Una lettera a voi (e vi prego di accogliere queste mie parole)

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Carissime meraviglie,

Ho scelto di scrivervi questa sorta di lettera per aprirvi il mio cuore in questo periodo difficile, per cercare di essere più vicina a voi e per sentirvi più vicini.

Sappiate che per me sarà ostico il fatto stesso di condividervi le parole che vi sto per scrivere, ma sento che è importante che lo faccia, e chiedo a tutti voi la gentilezza e il cuore di leggerle sino alla fine e di non prendere sotto gamba i contenuti che vi sottopongo...

Prima che voi lo diciate, lo so, lo so, lo so che sono passati ben due martedì e di aggiornamenti su questa storia nemmeno l'ombra.

Considerata la quarantena obbligatoria, in molte di voi si aspettavano, al contrario, aggiornamenti più ravvicinati, ma questo anche nella megliore delle situazioni non è possibile, perché per me l'obbligo di stare a casa non ha coinciso con la sospensione delle mie attività. Ovvio, su alcuni piani si sono fatti passi indietro, ma su altri altro non si è fatto che trasferire ciò che era fisico sul mondo digitale (per chiarirci: la mia agenda è piena di appuntamenti fra Zoom e Skype e impegni o consegne).

Ebbene, la verità è che anche questi impegni di cui vi ho accennato sopra hanno subito, volenti o nolenti, una violenta decelerazione a causa di ciò che sto per confidarvi ora...

Ebbene, è inutile che vi illustri la delicata situazione in cui tutti noi ci troviamo (anche perché ampliamente illustrata da canali diversi da questo), ma sappiate che la pandemia che ha coinvolto il mondo ha preso in pieno la mia famiglia.

Il primo a stare male seriamente è stato mio nonno, il quale a ruota ha contagiato ovviamente la nonna.

È la domenica che ha preceduto il lockdown il primo giorno in cui ha iniziato a lamentare malessere, niente di grave sembrava... Una classica influenza stagionale. Da lì, però, ha iniziato a stare sempre peggio. E la situazione non è stata bella perché il medico di famiglia non poteva andarlo a visitare a casa, il pronto soccorso era fuori discussione, la guardia medica, ci dicevano, non sarebbe venuta perché si dava priorità ai casi di Covid.

Gloria a Dio, abbiamo con noi la benedizione di avere Matteo, futuro marito di mia cugima e medico. Dopo giorni di assistenza zero, venerdì è andato lui a visitare i nonni. Le vie liberatorie sembravano libere, quindi ancora una volta un ricovero era fuori discussione. Sabato è tornato e il cuore del nonno stava avendo uno scompenso cardiaco. Lì, finalmente, il ricovero d'urgenza.

È stata la TAC a rivelare la celeberrima polmonite interstiziale bilaterale, così infida che lo stetoscopio non aveva fatto emergere. Ovviamente gli hanno fatto il tampone, il risultato è arrivato appena il giorno dopo, o forse due, ed era positivo.

Da qui, isolamento obbligatorio per chiunque avesse avuto contatto con lui nell'arco delle due settimane precedenti. E, che ve lo dico a fare, la mia famiglia e numerosa e molto unita! Oltre al consueto pranzo domenicale a casa dei nonni (l'ultima data in cui io e mio marito abbiamo avuto contatti con lui - e quindi data dalla quale abbiamo iniziato a contare le due settimane di isolamento obbligatorio), i figli, durante la settimana, hanno fatto la staffetta a casa dei nonni per sostenerli.

La faccio breve: tutti, o quasi, malati con sintomi più o meno pesanti.
Quattro persone sono attualmente ricoverate. Nell'ordine abbiamo: Matteo, che peraltro ha una trentina di anni; mio zio; mia zia; mia mamma - tutti i consorti e gli eventuali figli delle persone citate rimangono a casa con sintomi più lievi.
Nonna, che già per conto suo è malata di cuore, sta male ed è da sola in casa. Sì, da sola. La cosa più brutta in questa malattia è che costringendo all'isolamento, chi vive da solo non può avere supporto. E non sono contemplate visite per chi è ricoverato. Questo ovviamente incide non di poco sui risvolti psicologici, appesantendo il tutto e rischiando di aggravate la condizione fisica. Non è facile, non è facile per niente sapere che la tua famiglia è malata e non poter fare niente per sostenerla.

