L'IDROMASSAGGIO (SECONDA PARTE)

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ROSEMARY

Che sia l'amore tutto ciò che esiste

È ciò che noi sappiamo dell'amore;

E può bastare che il suo peso sia

Uguale al solco che lascia nel cuore.

(Emily Dickinson)
 

Tyler mi attirò a sé e mi baciò. Mi abbandonai al suo bacio, che era tutto tranne che finto. I nostri respiri si unirono, tanto da diventare quasi un solo respiro. Poi sentii la sua mano appoggiarsi al mio ginocchio, nascosta dall'acqua, la sentii risalire lentamente, sfiorandomi appena. Chiusi gli occhi. La mano di Tyler non accennava a fermarsi... per essere una finta, beh, era decisamente bollente. Sentii una strana sensazione di calore avvolgermi. Rapida appoggiai con decisione la mia mano sulla sua e la fermai. Tyler cambiò direzione e delicatamente mi sfiorò il fianco, dove indugiò.

-Ehi, piccioncini!- esclamò una voce alle nostre spalle.

Ci staccammo e voltai la testa. Humbert ci fissava con uno strano sorriso. Una luce intensa brillava nel suo sguardo.

-Non hai nulla di meglio da fare che guardarci?- chiese Tyler, staccandosi da me. La sua mano però rimase dov'era.

-Ho molto da fare invece, ma avrei bisogno della vasca idromassaggio- disse, puntando gli occhi su di me. Mi sentii un po' in imbarazzo.

-Devi venirci con Betty?- lo provocò Tyler.

-Evita queste battute ed esci- mi sorrise -tu invece, tesoro, puoi anche rimanerci-

-Non te la lascio- sbottò Tyler e la sua voce mi sembrò quella di un bambino arrabbiato. Mi chiesi se si stesse riferendo alla vasca o a me.

-Peccato, hanno acceso la musica, credo che più tardi nostro padre si degnerà di farsi vedere per i fuochi d'artificio e il discorso... ovviamente il discorso da figlio lo farò io-

-Non ne avevo dubbi- disse Tyler, ridacchiando -a dopo, fratellino, forse non lo hai capito, ma io qui ho da fare-

-Va bene, non metteteci troppo- ci fece l'occhiolino e se ne andò.

Sentii Tyler rilassarsi. Con delicatezza gli tirai indietro un ciuffo di capelli ribelli, un gesto che avrei già voluto fare molte volte. Lui tornò ad appoggiare la sua mano sulla mia gamba e potei osservare la sua pelle abbronzata in contrasto con la mia diafana... quel contrasto mi piaceva molto, lo trovavo sensuale.

-Come ti sono sembrato?- mi chiese, il tono leggermente scherzoso.

-Perfetto- dissi, guardandolo negli occhi occhi grigi.

-Anche tu sei stata perfetta- si spinse in avanti e mi baciò di nuovo.

Chiusi gli occhi, lasciando che lui conducesse quella specie di danza. Con delicata fermezza mi afferrò per la vita e mi fece spostare.

-Che ne pensi di sederti su di me?- mi chiese, la bocca premuta sulla mia.

-Sicuro che sia una finta?- ansimai piano.

-Sicurissimo-

Mi sedetti su di lui. Le sue mani mi sfiorarono delicatamente e sensualmente. Non era decisamente una finta. Mi baciò teneramente sul collo e poi un po' più giù. Gli accarezzai il viso. La spallina del mio costume scese sulla spalla.

-Lasciala così- mi sussurrò Tyler, mentre mi baciava la parte lasciata scoperta dal costume.

Annuii, temendo che la mia voce mi avrebbe tradita. Mi sfuggì un sospiro. Tyler si allontanò leggermente e mi sorrise vittorioso.

-Non dirmi che ti dispiacerebbe essere la mia ragazza- mi provocò.

-Un po'- ma la voce mi tradiva.

-Non ci credo- mi baciò di nuovo. Il bacio fu impetuoso e non potei fare a meno di stringermi a lui, di affondare le unghie nella sua pelle, improvvisamente incurante di tutto tranne che della voglia di sentire il suo corpo contro il mio, volevo quasi immergermi dentro di lui, come ci si immerge nell'acqua. –Sicura che non vorresti essere la mia ragazza?- mi chiese ancora Tyler, sfregando le labbra contro la mia pelle.

-Tu vorresti che la fossi?- sussurrai, il cuore in gola, il respiro che diventava sempre più affannoso.

-Ti voglio, Romy, voglio tutto di te-

Quelle parole mi sorpresero. Lo fissai un attimo, non sapendo cosa dire, cosa fare. Mi amava veramente? Oppure era solo il desiderio che lo faceva parlare? I suoi occhi grigi non lasciavano trasparire nulla. Mi sembrava di essere in sogno. E poi la musica invase l'aria estiva, annunciandoci che la seconda parte della festa era iniziata.

-Credo che ora dovremmo uscire- disse Tyler.

Annuii, debolmente. Avrei voluto restare ancora lì, avrei voluto restare stretta a lui, avrei voluto che continuasse a baciarmi, ad accarezzarmi, a farmi battere forte il cuore.

Lui mi stampò delicatamente un bacio sulla punta del naso. –Andiamo a ballare?-

-Con vero piacere- sussurrai e dopo un attimo di esitazione lo baciai sulle labbra.

-Piccola tentatrice- mi sussurrò lui, rispondendo al mio bacio.

Sì, volevo tentarlo, volevo stare ancora lì. Gli accarezzai il viso, mordicchiandogli le labbra. Tyler mi lasciò fare per un po', poi mi allontanò con dolcezza. –Stasera finiamo questo discorso- mormorò, tirandomi su la spallina del costume con gesto quasi protettivo.

-Ci conto- sussurrai. Non vedevo l'ora e la cosa mi entusiasmava e imbarazzava allo stesso tempo. In momenti come come quelli mi sentivo una sciocca per temere l'invisibile presenza di Jessica.

Tyler mi spostò dolcemente di lato, quindi uscì dall'idromassaggio e mi aiutò a fare lo stesso. Mi strinse un attimo a sé, quindi mi prese mano ed entrammo in villa per cambiarci. Il cielo si era fatto scuro e gli invitati avevano iniziato a ballare sulla pista improvvisata in giardino. M'incamminai al fianco di Tyler, sentendomi stranamente tranquilla e protetta al suo fianco.

-Allora, vogliamo dare spettacolo?- mi chiese lui con un sorriso accattivante. Il giardino era illuminato da mille luci colorate. Una musica allegra vibrava nell'aria.

-Perché no?- chiesi, sentendomi avvampare.

Tyler rise e, presami per mano, mi trascinò in pista, attraendomi a sé. -Tu hai bisogno di qualcuno che ti faccia ballare fino a non reggerti più in piedi-

-Davvero?- chiesi ridendo.

-Proprio così-

Cominciammo a ballare assieme, un ballo scatenato. Mi piaceva stare lì, l'aria fresca della sera, la tenue luce della luna, la musica... e soprattutto Tyler, così bello, così... sensuale, che ballava con me, come se fossi una di quelle ragazze con le quali usciva sempre, come se all'improvviso non fossi più la secchiona che ero sempre stata. Non so per quanto ballammo, ma alla fine Tyler si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio.

-Vuoi qualcosa da bere?- il suo respiro accarezzò la mia pelle e dovetti lottare contro il desiderio di stringermi a lui e di baciarlo.

-Sì, grazie- gli risposi.

-Torno subito- e si allontanò, accarezzandomi delicatamente il braccio.

Mi spostai dalla pista, sentendomi un po' stanca e accaldata. Notai che non si vedevano né Jordan né Betty.

-Ti stai divertendo?- chiese qualcuno alle mie spalle.

Mi voltai e vidi Humbert, il ciuffetto tirato su, il passo elegante. L'occhio nero era evidente sotto le luci del giardino.

-Sì, è una bella festa- gli sorrisi.

-Sono felice che ti stai trovando bene- mi si fermò di fronte e notai che il suo sguardo pareva un po' febbricitante, mi chiesi se non avesse bevuto un po' troppo –vedi, le ragazze che porta mio fratello normalmente sono così... appariscenti, ma tu sembri diversa-

-Già- mormorai, imbarazzata. Quanto ci metteva Tyler ad arrivare?

-Sei così bella- fece un altro passo verso di me e me lo trovai troppo vicino, tanto che indietreggiai –mi verrebbe voglia di... -

-Di fare cosa, fratellino?- chiese una voce dura e sentii la presenza rassicurante di Tyler al mio fianco.

-Oh, sei sempre così indisponente- gli rispose Humbert.

Tyler mi spinse dietro di lui e si frappose tra me e il fratello, i muscoli tesi e potevo scommettere che il suo sguardo era truce, pronto a farlo a pezzettini. Dovevo intervenire. Rapida mi spostai di lato e afferrai Tyler per il braccio.

-Ce ne andiamo- dissi, cercando di avere un tono che non ammetteva repliche.

-No, questa volta deve capire che non scherzo- si liberò dalla mia stretta e avanzò, la schiena dritta, lo sguardo fisso sul fratello.

-Provaci- lo provocò Humbert.

Mi misi tra i due. Vidi Tyler inspirare a fondo e quindi parve recuperare un po' di autocontrollo.

-Andiamocene- disse e, presami per il braccio, mi trascinò via con lui.

-Dove andate?- chiese Karol, la zia di Tyler, raggiungendoci. Guardai con ammirazione quella donna alta, con i biondi capelli raccolti e quell'abito grigio che pareva creato per lei.

-Il più lontano possibile- fu la cupa risposta di Tyler.

-Tuo padre...- tentò lei, ma noi non ci fermammo. Percorremmo rapidamente l'ultima parte del tragitto che ci distanziava dal garage, dove entrammo. Tyler mi aprì la portiera dell'auto e io entrai, senza dire nulla, non sapevo neppure cos'avrei potuto dire. Tyler salì al posto di guida e frecciò lungo il vialetto, facendo volare ovunque i sassolini di cui era ricoperto. Decisi che era meglio non parlare per il momento.



NOTE DELL'AUTRICE:

Grazie a tutti per aver letto fin qua! Cosa ne pensate? Questi ultimi due capitoli sono stati principalmente incentrati sul rapporto tra Rosemary e Tyler.

Vi anticipo che nel prossimo capitolo ci saranno sviluppi riguardo a Jessica.

A lunedì ❤

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