Capitolo 44: Difendi il tuo onore

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《Che ne pensi allora, Lauren? Mi sono impegnato per fare dei sandwich degni da premio Oscar!》

Victor sorrise, si burlò di sé stesso, porgendo alla coppia altri due panini imbottiti. Lauren lo osservò di sottecchi, sperando di non farsi notare. Lo psicologo portò alla bocca una copiosa quantità di pane e con l'aiuto dei denti la strappò, come d'un tratto fosse diventanto un animale famelico. Ogni movimento di Victor iniziò a farle ribrezzo. Più che a terrorizzarla, le faceva schifo anche solo guardarlo.

Il piano di portare via Stephen per fargli confessare un crimine che, in realtà, non aveva mai commesso, sparì dalla testa di Lauren. Era stato un piano infallibile in un primo momento, finché non accortasi del fatto che Victor fosse Simon, nonché primo amore di sua zia Beth.

Come aveva fatto a non capirlo subito?
Non seppe rispondersi. Del resto, lui era stato molto bravo, davvero audace, nel celarsi dietro la maschera del buon medico. Non solo, anche del buon amico.

Zia Beth doveva essere ancora la sua amante, a giudicare dal calzino ritrovato. Per giunta, ancora carnefice in tutta la faccenda, insieme a Colton.
E pensare che Lauren si era pure fidata di lui, di entrambi

Aveva ascoltato la zia, si era fidata di lei e del fatto che Victor avrebbe potuto aiutarla a ricordare. La verità era che Victor aveva tentato di farle ricordare fatti mai avvenuti, con lo scopo di incolpare Franklin una volta per tutte, per cose mai commesse. Si sarebbero scagionati in via definitiva.
Peccato che, con quel calzino, alla fine si erano fregati da solo.

《Victor, ho qualcosa da dirti.》comunicò Lauren, posando il panino sul piatto. In vero, concordò con sé stessa che fosse davvero immangiabile.

La mente partì per la tangente, cercando una soluzione a un piano ormai andato in fumo.

《Ho trovato Franklin faccia di culo. 》

La prima cosa che le venne in mente.

《Ah si? Ci hai parlato?》le chiese sorpreso. La guardò, intensamente. Essa pensò di essere stata scoperta, che Victor sapesse la verità.

Entrambi si trovarono occhi negli occhi, ma Lauren fece in modo di dirigere lo sguardo oltre il viso di Victor, così come aveva sempre fatto da non vedente. Guardare un punto nel vuoto, a caso, per depistarlo. Non era ancora il momento giusto per colpirlo.

《Ci ho parlato. 》finse. Cercò di risultare credibile anche a sé stessa.
《Si scusa per tutto ciò che è successo, per il male che mi ha fatto. Non ha più intenzione di cercarmi o minacciarmi. 》

《Mi pare una splendida notizia! Allora a questo punto pensi di andartene con tuo padre? Iniziare una nuova vita?》

Ci pensò su qualche secondo, cercando le parole adatte per avvalorare il proprio piano. La conversazione sarebbe dovuta risultare il più colloquiale possibile.

《In verità, non lo so. Prima vorrei risolvere un paio di cose con i miei zii. In fondo glielo devo, visto come mi hanno accolta e trattata negli ultimi dieci anni. Sopratutto, vorrei parlare con zio Jean. 》

Lauren afferrò di nuovo il panino, lo portò alla bocca cercando di mostrarsi disinvolta. Lo morse con voracità e portò i propri occhi in quelli di Victor. Gli sorrise, ingenuamente, ma certa del fatto lui stesse capendo.

《Hai litigato con gli zii? Per quale motivo?》il tono di Victor si fece più greve.

《Perché per anni hanno omesso di dirmi troppe cose, sviandomi. Non solo nei confronti di mio padre, ma anche nei confronti di Franklin. 》

Lauren fu certa di aver acceso la curiosità di Victor. Anche Stephen smise di mangiare, sempre più interessato alla faccenda.

《Cosa non ti hanno detto?》

La resa dei conti era finalmente giunta per loro.
Lauren pensò di avere due strade. Continuare a giocare, oppure scagliare una freccia diretta.

《Che Franklin non è mai stato implicato in tutta la faccenda. Non sono cieca e non ho perso la memoria a causa sua. 》

Victor si alzò dal tavolo. Con un colpo di bacino fece cadere il bicchiere di vino sulla tovaglia bianca.

《Sono stato davvero sbadato. Vado a prendere una spugnetta per tamponare il mio danno.》

Lauren e Stephen rimasero soli nella stanza, l'uno accanto all'altra.
Essa ebbe il tempo per vagliare le differenze e le somiglianze tra padre e figlio. In effetti, Stephen e Victor si somigliavano davvero molto. Più che padre e figlio, molti li avrebbero potuti scambiare per fratelli. Questo l'aveva fuorviata, il fatto che Victor sembrasse tremendamente giovane e, al fianco di zia Beth, quasi un ragazzino.

《Che diavolo stai dicendo?》le chiese Stephen, una volta certi di essere soli.

《Dobbiamo andare via, subito.》si alzò in piedi con facilità, non prima di avergli afferrato la mano con vigore.

《Che stai facendo? Lauren mi stai spaventando molto. Cerca di calmarti. Spiegami che succede!》

《Stephen, tu non capisci. Io ti vedo.

Lui, di rimando, volse i propri occhi in quelli della ragazza. Per la prima volta si osservarono con consapevolezza come, ovviamente, non avevano fatto mai.

《Che significa che mi vedi?》

Si studiarono un paio di secondi senza parlare. Lauren gli sfiorò le labbra con l'indice della mano destra e gli sorrise, emozionata. Sebbene la situazione non fosse delle migliori, si concesse un secondo di romanticismo. Ancora faticava a digerire l'errore di valutazione nei confronti di Stephen.

《Vedo il tuo neo sullo zigomo destro. Vedo che hai una cicatrice sul sopracciglio. Hai ancora l'alone del livido accanto all'occhio. Indossi una tuta nera, una maglietta bianca al di sotto...》abbassò lo sguardo sui piedi di Stephen 《... e quelle ciabatte sono davvero orribili. 》

《Come è possibile? 》le chiese, senza parole, letteralmente incredulo. Avrebbe voluto abbracciarla, festeggiare, ma si rese conto non fosse il momento adatto per farlo.

Lauren estrasse dalla tasca il calzino bianco di sua zia.

《Ci sono molte cose che devo spiegarti, ma lontano da quì. Non so cosa sai, cosa hai intuito nel tempo, ma tuo padre non è ciò che sembra. Andiamo via, finché è distratto. 》

Non fecero in tempo ad alzarsi dal tavolo per lasciare la casa, che Victor tornò in sala da pranzo con una bacinella d'acqua calda tra le mani e una spugna. Prese a pulire la tovaglia, con vigore. Era sudato, decisamente agitato.
Lauren notò che persino Stephen si trovò incapace di smettere di fissarlo. Del resto, nessuno l'aveva mai visto così insicuro.

Molte cose stavano andando al proprio posto. Non solo lei aveva preso coscienza della verità, ma anche il figlio del medico stava iniziando a farlo.

Le strinse la mano sotto al tavolo come se, finalmente, fosse tornato vedente anch'esso.

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