CONFIDENZE E DOLCEZZE

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TYLER

Il ricordo della felicità non è più felicità; il ricordo del dolore è ancora dolore.

(George Gordon Byron)


Mi sentivo uno sciocco, sinceramente non ricordavo l'ultima volta in cui mi ero sentito così. Quello scontro mi aveva fatto uno strano effetto. L'unica volta in cui ero stato coinvolto in una rissa, non provocata direttamente da me, ne ero uscito molto male. Sospirai stancamente. Avevo male al viso e ai denti. La chiacchierata con Sam poi non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Ora, alla guida della mia auto, mi godevo l'aria fresca che mi muoveva i capelli. Rosemary, al mio fianco, stava cambiando la stazione musicale.

-Non c'è niente di carino?- mi chiese con la sua vocina da bambina.

-Dipende da cosa intendi per carino- le dissi, sorridendo. Una fitta mi percorse i denti, ma cercai di non darlo a vedere, non volevo assolutamente che lei credesse che fossi uno smidollato.

-Qualcosa che faccia venire voglia di cantare a squarciagola-

-Oh, canti?- chiesi, curioso.

-Ogni tanto, quando nessuno mi ascolta... preferisco recitare, sai, ogni tanto recito a teatro-

-All'università?- mi finsi sorpreso.

-Sì- e la vidi arrossire dallo specchietto.

-Io non frequento il teatro, piace a mio padre, in realtà alcune opere sono carine- ero sincero –e una volta da bambino ho fatto il Principe Azzurro- dissi con un certo orgoglio.

Rosemary rise. –Il Principe Azzurro?-

-Non ci credi? Ero il bambino più affascinante dell'asilo- continuai.

-Quindi posso dire di essere stata in macchina con un principe, anche azzurro, chissà perché io ti vedrei più come vampiro-

-Ancora la storia del vampiro? Io?- chiesi, cercando di assumere un tono innocente.

-Bel tenebroso, un Dracula, ecco-

In versione Dracula... non male come idea. –Mi vedo con il mantello, i canini affilati e... credo che mio padre mi diserederebbe immediatamente, se non l'ha già fatto- restai un attimo in silenzio, pensando a mio padre, alto, i capelli brizzolati, lo sguardo severo, mentre gli dicevo che mi avevano chiesto di fare Riccardo III per la recita del liceo.

-Tu non sei un attore, tu dovrai diventare un avvocato, proprio come me, come mio padre e suo padre prima di lui, siamo una famiglia di avvocati-

Da allora avevo smesso di pensare al teatro.

-Io adoro salire sul palco, quando sono lì posso essere chiunque- mormorò Rosemary –i miei sono orgogliosi di questa mia passione-

-Mio padre no- mormorai -lo sai perché mi chiama?- le chiesi, decidendo di rilevare il motivo del mio malessere.

-No, perché?- chiese con dolcezza.

Strinsi forte il volante tra le mani. –Vuole che vada al suo compleanno, il grande patriarca che unisce tutti intorno a sé nella sua bella villa delle vacanze in Florida... la mia matrigna è morta tre mesi fa e lui pensa a far festa-

Ci fu un attimo di silenzio, poi sentii la sua voce, la sua bellissima voce. –Mi dispiace- due parole, le più banali del mondo, eppure il modo in cui le disse mi strinsero il cuore.

-Mia madre è scappata, sai? Non lo sopportava più- lottai contro le lacrime che stavano per scendere. Era un argomento così delicato che temevo di rompermi ogni volta in cui gli davo voce.

-Che ne dici se ci fermiamo un attimo? Avrei voglia di sgranchirmi un po' le gambe- mormorò Rosemary, la voce dolcissima, come una carezza sulla pelle.

Mi sfuggì un sorriso. Avevo anch'io bisogno di fermarmi, ma non glielo avrei mai chiesto, non volevo farmi vedere debole, non in quel momento, non davanti a lei, che seppur così esile era in realtà così forte. Accostai in una piazzetta.

-Mi dispiace per quello che è successo- disse Rosemary, posandomi delicatamente una mano sulla spalla. Il suo tocco mi fece rabbrividire. Un gesto così semplice, così banale, eppure riuscì a scuotermi.

-Ormai è il passato- sussurrai -sai mio padre si è sposato con la mia tata, era lei la mia matrigna, poi tre mesi fa ha avuto un incidente-

Rosemary mi circondò le spalle con un braccio e io sentii le lacrime uscire. No, non potevo piangere, non davanti a lei, non così, non ora...

-Quando è il compleanno?- mi chiese, le labbra che sfioravano il mio orecchio.

-Domani, il 4 luglio... la data ideale per un patriota come lui- dissi sarcastico.

-Ottimo, vengo con te- disse con decisione.

-Cosa?-

-Facciamo una piccola deviazione, vengo con te-

E quelle parole mi confortarono immensamente. –Come vuoi che ti presenti?-

-Quello che vuoi, possiamo dire che sono la tua ragazza se è un po' più facile per te- e mi sorrise, il sorriso più bello che avessi mai visto e quel sorriso era solo per me. Le presi la mano che aveva abbandonato in grembo e la strinsi tra le mie, bisognoso di sentire la sua pelle contro la mia. Alla fine me la portai alle labbra e la baciai.

-Mi farebbe davvero molto piacere- dissi, mentre sentivo il cuore stringersi. Avrei davvero voluto che fosse la mia ragazza.

-E io sono felice di aiutarti- mi sorrise.

Senza pensarci mi buttai in avanti e le baciai le labbra, un casto bacio a stampo su quelle labbra che parevano bruciare. Ci fissammo per un lungo istante, poi lei mi sorrise.

-Non perdi mai l'occasione, eh?- disse, tirando indietro il braccio che mi cingeva le spalle.

-Sono uno sbruffone, sei tu che lo dici-

-Usi le mie parole contro di me- esclamò ridendo.

-E adoro farlo- dissi, sorridendo.

-Che ne pensi di Sam?- chiese lei, di punto in bianco. Avevamo evitato l'argomento da quando ci eravamo rimessi in auto.

-Mi sembra che stia bene- ed evitai di dirle che la sua cara e indifesa Abby era una vera arpia che si metteva tra due amici da una vita.

Rosemary annuì. -Forse l'ho giudicato male, però quest'idea di Las Vegas continua a essere molto sciocca-

-E noi la impediremo- allungai una mano e le accarezzai i capelli, arrotolandomi le ciocche intorno al dito.

-Lo spero- mormorò lei, socchiudendo gli occhi e appoggiandosi languidamente contro il poggiatesta. Spostai la mano, seguendo delicatamente il contorno del suo viso e poi le sfiorai le labbra con i polpastrelli. I suoi occhi diventarono delle mezzelune brillanti. -Tyler- sussurrò.

-Dimmi- mi avvicinai un po' di più a lei.

-Avrei bisogno di un bacio- disse in un soffio e le sue guance si colorarono di rosso a quella richiesta.

-Ai tuoi ordini- e senza attendere oltre le presi il viso tra le mani a coppa e posai le labbra sulle sue. La baciai, un bacio lungo, sensuale, passionale. Le sue mani affondarono nella mia camicia, accarezzando i miei bottoni, risalendo poi a sfiorare il mio collo e le mie guance per fermarsi poi nei miei capelli. Le mordicchiai delicatamente le labbra e poi scesi sfiorandole il collo, un movimento delicato e lento. Le sfuggì un sospiro e io le baciai le palpebre chiuse, le lunghe ciglia nere per poi tornare sulle labbra socchiuse, le mie mani che scendevano delicatamente a sfiorarle il corpo.

Ci staccammo solo con difficoltà. Era un bacio pericoloso il nostro, un bacio che faceva desiderare di fondersi, di immergersi l'uno nell'altra, che quasi impediva di ragionare. Rosemary mi sorrise, lo sguardo languido e le sue braccia intorno al mio collo. Le baciai la punta del naso, facendola ridere.

-Hai tutto il mio rossetto fucsia sulle labbra- esclamò, la voce divertita e roca.

-Immagino, tu non ce l'hai più- dissi, con tono leggermente canzonatorio.

-Aspetta- estrasse un fazzoletto dalla borsa e mi pulì con delicatezza e deliberata lentezza.

-Come sono ora?-

-Perfetto- disse lei con un sorriso –io inizio ad avere un po' di fame- aggiunse.

-Agli ordini, mia principessa, ti porto in un ristorantino con un dolce niente male-

-Sono proprio curiosa- esclamò lei, lo sguardo brillante.

-Eh eh eh, vedrai- e tra me e me pensai che potevo farle uno scherzo davvero molto divertente.

-Quando hai questo tono... sei sospetto- disse Rosemary, ridendo.

-Non ti fidi di me?-

-Oh, non mi fido di ciò che fai, è diverso- rispose lei, diplomaticamente.

-Mi fai impazzire quando fai così- e accesi il motore per partire, cacciando la voglia di baciarla nuovamente. Non potevo certo abituarla a troppi baci.

NOTE DELL'AUTORE:

Ciao a tutti!

Questo capitolo è maggiormente incentrato sul rapporto tra Rosemary e Tyler. Nel prossimo si tornerà a parlare di Jessica.

A giovedì ❤

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