18 - Tutto ciò di cui necessito

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ADAM

Sono passate diverse settimane da quando Eden mi ha mandato quel lunghissimo messaggio, forse addirittura un mese, o più.

Devo dire che è una ragazza davvero di parola. Mai una volta che abbia provato a venire a meno al suo patto. Ha detto che lei non avrebbe tentato approccio se non dopo un mio "primo passo" e così ha fatto. Più di una volta i nostri sguardi si sono incrociati, di sfuggita, eppure hanno scelto di scostarsi alla stessa velocità con la quale si erano incontrati. Qualche volta ho pure preso a richiamarla Maria, così come ho sempre fatto, così come lei aveva predetto.

I segni sul mio viso sono quasi del tutto spariti, ho paura però mi rimarrà la cicatrice dei punti che mi hanno dovuto mettere al sopracciglio, niente che mi preoccupi troppo, comunque. Sta di fatto che tutto ciò che è successo, e che ha reso la mia faccia quello che è stata, sta diventando progressivamente solo un vecchio ricordo lontano e la mia vita è tornata a essere quella di sempre: tante belle ragazze, sballo e i Fantastici 5 sempre insieme.

Tra l'altro, pare che i miei amici abbiano mollato la presa, non mi ricordano più ossessivamente la scommessa che mi avevano lanciato, quella di portarmi Eden a letto. Meglio così, è una liberazione. Meno sbatti per me, per una scopata che di certo mi avrebbe pure lasciato insoddisfatto... le vergini non fanno per me. Troppo sensibili, troppo delicate. Troppo inclini a facili sentimentalismi e cazzate simili.

Meno sbatti. È questo che continuo a dirmi, eppure a scuola, durante le lezioni, e in treno sono molte le volte in cui mi costringo a non soffermarmi sulla sua figura.

Quel suo messaggio mi sta friggendo il cervello. Letteralmente. Più di una volta ho fatto per cancellarlo, non riuscendo mai, però, ad andare sino in fondo.

"Vorrei cercare di capire, di conoscere il tuo mondo."

Ho letto così tanto volte quelle sue parole che quasi riesco a sentire la sua voce mentre le legge nella mia testa.

Cosa vorresti capire di me, Eden? Vuoi forse salvarmi? Io non ho bisogno di essere salvato.

Che, poi, 'sta cosa che ha insinuato, 'sta storia che non crede che sia stata una rissa in discoteca a distruggermi la faccia, mi fa saltare i nervi.

Credi di conoscermi, Eden? Tu non sai niente - meno di niente - di me.

Il nervoso è tale da farmi scattare il piede in avanti. Colpisco malamente la gamba del banco che fa un fracasso esagerato.

La classe si gira. Lo fa anche Eden e i miei occhi, solo per qualche secondo, si posano su di lei.

"Ho pensato però che sarai tu, ora, a fare il primo passo, se vorrai cercarmi."

Ogni volta che la guardo, quel fottuto messaggio mi torna alla mente. È insostenibile.

Tuttavia, è lei a interrompere per prima il nostro contatto visivo, si volta verso il professore, ignaro di tutto il non-detto che si frappone fra di noi.

"Diversamente tornerà tutto come prima dell'estate. Ci saluteremo e tu mi chiamerai Maria, come hai sempre fatto."

È vero, l'ho sempre fatto. L'ho sempre chiamata Maria. Solo che ora... Solo che ora quello stesso suono risulta amaro e privo di tutta l'ilarità che lo caratterizzava prima.

Adesso è diverso. Non è vero che è tutto come prima, Eden.

È che, adesso, io so quanto le pesi essere chiamata in quel modo. Me l'ha fatto capire. Me l'ha detto chiaro durante la nostra chiacchierata telefonica, quando lei insisteva a dirmi di non aver risposto inizialmente perché era a pranzo dai nonni (anche se io sono ancora convinto che non volesse farlo perché intimorita da me).

Perché - se so che ti dà fastidio - non dici niente, Eden? Perché lasci che io continui a chiamarti con un nome che non è tuo e che a te non piace?

Vorrei che lei reagisse. Vorrei facesse vedere i denti, che si arrabbiasse, che si ribellasse. Vorrei vedere che le importa almeno un po'...

Non ti dà fastidio che, io, continui a chiamarti coscientemente Maria, sapendo che questo ti da fastidio, Eden? Perché non dici niente? Perché non mi parli? Perché vuoi obbligare me al primo passo? Perché, Eden, rispetti così tanto la mia posizione di distacco da non far niente per fermarmi, da non far niente per farmi capire che ti importa? Perché non te ne frega niente, Eden?

