FUGGENDO

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TYLER

Epifania

L'amore è sutura,

non benda.

Non scudo

sutura.

(Marina Cvetaeva) 

Guidai tutta la notte. Ero furioso e non riuscivo a fermarmi. Alla fine parcheggiai l'auto in una piazzuola quando il cielo iniziava a tingersi di arancio. Rosemary si era addormentata. Osservai il suo viso rilassato, l'ombra delle sue ciglia lunghe e nere, i capelli castani che le ricadevano sulle spalle. L'immagine della pace. Un angelo, così diversa da me. Come ci eravamo finiti insieme nella stessa auto? Com'era possibile che mi trovassi con lei, così tenera, così dolce? Io che distruggevo tutto ciò che toccavo, io che... non ero riuscito neppure a trattenere mia madre. Uscii dall'auto e inspirai a fondo l'aria fresca del mattino. Avevo bisogno di un caffè forte, avevo bisogno di fuggire, di andarmene... ma dove? Ero partito per salvare Sam da un matrimonio e all'improvviso mi rendevo conto che non avevo voglia di andare fino a Las Vegas, Sam avrebbe dovuto imparare a risolvere da solo i problemi, non potevo più salvarlo, non potevo più custodire un segreto che era solamente suo. Ricordai quella notte, Sam che mi chiamava nonostante fosse molto tardi.

-Ti prego, Tyler, ti prego, dì che ero con te-

E io avevo mentito alla polizia, avevo giurato che io e Sam eravamo stati insieme, che Jessica se n'era andata da sola. Ma cosa ne potevo sapere io di com'era veramente Sam? Non avevo visto forse un giorno un livido sul viso di Jessica? Certo, ma avevo preferito credere alla scusa.

-Sono così distratta, sono caduta- aveva detto lei, e perché non crederle? Sam è un bravo ragazzo, certe cose non le fa. Questo mi ripetevo sempre. Eppure a volte Sam era strano.

Ripensai alla festa a tema gotico. Quella sera Jessica si era presentata con un lungo abito nero di taffetà e un piccolo cappellino sui biondi boccoli. Il trucco era scuro e pesante. Un trucco dark, così diverso da quello che usava abitualmente. Eppure c'era una strana naturalezza in lei, come se in qualche modo si trovasse a suo agio in quei panni. Ricordavo in particolare com'era rimasta immobile, in un angolo della stanza, pallidissima e triste. Osservava i presenti come se lei fosse estranea alla gioia. Una Sposa in Nero, avevo pensato. Chissà perché mi era venuto in mente Grandi Speranze e la donna vestita da sposa. In un'altra occasione il trucco le era servito per coprire il livido.

Accesi una sigaretta, cercando di ragionare, cercando di pensare a una soluzione. Dovevamo tornare al campus, non c'era altra scelta. E poi la sua voce.

-Tyler- così delicata, così carezzevole.

Mi voltai e mi piegai, mettendo la testa dentro la macchina. –Ehilà, dormigliona-

-Fumi già?- mi chiese, gli occhi socchiusi, le ciglia ancora allacciate dal sonno.

-Non ho fumato tutta la notte- mi giustificai.

Lei annuì stancamente, quindi si stiracchiò e si stropicciò gli occhi. Era così bella, così candida, così pura. –Mi tocca anche dormire in macchina, che robe! Se i miei sapessero...- si bloccò subito.

-Cosa?- chiesi ridendo –La cocca di casa non ha detto nulla ai suoi genitori?-

Lei arrossì. –Non mi avrebbero permesso questo viaggio, mio padre è fissato, devo avere voti alti, non distrarmi, essere la prima, che poi con questo essere la prima non so esattamente cosa intenda, l'università non è una gara- rise –essere la figlia preferita è una tale fatica- parve indugiare, poi aggiunse –devo sempre rinunciare a tutto- e divenne triste.

-Oh, hai visto la mia famiglia, sono messo bene anch'io- la rincuorai.

Lei mi sorrise. –Mio fratello ha il coraggio di fare quello che vuole, lui è libero, mio padre lo definisce un ribelle, ma io penso che sia semplicemente abbastanza coraggioso da fare ciò che gli altri non riescono a fare, lui affronta mio padre, gli dice quello che pensa, io non riesco a farlo-

-Credimi, a volte affrontare i genitori non è la scelta adatta, a volte è meglio stare zitti- e lo dicevo per esperienza personale. Forse se con mio padre fossi stato un po' meno polemico le cose sarebbero andate meglio.