Cosa ancora meno facile è assistere alla scomparsa di un nonno "a distanza". Sì, perché il nonno è volato in cielo il giorno prima della primavera e quello dopo la festa del papà. Non l'ho potuto salutare. Non l'abbiamo potuto salutare. Nessun funerale a riunire la famiglia dopo questo grave lutto.

È davvero terribile.

Alla nonna non abbiamo detto niente, siamo preoccupati di come possa reagire, dato il suo cuore delicato, vorremmo scongiurare un mancamento proprio ora che non c'è nessuno con lei.

Data la gravità delle situazioni che vi ho elencato, potete comprendere da voi la mia mancanza di predisposizione a pensare di continuare a scrivere questa storia, in questo preciso momento storico della mia vita. Ho scritto poesie, pensieri sparsi (alcuni pubblicati in due nuove raccolte che trovate sul mio profilo: una senza né titolo né copertina e un'altra dal nome "I fiori sua via di Damasco", dove raccoglierò le composizioni di stampo più poetico), perché questi danno eco al grido della mia anima, permettendo di alleggerirmi nella misura in cui, in senso figurato ma non troppo, vomito i versi e le parole. Tuttavia, di testa per continuare a scrivere di una vita non mia, quella di Eden e Adam, perdonatemi ma in questo momento non ne ho. Ci ho provato, ma escono da me solo parole vuote e non è quello che vi meritate o che il voglio per questa mia storia.

Questo è il motivo per il quale vi riferisco che sono attualmente sospesi gli aggiornamenti di CIDELAS. Non credo tarderò ancora molto, la vita va avanti e la scrittura fa parte di me, quindi riprenderò non appena avrò recuperato le energie psicofisiche per farlo, ma in questi ultimi giorni ancora non ci sono riuscita.

Nonostante questo, non voglio terminare questa lettera con una serie di brutte notizie perché sono sicura che ne avete piene le orecchie, i pensieri e i cuori.

Così voglio terminare dicendovi che nonostante siano tanti tanti i motivi per i quali io mi sento rattristata e preoccupata, sto cercando con anima, corpo e spirito, di non lasciarmi trascinare dagli stessi e di tenere la fiamma della speranza, ravvivata dalla fede, sempre accesa in questa lunga notte buia.

Non voglio lasciarmi abbattere anche perché in questa notte io non sono da sola: nel mio corpo in questo momento battono due cuori e, se non per me, devo essere forte per il piccolo essere che ha fatto casa in me.

Chi di voi mi segue su Instagram lo sapeva già: sono incinta! 💘

Ovviamente avevo intenzione di comunicarlo anche qui per tutti coloro che per un motivo o per l'altro non mi seguono anche lì, ma poi è successo il degenero...

Io e la (quasi sicuramente) piccola stiamo bene! Dato il mio "stato interessante" - testuali parole - hanno preferito fare il tampone anche a me e sono risultata negativa (il che è positivo! - questa cosa non la capirò mai 😜) .

Inoltre, considerata la situazione, posso dire di stare bene. Moralmente dico. Ovvio la tristezza c'è e si fa sentire, la preoccupazione anche, ma non mi sento in ansia o troppo stressata. Al contrario, posso anche piangere, ma poi mi tiro su. La notte riesco a dormire bene e riesco a ritagliarmi i miei spazi di relax durante il giorno.

Nel caso per qualcuno costituisse ancora un punto di domanda, similmente alla mia Eden sono molto credente e non vi nego che, specie in momenti come questo, il fatto di potermi aggrappare a Dio è davvero una salvezza per me.

Nel bene e nel male, nella morte e nella vita, io vedo la sua mano operare. Vi faccio l'esempio anche del nonno, del fatto che è venuto a mancare...

Ho pregato per il miracolo? Sì, lo fatto.
Credo che Dio sia in grado di poter fare miracoli oggi, nel 2020? Sì, lo credo fermamente, ne ho visti io stessa, con i miei occhi.
È successo un miracolo per quanto riguarda la vita del nonno? No.
Lo volevo? Ovvio che sì, come può una nipote, una figlia quasi, desiderare la morte per il proprio nonno?
Ma c'è un ma. Nella Bibbia un verdetto dice che ogni cosa coopera al bene per coloro che credono e che amano Dio.

Ebbene, prima non vi ho detto che la TAC, oltre a rivelare la polmonite in corso, ha rivelato anche la presenza di metastasi a livello polmonare. E questo vuol dire solo una cosa: tumore, e in stato già abbastanza avanzato. Per quanto avrebbe ancora potuto vivere, con un quadro clinico del genere non sarebbe riuscito a farlo per più di qualche mese, un anno se ci andava bene. Ancora peggio, se ne sarebbe andato con grande sofferenza, aspettando il giorno e probabilmente, una volta arrivato, agonizzante. Una settimana fa, invece, se n'è andato "dolcemente". Appena i medici hanno visto che stava cedendo l'hanno sedato, è stato un trapasso "morbido". Una delle dottoresse ci ha detto di avergli dato una carezza da parte di tutti noi, mentre lui ci lasciava.

E giusto il giorno prima e successo l'impensabile. I medici ci avevano detto che uno di noi sarebbe potuto andare in ospedale per dare l'ultimo saluto, in pratica. Tutti i parenti locali, come ho già detto prima, erano però in isolamento.

È scesa giù, con tanto di permesso, una mia zia che abita in Brianza, in Lombardia. Sapendo che tutti gli altri non avrebbero potuto esserci, abbiamo pensato di fare un video da recapitare il nonno.

Abbiamo avuto l'idea martedì sera, dopo aver ricevuto la notizia. Abbiamo creato dei cartelli in cui gli scrivevamo o nostri messaggi, per permettergli di leggere dato che la macchina dell'ossigeno gli impediva di sentire bene. Ero disfatta e per riprendermi quella sera ho dovuto truccarmi (ho pensato che se l'obbiettivo era cercare di tirargli su il morale conciata com'ero avrei fallito nell'intento...), so di non essere stata l'unica. Così abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco e nel giro di un paio di ore tutte le clip erano già registrate e montate.

La zia, munita di tablet, si è presentata da lui il mercoledì tardo pomeriggio. Per entrare l'anno svestita sul pianerottolo e rivestita con abiti consoni da capo a piedi, con tanto di guanti e occhiali multipli, oltre all'ovvia mascherina (questo per farvi capire il livello di contagio...). Zia ha raccontato che, quando è entrata nella stanza il nonno ha infatti stentato a riconoscerla, da quanto era bardata, tuttavia gli si sono illuminati gli occhi, nel suo modo solito che aveva di accenderli ogni volta. Gli ha mostrato il video e per la felicità che aveva quasi non se l'è goduto, tutto affaccendato nel presentare l'uono e l'altro al dottore che gli stava vicino: "Questa è mia figlia! Questo è mio nipote". Ancora una volta, i suoi occhi erano luce viva, ci ha detto zia. E non ha potuto sentire tutto quello che diceva perché l'anno obbligata a diversi metri di distanza e il rumore del respiratore non aiutava di certo, ma una frase è emersa forte e chiara: "Ecco! È per loro che combatto ancora! Per riabbracciare loro!". E adesso questa frase ha un sapore decisamente dolce e amaro. È amaro perché ora sappiamo che esattamente il mattino dopo il combattimento si è concluso e lui non ne è emerso vincitore. È dolce perché, come anche zia ci ha comunicato nel suo audio di aggiornamento, "questo è un uomo che se muore, non muore piegato su se stesso, ma combattivo e pieno di vita". Ed è vero. Nonno ha vissuto la sua vita fino all'ultimo, la verità è che probabilmente nemmeno si aspettava di morire davvero questa volta. Sì è salvato per il rotto della cuffia talmente tante volte, in effetti, che anche io al suo posto avrei stentato a credermi in realtà un essere finito, mortale. In più di una volta io ho riconosciuto la mano di Dio nella maniera in cui il nonno è letteralmente scampato alla morte. Ma questa volta... Probabilmente questa volta era davvero la sua ora. E sì, forse non riabbraccerò mio nonno la prossima volta che andrò a casa sua, ma un giorno accadrà ancora, no?

Anche questa è speranza e consolazione per coloro che credono: la morte non è la fine, è solo un passaggio. La vita vera, quella che non sfiorisce, in realtà, inizia dopo! E Dio anche in questi è stato carino perché ci ha dato più volte conferma del fatto che lui, malgrado sia stato un "osso duro" sino alla fine, si trova in paradiso, adesso. Ed è questo l'importante. Uno in questa vita può fare tutto quello che vuole senza porsi mai la domanda - ma dove andrò dopo...? -, la risposta però è fondamentale. È quella che regola l'eternità.

E lo so che rischio di sembrare una pazza a fare certi discorsi, specie per chi non condivide queste mie idee. E magari avete ragione voi: sono solo belle favolette che certe persone si raccontano per stare meglio. Forze avete ragione e, se così, un domani, dopo la morte, lo scoprirò. Sarà un bel colpo da subire per me che al contrario non riesco a capire la posizione degli atei (perché, parliamone, a mio parere ci vuole tanta più fede a credere che tutto queste mondo sia nato da un'esplosione incontrollata e casuale piuttosto che ammettere una forma di intelligenza più alta a regolare tutto). Ma, in tutta franchezza, favola o no, è vero che mi fa stare bene e quindi mi chiedo: perché cambiare? Alla fine, ammesso anche nella peggiore delle opzioni possibili fosse una sorta di effetto placebo, non ho niente da perdere. In questo sono molto molto vicina alla filosofia di Pascal che afferma che alla fine convivente credere in Dio (lui parla proprio del Dio cristiano), perché se esistesse si vince il paradiso e la vita eterna, al contrario se non esistesse niente si sarebbe comunque vissuta una vita lieta. Per me il ragionamento non fa una piega! 😜

Albert Einstein invece affermava testuali parole: "Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente sia un miracolo. L'altro è pensare che ogni cosa sia un miracolo".

E, ok, forse ora sto cadendo un po' troppo  nella retorica, ma io appartenente alla seconda modalità citata da Einstein, voglio credere che il fatto stesso che io, incinta, sia l'unica persona ad aver avuto un contatto diretto con mio nonno ad essere negativa e, ancora di più, che lo sia il fatto che abbiano concesso al nonno di ricevere la zia e con lei il nostro saluto, seppur via video. Abbiamo sentito molte altre storie a riguardo e tutte concordano con il fatto che ciò che è accaduto sia qualcosa di più unico che raro. Quindi se qualcuno di voi preferisci lo chiami culo, io preferisco chiamarlo Dio!

Quanto mi sento Eden in questo momento... 😜😅

E niente... Scusate se vi ho inondato di parole e grazie a tutti coloro che hanno letto fino a qui.

Vi voglio bene anche solo per questo!

Cercherò di tenervi aggiornati in ogni caso.

Ad esempio, proprio ora, mentre vi scrivo questi saluti ho saputo che hanno trasferito mio zio in un reparto con i casi più gravi, ma sapete una cosa? Non lascio spazio alla paura e prego. Posso essere rattristata, ma non disperata. 💘💪

In ogni caso, più che mai e con ancora più trasporto, #prayhardforsharonandfamily (e non lo dico con ironia, sono seria questa volta: chiedo davvero a chi di voi crede nella potenza della preghiera di sostenere me e la mia famiglia).

Vi stringo fortissimo e non vedo l'ora di regalarvi un nuovo capitolo su questa storia.

Grazie ancora, se sei arrivato fino a qui.

Un bacio immenso,
Sharon

P.S. ho scritto più di 2500 parole e sono qui a chiedervi se ho scritto tutto... Ma come si fa! 😅 Vabbò, in caso vi scriverò una seconda lettera (si salvi chi può 😂).

Ora vi saluto per davvero, spero di non avervi appesantiti con queste mie parole,  al contrario spero di aver incoraggiato chi di voi si ritrova in situazioni simili alla mia. Anzi! Fatemi sapere come state voi! Come state vivendo questo tempo e se siete venuti o meno a contatto con questo virus!

E so che ormai è una frase fatta ma state a casa e fate molta attenzione. Questo virus si muove principalmente attraverso positivi asintomatici, gente che va in giro prestando poca attenzione perché sta in effetti bene e tuttavia è un portatore sano. In queste ultime mattinate ricevo puntuale come un orologio svizzero la chiamata dell'ufficio igiene che vuole sapere come sto e la tiritera è sempre la stessa: ognuno di noi, in questo momento, dovrebbe comportarsi come se fosse positivo, solo così potremo superare insieme questa brutta situazione.

Fatemi sapere, mi raccomando!

Data la lunghezza di questo P.S. vi lascio un altro abbraccio, che virtuale posso darvene quanto voglio! 💘

P.P.S. Mi scuso per eventuali errori o parti confusionali, ma ho scritto tutto di getto e non ho testa di rileggere per correggere. Non sarà di carta, ma questa è una lettera cruda. Scritta così come è uscita da me. Un altro abbraccio! 😜♥️

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