essa vantava una capigliatura bizzarra, ma che tutto sommato le stava davvero bene.

Stephen prese l'iniziativa di accompagnare Lauren al proprio posto, come un gentiluomo. Lo fece sotto gli occhi di tutti, come si fosse trattata di una cosa abituale. La aiutò ad accomodarsi e prese posto accanto a lei.

《L'odore della sua lasagna è davvero invitante!》disse a zia Beth, la quale aveva già iniziato a sfilare accanto ai commensali con fumanti piatti di pasta.

《Dammi del tu, ti prego! Non farmi sentire vecchia. Mangia, non farti problemi. Poi mi dirai che ne pensi. 》

                       **********

Due piatti di lasagna dopo, seguiti da una fettina di arrosto con contorno di patate, portarono Stephen a dichiarare di essere più che sazio.

《Non puoi dirmi così! Ho preparato pure il dolce!》piagnucolò Beth, portando a tavola la torta di mele intiepidita e variegata da una pallina di gelato alla vaniglia.

《Davvero, signora. Non mi entra più nulla. 》cercò di rifiutarsi, ma si ritrovò comunque un'enorme fetta nel piatto.
Stephen si rese conto di essere stato fissato per tutto il corso della cena dagli occhi indagatori dell'unico uomo di casa.

《Allora... che fai nella vita?》chiese zio Jean. Afferrò un pezzetto di torta della moglie e se lo portò alla bocca, particolarmente interessato nel sapere qualcosa in più su Stephen.

Lui gli rispose subito, senza tener conto di avere ancora la bocca piena.

《Al momento sono disoccupato. Mi sono diplomato l'anno scorso, in lingue. Ora sono in attesa di trovare un impiego. 》

《I tuoi genitori di che si occupano?》

Nella stanza scese il silenzio. Lauren afferrò la mano di Stephen sotto il tavolo, con l'intento di infondergli coraggio.

《I miei genitori non si occupano di nulla, al momento. 》

《In che senso? Non lavorano? 》

Lauren trovò le domande di zio Jean davvero indelicate, al punto da sentirsi infastidita per Stephen.

《No, non che io sappia. Non vivo con loro. 》concluse il ragazzo, posando la torta avanzata nel piatto.

《Sai, Stephen... ho come l'impressione di averti già visto. 》

《Non ne dubito signore, abito poco distante da quì. Magari al supermercato, per strada... 》

《No, intendo dire che mi sembra di aver avuto a che fare con te, in passato. Di averti già parlato. 》

Stephen deglutì. Zio Jean doveva essere giunto sul punto di riconoscerlo. Era successo, in passato, che Victor Colton si  fosse presentato ad un appuntamento con Jean, insieme al piccolo Stephen.

《Non credo sia possibile, signore. Vengo da Ballymun e vivo in città da un paio d'anni. 》

《Ci mancherebbe. Dico solo che somigli molto a qualcuno. 》

Fu Lauren ad intervenire per sedare la conversazione, con una richiesta che lasciò tutti un po' spiazzati.

《Possiamo uscire un paio d'ore, io e Stephen? Mi piacerebbe fare due passi. Quì attorno, ovviamente. Sento di aver mangiato troppo. 》

《Per me può anche andare bene, a patto che restiate nei paraggi.》disse zia Beth. Aveva già preso a ripulire il tavolo, pronta per rassettare la sala da pranzo.

《Non mi pare una buona idea.》

《Dai, Jean. Rilassati un po'. Fanno due passi quì attorno, che cosa potrebbe succedere?》

Lauren si stupì per il fatto che la zia avesse preso le sue difese.

《Due passi, niente di più. Non vi allontanate. 》concesse alla fine Jean, trovatosi nella situazione di non poter opporre più resistenza.

Maria, che per tutto il corso della cena, se ne era stata sapientemente zitta, chiese alla fine di poter partecipare alla passeggiata. Non ci fu nemmeno il tempo per Lauren di risponderle, poiché zia Beth le vietò tassativamente di unirsi alla coppia.

Stephen aiutò Lauren perché le risultasse più semplice indossare il cappotto. La notte che andava preannunciandosi sarebbe stata molto fredda, perciò preferirono coprirsi bene prima di lasciare la casa degli zii.

《Sei stato bene stasera?》chiese Lauren solo dopo essere usciti in giardino.

《Direi più che bene, ma temo di non piacere troppo a tuo zio.》

《Lui fa sempre così, è parecchio schivo con chi non conosce. Non ti preoccupare, alla fine quando ti avrà conosciuto, finirà per amarti. 》

《E tu?》chiese Stephen, afferrando le briciole di un discorso che sarebbe presto volto a suo favore.

《Io cosa?》

L'imbarazzo si fece largo tra i due. Lauren capì di essersi cacciata in un discorso scomodo.

《Anche tu finirai per amarmi?》

Si fermarono davanti alla vetrina illuminata di un negozio d'abbigliamento. Lauren cercò di inquadrare il viso di Stephen, ma si innervosì per il fatto di non potergli vedere gli occhi. Sentì, più che mai, il bisogno di scrutarlo nello sguardo, per capire se dietro quella domanda si fosse celato solo uno scherzo, o qualcosa di più.

《La cosa ti darebbe fastidio?》concluse. Si rese conto di aver risposto con tono acuto. Nervosa, colta impreparata, positivamente sorpresa e trascinata in un vortice di emozioni eccitanti.

《No, anzi. Lo spero. 》

Successe tutto senza che Lauren potesse accorgersene. Stephen le afferrò il viso con dolcezza e si abbassò quel tanto per poterla baciare. Non sul naso, ma sulle labbra, caldo e morbido margine di una bocca dipinta su uno dei visi più belli  che avesse mai visto in tutta la propria vita.

Lauren ricambiò il bacio perché, in fondo, sentì di non aver mai desiderato altro.

《Questo magari non lo dovremmo dire a tuo zio. 》

Il suono della risata del giovane le entrò dentro come fosse stata una delle più belle melodie che Lauren avesse mai sentito in tutta la sua vita.

Scosse il capo e lo baciò di nuovo. Si rese conto, suo malgrado, che non le sarebbe bastato mai.
Sarebbe finita per cercare le labbra di Stephen in ogni momento poiché, come aveva sempre fatto la musica, esse andavano portando con sé il potere di farla tornare a guardare il mondo a colori.










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