-Basta, non voglio pensare a nulla di brutto oggi perlomeno- si tirò indietro un ciuffo ribelle –sai cosa pensavo?-

-Cosa?-

-Che Abigail e Sam sono grandi abbastanza per arrangiarsi da soli, si sposino, si rovinino la vita, io voglio pensare a me-

-Wow! Egoista!-

Lei mi fece la linguaccia. –Questo non è da me- si affrettò ad aggiungere, quasi imbarazzata –ma non importa e poi non credo che Sam c'entri qualcosa con la scomparsa di Jessica-

Risi così forte che per un attimo mi chiesi se la risata fosse davvero mia. –Potremo andarcene a Miami, non siamo molto distanti, che ne pensi?-

-Credo che ora la prima cosa da fare sia trovare un motel e riposarci, soprattutto tu, dopo che avremo dormito penseremo a cosa fare-

-Va bene- le sorrisi –anche se con te l'ultima cosa che penso è proprio il riposare- poi mi venne in mente una cosa –che ne diresti di cercare di scoprire chi stava ricattando Jessi?-

Rosemy mi guardò con interesse. –E come faresti?-

-Mi serve una rete wi-fi e vedrai di cosa sono capace- esclamai con un enorme sorriso.

Aprii il portatile. Rosemary era seduta accanto a me, le gambe accavallate, una tazza da asporto di Starbucks tra le mani. Ci trovavamo nella camera di un motel. Non era molto grande, ma c'era un grande letto matrimoniale, un armadio e un comò. Dalla finestra entravano le prime luci del mattino disegnando lunghe linee sul pavimento.

-Sei certo di riuscirci?- mi chiese Rosemy in un soffio.

-Certo- mi collegai alla rete del motel –sono in gamba con i computer- bevvi un sorso del mio caffè per combattere il sonno che minacciava di arrivare.

-Mi fido- disse Rosemary, lo sguardo intenso su di me.

Rapidamente aprii il profilo di Jessi, quindi provai a fare il login. Digitai l'email di Jessi, quindi azionai un programma per scoprire la password.

-Non dovrebbe metterci molto, Jessi non ha mai avuto molta fantasia- mormorai.

E infatti dopo poco riuscii a entrare e mi trovai dentro il profilo di Jessi. Mi fermai un attimo a soppesare quel pensiero.

-Eccoci qua- mormorai.

-Vai sui messaggi- disse semplicemente Rosemary, un sussurro appena udibile ma pieno d'impazienza.

Ubbidii. E fu così che li vedemmo. Una serie di messaggi, apparentemente innocui, ma che compresi erano qualcosa di più.

"Ti ho vista con A. Dobbiamo parlare"

-Chi è il mittente?- chiese Rosemary, spingendosi in avanti per vedere.

-Un profilo falso a parer mio... Milady, ti dice qualcosa?-

-Milady de Winter, da "I tre Moschettieri"- rispose -un nome azzeccato-

Annuii, felice che avesse colto il riferimento.

-Si tratta forse di una donna- mormorò.

-Potrebbe- sospirai –fammi vedere se riesco a scoprire qualcosa- iniziai a controllare il mio profilo, ma riuscii solo a scoprire che era stato creato circa un anno e mezzo prima. –Non c'è niente di utile-

-Però è già qualcosa- disse Rosemary, sorridendo –è un inizio-

-Sì, è un inizio- sbadigliai. Presi il caffè e ne bevvi un altro lungo sorso.

-Jessi andava d'accordo con le sorelle di Sam?- chiese Rosemary.

Mi stiracchiai. –No, in effetti si opposero entrambe quando seppero che suo fratello usciva con lei- sorrisi –credi che possa essere una di loro?-

-Non lo so, è un pensiero come un altro-

-Jasmine e Janet sono tremende quando si tratta di imporre la loro volontà- sbadigliai di nuovo.

-Sei stanco, dovresti riposarti- mormorò dolcemente.

-Assolutamente no- sbadigliai ancora.

-Sì invece- mi sorrise, quindi prese per il braccio e mi fece alzare –su, ti accompagno fino al letto, come un bambino-

Lasciai che mi conducesse fino al letto, quindi la presi per le vita e la trascinai con me. Rosemary lanciò un gridolino di sorpresa.

-Sei tremendo- mi sussurrò all'orecchio.

-Dormi qua con me?- le chiesi.

-Va bene- mi accarezzò la guancia e io le baciai il palmo della mano.

-Ora riposa- disse lei, sorridendo.

-Va bene, visto che insisti- appoggiai la testa al cuscino.

-Buon riposo-

Chiusi gli occhi e sprofondai subito nel sonno.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!
Vi anticipo che nel prossimo capitolo finalmente verrà svelato il segreto della cicatrice di Rosemy.

A causa di alcuni problemi spero di pubblicarlo già mercoledì o se non dovessi riuscirci venerdì ❤

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