Non è solo lei. A volte ho la netta sensazione che a nessuno freghi niente di me, in fondo in fondo. Addirittura mia madre pare troppo distratta dallo stronzo di turno che si porta a letto per poter badare a me. Ma mi è sempre andato a genio così, no? Libertà! Libero come l'aria e, soprattutto, padrone indiscusso della mia vita. Perché diavolo allora, adesso, dopo aver ricevuto quel suo messaggio così fastidiosamente accorato e pieno di sentimenti buonisti, mi sento così terribilmente solo? Io non sono solo. Ho un sacco di gente che posso contattare per farmi compagnia. Un sacco di ragazze, i Fantastici...

Perché, Eden, mi hai scritto quelle cose e hai rovinato tutto?

Mi manca l'aria. Mi sento imprigionato in quella stanza e nei miei pensieri. Devo uscire. Voglio aria.

«Prof», alzo la mano richiamando l'attenzione, «posso andare al cesso?»

«Prego?!», fa lei schiarendosi la voce con fare severo.

«Ai servizi, prof», rettifico cantilenante, «Posso andare ai servizi?»

L'insegnante fa un cenno con il volto, scattando con il mento verso l'alto. «Se proprio devi...»

Quasi non fa a tempo a finire la frase che io sono già in piedi, proiettato verso l'uscita. Strizzo l'occhio a Scar e Giotto, i quali sorridono con sguardi pieni d'intesa, prima di dileguarmi tra i corridoi in direzione dei bagni.

Quello con la finestra è occupato, quindi aspetto che si liberi. Nell'attesa, picchietto con le dita sul braccio e il mio livello di nervoso sale. Appena il ragazzo che c'era dentro lo lascia, mi ci fiondo all'interno, apro la finestra, tiro fuori dalla tasca il piccolo contenitore, in origine utilizzato per contenere semplice tabacco, e ci tiro fuori la canna che previdentemente m'ero già rollato. In tutta velocità l'accendo e me la porto alle labbra. L'odore intenso che ne scaturisce mi dà un immediato sollievo e il sapore aspro che mi gratta la gola è un toccasana per i miei nervi. Inspiro pace e tranquillità ed espiro i pensieri che mi tormentano. Li soffio fuori, o almeno mi piace pensare sia così.

Mi dico che io non ho bisogno di nessuno, che mi basto da solo. Non ho bisogno di qualcuno che si insinui nei miei affari e che si preoccupi per me. Non ho bisogno di gente che mi ricopre di comprensione e dice che vuole "entrare nel mio mondo". Non ho bisogno di Eden.

Inspira. Ed espira.
Inspira. Ed espira.
Inspira.
Espira.
Ecco, così...

Ho tutto ciò di cui necessito.














♡♡♡














//
Non ci credo.

Quando vi ho annunciato che a 10k di visualizzazioni vi avrei regalato un aggiornamento straordinario, pur essendo ottimista, pensavo di avere almeno altri 2 o 3 giorni e invece... Nemmeno un giorno sì è concluso! 😅

Mi lasciate senza parole. Senza parole e felice.

Questo capitolo è per dirvi GRAZIE. Grazie di esistere per me e per questa storia. Grazie per ogni minuto spesto per leggere le mie parole, grazie per stella, per ogni commento. Grazie per ogni volta che mi avete scritto, anche in privato. Grazie per tutte le volte che avete consigliato la mia storia a qualcuno e per tutte le volte in cui avete accolto i miei scleri su instagram o risposto ai miei sondaggi e alle mie domande. 💕

Grazie perché questo risultato è sì mio, ma anche vostro. 💝

Un MEGA grazie lo dedico a MC_Peregrine. Questo traguardo è anche suo, anche perché per lei questo è coinciso con il doppio del lavoro previsto in una settimana. Se i miei capitoli risultano ben scritti è anche merito suo che, ogni sacrosanta volta, è sempre pronta a sgamare i più piccoli refusi nel testo. In Martha sto scoprendo una persona splendida, disponibile, interessata, piena di talenti. Non avrei potuto trovare alleata migliore di te, dico davvero.
Ti voglio bene! 💓

E voglio bene anche a voi. Sento il vostro sostegno ed è come un dono per me. 💝

Quindi, ancora una volta, grazie. Questo capitolo è per voi. Fatemi sapere che ne pensate (a me Adam fa una tenerezza infinita qui) e lasciate una stellina se vi è piaciuto!

Vi stringo forte.

10k baci,
S.C.

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