DIFENDERE UNA FANCIULLA

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

ROSEMARY

E ricordati che ti penso,

che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,

che scrivo di te.

(Charles Bukowski) 


Inspirai a fondo e abbassai la pistola, le mani tremanti, il cuore in gola. L'uomo che ci aveva aggrediti si voltò e scappò. Dopo essermi allontanata di alcuni metri per non essere colpita nella colluttazione, avevo estratto la pistola dalla borsetta e avevo sparato un colpo in alto, non sapendo come altro fare.

-Tyler- esclamai, correndo da lui, la pistola ancora in mano.

-Sto bene- mormorò, portandosi una mano al viso e lasciandosi cadere su una panchina.

-Lascia fare a me- mi sedetti al suo fianco e misi via la pistola. Con delicatezza allontanai la sua mano. Aveva un occhio nero... parecchio nero. Gli accarezzai la guancia. –Qui ci vuole un po' di ghiaccio-

-L'altro è messo molto peggio di me- borbottò.

-Certo, certo- lo assecondai. Forse neppure l'altro era messo poi così bene, ma non si poteva certo dire che Tyler ne fosse uscito completamente vittorioso. Gli sorrisi, rassicurante. –Stai qui un attimo-

-Sì, sì- mormorò e all'improvviso la sua voce parve più umana, meno sensuale, ma più simile a quella di un comune mortale.

Corsi alla macchina e mi resi conto che non avevo le chiavi per aprirla. Indugiai un attimo, chiedendomi se dovessi tornare indietro, poi tentai di aprire il bagagliaio. L'auto era aperta. Mi sporsi dentro e presi la cassetta del pronto soccorso, quindi tornai da Tyler, la posai per terra e ci frugai dentro. Estrassi un pannetto di ghiaccio secco, lo scossi e lo posai sull'occhio di Tyler.

-Grazie- sussurrò lui, prendendo in mano il pannetto.

-Il naso ti fa male?- chiesi, sedendomi al suo fianco.

-Un po'... sanguina?-

-Poco- mentii, in realtà sanguinava parecchio, forse era rotto. Presi un fazzoletto e glielo tamponai delicatamente. –Forse è il caso di andare in ospedale- mormorai.

-No, no, sto bene, credimi- mi sorrise... e vidi che gli si era scheggiato un dente.

-Grazie per avermi difesa- gli dissi, sorridendogli.

-Dovere, non potevo lasciare che quello ti importunasse così-

Sentii il mio cuore battere un po' più forte. Che sciocchezza! Eppure quel suo gesto era stato veramente dolcissimo. –Vuoi che guidi io? Magari troviamo un altro hotel, così ti riposi un po'- gli presi delicatamente la mano e l'accarezzai.

-No, guido io, lasciami solo riprendere un po' le forze- buttò indietro la testa, stancamente.

-Ma tu non sei famoso per le risse?- chiesi, con un pizzico d'ironia.

-Sì... cioè... non proprio risse, mi sarò picchiato una volta al liceo- si strinse nelle spalle -Ho un po' esagerato sul mio conto-

Un po' tanto, però quel lato più tranquillo di Tyler mi piaceva. Forse non era completamente uno sbruffone. –Tranquillo, non svelerò il tuo segreto-

Lui mi sorrise. –Non sopportavo come quello ti ha trattata, sei una ragazza speciale e meriti di essere trattata bene-

Gli avrei voluto dire che nessuna ragazza si sarebbe meritata un simile trattamento, ma mi trattenni, voleva fare il galantuomo, perché rimproverarlo? Gli accarezzai la guancia.

-Come hai fatto a fare quel rumore?- mi chiese lui.

-Oh, ho sparato- dissi, cercando di sembrare il più innocente possibile.

Tyler sgranò gli occhi e gli puntò su di me, sorpreso.

