COLAZIONE DA TIFFANY (SECONDA PARTE)

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

TYLER

Io vado pazza per Tiffany... specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie. (Colazione da Tiffany)

Come avevo fatto a farmi convincere a guardare un film d'amore invece che la partita? Oh, il mio tallone d'Achille, una bella ragazza con una camicia da notte sdraiata nel letto.

-Vedi, Holly cerca qualcuno che la faccia sentire amata- mi spiegò Rosemary.

-Io l'avrei mandata a quel paese a metà del film- e non stavo scherzando.

-Oh, non capisci proprio nulla- scosse sconsolatamente la testa.

-Forse no, ma lui non è abbastanza duro-

-Lui è innamorato di lei e l'aspetta, è una storia bellissima-

-Se lo dici tu- mormorai.

-Nemmeno mio fratello capisce questo film, credo che sia un problema di voi uomini-

Finalmente qualcosa sulla sua vita personale! –E quindi hai un fratello?-

Rosemary annuì. –Si chiama Robert, va al college-

-E presumo che per ora non mi dirai altro-

-No- mi sorrise provocatoriamente.

-Almeno che io non ti faccia parlare- dissi, chiedendomi se dovevo passare al piano B.

-E come faresti, sono proprio curiosa-

-Oh, non abusare della mia pazienza- esclamai, sarcastico.

-Su, voglio proprio vedere- il suo sguardo luccicava.

Senza aggiungere altro la presi e la feci sdraiare sul letto. Lei mi fissò sorpresa, ma mi lasciò fare. Potei osservare il suo corpo snello e delicato. Esitai un attimo, quindi iniziai a farle il solletico. Lei si divincolò e cominciò a scalciare, ridendo.

-Basta, lasciami-

-Mai- esclamai, le mie mani che correvano su di lei.

-Su, lasciami- disse lei, buttando la testa indietro.

-Forse non ti lascerò andare fino a quando non mi supplicherai di farlo-

-Mai e poi mai- esclamò lei, una risata leggera.

-Allora sarai per sempre la mia prigioniera-

Lei scalciò ancora e una spallina scivolò giù, lungo la spalla e il braccio, lasciandomi intravedere il seno bianco. Non appena si accorse della cosa rapida si coprì con un braccio e si girò di lato, ma io, con dolcezza la feci girare e le spostai il braccio, sotto il suo sguardo sospettoso. Osservai per un attimo quel seno niveo e la sua piccola sommità rosea. Mi venne in mente un dolce, un bignè alla panna con una piccola ciliegina sopra. E poi mi chinai a baciarlo.

-Tyler- esclamò Rosemary, tra il sorpreso e il rimprovero, le mani che si appoggiarono alle mie spalle quasi volesse spingermi via.

Iniziai a baciarle la pelle, a mordicchiarla come si farebbe con un dolce.

-Tyler- la voce si era fatta più roca e le mani si erano spostate e ora mi accarezzavano la nuca.

Accarezzai ancora la sua carne con le labbra, mentre con le mani mi aggrappavo ai suoi fianchi.

-Tyler- un leggero gemito, le dita che s'intrecciavano nei miei capelli –oh, Tyler- sospiri e gemiti.

Risalii delicatamente, baciandole la clavicola e poi il collo. Per un attimo appoggiai le labbra contro la sua pelle sottile e sentii il battito del suo cuore, con dolcezza picchiettai la mia lingua in quel punto. Rosemary prese il mio viso tra le mani e lo spostò in modo tale che fosse di fronte a lei. Ci fissammo un lungo attimo. Negli occhi di lei brillava una strana luce. Era desiderio? Lentamente schiuse le labbra, rosse e piene, quasi fossero un fiore che si apre in primavera. La baciai all'angolo della bocca, le baciai le guance, la fronte, il naso, non le labbra. Le sentii sfuggire un gemito di protesta, mentre si aggrappava un po' di più a me. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai.

-Dì che sei mia-

Lei cercò di riportare il mio viso alla sua bocca, ma io restai dov'ero, limitandomi a strofinare le labbra contro il suo collo, facendola nuovamente gemere. Strinse le sue gambe intorno alle mie, mentre sentivo il suo corpo percorso da un tremito.

-Dì che vuoi che ti baci- le sussurrai, muovendo le labbra contro la sua pelle tenera.

-Sei uno sbruffone- sibilò lei.

-Lo so e non penso che la cosa ti dispiaccia- le sfiorai i fianchi con la punta delle dita, piccole e delicate carezze, come se stessi suonando uno strumento musicale.

Ci furono alcuni istanti di silenzio, rotti solo dai suoi sospiri, mentre lottavo contro la voglia di baciarla. Sentivo il suo desiderio aumentare sotto il mio tocco e con esso aumentava il mio, ma volevo la resa, non avrei ceduto, volevo che lei ammettesse di essere mia, doveva rendersi conto che tra me e lei c'era qualcosa.

-Sono tua- sussurrò infine Rosemary.

Mi sfuggì un sorriso e mi spostai così da avere di fronte il suo viso che aveva assunto una strana espressione. Desiderio, puro desiderio. Le mordicchiai le labbra e mi allontanai un attimo prima di baciarla veramente.

-Baciami- sussurrò allora lei, accarezzandomi le guance e le labbra.

-Forse voglio che mi baci tu- la provocai.

Rosemary rise. –Sei un vero sbruffone- e si lanciò su di me. Mi ritrovai le sue labbra contro le mie, quindi mi spinse di lato e, nonostante fosse esile, mi schiacciò sotto il suo peso. I suoi boccoli scuri mi caddero addosso e potei inspirare il suo profumo. Ci baciammo con passione, rotolando tra un mare di lenzuola. Mi sentivo ardere sotto il suo tocco, sentivo la mia pelle andare a fuoco. Poi lei si tirò indietro e restò alcuni secondi seduta su di me. La camicia da notte le era scesa, arruffandosi intorno ai suoi fianchi, così potevo vedere il suo ventre piatto e il suo seno. I capelli le ricadevano scompigliati intorno al volto. In quel momento mi parve veramente bellissima, una vera dea. Mi passò le lunghe unghie smaltate di rosso sul torace, lentamente, come un gatto che gioca con il fuoco. La presi per i fianchi e poi risalii a sfiorarle i seni. Lei chiuse gli occhi e buttò indietro la testa, i lineamenti rilassati in un'espressione languida.

-Sbruffone- gemette.

-Mi piace come lo dici- mormorai con voce roca.

-Sbruffone- gemette ancora.

La spinsi, facendola cadere di lato, e mi misi su di lei, sbattendo contro la testiera del letto ... un attimo dopo questa mi crollò in testa.

-Ahia- urlai.

-Ti sei fatto male?- mi chiese Rosemary, preoccupata, spostandosi di lato.

Mi portai la mano sulla testa e me la massaggiai. –Un po'- mormorai. Con un colpo sistemai la testiera.

Rosemary si sporse verso di me, girandosi di lato. Fu in quel momento che la vidi. Una cicatrice a forma di A sulla sua schiena, vicino alla spalla. La fissai, sorpreso e con una strana sensazione che mi stringeva lo stomaco.

Rosemary seguì il mio sguardo, comprese, si sistemò la camicia da notte, poi mi guardò in modo strano. –L'hai vista?- mi chiese.

-Com'è successo?-

-Non ho voglia di parlarne-

Potei vedere nel suo sguardo un dolore inesprimibile e mi chiesi come potesse contenere tutto quel dolore nel suo cuore senza scoppiare. –Va bene, quando ne avrai bisogno, beh, io ci sono-

Mi sorrise. –Grazie-

-Anch'io ho i miei segreti- perché lo avevo detto? Perché avevo accennato a ciò che nessuno sapeva? A quella promessa che avevo fatto al mio migliore amico? A quella cosa che io e Jessi avevamo fatto?

Lei si sedette, raccogliendo le gambe sotto di sé, e mi sorrise, un timido sorriso. Sembrava una vera bambolina. –Forse un giorno ci confideremo a vicenda-

-Già- le sorrisi, all'improvviso imbarazzato. Non me la sentivo più di cercare di sedurla, non dopo aver visto la sua reazione riguardo alla cicatrice, non volevo certo esagerare rischiando di rovinare tutto –allora, novità su Abigail?-

-Non risponde neppure ai messaggi, credo che non voglia rischiare che qualcuno impedisca il matrimonio- all'improvviso sembrava rattristata.

-Non ti preoccupare- le dissi con una dolcezza che non riconoscevo neppure come mia. Io dolce?

Lei mi sorrise, ma qualcosa di malinconico continuò a brillare nel suo sguardo e dovetti lottare contro la voglia di stringerla forte a me e di rassicurarla.

-Tu hai sentito Sam?-

Scossi la testa. Avevo provato a chiamarlo quando ero uscito a fumarmi una sigaretta durante la pubblicità, ma lui non mi aveva risposto. Gli avevo anche lasciato un messaggio in segreteria, dicendogli ciò che avevo sentito in televisione.

-Credi che lo scheletro sia di Jessica?- mi chiese Rosemary con un filo di voce.

-Non può essere Jessica- dissi, ma la mia voce non era poi così sicura.

-Quante possibilità ci sono che si tratti di un'altra ragazza?-

Aveva ragione. Inspirai e le sorrisi, fingendo di avere sotto controllo la situazione. –Se anche si trattasse di Jessica potrebbe essere morta in qualsiasi modo, magari ha avuto un incidente, non so, forse è caduta, non è certa la causa della morte, aspettiamo l'autopsia prima di preoccuparci-

-Sì, potrebbe essere- ma non sembrava molto convinta.

Mi chiesi se fosse il caso di tentare un altro approccio, ma mi era scoppiato un gran mal di testa e poi Rosemary sembrava essersi incupita. Certamente ci sarebbero state altre occasioni.


NOTE DELL'AUTRICE:
Grazie a tutti per aver letto fin qua ❤
Il rapporto tra Rosemary e Tyler sta cambiando.

A giovedì con il seguito!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro