IL RISTORANTE DELLE BAMBOLE

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ROSEMARY

Passi echeggiano nella memoria,

lungo il corridoio che mai prendemmo,

verso la porta che mai aprimmo.

(TS Eliot) 


Il ristorante in cui mi aveva portato Tyler era piccolo, carino, con un'enorme insegna all'esterno. Le pareti erano dipinte di un color panna brillante.  Bellissime bambole, vestite con abiti eleganti che parevano provenire da ogni epoca storica, ci fissavano, con i loro grandi occhi, dalle mensole sparse per il locale. I loro visi, per sempre immobili, erano incantevoli. Una cameriera con l'acne ci accolse e ci accompagnò al tavolo, al piano superiore, vicino alla ringhiera, così da dov'eravamo potevamo tranquillamente guardare il piano terra e l'andirivieni di clienti. Il locale non era molto affollato e al nostro piano c'era solo un altro tavolo occupato, una coppia che continuava a mandarsi baci.

-Non dureranno- borbottò Tyler, tirandomi indietro la sedia per farmi accomodare, un singolare atto di gentilezza.

-Perché?- chiesi curiosa.

-Lei continua a controllare il cellulare, lui ha il segno di un rossetto rosso sulla camicia...quello di lei è rosa...finirà male, bisogna solo vedere chi dei due si accorgerà prima dei segreti dell'altro- si sedette al suo posto di fronte a me prese il menù.

-Attento osservatore- mormorai, sorpresa. Lanciai un'occhiata ai due. A guardarli con attenzione non parevano poi così giovani. Lei era mora, con un trucco pesante, e indossava un abitino decisamente poco adatto a un pranzo. Lui aveva  i capelli neri tirati indietro dal gel. Notai che ci stavano fissando.

-Già...e poi l'amore non è mai per sempre- commentò Tyler con voce amara, indifferente allo sguardo dei due.

-Sei cinico, te lo hanno mai detto?- esclamai, con un sorriso. Quando parlava così Tyler mi affascinava, era come se mi facesse vedere, anche solo per un attimo, gli ingranaggi che si muovevano nella sua mente.

-Mai con la tua grazia...allora, ti leggo il menù?- mi chiese, sorridendomi, tornando il solito e spensierato Tyler.

-Va bene- e mi chiesi da quanto tempo un'altra persona non si offrisse di leggere per me il menù, beh, probabilmente da quando ero una bambina. La cosa comunque non mi dispiaceva per niente.

Lo ascoltai elencarmi un numero spropositato di pietanze, antipasto, primi, secondi, carne, pesce, vegetariano e per ogni piatto Tyler aveva qualcosa da dire sulla cottura, sulla preparazione, su qualche curiosità.

-Non credevo che fossi un esperto di pietanze-

-Colpa di mio padre- si tirò indietro un ciuffo ribelle che gli era caduto sull'occhio, dandogli un aspetto un po' diverso...quasi da pirata.

-S'intende di cucina?-

-In realtà ama criticare la cucina altrui...io prendo gli spaghetti allo scoglio...e li consiglio anche a te, sono squisiti qui- e mi parve che volesse evitare di parlare della sua famiglia. Meglio così, in fondo non eravamo amici.

-Li prendo anch'io- decisi, visto che in fatto di cibo sembrava essere competente.

-Tres bien!-

-Sono molto belle queste bambole- dissi, guardandomi in giro.

-Appassionata di bambole?- mi chiese lui, con un sorriso divertito.

-Sì, mi piacciono- ammisi.

-Le bambole sono affascinanti- disse Tyler -donne in miniatura, così belle, così perfette-

-Già- e mi chiesi se le voci che dicevano che Tyler avesse delle bambole un po' particolari fossero vere.

-A ben guardare tu assomigli a una bambola- si spinse in avanti, come se volesse farmi una confidenza.

-Lo prendo come un complimento-

-Lo sai benissimo che lo è-

Il pranzo trascorse stranamente tranquillo. Tyler si rivelò un interlocutore vivace e divertente...anche se dovevo lottare contro la voglia di sfiorare il suo viso ogni volta che la ciocca gli finiva davanti agli occhi...era così...sensuale. Non parlava mai della sua vita privata, ma del campus, degli altri studenti, di viaggi, perfino di romanzi.

-Gli spaghetti sono molto buoni- commentai, affondando la forchetta nel piatto.

-Certamente è il piatto migliore-

-Secondo te arriveremo in tempo per fermare Abby e Sam?- chiesi, perché quel pensiero mi premeva il cuore.

-Credo di sì, sono partiti ieri sera, certo, ma si saranno dovuti fermare per riposare, Sam non è un grande guidatore, per cui, se la tua amica non gli dà il cambio, credo che ci metteranno parecchio prima di arrivare-

-Non penso che Abby si metta a guidare per più di un'ora- mormorai, girando pigramente gli spaghetti intorno alla forchetta.

-Ottimo...li troveremo per strada o arriveremo prima noi a Las Vegas- disse, sicuro di sé.

-E una volta a Las Vegas come faremo a trovarli?-

-Di questo non ti preoccupare, so che Sam un paio di anni fa è andato a Las Vegas e ricordo il nome dell'albergo, ne parla sempre, credo che andranno lì-

-Speriamo- mormorai.

-Credi che non andranno lì?- aggrottò la fronte, come sorpreso che mettessi in dubbio ciò che aveva detto.

-Sinceramente non so più nulla...questa storia è semplicemente folle-

Un urlo attirò la mia attenzione. Voltai la testa e vidi la coppietta perfetta di poco prima che stava litigando...lei aveva visto il segno del rossetto sulla camicia di lui.

-Te lo avevo detto che il rossetto non era suo- mi sussurrò Tyler, nascondendo la bocca dietro il tovagliolo per non far vedere che stava ridendo.

-Non ti voglio più- urlò la ragazza, alzandosi in piedi.

-Aspetta- esclamò lui, alzandosi a sua volta, il viso rosso dall'agitazione.

La giovane afferrò il piatto, in cui c'era una fetta di torta, e la tirò addosso al ragazzo...che si ritrovò il viso ricoperto di panna, cioccolato e pandispagna. Esilarante! Rapida imitai Tyler e nascosi la bocca dietro il tovagliolo per poter ridacchiare.

La ragazza corse via e lui la ricorse...wow! Che scena!

-Avevo ragione, vero?- mi chiese Tyler, la voce vittoriosa.

-Moltissimo-

E in quel momento qualcosa sul televisore attirò la mia attenzione. Una giornalista bionda, con una camicetta bianca, stava parlando. Dietro di lei si potevano vedere alcuni alberi.

-Uno scheletro umano è stato ritrovato poco fuori New York, da un ciondolo che aveva indosso la vittima si ipotizza che appartenesse a una delle confraternite della New York University, la Sigma Beta Tau, per ora si sa solamente che è una ragazza di origine caucasica-

Vidi che anche Tyler stava fissando lo schermo, immobile, lo sguardo attento.

-Si pensa che lo scheletro si trovasse dov'è stato rinvenuto da circa un anno, vi aggiorneremo quando ci saranno degli sviluppi- e la giornalista scomparve, lasciando il posto alla conduttrice del telegiornale.

Mi voltai verso Tyler. Non stava parlando, osservava il vuoto. –Jessica a quale confraternita...-

Non terminai la frase perché Tyler mi precedette. –La Sigma Beta Tau-

Aprii la bocca per parlare, ma non riuscii a pronunciare neppure una parola, all'improvviso la gola mi si era seccata. Jessica era morta, questo poteva voler dire solo una cosa: la mia più cara amica stava insieme a un assassino.


NOTE DELL'AUTRICE:
Ehilà!
Il mistero riguardo a Jessica s'infittisce.
Vi anticipo che il rapporto tra Rosemary e Tyler accelererà parecchio nei prossimi capitoli ❤

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