-Lo sai cosa dice mio padre : "Meglio un brutto processo che un bel funerale"-

-Davvero? Il mio dice: "Meglio morto che disonorato"-

Risi. –Mio padre mi ha insegnato a sparare e mi ha regalato una pistola da portare sempre con me-

-Deve essere un bel tipo tuo padre-

-Già, è un tipo molto particolare- allontanai leggermente il fazzoletto dal suo naso –credo che abbia finito di sanguinare-

-Ottimo, almeno questo-

In quel momento cominciò a suonare il cellulare di Tyler, lo vidi armeggiare per prenderlo, poi guardò il display e scosse la testa. Incuriosita lanciai un'occhiata e vidi il chiamante: Papà.

-Non rispondi?-

-No, abbiamo litigato- abbassò lo sguardo.

-Sai, anche a me capita di litigare con i miei- tentai di rincuorarlo.

-La mia famiglia è un po' strana-

Mi mordicchiai le labbra. I miei non sapevano neppure che ero partita per quel folle viaggio. –Facciamo una cosa, quando tu ti sentirai di raccontarmi della tua famiglia, io ti racconterò della mia cicatrice-

Lo sguardo di Tyler brillò. –Non devi sentirti obbligata-

Sorrisi. –Un segreto per un segreto, mi sembra equo-

-Già, un segreto per un segreto-

Restai un attimo immobile, poi, senza indugiare, gli posai un rapido bacio sulle labbra. Lui mi fissò sorpreso.

-Grazie davvero- mormorai –sei stato molto coraggioso-

-Come potrei non difenderti?- mi prese delicatamente per i fianchi e io guardai il suo viso, l'occhio nero, il naso sanguinante e il cuore mi si strinse dolcemente.

Il suo cellulare squillò di nuovo. Tyler sospirò stancamente, poi lo prese. Questa volta sullo schermo c'era il nome di Sam. Ci guardammo un attimo.

-Rispondi- sussurrai.

-Certo- accettò la chiamata e mise il vivavoce -Ehi, Sammy-

-Che voce... stai bene?- chiese Sam.

-Molto bene- rispose con una smorfia.

-Ne sei certo?-

-Certo, certo, piuttosto dimmi di te, dove sei di bello?-

-Ti ho chiamato solamente per dirti di non chiamarmi- la voce era dura -non ti considero più un amico per quello che hai fatto-

-Cos'avrei fatto? Non ricordo- chiese Tyler, sforzandosi di sembrare allegro.

-Hai sempre voglia di scherzare, eh?-

-Lo sai come sono fatto-

-Senti, Tyler, questa volta ti sei comportato molto male- lo rimproverò Sam.

Feci per dire qualcosa, ma Tyler si portò l'indice alle labbra, invitandomi al silenzio. In effetti Sam era suo amico, forse era giusto che risolvessero le cose da soli.

-Va bene, mi sono comportato male, comunque ora voglio scusarmi, dove sei?-

Sentii una voce femminile in sottofondo: Abby! -Non starlo ad ascoltare- stava dicendo.

-Ora devo riattaccare, Tyler, mi spiace-

No, non poteva riattaccare ora.

-Aspetta- mi precedette Tyler -voglio scusarmi anche con la tua... ragazza- sospirò -che ne dici se ci vediamo da qualche parte? Ne parliamo tutti in insieme-

-Va bene, ma non oggi, magari quando torniamo a New York- e senza aggiungere altro riattaccò.

Io e Tyler restammo immobile qualche istante, poi lui si strinse nelle spalle.

-Almeno stanno entrambi bene-

-È già qualcosa- mormorai.

Lasciai che lui mi attirasse a sé. Lo avvolsi tra le mie braccia e mi strinsi a lui. Era stranamente rassicurante stare tra le sue braccia. Chiusi semplicemente gli occhi e mi godetti quel momento, semplicemente mi godetti quel momento.


NOTE DELL'AUTRICE:

Finalmente Sam si è fatto sentire! Forse non tutto è come sembra o forse sì.

Sto pensando di pubblicare qualche capitolo speciale dedicato al Natale, ma non so ancora quando.

A lunedì ❤

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro