L'IDROMASSAGGIO (PRIMA PARTE)

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TYLER

L'amore è cieco, e gli amanti non vedono le amabili follie cui s'abbandonano.

(William Shakespeare) 


-Quindi tu sostieni che Elizabeth avrebbe dovuto accettare subito la proposta di matrimonio di Darcy?- chiese Rosemary, divertita, un braccio appoggiato languidamente al bordo della vasca.

-Certo, parliamo dell'Ottocento, quale donna non avrebbe accettato subito con un uomo come Mr Darcy?- domandai, cercando di sembrare serio.

Rosemary sospirò. Eravamo immersi nella grande vasca idromassaggio che si trovava nel giardino della villa. Era stata un'idea di mio padre farla installare lì, così da dare quasi l'impressione che fosse una pozza d'acqua, circondata da pietre grigie, in mezzo all'erba verde. Piccole cascate d'acqua calda scendevano lateralmente. Dovevo ammettere che si stava proprio bene. Il cielo aveva iniziato a colorarsi di scuro e noi ci godevamo l'acqua tiepida, l'uno accanto all'altra, tanto che la nostra pelle si sfiorava ogni volta che, casualmente, mi muovevo. Rosemy aveva i capelli stretti in una coda alta, dalla quale sfuggivano delle ciocche. Il cerchietto bianco risplendeva alle ultime luci del giorno. Il suo viso era leggermente arrossato.

-E poi solo una sciocca non si sarebbe accorta che Mr Darcy era cotto di lei- dissi, stiracchiandomi.

-Senti il grande esperto in amore- commentò lei, sollevandosi leggermente. Il costume intero nero le stava d'incanto, lasciandole scoperta una profonda scollatura e aderendo perfettamente al suo corpo snello. Lanciai uno sguardo sul suo seno bianco.

-Dico sul serio... se si fosse concentrata sui fatti e non solo sui sentimenti l'avrebbe compreso quasi subito, la salva anche da quell'alieno-

Ci fu un attimo di silenzio e mi resi conto che la parte dell'alieno me la sarei anche potuto evitare. Probabilmente mi era lasciato distrarre dalle forme di Rosemy. Decisi di far finta di nulla, forse non se n'era accorta.

-Era evidentissimo- mi affrettai quindi a dire.

-Alieno?- chiese Rosemary, cambiando tono della voce, lo sguardo divertito.

-Potrei aver letto una versione un po' modernizzata- ammisi, stringendomi nelle spalle. Disinvolto, dovevo sembrare disinvolto. Allora perché mi batteva forte il cuore nel timore della sua reazione.

-Con gli alieni?- chiese, sorridendo.

-Qualcuno- borbottai.

-Wow- rise, una risata melodiosa –la versione con gli alieni mi mancava-

La stava prendendo bene. –In effetti non è male-

-Penso che la Austen uscirebbe dalla tomba se lo sapesse... in realtà sarebbe stato più indicato se fosse uscita per la versione zombie-

-Decisamente più adatto- mi stiracchiai nuovamente, allungando un braccio che, sempre casualmente, si posò sulle sue spalle.

Rosemary ridacchiò, lanciandomi uno strano sguardo, ma non disse nulla.

-Allora, passando ad argomenti più seri, ora stiamo insieme? Siamo una coppia, vero? Passiamo il tempo insieme, ci baciamo, facciamo tutto ciò che fanno le coppie- chiesi, accarezzandole, quasi distrattamente, la spalla con le dita.

-Cosa?- domandò lei, guardandomi con un sorriso divertito.

-Dopo quello che è successo nell'armadio, dico- le sussurrai all'orecchio.

-Diciamo che è successo meno di quanto si possa pensare se tu lo dici in questo modo- mi disse, divertita.

-Abbastanza per essere una coppia?- insistei, le labbra premute contro il suo lobo.

-Al momento non siamo una vera coppia- disse Rosemary con una voce strana –o meglio la siamo per finta-

-Non ti fidi ancora di me?- chiesi sorpreso. Io le offrivo il mio cuore e lei non si fidava? Ritrassi il braccio, sentendomi offeso.

-Cambi partner un po' troppo spesso, senza offesa, non voglio essere una delle tante- mormorò, la voce atona -non lo sopporterei-

-Brutte esperienze?- compresi.

Lei non rispose subito, ma parve rattristarsi.

-Ho indovinato! Chi era il fortunato?- chiesi sarcastico.

Rosemary sospirò, parve incupirsi, le ciglia lunghe sbatterono un paio di volte, poi si strinse nelle spalle. –Non lo conosci, non è dell'università, è uno della mia città, il tipo sbagliato, come sempre quando si tratta di me-

La osservai con attenzione. Strano, ma non riuscivo a scorgere del vero dolore. Rabbia, indignazione, risentimento, ma dolore no... e questo mi fece comprendere che non aveva mai amato quel tizio. Mi sfuggì un sorriso a quel pensiero. Conoscevo bene le donne, ne avevo illuse abbastanza da comprendere quando una è innamorata e non corrisposta. Rosemary non era innamorata, semplicemente era arrabbiata perché la storia era finita male. Perché la cosa mi rassicurava? Certo, perché il suo cuore era libero di innamorarsi... anche di uno come me. Oppure stavo semplicemente negando che lei potesse aver amato un altro. Sinceramente non mi piaceva l'idea di un cuore condiviso. Io volevo l'esclusiva.

-Non penso che tenesse realmente a me, se l'amore è vero non finisce- mi fissò un attimo insicura e io mi ritrovai ad annuire.

-No, l'amore vero non finisce- la rassicurai e tra me ridevo di quel rimbambito che l'aveva lasciata andare e mi chiesi che faccia avesse fatto se l'avesse vista in una vasca idromassaggio con uno come me. E poi chissà perché pensai a Jessi.

-Tu sei il mio vero amore, tu sei il mio unico amore... - le sue parole rimbombarono nelle mie orecchie come se lei fosse lì vicino a me, come se fossimo nuovamente nel retro della sua casa delle vacanze e non nella mia vasca idromassaggio. La ricordavo ancora: i capelli biondi che le ricadevano sul viso, l'abito nero di taffettà, le labbra rosse come il sangue, il viso che appariva stranamente pallido nonostante l'abbronzatura. Chissà perché in quel momento mi aveva ricordato una vampira. Ripensai alla voglia di stringerla a me... e alla consapevolezza che non avrei mai potuto farlo, perché Sam era innamorato di lei. Scossi la testa e mi concentrai sulle parole di Rosemy.

-Kyle sosteneva che non lo amassi abbastanza, che lo trascurassi, ma lui parlava perennemente della sua ex e di quella ragazza che lo aveva guardato e di quell'altra che era innamorata di lui e lo rincorreva ovunque... che poi per rincorrere ovunque uno così- rise forte –meglio sole che male accompagnate, senza contare che... - s'interruppe.

-Che?- la incalzai.

-Nulla, certe persone è meglio perderle che trovarle- mi sorrise, il rossetto fucsia che alle ultime luci del giorno pareva quasi sangue. Ero quasi certo che non mi stesse dicendo qualcosa.

-Hai perfettamente ragione- dissi, ridendo.

-E tu mi dai ragione perché vuoi raggiungere i tuoi scopi- esclamò, ironicamente.

Risi. –Sì, noi uomini assecondiamo sempre per i nostri scopi, ma vuoi la verità? Tu sei speciale e meriti qualcuno di speciale, non uno che mentre è con te parla delle altre-

Lei mi fissò con attenzione. –Uno speciale come te- disse, la voce strana, leggermente esitante.

Non parlai. Con dolcezza le passai nuovamente il braccio intorno alle spalle e lasciai che lei si appoggiasse delicatamente a me. Il suo corpo si appoggiò al mio e io sentii aumentare il desiderio, la brama di baciarla, di stringerla. Le bolle della vasca mi massaggiavano dolcemente la schiena.

-Mi piace fingere di essere la tua fidanzata- mormorò, avvicinandosi al mio orecchio.

-Davvero?- chiesi, sensuale. Le posai un bacio nell'incavo del collo.

-Sì, è bello e molto divertente- sorrise.

Sorrisi, indeciso su cosa dire, mentre l'aria fresca mi accarezzava la pelle. Risalii lentamente con le labbra e le sfiorai il lobo con la lingua. La sentii tremare leggermente.

Un rumore alle mie spalle attirò l'attenzione. Stava arrivando qualcuno. Era un'ottima scusa per rubarle un bacio. Mi avvicinai un po' di più a Rosemary. –Bacio di copertura- sussurrai.

Lei ridacchiò e io la baciai, accarezzando languidamente la sua pelle, morbida come seta e bianca come panna montata, una pelle da mangiare. La trassi a me con desiderio.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa ne pensate di questo capitolo? Ho voluto fornire qualche informazione sul passato di Rosemary.

A giovedì ❤

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