36 - I segreti della cameretta di Eden

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*piccolo spazio autrice abusivo*
Lo so, lo so... a 'sto giro non ho lanciato il gioco INDOVINA CHI... Riuscirò a farmi perdonare?
Me lo saprete dire a fine del capitolo... 😉
Buona lettura!

♡♡♡

ADAM

Eden prende a ridere con  quella risata squillante che mi trasmette gioia. «Sembra che tu abbia preso il tuo compito un po’ troppo seriamente…», osserva divertita, ancora indecisa se assecondare la mia richiesta di essere raggiunto alla "cattedra" o meno.

Io non mostro segni di cedimento e, continuando imperterrito nel mio gioco di ruolo, le dico: «E se lei continua a fare la burlona con me, signorina, si prenderà seriamente una nota».

«Non ci posso credere», sospira, mentre scuote la testa interdetta.

Tuttavia sta al gioco e, cercando di celare il  divertimento sul suo viso, mi raggiunge verso la scrivania, mettendosi in piedi proprio di fronte a me.

La osservo compiaciuto. «Dunque…», inizio, «mi parli della spedizione dei mille», ordino risoluto.

Dopo pochi istanti di riflessione, Eden è già in grado di articolare un discorso in proposito: «Partirono da Quarto, vicino a Genova, sotto la guida di Garibaldi che li condusse fino a Marsala, in Sicilia. Lì sconfissero i borboni – ci impiegarono due mesi e furono aiutati dalla popolazione locale – e poi salirono fino a Napoli all'insegna di nuove conquiste.»

«Quando partirono?», voglio sapere.

Lei sembra piombare nella confusione, e si vede tutta.

Mannaggia, Eden, fingi! Fai la faccia di tolla...

«Il... il… 4 Marzo...?»

Non capisco che scherzo le abbia fatto il cervello per farla rispondere in quel modo, ma glielo chiedo lo stesso, magari almeno il periodo lo azzecca: «Di che anno?»

«1860», risponde titubante.

«Ok, almeno questo è esatto», le confermo, «ma niente 4 Marzo… è il 5, e del mese di Maggio!», le ricordo, «l'11 dello stesso mese, invece, sbarcarono a Marsala... Signorina, lei deve studiare di più, certi dettagli sono importanti!», la riprendo severo.

«Lo so», fa lei con tono lievemente piagnucolante, «ma sono una frana con le date…», abbassa lo sguardo, «punto sulla memoria a breve termine!», mi informa esultante, «In pratica io so solo che nel '48 è successo un 48

Mi piace la sua capacità di fare dell'ironia e mi fa sorridere per la sua maniera di spiegarsi e giustificarsi, ma scelgo di non venire meno al mio ruolo, così le dico ancora: «Va bene, signorina, spero che con le prossime domande se la cavi meglio… già che l'ha citato, mi parli un po' di questo '48...»

E Eden risponde, su alcuni punti è incerta, ma riesce a fornire delle risposte abbastanza esaustive. Mi parla dei moti che hanno scosso tutta l'Italia in quel periodo, ma anche prima. Parliamo della prima guerra d'indipendenza e anche della seconda, della Società Nazionale e dell'incontro a Plombières tra Napoleone III e Cavour, per definire le sfere d'influenza sull'Italia una volta raggiunto l'obiettivo comune di ridimensionare la presenza austriaca nella penisola. È preparata, si vede che ha studiato, ma mi tengo la domanda migliore, quella alla quale ho pensato dal principio, alla fine…

«Ottimo, signorina, adesso le chiedo la cosa più difficile di tutte… ciò che – ne sono sicuro – so che ha studiato giorno e notte… mi saprebbe indicare la data dell'Unità d'Italia?»

Lei finge severità guardandomi storto, ma non riesce a trattenere il sorriso divertito.

«Il 17 Marzo del 1861», mi dice con fierezza.

«Risposta esatta!», esclamo, quasi come ci trovassimo improvvisamente in un quiz televisivo, «Ed è vero che Garibaldi fu ferito ad una gamba?»

«Ma che domanda è?», chiede con tono squillante.

«Ma che domanda è, cosa…?», la rimbecco, lasciandole intendere che voglio essere chiamato proprio con quel tipo di appellativo...

«Professore», mugugna lei, accontentandomi, «ma che domanda è, professor Donati?»

Sorrido gustandomi quella mia ultima piccola conquista. «Così dice la canzone», continuo poi ovvio, per partire subito dopo con il cantare: «"Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba, Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion!”»

Eden non riesce a trattenersi e ride divertita dalla mia buffonata. «Che fuori che sei!», mi dice, ma suona come un complimento, se lo dice lei. «Hai una bella voce», osserva quindi.

Io quasi mi imbarazzo a quel complimento. Ho sempre amato cantare e, chiuso nella mia cameretta, sono state molte le volte in cui, anni fa ormai, mi sono dilettato a farlo, accompagnato dalla mia chitarra. Avevo già idea del fatto che la mia voce non mi dispiacesse al suono, ma non avevo mai manifestato in presenza di qualcuno le mie qualità sonore per paura di… non lo so… scoprire che in realtà ho una voce mediocre, che suono la chitarra in maniera mediocre e che non c'è nulla nelle mia capacità musicali che possa essere assimilabile al talento...

«Grazie», bofonchio, mentre mi sento le guance andare a fuoco.

«Non ci credo!», esulta lei, «È rossore quello? Adam Donati arrossisce?!», quasi grida per quanto le squilla la voce, «Presto, chiamate i giornali!»

La guardo con aria sconsolata e divertita insieme, e la mia mano finisce dritta dritta sulla mia fronte con fare plateale.

Proprio in quel momento, qualcuno bussa alla porta. Una chioma mossa e bionda fa capolino nell'apertura appena creata. È Anna, la mamma di Eden.

«Ragazzi, vi fa piacere un tè caldo o una tisana? Pensavo di farmene una, se volete ne faccio anche per voi.»

«Oh, sì, mamma!», è il grido di consenso di Eden, «Grazie! Era proprio quello che ci voleva!»

Per qualche istante, solo per pochi secondi, rimango incantato dall'entusiasmo che Eden mostra anche nelle cose così semplici – gioire così per un po' di acqua calda saporita… –  poi mi premuro di far sapere: «Anche io la prendo volentieri, signora».

«Oh, caro, ti prego, non farmi sentire più vecchia di quello che sono! Ti ho già detto di chiamami Anna…!», mi comunica, con un tono amorevole al quale io non sono abituato. «In ogni caso, allora metto su l'acqua. Vi aspetto di sotto».

Dopo aver concluso, la mamma di Eden richiude la porta e sento i suoi passi allontanarsi da noi, lasciando me e la figlia di nuovo soli.

Eden mi sorride con uno strano guizzo negli occhi e, felice come una bambina, esclama: «Ok! Pausa!»

Non me lo faccio ripetere due volte. Scatto in piedi e inizio a girovagare per la stanza.

«Che fai?», mi chiede lei.

«Mi sgranchisco le gambe, fare il professore è un mestiere duro!», scherzo, «e, nel frattempo, ne approfitto per spiare tutti i tuoi segreti che la tua cameretta mi può raccontare», gli faccio un occhiolino.

Eden rimane in silenzio e io scelgo di interpretare quel dato come un tacito assenso e non come – lecito il dubbio – un dissenso celato dalla troppa educazione...

Nella stanza è presente un'ampia finestra, la stessa dalla quale mi ha scorto appena qualche mezz'ora prima. Immagino sia molto luminosa di giorno, ma adesso, dato l'imbrunire del sole, la qualità della luce è data dal lampadario quadrato e con i cristalli presente esattamente al centro del soffitto. I muri sono chiari e lo spazio risulta ampio, riempito da tutto ciò che ci si aspetta di trovare nella camera di uno studente – un letto, un armadio e una scrivania –, sono presenti anche una poltroncina e un grosso specchio…

Chissà quante volte Eden abbia studiato il suo aspetto qui davanti… mi viene da pensare.

Mi sa che Eden non è di quelle tipe che imbrattano la propria stanza di centinaia di foto, poster o ricordi di vario genere… tutt'altro, quasi si respira un'aria minimalista, come se qui fosse presente unicamente ciò che è necessario. Le pareti sono piuttosto pulite, arricchite solo da poche cornici di quelle semplici, squadrate e lisce, di diverse dimensioni e rosa shocking o bianche. All'interno noto scritte o fotografie.

Un gruppo in particolare attira la mia attenzione. Sono appese tutte vicine, quasi a formare una composizione e all'interno la calligrafia è la stessa.

Prendo a leggere ad alta voce ciò che trovo scritto all'interno della prima su cui mi cade l'occhio, quella con la scritta più grande: «"Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene. Salmo 139"».

«Sono tutti tratti dal Salmo 139», si premura di informarmi la proprietaria della stanza, «È uno dei miei preferiti», ci tiene a farmi sapere, «me li ha regalati la mia migliore amica per il compleanno. Sono sue le scritte, è bravissima...»

Io la ascolto, in silenzio, riflettendo su quanto appena letto.

I lettering sono sicuramente ben riusciti, ma…

«"Sono stato fatto in maniera stupenda"?!», chiedo con tono sarcastico, «Mi suona un tantino pretenzioso, no?»

«Tu proprio non mi sembri uno che abbia problemi di autostima o di amor proprio», è subito pronta a rimbeccarmi la proprietaria dei quadretti, che lo fa anche con una certa risolutezza, «e comunque conoscere il proprio valore non lo è mai», sancisce.

«Touchè!», mi complimento per la sua prontezza di spirito.

Subito dopo passo a leggere un altro dei quadri: «"Oh, quanto mi sono preziosi i tuoi pensieri, o Dio! Quant’è grande il loro insieme! Se li voglio contare, sono più numerosi della sabbia; quando mi sveglio sono ancora con te"... Questo lo leggi ogni volta prima di andare a letto, vero?». Non le lascio tempo di rispondere e continuo con una nuova scritta: «"Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora"». Vorrei riuscire a trovare delle parole per commentare in maniera sarcastica ciò che ho appena letto, ma qualcosa mi blocca, così riempio la bocca passando ad una nuova citazione: «"Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle e poni la tua mano su di me. La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci"». C'è qualcosa in quelle parole che mi tocca profondamente.

Possibile che qualcuno possa comprenderti sino a questo punto? Io stesso appaio ai miei occhi come un rebus privo di definizioni…

Tuttavia sto a disagio in quella sensazione, è una cosa che non riesco a controllare né a comprendere, così mi sforzo e questa volta ci riesco a svilire il significato di ciò che ho letto con dell'ironia: «Mi' che ansia», scherzo piccato.

Eden non ribatte, sta in silenzio e aspetta che io legga anche l'ultimo, il più lungo di tutti, così io la assecondo nel suo tacito invito. «"Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu ci sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra. Se dico: 'Certo le tenebre mi nasconderanno e la luce diventerà notte intorno a me', le tenebre stesse non possono nasconderti nulla e la notte per te è chiara come il giorno; le tenebre e la luce ti sono uguali"...»

Un'emozione mi pizzica sotto gli occhi. «Questa mi ricorda qualcosa...»

"Non c'è niente di troppo buio o troppo spaventoso che non possa essere rischiarato dai giusti occhi. Lo sai vero?"

Punto i miei occhi su di lei, accennandole un sorriso malinconico e complice al contempo. Lei ricambia il mio sguardo e dalla sua espressione capisco che ha intuito a cosa mi riferisco.

"Sei tu che scegli con che occhi guardare il mondo… io, ad esempio, uso gli occhi di Dio. Nella Bibbia c'è scritto che le tenebre e la luce sono uguali per Lui... una figata, no?"

Sento qualcosa dentro di me sgretolarsi, per lasciare spazio a un sentimento di paura, resa e desiderio di tenerezza insieme…

Ho un flash: nella mia testa vedo me avvicinarmi a lei, abbracciarla, farmi abbracciare, essere tenuto stretto. Il mio corpo però è immobile e prima ancora che il pensiero possa essere tramutato in azione qualcos'altro richiama la nostra attenzione…

«Ragazzi, scendete! Qui è pronto!»

♡♡♡

//
Ed eccoci qui!

Allora?! Mi sono fatta perdonare? 😊

Cosa ne pensate di questo capitolo? Adam per la prima volta a casa di Eden e, ragazze mie (e ragazzi, se c'è anche qualche maschietto), legge brani tratti dalla Bibbia... 🙈🙉🙊 [le vostre opinioni o suggerimenti da questa parte ➡]

Ora...
Vi rendete conto che abbiamo raggiunto (e superato! 😱) i 50k di visualizzazioni e le 4k di voti?! Cioè, io dico... 😍😭😍😭😍😭😍😭😍😭😍😭 [➡ interpretatemi]

Grazie di cuore, sul serio... vorrei poter abbracciare ciascuno di voi per potervi trasmettere tutta la mia gratitudine. Mi sento onorata ad avervi nella mia vita, davvero. 💓

Detto questo vi saluto.

Un bacio a testa,
S.C.
😘

P.S. pensavate che mi fossi dimenticata di MC_Peregrine... vero? E invece no! 😎 Con il cavolo che mi dimentico di colei che più di tutti gli altri mi aiuta nella stesura di questa storia...
Grazie di cuore, beta del mio cuore, ti voglio bene! 💘

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